Un vangelo eterno oppure da aggiornare?
Anacronismi
Sapete che cos’è un anacronismo?
A scuola, nell’ora di religione, ho disegnato sulla lavagna la scena del popolo
di Israele che, dopo aver attraversato il deserto dall’Egitto arriva nei pressi
della terra promessa e, dall’alto di un colle ne ammira la magnificenza. In
fondo alla scena c’è la città di Gerico, con le sue possenti mura e gli
abitanti armati ben decisi a non lasciar passare Israele. Ebbene, qualcuno a
quel disegno ha aggiunto un elicottero in volo e dei cannoni... Certo questo è
un anacronismo, perché quelle cose allora non esistevano!
Si può fare però la cosa opposta,
cioè trasferire e vivere al tempo presente fatti, persone o usanze contrastanti
con il nostro tempo. Se oggi andassi in giro, per esempio, a cavallo e vestito
come ai tempi dell’antica Roma questo sarebbe certo un anacronismo e mi
prenderebbero per matto... Non si possono trasportare nel presente cose e
situazioni del passato perché "i tempi sono cambiati", "il
contesto è diverso". Questo lo si può capire, ma è sempre vero,
chiediamoci, che tutto ciò che era valido nel passato oggi ...non vada
più bene?
Diverse persone mi dicono:
"Oggi non si può più credere a ciò che dice la Bibbia: è roba superata!
Noi siamo moderni! Ci siamo evoluti! ...credere nel Dio della Bibbia,
...prendere in parola Gesù Cristo, no, sarebbe assurdo, sarebbe un
anacronismo!". Così oggi molti non credono più a quanto la Bibbia afferma
e la "interpretano" secondo i criteri della mentalità moderna,
alterandola e falsandola, quindi.
Altri mi dicono: "La Riforma
protestante è roba del passato... Oggi non si possono più proporre quelle idee.
Il contesto è diverso. Cattolici e protestanti oggi si sono evoluti! Non
credono più a ciò in cui credevano una volta!". Davvero? E’ vero tutto
questo?
Relativismo ed immutabilità
E’ in parte vero: tante
cose oggi sono cambiate, ma ...chi usa questi argomenti parte dal presupposto
che non esistano verità eterne ed immutabili che possano e debbano essere
vissute in ogni tempo e paese. Secondo loro tutto cambia e quel che era vero
ieri non sarebbe più vero oggi... Tutto per loro è relativo, tanto che i
criteri per giudicare il comportamento umano, i dogmi di fede, le verità
assolute non sarebbero più attuali.
Naturalmente l’unico dogma e verità
assoluta in cui loro credono è che in questo loro stessi abbiano ragione... e
guai a mettere in questione questa loro verità!
I principi eterni, inviolabili ed
assoluti, però, esistono, perché l’eterno ed immutabile Iddio, Creatore del
cielo e della terra, li ha stabiliti una volta per sempre registrandoli nella
Bibbia. La Scrittura dice: "L’erba si secca, il fiore appassisce, ma la
parola del nostro Dio dura per sempre" (Is. 40:8). Il Signore Gesù,
Parola eterna di Dio, disse: "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie
parole non passeranno" (Mr. 13:31). Dello stesso Signore Gesù il Nuovo
Testamento dice: "Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi ed in eterno"
(Eb. 13:8).
I tempi dell’ultima
opportunità
...tanto per non essere tacciati d’essere
"antiquati", facciamo ora un salto nel futuro (non so quanto
lontano). Raggiungiamo gli ultimi tempi di questo mondo secondo quanto ce li
descrive il libro dell’Apocalisse. Nel libro dell’Apocalisse, al capitolo 14,
in una grandiosa visione, descrivendo gli avvenimenti degli ultimi tempi,
Giovanni ci presenta quella che allora sarà - potremmo dire - l’ultima
opportunità di salvezza concessa da Dio alle creature umane prima del
giudizio finale.
Sta per giungere quella che questo
stesso capitolo chiama "l’ora della mietitura". Con un’efficace
immagine, infatti, Giovanni dice: "colui che era seduto sulla nube
lanciò la sua falce sulla terra... e vendemmiò la vigna della terra e gettò l’uva
nel grande tino dell’ira di Dio" (14:17,19).
Prima però di questo avvenimento,
ai versetti 6 e 7 egli dice: "...poi vidi un altro angelo, recante il
vangelo eterno per annunziarlo a quelli che abitano sulla terra, a ogni
nazione, lingua e popolo. Egli diceva con voce forte: ‘Temete Dio e dategli
gloria, perché è giunta l’ora del suo giudizio. Adorate colui che ha fatto il
cielo, la terra, il mare e le fonti delle acque".
Notate bene questa espressione: in
quel giorno futuro verrà annunziato quello che qui viene definito come "il
vangelo eterno". Questo straordinario predicatore dell’Evangelo della
grazia di Dio lo annuncerà proprio quando le grandi masse umane degli ultimi
tempi, abbagliate dall’attraente religione mondiale stabilita dell’Anticristo,
adoreranno quella che qui viene definita come "la bestia".
Allora una minoranza perseguitata
di cristiani continuerà a "osservare i comandamenti di Dio e la fede in
Gesù" (12) e a perseverare sulla via della salvezza, proprio quella
"vecchia" ed immutabile via di salvezza, annunciata dalla Bibbia, che
molti avranno rinnegato da tempo come "superata".
Ancora per poco la porta che
accede a questa via rimarrà aperta e l’angelo rivolge l’ultimo appello ad
entrare, prima che sia troppo tardi.
Un Evangelo eterno e la
nostra responsabilità
Si, vorrei attirare la vostra
attenzione proprio su di questo: l’angelo, all’umanità degli ultimi tempi
annuncerà il vangelo eterno (6), un vangelo intramontabile, immutabile,
d’origine divina, proprio quello che gli uomini hanno cercato e cercano oggi
a più riprese di alterare, di modificare, di sovvertire, di negare, ma che
niente e nessuno potrà far tacere perché sanzionato da Dio stesso.
E’ un vangelo che Dio sarà pronto
a far risuonare persino attraverso i Suoi angeli quando i suoi oppositori
avranno cercato di metterlo a tacere per sempre riducendo al silenzio i suoi
fedeli umani messaggeri.
Capite allora come stanno le cose
e qual è la nostra responsabilità, noi che intendiamo rimanere fedeli al
Signore? L’Evangelo della grazia di Dio, l’Evangelo della conversione a Gesù
Cristo è come una fiaccola, una fiaccola che l’Apostolo Paolo dichiara di aver
ricevuto e mediante il quale, dice, "siete salvati, purché lo
riteniate quale ve l’ho annunziato, a meno che non abbiate creduto
invano" (1 Co. 15:1,2). Questa stessa fiaccola viene passata di
generazione in generazione a uomini e a donne fedeli, i quali lo consegneranno
all’ultimo suo annunciatore, l’angelo di cui l’Apocalisse parla.
Annunciare questo Evangelo, dice l’Apostolo,
"...è buono e gradito a Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che
tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità.
Infatti c’è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo
Gesù uomo, che ha dato sé stesso come prezzo di riscatto per tutti: questa è la
testimonianza resa a suo tempo e della quale io fui costituito predicatore (io
dico il vero, non mento) per istruire gli stranieri nella fede e nella verità"
(1 Ti. 2:1-7).
Il popolo fedele di Dio annuncia
questo Evangelo in ubbidienza al mandato stesso del Signore Gesù, che disse: "Andate
per tutto il mondo, predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi avrà creduto e
sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà
condannato" (Mr. 16:15,16).
Portare avanti questo Evangelo
immutabile, inalterato e non adulterato è il compito di ogni membro fedele del
popolo di Dio, di ogni chiesa che voglia rimanere fedele al suo unico mandato.
Viviamo noi questo Evangelo di salvezza? Lo annunciamo noi fedelmente a chi non
ha ancora abbracciato Gesù Cristo come suo personale Signore e Salvatore?
La sostanza dell’Evangelo
eterno
Dai testi già letti notiamone con
attenzione le caratteristiche di questo Evangelo eterno.
La sua eternità. Dall’eternità Dio aveva prestabilito un
unico e solo efficace rimedio mediante il quale ogni uomo e donna, cadendo in
peccato e rovinando sé stesso nel peccato, avrebbe potuto trovare personale
riabilitazione davanti a Dio: il ravvedimento e la fede in Gesù Cristo. Dopo
essersi confrontato con la legge immutabile di Dio ogni uomo e donna avrebbe
dovuto umiliarsi di fronte a Lui, confessare sinceramente la propria ribellione
a Dio riconoscendolo come unico verace e vivente Dio, sovrano a cui spetta ogni
onore e gloria, fede ed ubbidienza. Dopodiché, nel ravvedimento, ogni uomo e
donna avrebbe dovuto convertirsi al Signore e Salvatore Gesù Cristo,
diventandone fiduciosamente discepolo. Così facendo avrebbe ricevuto lo Spirito
Santo, Spirito di personale rigenerazione, che avrebbe applicato alla sua
persona le virtù salvatrici della vita e della morte del Signore Gesù Cristo.
Questo è un Evangelo eterno,
valido prima della venuta di Cristo e prefigurato negli antichi sacrifici (un
valore retroattivo), valido ai tempi di Cristo, e valido fino alla fine dell’era
presente, quando le porte della salvezza verranno definitivamente chiuse.
L’azione di Cristo, le Sue virtù,
il Suo sacrificio, la Sua risurrezione, primo fra molti fratelli, non è soggetta
a revisione, riforma, aggiornamento, adattamento, modifica: è l’Evangelo
eterno, valido per sempre. Faremmo bene a prenderlo sul serio respingendo le
vane pretese di coloro che ritengono di doverlo modificare!
La sua universalità. Esso è pure un Evangelo dotato di
caratteristiche d’universalità. L’angelo del nostro testo lo annuncia - come
deve sempre essere annunciato "a quelli che abitano sulla terra, a ogni
nazione, lingua e popolo". I cristiani fedeli non ammettono frontiere
all’annuncio dell’Evangelo, e "per tutto il mondo", a persone di ogni
razza, lingua, cultura e religione, lo annunciano nella sua interezza. Oggi
molti predicano la menzogna che la fede cristiana sia la forma religiosa ...dei
popoli occidentali, mentre avrebbe la stessa validità ed efficacia la forma
religiosa degli ebrei, dei mussulmani, dei buddisti, degli animisti ecc. Non è
vero: questo contraddice il mandato universale che il Signore Gesù affida ai
Suoi discepoli fedeli: "Andate dunque e fate miei discepoli tutti i
popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,
insegnando loro ad osservare tutte quante le cose che io vi ho comandate"
(Mt. 28:20).
Questo non è "di moda",
non corrisponde alla sensibilità e mentalità moderna, aperta e "tollerante"?
Non importa, il cristiano fedele ubbidirà al Signore Gesù in questo e in tutto
il resto, pagando anche con la vita - se necessario - la sua fedeltà a questi
principi immutabili e non trattabili. L’Apocalisse parla della salvezza finale
di coloro che hanno versato il loro stesso sangue pur di non rinnegare l’Evangelo
eterno e di non piegarsi alle lusinghe della religione mondiale dell’Anticristo.
Il suo contenuto specifico. Davanti ad un’incombente giudizio di Dio
sulla storia e sul peccato dell’umanità chiamati oggi come era ieri e come lo
sarà domani, a "temere Dio e a darGli gloria" cioè a riconoscere la
sovranità unica di Dio, il nostro peccato e a ravvedercene per servirlo com’è
dovuto.
Accogliere l’Evangelo significa
riporre la nostra fiducia in Gesù Cristo (diventandone discepoli) ed osservare
i comandamenti. L’apostolo dice: "Infatti c’è un solo Dio ed anche un
solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato sé stesso
come prezzo di riscatto per tutti: questa è la testimonianza resa a suo tempo e
della quale io fui costituito predicatore". Notate come anche qui l’Apostolo
dica cose sostenendo noi oggi le quali ci rendono passibili di essere
considerati "antiquati" e "anacronistici". Eppure è nostro
dovere farlo, che dicano ciò che vogliono, assumendoci il coraggio dell’anticonformismo.
C’è un solo Dio, il quale ha
definito chiaramente Sé stesso attraverso la Bibbia indicandoci quale sia la
Sua legge oggettiva, l’unico modo con cui vuole essere adorato. C’è un unico
Mediatore fra noi e Dio: Gesù Cristo: non Maometto, non Buddha, non i santi,
non la madonna, non una casta clericale... Questo è l’Evangelo eterno: non è un’opinione
che può cambiare, qualcosa che debba essere "interpretato" o
aggiornato. Noi abbiamo il dovere di vivere e di annunciare questo messaggio.
Dovremmo forse stare zitti per compiacere la falsa pace religiosa che ci
vogliono imporre, fatta di principi relativistici dove "tutto fa
brodo", cioè religione, dove qualunque idea religiosa va bene? No, se uno
vuole rimanere fedele alla Bibbia, questo deve portare avanti con fedeltà, a
qualunque costo.
E’ il Signore Gesù che ha dato sé
stesso come prezzo di riscatto per riabilitarci davanti a Dio. Quale altro
personaggio della storia umana era "Dio con noi" ed aveva fatto altrettanto?
Nessuno.
Perseveranza nella verità. Quella verità oggettiva e non negoziabile
con la quale l’Apostolo istruiva uomini, donne e bambini in ogni dove è la sua
precisa testimonianza, testimonianza che noi accogliamo e nella quale vogliamo
perseverare. Si, il Signore ci esorta a perseverare con coraggio a vivere ed a
proclamare questo Evangelo eterno.
Gesù disse: "Sarete odiati
da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà
salvato" (Mt. 10:22): saremo noi trovati in questo numero? Al circolo
più stretto dei Suoi discepoli Gesù aveva detto: "Ora voi siete quelli
che avete perseverato con me nelle mie prove" (Lu. 22:28). Siamo noi
trovati fra di questi? Ancora Gesù: "Se perseverate nella mia parola,
siete veramente miei discepoli" (Gv. 8:31): lo facciamo? In Atti è
scritto che Paolo: "fortificava gli animi dei discepoli ed li esortava
a perseverare nella fede, dicendo loro che dobbiamo entrare nel regno di Dio
attraverso molte tribolazioni" (At. 14:22). Sempre l’apostolo Paolo
scrive che compariremo un giorno irreprensibili con i santi in cielo "se
appunto perseverate nella fede, fondati e saldi e senza lasciarvi smuovere
dalla speranza del Vangelo che avete ascoltato, il quale è stato predicato ad
ogni creatura sotto il cielo" (Cl. 1:23). A Timoteo egli dice: "Bada
a te stesso e all’insegnamento; persevera in queste cose perché, facendo così,
salverai te stesso e quelli che ti ascoltano" (1 Ti. 4:16).
Infine, e sono solo alcuni esempi,
questi, alla chiesa di Filadelfia il Signore in Apocalisse dice: "Io
conosco le tue opere. Ecco, ti ho posto davanti una porta aperta, che nessuno
può chiudere, perché, pur avendo poca forza, hai serbato la mia parola e non
hai rinnegato il mio nome" (Ap. 3:8).
Conclusione
Qual è la nostra risposta davanti
a tutto questo? Ci lasceremo forse intimidire dalla cosiddetta "modernità"?
Il nostro eterno punto di riferimento non deve essere la società in cui viviamo
o lo spirito del nostro tempo. Seguiremo lo Spirito che ha ispirato l’apostolo
a scrivere: "Mi meraviglio che così presto voi passiate, da colui che
vi ha chiamati mediante la grazia di Cristo, a un altro vangelo. Che poi non c’è
un altro vangelo; però vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il
vangelo di Cristo. Ma anche se noi o un angelo del cielo vi annunziasse un
vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia anatema [cioè
maledetto]" (Ga. 1:6-8).
[Paolo
Castellina, venerdì 6 febbraio 1998. Tutte le citazioni bibliche, salvo
diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Riveduta, Società
Biblica di Ginevra, 1994].
"Andate per tutto il
mondo, predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato
battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato" (Mr. 16:15,16).