Il pueblo de Dios
Caratteristiche di una denominazione neo-pentecostale, tratta dal sito http://www.geocities.com/freemindnow/index.html
12 ottobre 2000
Fondatore: José, personaggio quasi mitico nella setta, ha fondato il
“Popolo di Dio” in seguito al distacco da un gruppo di Pentecostali per
dissidi interni. Chi ha dato l’attuale volto alla setta, però, è Mariano
Bobadillo, in arte san Luca, mentre il capo della setta è ora Andres Fretes,
san Giovanni.
Origini e storia: la setta è nata nel 1940 in Paraguay, dove ha la
sede principale, la Città santa, nei pressi di Asuncion (distretto di
Reparacion). Dopo il distacco dai pentecostali, José si reca in Argentina, dove
conosce Mariano Bobadillo. Con lui anima il primo gruppo di fedeli che, in
seguito ad una profezia, e in seguito a carcere, si trasferisce in Paraguay.
Dopo un lungo girovagare, paragonato al quarantennale pellegrinaggio nel deserto
del popolo ebraico, si stabilisce nella sede attuale.
Dottrina: è ricostruibile solo attraverso i racconti dei fuoriusciti,
perché la setta non ha scritti, considerando la stampa delle proprie verità
una tentazione del demonio.. Il “Popolo di Dio” rientra nel filone del
millenarismo apocalittico, e si rifà al pentecostalismo istrionico e isteroide
tipicamente sudamericano.
Credono anch’essi alla realizzazione di un’epoca di serenità e di pace,
dopo che catastrofici avvenimenti avranno posto fine alla moribonda società
attuale. Il tema degli ultimi tempi è presente nella setta, e giustifica i
“doni dello Spirito” concessi agli adepti: la glossolalia (il parlare in
molte lingue) la profezia (molto diffusa anche fra i bambini), la visione, la
guarigione, la capacità di interpretare i sogni e il dono del salmista (il più
diffuso tra gli aderenti), che consiste nella “trascrizione” dei canti
direttamente ispirati dallo Spirito santo. Il rapporto con la Chiesa è
conflittuale. Il gruppo crede in Cristo Salvatore, e nella Trinità, ma rifiuta
la Madonna, i santi e i Sacramenti, anche se in modo non esplicito. La Bibbia e
i vangeli costituiscono dei meri riferimenti.
Prassi: Gli adepti vengono convinti ad abbandonare tutto: carriera,
famiglia, amici, per raggiungere il Paraguay. Molti non fanno più ritorno e chi
lo fa, rientra in difficili condizioni psicologiche, senza più interessi e
incapace di restaurare un normale rapporto con il circostante, famigliari
compresi. L’azione psicologica del gruppo sull’individuo è rapida ed
efficace: già poco tempo l’adesione i familiari notano stranezze, che si
manifestano in anomalie del comportamento. E’ utilizzata la tecnica della
preghiera ossessiva e continua, (anche nel cuore della notte), per rendere
malleabile l’adepto al nuovo credo.
Il sabato è considerato giorno di festa per eccellenza e vengono celebrate
cerimonie durante le quali i partecipanti pregano in modo ossessivo, fino a che
non si realizza uno stato di possessione profetica ad opera (asserita da loro!)
dello Spirito Santo, consistente in una condizione di agitazione psico -
motoria e di delirio mistico, accompagnato da episodi allucinatori.
Secondo quanto è stato possibile apprendere, ai nuovi adepti, in maggior parte
appartenenti ad una fascia d'età tra i 20 ed i 40 anni ed originariamente di
fede cattolica, è richiesto di sottoporsi ad una sorta di rito
purificatore, in pratica un abuso sessuale, e successivamente di operare
fattivamente per la crescita della setta, sia attraverso l'elargizione di somme
di denaro, sia prestando manodopera a basso costo, anche in sedi della setta
situate all'estero
La partenza verso la “mecca” paraguaiana è, di solito, improvvisa. Grazie
anche alla compiacenza del governo sudamericano, i vari responsabili del
“Popolo di Dio” organizzano continui viaggi in Paraguay, dopo aver reclutato
proseliti in varie città italiane ed europee. Giunti alla Città santa vengono
impiegati come manodopera a basso costo, lavorando per la comunità nelle sue
numerosissime iniziative.
In Italia, la sede principale della setta è ad Olmo di Tribano, a pochi
chilometri da Padova.
SEDI: Limana (BL); Bergamo; Padova; Tribano (PD); Velletri (RM); Preganziol
(TV); Paderno (UD); Vicenza.
Totale aderenti: 250
TESTIMONIANZA
Mi chiamo Mariano, sono insegnante e attualmente frequento un gruppo
del RnS di questa diocesi.
Qui a Vicenza ho frequentato per un anno (dicembre ‘97 – dicembre ‘98) un
gruppo che si fa chiamare “congregazione cristiana pueblo de Dios”,
abbandonandolo poi nel gennaio ’99 perché si tratta di una setta. Nel ’97
stavo passando dei momenti difficili sul piano personale e, pur avendo ricevuto
l’educazione religiosa che tantissimi di noi per grazia del Signore
hanno, il mio rapporto con la Chiesa era poco più che un dovere; cercavo, per
la verità un po’ confusamente, un gruppo di preghiera e quando quella sera
conobbi la congregazione cristiana pueblo de Dios, mi sembrò di essere
capitato nel posto giusto, in un gruppo che con assai poca prudenza ritenni
fedele alla Chiesa
Frequentando tale congregazione, un po’ alla volta mi accorsi con crescente
disagio che molti di loro avevano interessi e credenze che avevo sempre
rifiutato, come reincarnazione, ufologia, astrologia, reiki, meditazioni
orientali; anche quello che ascoltai da un gruppo yoga mi fece sentire a
disagio.
Mi fu detto che il pueblo de Dios era nato dal capitolo 2 degli Atti degli
Apostoli; la Bibbia era accettata e a me ne veniva anche incoraggiata la
lettura, anche se negli incontri in realtà non la si utilizzava. Ad un certo
momento mi accorsi che la responsabile, come la maggior parte di quelle persone,
non frequentava la Chiesa, ma per il suo modo di fare accattivante, la sua
disponibilità, i suoi (fra virgolette) doni, cercai, forse ingenuamente, di
aiutarla illudendomi di poterla condurre nella chiesa cattolica. Quando però,
conosciuto un gruppo del RnS, tentai di coinvolgerla, lei vi si recò una
sola volta, accampando poi svariati motivi per non venire più. Tuttavia,
pensavo ancora che, nonostante le stonature, i “doni” di quel gruppo
venissero dalla parte giusta e quindi potessero essere ricchezza per tutti. Per
qualche mese continuai a frequentare contemporaneamente il RnS e il pueblo
de Dios recandomi a fine ’98 in Sudamerica, in una città del Paraguay, nella
sede principale di questa setta.
Nei pur pochi giorni di permanenza, soprattutto in un breve colloquio con uno
dei capi riconosciuti del gruppo, un ex pastore evangelico, venni a conoscenza
di cose che mi turbarono e mi delusero: per esempio, fra l’altro, “Noi siamo
la chiesa primitiva” (e, quindi, pur senza dirlo esplicitamente, i soli veri
cristiani), per loro l’Eucaristia è solo un simbolo e le parole di Gesù
nell’ultima cena sono “questione di corretta interpretazione”; rispettano,
almeno a parole, la Chiesa di Roma, ma “Noi siamo molto diversi”; e non
cercano l’unità dei cristiani, ignorando la preghiera di Gesù che ci vuole
uniti in una sola cosa; rifiutano i sacramenti e Maria Santissima è solo una
bella persona, come ce ne sono tante nel loro gruppo …
Senz’altro, il viaggio in Sudamerica è stato provvidenziale, perché lì
il Signore mi ha fatto luce su molte cose che non riuscivo a capire e
soprattutto, proprio l’ultimo giorno, mentre ero in attesa di prendere
l’aereo per il ritorno in Italia, ho avuto, per sua grazia, un colloquio con
un Padre verbita bresciano. Il missionario mi ha precisato che il Pueblo de Dios
non è assolutamente conciliabile con la Chiesa Cattolica, chiamandolo senza
mezzi termini setta, parola con cui, solo allora, per la prima volta, ho sentito
definire esattamente ciò che è quella congregazione.
Al ritorno in Italia, dopo un periodo di riflessione, mi sono staccato, pur con
vari tentennamenti ma definitivamente, dalla setta. Non per mio merito, ma per
Sua grazia, il Signore mi ha aperto gli occhi portandomi al discernimento e
facendomi capire –anche attraverso l’aiuto di un sacerdote e di un
cappuccino- le frasi di Gesù, riportate in Matteo 24, versetti 11 e 23: “Sorgeranno
molti falsi profeti e inganneranno molti”… “Allora se
qualcuno vi dirà: ecco il Cristo è qui, o è là, non ci credete. Sorgeranno
infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così
da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti.”
***
Dal sito della CO. PRO. SA. (COOPERATIVA PRODUZIONE SANT’ANDREA#), link
associazioni del Commercio alternativo, Commercio equo e solidale.
# Sant’Andrea ritengo assai improbabile sia il santo della tradizione
cristiana.
CO.PRO.SA vita di comunità e produzione in Paraguay
CO.PRO.SA - Cooperativa Multiactiva de Produccion, Servicios Publicos, Ahorro y
Credito San Andres
CO.PRO.SA. è un'organizzazione senza scopo di lucro nata nel 1996 e che opera
nei settori della produzione, dei servizi pubblici, del consumo, del risparmio e
del credito. Questa struttura rappresenta lo strumento di lavoro per l'attività
cooperativa della CCPD - Congregacion Cristiana Pueblo de Dios (Congregazione
Cristiana Popolo di Dio).
La cooperativa ha iniziato la sua attività organizzando gli agricoltori
appartenenti alla congregazione e acquistando loro i prodotti ad un prezzo
superiore a quello pagatogli dai commercianti locali occupandosi, poi,
dell'attività di commercializzazione sia all'interno della comunità
(attraverso una rete di empori comunitari) che sul mercato. Allo stesso tempo si
iniziò ad acquistare prodotti lavorati sul mercato in grosse partite, di modo
da praticare prezzi più contenuti ai membri, e a chiunque intendesse rifornirsi
presso gli spacci. Contemporaneamente si è incoraggiato lo scambio tra comunità
che producono prodotti agricoli diversi.
Attualmente i soci della CO.PRO.SA. sono tutti membri della congregazione, ma
nel prossimo futuro si intende allargare la partecipazione anche ai comitati di
agricoltori che ruotano attorno alle varie comunità. A questo proposito si
vedono buone opportunità di lavoro nel campo della soia, per la raccolta della
quale si è ottenuto un finanziamento per l'acquisto di una mietitrebbia, e
dello zucchero essendo giunti finanziamenti per la costruzione di uno
zuccherificio artigianale per la produzione di zucchero di canna grezzo.
Per quanto riguarda il compenso dei lavoratori, essi possono decidere se essere
pagati in danaro, oppure usufruire in toto dei servizi comunitari, sia per
l'abitazione che per il cibo, il vestiario e l'educazione. Questo genere di
retribuzione "in natura" e in servizi non è fiscale, ossia non si
viene compensati esattamente a seconda del lavoro svolto, in quanto l'obiettivo
è quello di dare a tutti di che vivere, anche se non sono perfettamente in
grado di lavorare, o se per qualsiasi motivo si prestano meno di altri.
La CO.PRO.SA si avvale del lavoro di tre congregati italiani - Patrizia, Andrea
e Patrizia - ai quali è stata affidata la parte organizzativa e la gestione
corrente del lavoro, in virtù delle loro conoscenze superiori alla media nel
campo dell'agraria e della gestione d'impresa. I tre non hanno però incarichi
direttivi e sono retribuiti, o ricompensati, come qualsiasi altro lavoratore.
Malgrado lo splendido lavoro svolto dalla CCPD e dalla CO.PRO.SA, le necessità
rimangono molte, a livello sanitario, a livello formativo, e a livello
produttivo e commerciale, in quanto malgrado sia stato ottimizzato il rendimento
delle produzioni dei membri impiegandole all'interno della congregazione o
vendendolo attraverso gli empori comunitari, si è costretti ad operare su di un
mercato che non offre grosse possibilità di miglioramento ai produttori. Per
tale motivo la cooperativa Commercio Alternativo e l'Associazione Ferrara -
Terzo Mondo hanno pensato di studiare assieme ai membri della CO.PRO.SA la
possibilità di iniziare un rapporto di commercio equo di modo da poter creare
un mercato alternativo per i numerosi prodotti, agricoli ed artigianali, dei
membri della cooperativa dando loro la possibilità di rivolgersi direttamente
all'esportazione, come non avevano mai avuto l'opportunità di fare.
***
Attività sociali
La congregazione, in qualità di istituzione filantropica - accogliendo pertanto
un considerevole numero di orfani, disabili, infermi mentali, anziani ed
ammalati - svolge una serie di attività protese al miglioramento delle
condizioni sociali, culturali e sanitarie, nel territorio sul quale opera,
attraverso strutture proprie. Le attività svolte sono essenzialmente di tre
tipi:
1. Attività sanitarie, svolte all'interno di un consultorio medico iscritto e
riconosciuto dal Ministero della Sanità, di un consultorio e laboratorio
odontologico (8) e di una farmacia, da personale specializzato volontario della
Congregazione.
2. Attività assistenziali, diretta a persone portatrici di handicap, ammalati
cronici e anziani e svolta da personale specializzato.
3. Attività educative, svolte attraverso una scuola materna, una scuola
elementare ed una scuola media, con personale specializzato della congregazione.
A breve è prevista l'istituzione di una scuola superiore.
Attività economiche
Le attività economiche si suddividono in attività legate direttamente al
fabbisogno interno ed attività di sostegno al fabbisogno interno. Le prime sono
attività economico - produttive i cui frutti vengono utilizzati per il
fabbisogno delle comunità, le seconde sono rivolte all'esterno, con la vendita
di prodotti e servizi. In generale, le attività economico - produttive si
svolgono in campo agricolo (erbe medicinali, zucchero, manioca, cotone, mais,
fagioli, riso, arachidi, ortaggi e vivaio), zootecnico, artigianale
(falegnameria, fornace, segheria, panificio, officina meccanica, carrozzeria,
calzoleria, sartoria, ecc.), servizi vari ( trasporti e manodopera per conto
terzi), vendita al dettaglio (rete di botteghe comunitarie che vendono anche ai
non congregati), esportazione (prevalentemente attraverso canali del commercio
equo, con l'attività della COPROSA) ed infine la gestione di un distributore di
carburanti.
Attività generiche, come la cucina, la segreteria, la lavanderia, ed infine
attività teologiche, svolte dai ministri e dai membri della congregazione,
secondo lo statuto, e contornate da numerose attività supplementari.
Per il futuro la CCPD si pone alcuni obiettivi che i congregati ritengono
fondamentali:
1. incrementare e diffondere nelle filiali il vivaio forestale e frutticolo
abbinato alla riforestazione
2. incrementare la produzione ortofrutticola a favore dell'autosufficienza
3. diffondere le tecniche dell'agricoltura biologica
4. migliorare le condizioni igienico - sanitarie per la distribuzione
dell'acqua, per lo smaltimento dei rifiuti e dei liquami (acquedotto, rete
fognaria, raccolta differenziata)
5. creare nuove fonti di occupazione nella CCPD (anche con l'apporto del
commercio equo) e migliorare i sistemi lavorativi tramite l'individuazione di
nuovi settori produttivi, artigianali e/o semi – industriali.
RICORDI PERSONALI
Qualche notizia sulla “Congregazione Cristiana Pueblo de Dios”.
Nato una cinquantina di anni fa in Sud America, attualmente diffuso in Paraguay
e stati confinanti, con 50 – 100 sedi, che i responsabili visitano
periodicamente; tali visite vengono paragonate ai viaggi degli apostoli, o
almeno così vengono chiamati quelli che li compiono; a me noti quattro punti in
Italia (Vicenza, Padova, Velletri e Treviso, questo non direttamente),
probabilmente qualche centinaio di persone, che si incontrano periodicamente,
tendendo a fare vita comunitaria. Si considerano la nuova Israele, e ciò viene
detto esplicitamente in vari dei loro canti; i primi tempi, difficili, del
gruppo sono messi in relazione con le traversie della storica Israele.
Si autodefiniscono “ la Chiesa primitiva”, nata da Atti, 2. Sono
centralizzati sulla Terza persona della Trinità, da cui il primo degli anziani
avrebbe avuto la “Chiave di orazione” : (Dio mio, nel nome di Gesù Cristo,
distruggi dal mio corpo tutti gli spiriti immondi, purifica il mio cuore con il
tuo santo fuoco purificatore, e riempilo con la santa grazia dello Spirito
Santo); con la variante “…sigillami il cuore con il santo sigillo dello
Spirito santo, detta del sigillo).
Rispettano la Chiesa romana, ma “noi siamo molto diversi”;
Nel periodo pasquale celebrano una “santa Cena” (o “Santa cena”,
scritta notata nella casa de oracion a “Santità”), a cui si preparano tutto
l’anno, “per esserne degni” (“sta scritto: chi mangia e beve
indegnamente di questo corpo, mangia e beve la propria condanna) ma
l’Eucaristia è un simbolo: “Questo è il mio corpo”… … “fate questo
in memoria di Me” … è “questione di corretta interpretazione”.
Praticano una confessione non sacramentale: dopo la chiave di preghiera, il
penitente confessa le sue colpe davanti a 2 “Consilleros”, che lo guidano
finché non vi sia altro da esaminare. Molto utilizzata l’imposizione di mani,
anche su animali e cose.
Se due si vogliono sposare, iniziano a convivere e la comunità ne prende atto
senza alcuna implicazione.
Mancanza quasi assoluta di immagini sacre (secondo una ragazza di Padova che si
è congregata con la sorella, “non ti farai immagine…).
In Paraguay, nel villaggio di “Santità” (circa 4 ore di pullman da Asuncion,
nel disboscato Mato Grosso), vivono circa 4000 persone, di cui 2/3
“solteros” (così sono chiamati quanti hanno fatto “voto di castità”);
prevalenti i paraguaiani, una decina gli italiani, in prevalenza del padovano,
una coppia con due bambini, poi brasiliani, colombiani e altro. Poche le
case in muratura (di europei, italiani mi risulta); la maggior parte baracche di
legno con tetti di lamiera-paglia–legno.
L'elettricità è arrivata da pochi anni; le due sorelle padovane congregate si
tengono in collegamento via Internet con la madre e le altre due sorelle ad Olmo
di Tribano, che periodicamente spediscono loro materiale vario con container;
anche mobili, oltre agli strumenti musicali.
Moltissimi (2/3 ?) hanno doni di visioni e “profezia”, anche
bambine di 12 anni e, riferiti, di 7 – 8: “le loro profezie sono le più
belle” e su queste si basa notevolmente la formazione dei bambini che, in
gruppetti, in capanne aperte dal tetto di paglia, si radunano sotto la
sorveglianza di adulti, per imparare i “salmi” e quindi ascoltare gli
insegnamenti di uno – una che profetizza. Anche parlare in lingue,
“intuizioni”, sogni, uscite dal corpo e, riferite, esperienze mistiche
notevoli (ne ricordo una che ha analogie con quella accennata dall’apostolo
Paolo); manca, mi sembra del tutto l'attuazione di “i profeti parlino in due o
tre e gli altri giudichino”. Alla base dell’adesione alla setta da parte di
molti, riferite guarigioni che lo scrivente non può valutare.
Il giorno festivo comincia alla sera del venerdì; il sabato è dedicato alle
cose dello spirito; tutti si mettono come meglio possono, anche per la barba; il
mattino si raccolgono in vari punti del paese, e attendono che qualche profeta
si avvicini e profetizzi loro. “Profeti” alternano spagnolo e
guaranì; dopo la chiave uno si alza e comincia a profetizzare. Alcuni alle
parole a volte accompagnano una specie di recitazione.
Trompeta: gruppetti spontanei di poche persone, che alle tre di notte
girano per le viuzze cantando i “salmi” accompagnati da qualche strumento
– chitarra – cuerno de vaca – tamburello e altro eventuale; fermandosi a
tratti per declamare sotto alle finestre.
Svegliato in questo modo la prima notte, lo scrivente ha partecipato alla
trompeta per tre – quattro volte; alla fine cantando un canto del Rinnovamento
(Spirito del Dio vivente e altro). Consuetudine non riferita a Vicenza, ma
considerata molto coinvolgente da Andrea.
Forte produzione di canti (definiti salmi): varie centinaia, anche “belli”.
Espressioni comuni: “perseverare”, “avere ricevuto il
sigillo”.
Forte momento di commozione durante il volo di ritorno (Madrid – Venezia)
messo in relazione a quanto detto da una sconosciuta donna del pueblo che, dopo
l’opera, mi aveva avvicinato per dirmi “ lo Spirito santo mi mostrò in
visione che fra poco scenderà su di te” (risposta “fra poco potrebbe essere
qualche giorno o mese” “no, no presto)
Riferite visioni “inquietanti”: Cristo che viene su una nube a salvare
(gli eletti?) e molti che vogliono salire, ma troppo appesantiti per riuscirvi.
"Maria è una bella persona, ma quante Marie ci sono in Santità”;
il velo bianco che le
donne portano, (commovente quello visto su una bambina Down) sarebbe un omaggio
a Maria, oppure, (soprattutto o solo, a mio parere) il simbolo di una veste che
scende dal cielo a rappresentare un particolare stato di grazia.
Digiuno, anche consigliato nelle profezie (come allo scrivente); in alcuni
casi.
Servirebbe a snebbiare lo spirito. Dopo qualche tempo, praticato anche dallo
scrivente, settimanalmente, per 24 –30 ore; abbandonato dopo scoperta setta.
Momenti di digiuno interrotti perché sentita spinta interna a smettere.
Testimonianza ricevuta dal signor Mariano P., della
provincia di Vicenza. Il signor Mariano si è detto disponibile a parlare con
altre persone che hanno fatto questa esperienza. Chiunque volesse mettersi in
contatto con il signor P. è pregato di scrivere a questo sito, che funge
comunque da filtro.
Vedi anche:
POPOLO DI DIO (descrizione)