Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà – la preghiera che trasforma il mondo (Matteo 6:10)

Domenica 23 febbraio 2025 – seconda domenica prima del tempo di Quaresima

[Servizio di culto con predicazione, 54′]

[Solo predicazione, 23′]

Introduzione

Un regno è una nazione governata da un re o una regina che assume quella funzione su base ereditaria dinastica. Oggi esistono ancora dei regni, ma i re hanno perduto gran parte dei loro poteri assumendo una funzione puramente simbolica, limitandosi a firmare le leggi decise dal parlamento. Rari sono i casi in cui non l’abbiano fatto. Nel Regno Unito persino i loro discorsi sono scritti dal governo e loro si limitano a leggerli. Meglio che “re”, oggigiorno noi comprendiamo meglio la funzione di presidente o primo ministro, persona che esercita effettivamente l’autorità sulla nazione. Sono eletti o rieletti quando godono della fiducia di gran parte della popolazione. Benché sia raro, ci sono, in effetti, presidenti saggi che servono effettivamente e con spirito di servizio gli interessi della loro gente e non di interessi estranei. Se lo fanno bene e la maggior parte della gente dà loro fiducia, non c’è motivo di cambiarli se non per limiti d’età o di oggettiva capacità. Dobbiamo certo essere sempre critici verso le autorità, e non ipercritici, apprezzando politici onesti e diligenti che rispondono a ciò per il quale sono stati eletti.

In queste settimane stiamo esaminando la preghiera che Gesù ha insegnato ai Suoi discepoli, il “Padre nostro”.  Una delle richieste che Egli ci insegna a rivolgere a Dio Padre è: “Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà” (Matteo 6:10). Il concetto di “Regno di Dio” è centrale nella predicazione di Gesù, anzi, nell’intera Bibbia. Che cosa vuol dire? È un regno che trascende un qualsiasi regno che si possa avere in questo mondo e che per noi deve avere la priorità. La nostra prima lealtà non deve essere per i regnanti di questo mondo, ma per il Signore Gesù Cristo. Perché allora questa richiesta? Perché è importante per il cristiano? Essa ci impegna e ci dà speranza.

Il testo è ben noto, ma riascoltiamolo:

“Voi dunque pregate così: ‘Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra com’è fatta nel cielo. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno’. Poiché, se voi perdonate agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi, ma, se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe” (Matteo 6:9-14).

I. Il Regno di Dio: significato biblico

Primo, “Regno di Dio” non è un luogo, benché si parli di “regno di Dio” in apparente contrapposizione con “Regno dei cieli”. Dire “regno dei cieli” anticamente era solo un artificio per evitare di pronunciare il nome di Dio. Non è che lui abiti …su qualche lontano pianeta! Dio è Creatore e Signore dell’intero creato. Presente in ogni luogo, Egli porta a compimento ogni cosa secondo la Sua volontà.

Inoltre, è pur vero che questo regno “non è di questo mondo”, come dice Gesù: “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori combatterebbero perché io non fossi dato nelle mani dei Giudei, ma ora il mio regno non è di qui” (Giovanni 18:36). Gesù, però, si riferisce al Suo regno non in senso di collocazione, ma che si tratta di un regno in cui Dio, in Cristo,esercita dominio in modo molto diverso da ciò che ispira i regnanti di questo mondo: Gesù dice: “Voi sapete che i prìncipi delle nazioni le signoreggiano e che i grandi le sottomettono al loro dominio. Ma non è così tra voi; anzi, chiunque vorrà essere grande fra voi, sarà vostro servitore e chiunque fra voi vorrà essere primo, sarà vostro servo; appunto come il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti” (Matteo 20:25-28).

È importante poi notare come “il regno di Dio” non sia una realtà solo da attendersi per il futuro, ma che si manifesta già in Gesù e nella comunità cristiana fedele ai Suoi insegnamenti. “Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!” (Luca 17:21 CEI). Il regno di Dio si colloca nelle tensione fra il “già e il non ancora”. Un giorno trionferà pienamente (Apocalisse 11:15). Gesù proclama il Regno come realtà sia presente (Luca 17:21) che futura (Matteo 25:34) e in Lui già si manifestava in guarigioni, liberazioni e insegnamenti (Matteo 12:28; Luca 4:18-19).

Come allora si manifesta il Regno di Dio? Attraverso l’annuncio dell’Evangelo allorché esso salva vite umane dalle conseguenze del peccato e quando i cristiani istruiscono le nazioni a apprezzare e praticare i principi di giustizia che la Parola di Dio ci insegna, testimoniando della loro somma bontà: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Matteo 28:19-20 CEI).

II. “Venga il tuo Regno” – Una richiesta e un impegno

Ecco così come la richiesta che Gesù ci esorta a fare quando dice: “Venga il tuo regno” non si riferisce solo al desiderio che il compimento del regno di Dio avvenga presto, solo come un evento escatologico, ma che il dominio di Dio si estenda qui e ora: nella mia vita, nella mia famiglia, nella mia comunità. Significa desiderare che ciò che è santo, buono e giusto secondo i criteri di Dio si manifestino in me e nel mio ambiente. Significa desiderare il trionfo della giustizia, della pace, della verità.

Dire “venga il tuo regno” è una preghiera di sottomissione: il discepolo chiede che Dio regni prima di tutto nel suo cuore e chiede di essere strumento del Regno: “Cercate prima il regno e la giustizia di Dio e tutte queste cose vi saranno date in più” (Matteo 6:33). Significa ingaggiarci nella lotta contro il peccato e tutto ciò che, in questo mondo, si oppone all’espressa volontà di Dio.

Tutto questo ha pure importanti influenze sociali. Se Dio regna, il mondo può e deve cambiare. È una lettura scorretta del testo biblico dire che sia inutile impegnarci in questo mondo “perché tanto” esso verrà distrutto dal fuoco. Anche se questo fosse vero, nulla ci deve impedire di impegnarci per la giustizia, l’amore per il prossimo (Matteo 25:34-40). I cristiani, attraverso il loro impegno a vivere come Gesù ci ha insegnato, piantano semi che immancabilmente cresceranno come alberi. Gesù disse: “Il regno dei cieli è simile a un granello di senape che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è sì il più piccolo di tutti i semi, ma, quando è cresciuto, è maggiore degli ortaggi e diventa albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a ripararsi tra i suoi rami” (Matteo 13:31-32).

III. “Sia fatta la tua volontà, anche in terra com’è fatta nel cielo”  

Che cosa significa poi che a questa richiesta Gesù aggiunga: “Sia fatta la tua volontà, anche in terra com’è fatta nel cielo”? La volontà di Dio non è un destino imperscrutabile, ma la rivelazione della Sua volontà nella Sua Parola e legge morale. Il cristiano, bene istruito nella Parola di Dio, sa quale sia la volontà di Dio e chiede che essa si manifesti nella sua vita e nel suo ambiente. La volontà di Dio è sia rivelata (ciò che Dio ci dice di fare) e volontà decretata – cioè i Suoi piani che andranno a sicuro compimento.

Il “cielo” fa riferimento alla realtà spirituale in cui Dio regna in modo assoluto e incontestato. Per comprenderlo occorre considerare il significato biblico del termine. Il “cielo” è il regno a noi invisibile in cui Dio manifesta la sua gloria in modo speciale. Esso, però è anche la realtà futura e definitiva in cui Dio stabilirà la sua piena sovranità e comunione con il suo popolo (Apocalisse 21:1-3). Quando diciamo che in cielo la volontà di Dio è fatta perfettamente, intendiamo il “cielo” come la sfera spirituale della sua presenza e del suo governo, in cui le creature celesti gli obbediscono senza ribellione. Il Salmo 103 dice: “Benedite l’Eterno, voi suoi angeli, potenti e forti, che fate ciò che egli dice, ubbidendo alla voce della sua parola! Benedite l’Eterno, voi tutti gli eserciti suoi, che siete suoi ministri, e fate ciò che gli piace!” (Salmo 103:20-21).

Quando quindi Gesù ci insegna a pregare “sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra”, sta chiedendo che la realtà terrena rifletta l’ordine perfetto del cielo, dove Dio è già obbedito senza opposizione. Lo era nella Persona di Gesù: “Non la mia volontà, ma la tua” (Luca 22:42). Attualmente, sulla terra la volontà di Dio è spesso rifiutata. La preghiera implica che il regno di Dio si manifesti sempre più nel mondo, affinché la sua volontà sia accolta con lo stesso spirito con cui lo è in cielo. Quindi, il “cielo” di cui si parla è la dimensione spirituale in cui Dio regna pienamente e in cui la sua volontà è seguita senza peccato, ribellione o ritardi. La richiesta è che la terra rifletta questo modello. Questo riguarda sia l’obbedienza individuale sia la trasformazione auspicabile e “ottimista” del mondo.

Qual è il nostro ruolo nella volontà di Dio? Essenzialmente obbedire e fidarsi di Lui, anche quando non comprendiamo pienamente. Il libro dei proverbi dice: “Confida nell’Eterno con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento. Riconoscilo in tutte le tue vie ed egli appianerà i tuoi sentieri (Proverbi 3:5-6). Questo implica essere strumenti della volontà divina attraverso la santità nostra personale, la testimonianza, l’amore pratico. Vuol dire anche agire con speranza: Dio sta portando a compimento la sua volontà e noi gli chiediamo il privilegio di esserne partecipi.

Conclusione

Questa preghiera “Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà” (Matteo 6:10) è dunque una rivoluzione spirituale: chiedere che Dio regni e che la sua volontà sia fatta cambia la nostra vita e il mondo. Ogni cristiano è chiamato a pregare queste parole con impegno, sapendo che Dio userà i suoi figlioli per rispondere a questa richiesta. Viviamo ogni giorno come ambasciatori del Regno, desiderando e operando affinché Dio regni in noi e attraverso di noi.

Cosa significa per me pregare “Venga il tuo regno”? Sono disposto a rinunciare ai miei “regni” personali? Servire chi nel mondo non è considerato e “non conta”, promuovere la pace, vivere con integrità? Tutto questo è implicito nella preghiera di Gesù. Questa è una priorità da mettere davanti ad ogni altra cosa nelle nostre preghiere. Qualunque siano i nostri bisogni, mettiamo la realizzazione della volontà di Dio al primo posto?

Paolo Castellina, 13 febbraio 2025