Domenica 17 luglio 2022 – Sesta domenica dopo la Pentecoste
(Servizio di culto completo con predicazione, 58′)
(Solo predicazione, 25′)
Introduzione alle letture bibliche
Letture bibliche: Salmo 52; Amos 8:1-12; Colossesi 1:15-28; Luca 10:38-42
“L’uomo potente” che si vanta del male, che è “un operatore d’inganni”, bugiardo e assassino, è un tema ricorrente nelle Sacre Scritture. Lo ritroviamo nel Salmo 62. Nonostante la sua arroganza, quale sarà la sorte di tale persona? Molto diversa da quella di chi valorizza la fiduciosa e ubbidiente comunione con Dio. Il giudizio di condanna che Dio pronuncia e ineluttabilmente eseguirà sarà terribile su chi disonora Dio e il Suo ordinamento giusto e buono della realtà, quello che Egli stabilisce per tutte le creature umane che non si ravvedono dei loro misfatti. Lo evidenzia la seconda nostra lettura, tratta dal libro del profeta Amos. Attraverso la Persona e opera di Cristo ci è disponibile grazia e riabilitazione davanti a Dio. Quel tempo, il tempo della grazia, però, finirà e allora questa possibilità ce l’avremo pregiudicata per sempre. Non l’avevano presa sul serio, ma ora, come dice Amos: “Essi andranno errando da un mare all’altro, da nord a est, correranno qua e là in cerca della parola dell’Eterno, ma non la troveranno”. La centralità della Persona e opera del Signore e Salvatore Gesù Cristo nell’umana redenzione viene evidenziata dalla nostra terza lettura, tratta dall’epistola ai Colossesi. Tutto questo, l’Evangelo, è stato fatto ampiamente conoscere – nonostante vi sia chi lo rinnega, l’oscura o lo distorce. Nessuno potrà giustificarsi, però, dicendo di non averlo udito o compreso. Quando l’Evangelo conforme all’insegnamento del Nuovo Testamento è annunciato, esso merita tutta la nostra più indivisa attenzione. Non c’è nulla al mondo che possa ritenersi più importante dell’ascolto attento e ricettivo della Parola di Dio. Questo è evidenziato dalla nostra finale lettura, tratta dal vangelo secondo Luca, dove Gesù, riprendendo una donna che pensava di “aver di meglio da fare”, loda la maggiore saggezza di chi si ferma ad ascoltarlo con attenzione: “Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti inquieti per molte cose; ma una sola cosa è necessaria, e Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”. Anche noi: impariamo a distinguere “le cose migliori”!
Sappiamo distinguere ciò che davvero più conta?
Sintesi. Sappiamo mettere in ordine gerarchico d’importanza le cose di cui noi ci occupiamo? Senza considerare ora quelle cose inutili che facciamo e che ci fanno solo perdere tempo prezioso, ci sono sicuramente tante cose buone e utili che noi possiamo e dobbiamo fare. Qual è, però, fra di esse, quella più importante in assoluto, i cui risultati non ci verranno mai tolti? Ciò che ci indica il testo biblico di questa settimana, Luca 10:38-42 potrebbe non essere quel che supponiamo.
Distrazioni utili?
Si potrebbe dire che la società moderna induca a essere distratti o a interessarci di cose futili. Un’intera industria ha l’obiettivo oggi di “distrarci” e divertirci. Certo “distrarsi” ogni tanto è importante: fa parte del nostro necessario riposo. A questo riguardo, però, ci sono due problemi. L’industria del divertimento (oltre che a essere in sé stessa fonte di profitti) è funzionale al potere. Esso, infatti, che vuole agire il più possibile indisturbato, vuole solo gente che gli ubbidisca e lo serva. Non vuole gente che pensa perché, riflettendo, potrebbe contestarlo e pregiudicare certi interessi… Il potere, così, dopo averci sfruttati, vuole distrarci il più possibile, “farci divertire”. In secondo luogo, l’industria del divertimento oggi è così efficace che si corre il rischio che il divertimento non sia più una pausa benvenuta da impegni e responsabilità, ma che diventi la cosa principale della vita. Di conseguenza, il tempo del lavoro rischia di diventare non più un valore, ma “un peso” di cui liberarsi il prima possibile per potere finalmente goderci i giorni liberi o la vacanza. Fra l’altro “vacanza” significa letteralmente assenza. Una pausa va bene, ma ci assentiamo sempre di più da ciò che più dovrebbe contare.
Chiediamoci che cosa sia nella vita la cosa che conta più di ogni altra. Può accadere che siamo così occupati a fare cose in sé stesse buone e utili o che riteniamo tali, e non ci accorgiamo che vi sono cose migliori o più utili ancora alle quali dovremmo interessarci. Indipendentemente da quanto siano per noi necessarie, può accadere che le occupazioni che ci assorbono “ci distraggono” da ciò che più vale. Anche il lavoro possa diventare una distrazione quando ci tiene lontano da ciò che è più importante. In quel casi dimostriamo di non sapere mettere i valori nel giusto ordine gerarchico. Avere, per esempio, la casa pulita e in ordine e cucinare bene è importante. Vi sono persone che vorrebbero avere la casa impeccabilmente pulita e cucinare una cena perfetta prima d’invitare qualcuno: il risultato è che, per quello, non invitano mai nessuno!
Maria e Marta
Il testo biblico di oggi ci parla di una donna che era molto affaccendata a fare cose buone, dalle quali non vuole essere distratta e che, però, non si rende conto che vi sono cose migliori di quelle e che le sarebbe stato consentito di trascurare le prime in favore delle seconde. Ascoltiamo:
“Mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio; e una donna, di nome Marta, lo ospitò in casa sua. Marta aveva una sorella chiamata Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola. Ma Marta, tutta presa dalle faccende domestiche, venne e disse: «Signore, non ti importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose, ma una cosa sola è necessaria. Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta» (Luca 10:38-42).
Esaminiamo questo racconto con attenzione. Prestargli la massima attenzione, senza distrarsi, è il modo in cui oggi Dio ci parlerà!
Il privilegio di avere un ospite straordinario
“Mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio; e una donna, di nome Marta, lo ospitò in casa sua” (38). Gesù e i Suoi discepoli erano di ritorno da Gerusalemme dove avevano partecipato a feste religiose tradizionali d’Israele, e arrivano nel villaggio di Betania. Lì sono invitati a cena in casa di alcuni simpatizzanti di Gesù. È un grande onore per quella casa ricevervi Gesù come gradito ospite. Marta aveva molto sentito parlare di Lui, del bene che faceva dappertutto e del suo incomparabile insegnamento. Si rendeva conto che in Gesù era presente in modo unico la stessa realtà di Dio che si rivela e che guarisce. Per lei, indubbiamente, avere Gesù proprio in casa sua era un privilegio, una cosa davvero straordinaria. Avrebbe messo la casa perfettamente in ordine, avrebbe fatto accomodare Gesù sulla più comoda delle poltrone. Gli avrebbe servito un pasto ottimo e abbondante. Non avrebbe risparmiato per accogliere Gesù e i Suoi discepoli. Quale miglior modo di spendere i nostri soldi che nel servizio di Gesù, il Salvatore!
L’ospitalità è un valore molto importante nel regno di Dio e nell’insegnamento stesso di Gesù, e ospitare proprio Gesù, il Figlio di Dio in terra, è la cosa più grande che mai qualcuno potrebbe fare. Gesù dice: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui” (Giovanni 14:23). Si tratta di una promessa che vale ancora oggi.
Il privilegio di stare ad ascoltare Gesù
“Marta aveva una sorella chiamata Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola” (39). Marta aveva una sorella, Maria, che abitava con lei e che pure condivideva con lei il grande apprezzamento che aveva per Gesù. Con l’aiuto di Maria, l’accoglienza di Gesù sarebbe stata ancora più bella. Così, quando Gesù, con alcuni dei Suoi discepoli, entra in quella casa, ricevono un caloroso benvenuto e li fanno accomodare. Presto la cena sarebbe stata servita. Ecco che, però, Maria, invece che stare in cucina con Marta per aiutarla a preparare il pranzo, che fa? Si ferma a conversare con Gesù, gli fa delle domande e ascolta con grande attenzione ciò che le dice Gesù. Gesù volentieri si intrattiene con lei, compiaciuto di avere in lei un’uditrice così interessata e attenta. Fra l’altro, a differenza di ciò che si faceva a quel tempo, Gesù si fermava spesso a parlare con delle donne e le valorizzava grandemente. Questa occasione, per Maria, è certamente un’occasione da non perdere. Sarebbe stato generalmente difficile avere Gesù in casa sua “tutto per lei”, indaffarato come sempre era e circondato da così tanta gente e postulanti. Maria, così, dimentica tutto il resto e, affascinata dalle parole di Gesù, assume la postura tipica del discepolo ai piedi del suo maestro, di colui o colei che desidera apprendere. Infatti, istruire su Dio e sulle cose della vita, è cosa che Gesù non manca mai di fare ogni qual volta gli si presenta l’occasione.
Interessante, poi, è il fatto che Gesù non si considera mai “fuori servizio” quando termina il suo giro di predicazioni e guarigioni. Al termine della giornata, quando pure avrebbe potuto avere il Suo “meritato riposo”, diritto legittimo, non dice: “Ora stacco”, e “…dell’Evangelo non ci voglio più pensare per un po’!”. Gesù coglie ogni occasione per beneficare chi viene in contatto con Lui e si interessa degli abitanti di quella casa. Maria avrebbe potuto essere considerata sicuramente importuna. Forse Marta pensava: “Ora lasciamo in pace Gesù, non disturbiamolo più. Lasciamolo riposarsi e rifocillarsi”. Gesù, però, sembra instancabile a fare del bene a chiunque Lo interpelli. Per Gesù, anche in questo caso, è più importante il principio: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere” (Atti 20:35).
È così che Maria presta a Gesù la sua più indivisa attenzione, intenzionata a non perdere neppure una parola di quel che dice Gesù! Maria sa che non c’è nulla di più importante nella vita che ricevere ciò per cui Gesù è venuto a dare!
La necessità di stare ad ascoltare Gesù
“Ma Marta, tutta presa dalle faccende domestiche, venne e disse: «Signore, non ti importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti»” (40). Marta è molto seccata che Maria, invece che aiutarla, “stia lì a chiacchierare”. Perché dovrebbe fare tutto lei? Non è mica la serva di casa! Marta si sente come la “Cenerentola” della situazione che deve stare a faticare, mentre sua sorella fa la principessa! È lieta di poter servire Gesù, ma non ha fatto tutto questo certo per servire sua sorella! Perché Maria non si sente in dovere di fare come lei, invece che stare lì a “chiacchierare”?
Ecco che, così, Marta, molto innervosita, irrompe nella sala dove Gesù sta parlando; probabilmente Lo interrompe stando in piedi davanti a Lui, e quasi “sgrida” Gesù, scandalizzata per il fatto che Lui stesso non si senta in dovere di rimandare Maria in cucina ad aiutare sua sorella! Marta è come accecata da un compito che, di per sé stesso buono e lodevole, in realtà ora la distrae da qualcosa di più importante. Non vede nient’altro che realizzare ciò che si era proposta per quella visita: servire e compiacere Gesù. Per quanto possano essere categorizzati come “lavori cristiani”, Gesù di fatto potrebbe avere un’idea diversa sulla loro effettiva importanza! Infatti, è come se Marta avesse detto a Gesù: “Dille che la cosa più importante è il servizio, non la teologia!”. Non sarebbe arrogante dire così a Gesù Marta qui non si accorge che si sta comportando come …la maestra di Gesù! Pretende che i suoi programmi, quello che pensa lei, debbano avere la precedenza. Gesù, però, potrebbe sovvertire i nostri programmi! Non dobbiamo presumere di sapere ciò che piace a Gesù prima d’interpellarlo direttamente.
Certo, Marta avrebbe potuto dire: “Tu, Maria, sta lì a intrattenere gli ospiti, mentre io vado a preparare la cena”. Magari avrebbe voluto stare lì lei a parlare con Gesù. In ogni caso, il “dovere” di affaccendarsi in cucina per onorare gli ospiti era per lei più importante che stare ad ascoltare Gesù, …inoltre, il posto della donna è in cucina, o no? Il “servizio di ristorazione” doveva essere “perfetto”. Forse riteneva pure che “la concretezza” del servizio, la cena, fosse più importante. In fondo Marta non si aspettava da Gesù nulla che già non ritenesse di sapere. Forse per Marta la sapienza era che ciascuno dovesse stare “al suo posto”.
Comprendere qual’è la cosa più importante
“Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose, ma una cosa sola è necessaria” (41). La risposta di Gesù, per Marta, è però sorprendente. È Gesù che ora rimprovera Marta (non Maria) anche se verso di lei usa un tono amichevole e comprensivo, un bonario richiamo: “Marta, Marta… sei tu che sbagli. Non credere che io non ti apprezzi per quello che stai facendo. È cosa buona e utile, ma c’è qualcosa di meglio ancora che puoi fare. In questo momento devi capire che c’è qualcosa di ancora più importante e necessario del mangiare e dell’essere ‘una perfetta padrona di casa’… Apprezzo il tuo affanno, ma io non lo pretendo. Sta qui con me anche tu. Ci sarà tempo dopo per la cena. Profitta del fatto che io sono qui con voi: non sarà così sempre. Il mio tempo su questa terra è così poco. Presto non sarò più così in mezzo a voi”.
Spesso anche noi abbiamo una percezione sbagliata del tempo che abbiamo a disposizione. Crediamo di “avere tempo” e perdiamo di fatto il tempo in cose non essenziali. Il Signore ci dice: “Cercate il SIGNORE, mentre lo si può trovare; invocatelo, mentre è vicino. Lasci l’empio la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; si converta egli al SIGNORE che avrà pietà di lui, al nostro Dio che non si stanca di perdonare” (Isaia 55:6-7); oppure: “Badate di non rifiutarvi d’ascoltare colui che parla; perché se non scamparono quelli, quando rifiutarono d’ascoltare colui che promulgava oracoli sulla terra, molto meno scamperemo noi, se voltiamo le spalle a colui che parla dal cielo” (Ebrei 12:25). A colui che pensava solo di arricchirsi rimandando al domani di mettere a posto le cose con Dio, Gesù dice: “Stolto, questa notte stessa l’anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?” (Luca 12:20).
Riconoscere ciò che ha maggior valore
Ed ecco l’ultimo versetto del nostro testo: “Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta” (42).Qui è come se Gesù dicesse a Marta: “Tu ritieni di essere, in questa circostanza, la persona più matura, avveduta e responsabile. In realtà è tua sorella Maria che ha capito quale sia, in questo caso, la cosa più importante. È lei che dimostra maggiore saggezza. Le cose non sono come ti sembrano d’essere”.
Questa circostanza è simile a un’altra in cui Gesù si era fermato a parlare con una donna presso un pozzo, e i Suoi discepoli si erano recati a comprare del cibo: “Intanto i discepoli lo pregavano, dicendo: «Maestro, mangia». Ma egli disse loro: «Io ho un cibo da mangiare che voi non conoscete». Perciò i discepoli si dicevano gli uni gli altri: «Forse qualcuno gli ha portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato, e compiere l’opera sua” (Giovanni 4:31-34). È come se Gesù dicesse: “Ci sono tante cose buone che si possono fare, ma ce n’è una migliore, la migliore fra tutte. Il servizio e l’aiuto solidale sono importanti, la preghiera e il culto sono importanti, tutti i doveri prescritti dalla Parola di Dio sono importanti, ma c’è ancora qualcosa di più importante: l’ascolto attento, fiducioso e ubbidiente della mia Parola”.
Maria ha scelto quella parte di “eredità” che ha maggior valore. “Tu, Marta, hai pensato di fare qualcosa di utile, è vero, ma la valutazione dell’utilità relativa di quel che fai non è ancora abbastanza accurata. Hai fatto un errore di valutazione”. Maria aveva capito e si era messa in corsa per ottenere proprio ciò che la sorella disprezzava, ma che aveva maggior valore. Sono molte le cose importanti e preziose di questo mondo, ma non hanno un valore eterno. Gesù lo mette in evidenza altre volte quando, per esempio, parla di quell’uomo che nella vita aveva pensato solo a valori terreni trascurando quelli celesti e pregiudicandosi così la salvezza eterna. Quando muore, questi rimane privo della ricchezza che maggiormente conta. Gesù dice: “Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio” (Luca 12:21); e ancora: “…fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano” (Matteo 6:20).
Conclusione
Ci possono, allora, essere “buone distrazioni” quando si tratta di avere “un sano diversivo” da ciò che altrimenti sarebbe pesante e tedioso. Quante volte, però, tante cose ci distraggono da ciò che ci sarebbe maggiormente utile! Fra quelle cose vi è il nostro personale – e regolare – incontro con il Signore e Salvatore Gesù Cristo, l’ascolto fiducioso e ubbidiente della Sua Parola. C’è forse qualcosa di più importante che la salute eterna della nostra anima? Ancora oggi, infatti, abbiamo il privilegio d’incontrare, per la nostra salvezza stessa, il Salvatore Gesù Cristo, Colui che non solo salva in vista dell’eternità, ma che può salvarci nelle varie situazioni della nostra attuale vita. Non ci piacerebbe, forse, che Egli fosse sovente “nostro ospite”? Ancora oggi abbiamo il privilegio di potere udire la Parola di Dio. Saremmo veramente sciocchi se a essa anteponessimo altre cose per quanto buone in sé stesse! Ecco perché abbiamo la necessità di stare ad ascoltare Gesù spesso attraverso la Sua Parola contenuta nella Bibbia.
Comprendiamo, allora, quale sia la cosa per noi più necessaria? Ci fidiamo un po’ troppo delle nostre valutazioni e riteniamo che per Dio o per la nostra anima ci sia sempre tempo: come possiamo presumere di averlo? Anche noi, come Maria, siamo chiamati da questo testo della Parola di Dio a scegliere “la parte buona” che non ci sarà mai tolta. Permetteremo che qualcosa ci distragga da essa, privandoci dell’unica cosa che alla fine conterà per la nostra salvezza eterna? L’Apostolo afferma: “Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo” (Filippesi 3:8). Che possa essere così per ciascuno di noi.
Paolo Castellina, 8-7-2022. Riduzione di una mia predicazione dell’11-7-2016, rielaborazione da quella del 4-2-2005.