Domenica 28 Maggio 2023 – Pentecoste
Letture bibliche: Salmo 104:24-35; Numeri 11:24-30; 1 Corinzi 12:3-13; Giovanni 20:19-23
(Culto completo con predicazione, 60′ – consigliato!)
(Solo predicazione, 28′)
Forza trasformatrice e abilitante
Assembliamo un apparecchio di qualsiasi natura: una volta mi piaceva farlo con i computer da tavolo. Vi sono componenti fisiche, schermo, tastiera, schede di circuiti elettronici, ecc. (hardware), li colleghiamo secondo il manuale di istruzioni. Tutto è a posto. Dovrei poi caricare il software (il sistema operativo, i programmi). Magnifico. Che cosa mi manca ancora per farlo funzionare e per terminare il settaggio? L’energia, l’elettricità! Infilo quindi la presa e comincia a funzionare. Ci vorrà poi ancora un po’ di tempo prima che lo faccia in modo ottimale, ma tutto è pronto.
Lo stesso troviamo nella Bibbia quando parla della creazione dell’essere umano: vi sono componenti fisiche e “programmi”. Perché però “funzioni” vi deve essere “l’alito vitale” di Dio. “L’Eterno Iddio formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale, e l’uomo divenne un’anima vivente” (Genesi 2:7). Lo stesso succede nella visione della valle di ossa secche del profeta Ezechiele: “Io guardai, ed ecco venire su di esse dei muscoli, crescervi della carne e la pelle ricoprirle; ma non c’era in esse nessuno spirito. Allora egli mi disse: “Profetizza allo spirito, profetizza, figlio d’uomo, e di’ allo spirito: Così parla il Signore, l’Eterno: ‘Vieni dai quattro venti, o spirito, soffia su questi uccisi, e fa’ che rivivano!’”. Io profetizzai, come egli mi aveva comandato; lo spirito entrò in essi, tornarono alla vita e si alzarono in piedi” (Ezechiele 37:8-10).
Lo stesso avviene ancora oggi quando Dio rigenera spiritualmente e moralmente peccatori come tutti noi. “Voi pure ha vivificato, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l’andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell’aria, di quello spirito che opera al presente negli uomini ribelli, nel numero dei quali anche noi vivevamo un tempo, immersi nelle nostre concupiscenze carnali (…). Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo – è per grazia che siete stati salvati” (Efesini 2:1-5). La forza, “l’energia” morale e spirituale di cui abbiamo bisogno è il Santo Spirito di Dio.
Dio dona sé stesso al Suo popolo non soltanto in Gesù Cristo, provvedendogli la grazia del perdono dei peccati e la riconciliazione con sé. Egli dona sé stesso pure facendo dimorare in loro, sia a livello individuale che comunitario, lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo è Dio all’opera nel suo popolo in quanto forza di trasformazione morale e spirituale come pure come forza abilitante per essere in questo mondo ed operare ciò che da noi stessi non saremmo in grado di compiere. Questo è il miracolo che ha trovato il suo punto culminante nel giorno della Pentecoste, quando la prima comunità cristiana, potenziata dal Santo Spirito di Dio, diventa un irresistibile movimento che diffonderà gradualmente in tutto il mondo l’Evangelo di Cristo conquistando a Dio cuori, menti e nazioni. Strappati al dominio del peccato e di Satana, lo Spirito Santo avrebbe reso possibile la creazione in tutto il mondo di “avamposti” del Regno di Dio, in vista del grande giorno futuro in cui a Gesù, il Cristo, “ogni cosa gli sarà sottoposta (…) affinché Dio sia tutto in tutti” (1 Corinzi 15:28).
Un’ispirazione esclusiva ed irripetibile
Vi sono due occasioni, menzionate nel Nuovo Testamento, in cui il primo nucleo di discepoli di Cristo, gli Apostoli, ricevono la forza abilitante dello Spirito Santo. La prima è quando Gesù, risorto dai morti, appare ai suoi discepoli riuniti e, come scrive il vangelo di Giovanni: “Soffiò su di loro e disse: ‘Ricevete lo Spirito Santo’” (Giovanni 20:22), e poi nel giorno della Pentecoste – come ci racconta il libro degli Atti degli Apostoli. Lo Spirito è lo stesso, ma Dio lo impartisce loro in due momenti distinti per due diverse motivazioni. La prima volta è per costituire gli Apostoli come autorevoli depositari, per ogni tempo e paese, della Rivelazione di Dio in Gesù Cristo, la seconda per potenziarli a diffondere l’Evangelo.
Dio costituisce cioè gli Apostoli, allo stesso modo in cui aveva costituito, consacrato, i Profeti dell’Antico Testamento (Mosè e Davide inclusi), in modo unico, esclusivo e irripetibile, come autorevoli espositori ed interpreti della fede cristiana. Così come gli scritti profetici ispirati da Dio erano stati raccolti nell’Antico Testamento per esporre e spiegare autorevolmente la Rivelazione di Dio in quella fase della storia della salvezza, così gli scritti ispirati degli Apostoli, e insieme a quelli, sarebbero stati i testi ispirati del Nuovo Testamento. Come lo Spirito Santo aveva ispirato gli scrittori di quello che oggi conosciamo come Antico Testamento, così lo stesso Spirito Santo ha ispirato gli autori del Nuovo Testamento. È così che, insieme, Antico e Nuovo Testamento (la nostra Bibbia) sono stati ispirati da Dio lo Spirito Santo, per essere la nostra “carta costituzionale”, il fondamento normativo, del popolo di Dio in azione attraverso la storia in ogni tempo e paese.
La nostra Carta costituzionale
È per questo che la Scrittura, ponendo sullo stesso piano Profeti e Apostoli, dice, attraverso le parole dell’apostolo Paolo:
“Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l’edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore. In lui voi pure entrate a far parte dell’edificio, che serve da dimora a Dio per lo Spirito” (Efesini 2:20-22 NR).
Indubbiamente lo Spirito Santo è sceso e scende su coloro ai quali Dio concede la grazia della salvezza prima rigenerandoli e portandoli al ravvedimento ed alla fede nel Signore e Salvatore Gesù Cristo, poi operando in essi in modo multiforme ed impartendo loro i suoi doni per la gloria di Dio e l’avanzamento del suo regno. Per quanto riguarda, però, i Profeti e gli Apostoli canonici (che scriviamo non a caso con lettera maiuscola) lo Spirito Santo è sceso (e continua ad operare attraverso i loro scritti) in modo unico ed irripetibile. Come, ad esempio, per la Carta costituzionale della Repubblica italiana vi erano i suoi onorati “padri costituenti” cioè i 556 membri dell’Assemblea Costituente, eletti nel 1946, così i Profeti e gli Apostoli sono “i padri costituenti” della “Carta costituzionale” del popolo di Dio, le Sacre Scritture. È questa, e non altre, “la Costituzione più bella del mondo”, la Bibbia. Come l’altra anche questa è purtroppo spesso solo formalmente onorata e lodata e ancora più spesso ignorata e contraddetta, ma dev’essere il nostro ispirato e costante punto di riferimento normativo. Soffermiamoci un poco sul testo or ora citato di Efesini 2:20-22.
I. Il fondamento
“Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare” (20). A chi si rivolge qui l’apostolo Paolo? Ai cristiani di Efeso ai quali dice che per grazia di Dio “non siete più né stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio” (19). Così anche noi. Come ogni nuovo cittadino deve giurare fedeltà alla Carta costituzionale, così ogni nuovo cristiano e comunità cristiana promette fedeltà all’insegnamento della Bibbia.
Quello è il solo fondamento, l’unico, che ci permette di accedere alla conoscenza dell’opera salvifica di Dio in Cristo, il suo significato e rilevanza universale, “poiché nessuno può porre altro fondamento che quello già posto, cioè Cristo Gesù” (Efesini 3:11). Su quel fondamento, che stabilisce e regola la nostra fede e pratica i Profeti e gli Apostoli costituiscono “le colonne portanti”. Essi sono stati ispirati in modo unico ed irripetibile dal Santo Spirito di Dio. Non ve ne sono altre. Le pretese di chiunque altro devono essere respinte. In questo senso ogni cristiano autentico non può che essere “fondamentalista” perché solo su quel documento fondamentale si conosce con certezza e regola la fede cristiana autentica.
Giovanni Calvino scrive: “Siamo così in grado di distinguere tra una vera e una falsa chiesa. Questo è della massima importanza; poiché la tendenza all’errore è sempre forte e le conseguenze dell’errore sono estremamente pericolose. Nessuna chiesa si vanta più a gran voce del nome di quelle che portano un titolo falso e vuoto; come si può vedere ai nostri tempi. Per proteggerci dall’errore, viene indicato il marchio di una vera chiesa. Fondamento, in questo passo significa senza dubbio dottrina; poiché non si fa menzione di patriarchi o re pii, ma solo di coloro che ricoprivano l’ufficio di maestri e che Dio aveva nominato per sovrintendere all’edificazione della sua chiesa. È stabilito da Paolo che la fede della chiesa dovrebbe essere fondata su questa dottrina. Quale opinione, quindi, dobbiamo formarci di coloro che si basano interamente sulle congegni degli uomini, e tuttavia ci accusano di rivolta, perché abbracciamo la pura dottrina di Dio? Ma il modo in cui è fondato merita indagine; poiché, nel senso stretto del termine, Cristo è l’unico fondamento. Lui solo sostiene l’intera chiesa. Lui solo è la regola e lo standard della fede. Ma Cristo è in realtà il fondamento su cui la chiesa è edificata mediante la predicazione della dottrina; e, per questo motivo, i profeti e gli apostoli sono chiamati costruttori (1 Corinzi 3:10)”.
In evidenza qui è come tutta la Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, debba essere regola della nostra fede e condotta. Non solo il Nuovo Testamento. Non solo i vangeli, non solo “brani scelti” e neanche la Bibbia più “la Tradizione” (che spesso la contraddice). E neanche “la Bibbia interpretata secondo le ideologie dei nostri tempi”, ma la Parola di Dio come ce la insegnano Profeti ed Apostoli. Calvino dice ancora al riguardo: “Per mostrarci come dovremmo combinarli, viene evidenziata la loro armonia; poiché hanno un fondamento comune e lavorano insieme per costruire il tempio di Dio. Sebbene gli apostoli siano diventati nostri maestri, l’istruzione dei profeti non è stata resa superflua; ma uno e lo stesso oggetto è promosso da entrambi. Sono stato indotto a fare questa osservazione dalla condotta dei marcioniti nei tempi antichi, che hanno cancellato la parola profeti da questo passaggio; e da quella di certi fanatici di oggi, i quali, seguendo le loro orme, esclamano a gran voce che noi non abbiamo nulla a che fare con la legge e con i profeti, perché il vangelo avrebbe posto fine alla loro autorità. Lo Spirito Santo ovunque dichiara di averci parlato per bocca dei profeti ed esige che lo ascoltiamo nei loro scritti. Questo è di non poco conto per mantenere l’autorità della nostra fede. Tutti i servi di Dio, dal primo all’ultimo, sono così perfettamente d’accordo, che la loro armonia è di per sé una chiara dimostrazione che è un solo Dio che parla in tutti loro”.
II. Un edificio ben collegato
“… sulla quale l’edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore” (21). Questo versetto “trasmette l’istruzione, che tutti coloro che sono adeguatamente collegati insieme insieme in Cristo sono il tempio del Signore. In primo luogo è richiesto un adattamento insieme, affinché i credenti possano abbracciarsi e adattarsi l’un l’altro mediante rapporti reciproci; altrimenti non ci sarebbe un edificio, ma una massa confusa. La parte principale della simmetria consiste nell’unità di fede. Il prossimo segue il progresso o l’aumento. Chi non è unito nella fede e nell’amore, per crescere nel Signore, appartiene a un edificio profano, che nulla ha in comune con il tempio del Signore (…) Quando Dio dimora in ognuno di noi, è sua volontà che tutti ci abbracciamo in santa unità, e che così formi un solo tempio tra molti. Ogni persona, se vista separatamente, è un tempio, ma, se unita ad altre, diventa una pietra di un tempio; e questo punto di vista è dato per il gusto di raccomandare l’unità della chiesa” (Calvino).
Ogni vita dipende dallo Spirito Santo
Il nostro testo termina con il versetto 22 che dice: “In lui voi pure entrate a far parte dell’edificio, che serve da dimora a Dio per lo Spirito”. Si tratta di un’esortazione agli Efesini a crescere sempre più nella fede di Cristo, dopo essere stati una volta fondati in essa, e a far parte così di quel nuovo tempio di Dio, la cui edificazione mediante l’Evangelo era allora in corso in ogni parte del mondo. Termina dicendo: “… per lo Spirito”. Come vedete, ritorna qui il tema del Santo Spirito di Dio e per due motivi: primo, per ricordare loro che tutte le fatiche umane non servono a nulla senza l’azione dello Spirito Santo; e in secondo luogo, per sottolineare la superiorità dell’edificio spirituale rispetto a tutte le pretenziose ma vuote formalità ritualistiche di cui fin troppe chiese oggi si fanno vanto. Guidati dal nostro “deposito della fede”, la Bibbia: la vera carta costituzionale più bella al mondo, scritta dai Profeti e dagli Apostoli ispirati da Dio, essa viene utilizzata dal Santo Spirito di Dio ancora oggi per promuovere lo stabilimento e l’avanzamento del Regno di Dio fino al suo compimento finale. Lasciamoci coinvolgere da questo efficace e sicuro movimento dello Spirito!
Paolo Castellina, 20 maggio 2023.
Domande di approfondimento
Il messaggio del testo biblico di Efesini 2:20-22 è che i credenti sono parte di un edificio spirituale edificato su Gesù Cristo come pietra angolare. Questo edificio è il tempio santo nel quale lo Spirito di Dio dimora. I credenti, quindi, sono chiamati a vivere in comunione con Cristo e ad essere uniti come un corpo per il servizio di Dio.
- Qual è il significato di Cristo come pietra angolare nell’edificio spirituale dei credenti?
- Come possiamo sperimentare la presenza dello Spirito di Dio nella nostra vita e nella comunità dei credenti?
- In che modo la nostra fede in Cristo ci unisce come membri di un unico corpo spirituale?
- Qual è il ruolo dei credenti nel servire come “tempio santo” per Dio nel mondo?
- Come possiamo costruire un fondamento solido sulla fede degli apostoli e dei profeti?
- Quali sono le implicazioni pratiche di essere parte di un edificio spirituale e vivere come un tempio santo nel Signore?
- In che modo la comprensione di noi stessi come parte di un edificio spirituale influisce sul nostro senso di identità e scopo nella vita?
- Come possiamo promuovere l’unità e la collaborazione tra i credenti per l’edificazione del corpo di Cristo?