Guai a “offendere”!
Oggigiorno si insiste molto sulla difesa dei diritti di tutte le persone (soprattutto delle minoranze) ad essere rispettati e quindi sulla necessità di far bene attenzione a non offendere qualcuno con espressioni o valutazioni denigratorie. Si tratta, però, di un principio largamente disatteso soprattutto nelle reti sociali e applicato in maniera molto selettiva ed incoerente. Ad esempio, guai oggi a offendere la fede islamica, ma sembra che si possa offendere senza problemi quella cristiana e i suoi simboli. In realtà tutto dipende dalla forza di chi si sente offeso a reagire e farsi valere: ci sono, infatti, minoranze molto potenti e oggi privilegiate. Allo stesso modo c’è chi vorrebbe che fosse censurata e zittita la Bibbia stessa e chi ne propone l’insegnamento, quando, dicono, “non rispetta i diritti” delle “minoranze sessuali” condannandole e chiamandole al ravvedimento.
Il “vilipendio” dipende così dai rapporti di forza prevalenti nella società. Una volta i discepoli di Gesù gli avevano fatto rilevare come nei Suoi discorsi avesse offeso i Farisei: “Sai che i farisei, quando hanno udito questo discorso, ne sono rimasti scandalizzati?”. Ed egli rispose loro: “Ogni pianta che il Padre mio celeste non ha piantato, sarà sradicata. Lasciateli; sono ciechi, guide di ciechi; ora se un cieco guida un altro cieco, cadranno in un fosso” (Matteo 15:12-14). Gesù non aveva remore nel dire sempre, come si dice, “pane al pane e vino al vino” e sottolineava l’importanza di essere onesti e diretti nella comunicazione. Egli evitava l’ambiguità e la falsità, optando per la franchezza e la verità, proprio come si fa quando si riconoscono semplicemente il pane e il vino per ciò che sono.
Una polemica di Gesù
Nel vangelo secondo Giovanni, al capitolo 8, là dove Gesù afferma: “Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Giovanni 8:31-32), avviene un acceso scontro polemico fra Lui e i leader religiosi e politici della Gerusalemme del Suo tempo. In esso, Gesù, mettendo in evidenza la loro ipocrisia e malvagità, non si risparmia in precise e dirette accuse nei loro confronti. Sono accuse così ardite ed esplicite che essi ne rimangono scandalizzati ed offesi. Ascoltiamone il testo, e poi faremo alcune considerazioni.
“Gesù allora prese a dire a quei Giudei che avevano creduto in lui: “Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. Essi gli risposero: “Noi siamo discendenza d’Abraamo e non siamo mai stati schiavi di nessuno; come puoi tu dire: ‘Voi diverrete liberi’?”. Gesù rispose loro: “In verità, in verità vi dico che chi commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non dimora per sempre nella casa: il figlio vi dimora per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi. Io so che siete discendenza di Abraamo, ma cercate di uccidermi, perché la mia parola non penetra in voi. Io dico quel che ho visto presso il Padre mio e voi pure fate le cose che avete udito dal padre vostro”. Essi risposero e gli dissero: “Nostro padre è Abraamo”. Gesù disse loro: “Se foste figli di Abraamo, fareste le opere di Abraamo, ma ora cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità che ho udito da Dio; Abraamo non fece così. Voi fate le opere del padre vostro”. Essi gli dissero: “Noi non siamo nati da fornicazione; abbiamo un solo Padre: Dio”. Gesù disse loro: “Se Dio fosse vostro Padre, amereste me, perché io sono proceduto e vengo da Dio, perché io non sono venuto da me, ma è Lui che mi ha mandato. Perché non comprendete il mio parlare? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. Voi siete dal diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c’è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è bugiardo e padre della menzogna. E a me, perché dico la verità, voi non credete. Chi di voi mi convince di peccato? Se vi dico la verità, perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate; perché non siete da Dio” (Giovanni 8:31-47).
Illusione di libertà
In primo luogo i Giudei di cui il testo parla affermavano una prima palese menzogna: “Non siamo mai stati schiavi di nessuno” (33). Il popolo di Israele non era forse stato schiavizzato per lungo tempo in Egitto e non avevano forse perduto allora completamente la loro sovranità nazionale, sfruttati ed assoggettati com’erano all’impero romano? La loro percezione della realtà era stata infatti del tutto distorta dalla propaganda della potenza occupante. Essa, infatti, dava loro l’illusione di essere liberi e sovrani, magari dicendo loro che solo l’impero romano avrebbe loro garantito ordine, protezione e prosperità. Avevano certo una sorta di governo nazionale, ma era completamente asservito all’imperatore di Roma che controllava la loro economia e moneta con corruzione e ricatti e che aveva fatto in modo che i suoi uomini, servi fedeli e “clienti”, fossero messi ai posti di comando. Anche la loro religione era asservita a Roma. L’impero, infatti, tollerava ogni religione, basta che sostenesse il suo potere e non lo mettesse in questione. Mettere in questione il dominio romano e ogni tentativo di rivolta sarebbe stato in ogni caso duramente represso con i potenti mezzi delle molte basi militari straniere che occupavano il loro paese – e ben presto se ne sarebbero ben accorti allorché Gerusalemme e l’intera nazione sarebbe stata distrutta senza alcuno scrupolo. Le potenze occupanti, infatti, non hanno alcun riguardo dei loro sudditi. Finché possono sfruttano le nazioni loro soggette e pagano i loro servitori, ma, quando per non sono più utili e “redditizi” se ne liberano senza pensarci due volte.
Spirito omicida
I leader religiosi e politici della Gerusalemme del Suo tempo mentivano e dimostravano, poi, il loro spirito omicida perché già stavano complottando per liberarsi in qualche modo di Gesù: “Ora cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità che ho udito da Dio” (40). Erano infatti gelosi della popolarità che aveva acquisito Gesù e sentivano minacciati il loro potere e privilegi. Il loro “pragmatismo” e l’immorale principio che il fine che giustifica i mezzi li avrebbe portati a liberarsi di Gesù. Lo stesso vangelo di Giovanni dice: “I capi sacerdoti quindi e i Farisei radunarono il Sinedrio e dicevano: Che facciamo? perché quest’uomo fa molti miracoli. Se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui; e i Romani verranno e ci distruggeranno e città e nazione. E un di loro, Caiàfa, che era sommo sacerdote di quell’anno, disse loro: Voi non capite nulla; e non riflettete come vi torni conto che un uomo solo muoia per il popolo, e non perisca tutta la nazione” (Giovanni 11:47-50).
Se si tratta di una persona che dice loro la verità su loro stessi e su Dio, come faceva Gesù, quella era una verità scomoda che doveva essere fatta tacere e soppressa. Quella parola essi, dice Gesù, “non la potevano udire”, cioè non volevano udirla, perché, fondamentalmente, “Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate; perché non siete da Dio” (47). Grande verità, questa, che spiega molto anche sul motivo per cui a tutt’oggi, la Parola di Dio da tanti venga respinta, e persino oscurata e distorta anche da organizzazioni religiose che così dimostrano chi, di fatto, stanno servendo, vale a dire, non certamente Dio – nonostante le loro pretese.
False sicurezze
Bugiardi ed omicidi quali erano, dunque, essi pure fraintendevano la loro presunta discendenza da Abraamo. Dicevano: “Nostro padre è Abraamo”. Gesù disse loro: “Se foste figli di Abraamo, fareste le opere di Abraamo” (39). Certamente molti di loro potevano dire di essere biologicamente discendenti di Abraamo ma la vera discendenza di Abraamo è quella che ne segue fedelmente le orme, non “i figli della carne”. Lo spiega bene l’apostolo Paolo: “… non tutti i discendenti da Israele sono Israele, né per il fatto che sono discendenza d’Abraamo, sono tutti figli d’Abraamo, anzi: ‘In Isacco ti sarà nominata una discendenza’. Cioè, non i figli della carne sono figli di Dio, ma i figli della promessa sono considerati come discendenza” (Romani 9:6-8). Ismaele, infatti, pur essendo biologicamente figlio di Abraamo, era stato generato sulla base di considerazioni e sotterfugi umani – non era quello che Dio gli aveva promesso attraverso l’anziana sua moglie Sara e che sorprendentemente sarebbe nato da lei. L’apostolo Paolo dice altresì: “Riconoscete anche voi che coloro i quali hanno la fede sono figli d’Abraamo” (Galati 3:7). Gli avversari di Gesù, benché Israeliti dal punto di vista carnale, certamente non seguivano le orme di Abraamo, ma erano degli increduli verso Gesù che proveniva da Dio, e persino bugiardi ed omicidi.
Nel linguaggio biblico: “Essere figli di…” significa seguire le orme di colui che diciamo essere nostro padre, rispecchiarne il carattere. Essere “figli di Abramo” indica un legame spirituale autentico con lui basato sulla fede.
Ecco anche perché, dal punto di vista biblico, non è affatto vero che noi tutti siamo “figli di Dio”. Siamo, è vero, Sue creature, ma non “figli” in senso biblico, perché esserne figli significa rispecchiarne autenticamente il carattere. I veri figli di Dio riflettono la Sua santità, la Sua giustizia. Lo amano e seguono la verità che Egli proclama. Essere “figli di Dio” indica una relazione speciale con Dio basata sulla fede e la redenzione attraverso Gesù Cristo. Implica una sostanziale connessione spirituale e un’adesione ai principi di Dio.
Lo stesso vale per la distinzione biblica fra “Figli della luce” e “Figli delle tenebre”: Essa appare in particolare nelle lettere di Paolo. Essere “figli della luce” rappresenta coloro che seguono Cristo e vivono secondo la verità e la giustizia, mentre essere “figli delle tenebre” indica coloro che vivono nell’ignoranza spirituale e nel peccato (Efesini 5:8). Di fatto, al peccato, sono asserviti e condizionati e a questo essi sono ciechi. Qui, la terminologia “figli di…” denota una identità morale e spirituale.
Bastardi figli di puttana
Di fronte alle affermazioni di Gesù, i Suoi avversari, così, si offendono mortalmente. Difatti, Gesù, rincarandone la dose, loro: “Voi fate le opere del padre vostro … Voi siete dal diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c’è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è bugiardo e padre della menzogna” (41,44).
Qual’era stata la loro reazione a queste affermazioni di Gesù? “Essi gli dissero: “Noi non siamo nati da fornicazione; abbiamo un solo Padre: Dio”. Le traduzioni qui attenuano l’effetto di quella frase, e variano: “Noi non siamo nati da prostituzione” (CEI), “Non siamo mica dei bastardi” (Tintori). Indubbiamente essi si sentono come se Gesù li avesse di fatto chiamati, secondo la “colorita” espressione italiana di oggi: “Figli di puttana!”, “Bastardi!”. Si, di fatto Gesù li chiama “bastardi figli di puttana”, vale a dire persone disoneste, corrotte, spregiudicate, capaci di qualsiasi azione, persone scaltre, furbe, ingannatrici.
Vi sorprende tutto questo? Il “figlio di…” usa l’inganno, il raggiro, l’astuzia. …e certo una tale persona non è in alcun modo, spiritualmente e moralmente, affine a Dio. Credono di rappresentarne gli interessi, si atteggiano a persone molto religiose, fanno mostra di essere grandi difensori della libertà, della democrazia, dei “diritti”… Sono come quelli che credevano di essere “figli di Abraamo”, ma di chi siano veramente “figli” lo dice Gesù e al riguardo non lascia spazio ad “interpretazioni” o scusanti.
Bugiardi ed omicidi
La nostra attuale civiltà occidentale è degenerata al punto di essere stata chiamata “l’impero della menzogna”. Coloro che oggi la governano sono largamente ipocriti bugiardi ed omicidi e lo dimostrano in mille modi – cosa che può negare solo chi è in malafede o è vittima della sua propaganda e, come si dice, “ha le fette di salame sugli occhi”.
“L’Occidente si è trasformato in una società satanica” afferma il filosofo ed attivista sociale russo Alexander Dugin. Egli scrive: “Che la civiltà occidentale moderna abbia perso la sua strada, o si sia allontanata dal percorso che seguiva quando l’abbiamo accettata, accolta, imitata, o, ancora più probabilmente, che qualcosa non andava in essa da molto tempo [è un dato di fatto]. Una civiltà che ammiriamo, in cui cerchiamo di integrarci, i cui valori e regole condividiamo e abbracciamo con tutta l’anima, come può improvvisamente rivelarsi satanica? (…) [Noi stiamo riscoprendo] valori tradizionali (…) l’idealismo, la religiosità, il dominio dello spirito. (…) è proprio di fronte a questi valori tradizionali, che stiamo appena scoprendo in noi stessi, che stiamo appena cominciando a capire, a comprendere e a difendere, di fronte a questi valori, naturalmente, i valori occidentali sembrano puro satanismo. Sono l’esatto contrario. Si basano sull’idea che la materia sia più primaria dello spirito, che l’uomo sia semplicemente un essere bio-sociale che è un riflesso cognitivo del mondo esterno. L’Occidente percepisce l’uomo come un animale evoluto, che ha raggiunto il suo stadio finale per passare l’iniziativa a una specie post-umana, alle costruzioni trans-umaniste, ai cyborg, all’intelligenza artificiale. E la preparazione, la fase di riscaldamento per questo è la politica del genere, quando le persone cambiano sesso a loro piacimento – persino a loro capriccio – e presto cambieranno specie – scegliendo tra l’appartenenza a un uomo, a una macchina o a un animale, che è già in fase di seria discussione ai più alti livelli da parte di personaggi occidentali”.
Il Signore e Salvatore Gesù Cristo pure ci direbbe: “Voi siete dal diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c’è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è bugiardo e padre della menzogna” (44). Quella di Gesù è indubbiamente una valutazione “offensiva” ma, come si dice, “la verità offende”. Dovremmo allora tacerla? La Parola di Dio non tace, perché è a nostra salvezza.
Che Dio ci dia di ravvedercene, altrimenti per noi non ci sarà futuro.
Paolo Castellina, 1 ottobre 2023.