Domenica 17 gennaio 2021 – Seconda domenica dopo l’Epifania
Letture bibliche: Salmo 139:1-17; 1 Samuele 3:1-10; 1 Corinzi 6:12-20; Giovanni 1:43-51
Stare insieme agli altri è bello ed importante, specialmente se è una compagnia di persone con le quali ti trovi bene e con le quali hai interessi ed aspirazioni comuni, ed allora desideri incontrarti spesso con loro. Oggi, con il pretesto della protezione sanitaria, ci vogliono impedire anche questo. Ci fanno usare solo contatti virtuali via internet, per altro sorvegliati e che saranno sempre di più censurati, e stiamo diventando una società sempre più atomizzata. Incontrarsi a tu per tu con gli altri, però, è essenziale e definisce la nostra umanità. Se poi sono persone interessanti, interiormente ricche e cordiali, con le quali “si parla bene”, che ti fanno sentire a tuo agio e dalle quali si impara sempre molto, ancora meglio! Sono “incontri importanti” questi, e non se ne fanno molti nella vita. Avete voi già fatto degli incontri importanti e significativi con persone che valeva veramente la pena di conoscere e che hanno “lasciato un segno” importante nella vostra vita?
I quattro vangeli, che riportano la vita e l’insegnamento del Signore Gesù Cristo, potrebbero anche essere descritti come il resoconto di innumerevoli incontri, incontri di uomini, donne, bambini, d’ogni età e condizione con la persona più importante che mai avessero potuto incontrare. A volte “casualmente”, a volte espressamente, essi incontrano il Salvatore Gesù Cristo e, dopo questo incontro, la loro vita non sarà più la stessa, sia che lo accettino e continuino a “frequentarlo”, sia che lo respingano. Indubbiamente Gesù “lascia un segno” in coloro che Lo conoscono da vicino, anzi, incontrare Gesù vuol dire determinare tutto il nostro destino, temporale ed eterno!
Delle tante persone che si incontrano con il Signore Gesù nei vangeli, vorrei proporvi quest’oggi il caso di coloro che per primi diventeranno Suoi discepoli, e che troviamo nel vangelo di Giovanni, al primo capitolo.
“Il giorno seguente, Giovanni era nuovamente là con due dei suoi discepoli. E, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’Agnello di Dio». E i due discepoli, avendolo sentito parlare, seguirono Gesù. Ma Gesù, voltatosi e vedendo che lo seguivano, disse loro: «Che cercate?». Essi gli dissero: «Rabbi (che, tradotto, vuol dire maestro), dove abiti?». Egli disse loro: «Venite e vedete». Essi dunque andarono e videro dove egli abitava, e stettero con lui quel giorno. Era circa l’ora decima. Andrea, fratello di Simon Pietro, era uno dei due che avevano udito questo da Giovanni e avevano seguito Gesù. Costui trovò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia che, tradotto, vuol dire: “Il Cristo”»; e lo condusse da Gesù. Gesù allora, fissandolo, disse: «Tu sei Simone, figlio di Giona; tu sarai chiamato Cefa, che vuol dire: sasso». Il giorno seguente, Gesù desiderava partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi». Or Filippo era di Betsaida, la stessa città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui, del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti: Gesù da Nazaret, il figlio di Giuseppe». E Natanaele gli disse: «Può venire qualcosa di buono da Nazaret?». Filippo gli disse: «Vieni e vedi». Gesù vide venirgli incontro Natanaele e disse di lui: «Ecco un vero Israelita, in cui non c’è inganno». Natanaele gli disse: «Come fai a conoscermi?». Gesù gli rispose, dicendo: «Ti ho visto quando eri sotto il fico, prima che Filippo ti chiamasse». Natanaele, rispondendogli, disse: «Maestro, tu sei il Figlio di Dio; tu sei il re d’Israele». Gesù rispose e gli disse: «Poiché ho detto di averti visto sotto il fico, tu credi; vedrai cose maggiori di queste». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico che da ora in poi vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo»” (Giovanni 1:35-51).
Senza tema di smentita e sulla base di innumerevoli testimonianze in questo senso, di ogni tempo e paese, posso affermare che: bambino, ragazzo, giovane, uomo, donna, anziano, a qualunque categoria sociale o professionale tu appartenga, è questione di vita o di morte che nella tua vita tu incontri il Signore e Salvatore Gesù Cristo, che tu Lo conosca sempre meglio tanto da stabilire con Lui un rapporto così significativo da poter ricevere di fatto quelle virtù, quelle benedizioni, quei benefici che solo Lui può dare. Tanto questo è importante che l’incontro personale e “terapeutico” della creatura umana con Cristo, promuovere questo incontro, coltivare questo incontro, approfondire questo incontro, comprenderne sempre meglio il valore e le virtù, è essenziale. Se questo incontro personale non avviene, se questo incontro personale non viene promosso o sollecitato, prediche, catechismi e studi biblici sono inutili. Tutto è tempo sprecato se prima non hai stabilito un rapporto significativo con il Salvatore Gesù Cristo, in cui solo puoi trovare vita significativa ed eterna. L’incontro significativo con Cristo è urgente e di assoluta priorità. Se non incontri Cristo Gesù a livello esistenziale, se Cristo non diventa presto il tuo Signore e Salvatore, Colui che determina la tua vita, non solo qualsiasi altra cosa sarà tempo sprecato, ma anche la tua vita si rivelerà del tutto sprecata, rovinata. Non esagero.
Nel testo biblico che abbiamo letto e nel suo contesto più vasto, abbiamo importanti indicazioni sul necessario nostro incontro con Gesù.
1. Venire e vedere. Ecco due discepoli di Giovanni. Sono due persone che amano Dio ed intendono essere a posto con Lui. Hanno riconosciuto e confessato che la loro vita non era conforme alla volontà di Dio e nel battesimo di Giovanni avevano inteso impegnarsi a novità di vita. Il loro ravvedimento però non era sufficiente, dovevano incontrare Gesù, affinché Lui rigenerasse la loro vita e li conducesse a Dio. Gesù è infatti la via, la verità e la vita. Avendo udito parlare Gesù lo seguono. Dicono: “Accertiamoci di persona se è vero quel che dice”. “Dove abiti?” chiedono a Gesù. “Vorremmo conoscerti più da vicino”. E Gesù a loro: “Venite e vedrete”. Si, “Venite ed accertatevi di persona che quanto avete udito è vero!”.
Quanti oggi hanno “udito parlare” di Gesù, ma non si sono mai accertati di persona che Egli è venuto per impartire vita significativa ed eterna. “Venite e vedrete, non ne rimarrete delusi!”. “Essi dunque andarono… videro… e stettero con Lui”. Si, se “segui” Gesù, se constati di persona, allora da Lui non ti staccherai mai. Troverai che non c’è nulla di meglio al mondo, che rispetto a Lui. E’ stata ed è anche la mia esperienza.
2. Condurre a Gesù. “Andrea, fratello di Simon Pietro, era uno dei due che avevano udito Giovanni e avevano seguito Gesù” e dopo aver fatto l’esperienza che davvero Gesù è il Messia, il Salvatore del mondo, Andrea non può trattenere per sé questa scoperta, ma la condivide anche con suo “fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» e lo condusse da Gesù”. “Ho trovato Colui che Dio ha consacrato per la salvezza umana. Non lasciamoci sfuggire questa opportunità!”. E che cosa fa Andrea? Conduce suo fratello Simone a Gesù. Se hai trovato la cosa, anzi, la persona più importante del mondo, e più importante per il destino ultimo della tua vita, come non diffondere anche agli altri questa notizia, come non condurre anche loro da Gesù. C’è chi “si vergogna” di parlare agli altri di Gesù. Tutto questo è insensato. Condurre una persona da Gesù è l’atto d’amore più importante che potresti fare nella tua vita.
3. Una trasformazione interiore. Gesù appena vede Simone, lo guarda fisso in volto, legge nel suo cuore il suo carattere e problemi e gli dice: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; tu sarai chiamato Cefa” (che si traduce «Pietro»). Che senso ha questo “cambiamento di nome”? Notate quel “tu sei” e quel “tu sarai”, quasi a dire “tu sei ‘in un certo modo’ e io mi prenderò cura di te affinché tu diventi una persona nuova”. E’ proprio ciò che il Salvatore fa con i Suoi discepoli. Prende ciascuno di noi con i propri vizi, i propri difetti, i propri peccati, il proprio carattere, e “lavora su di noi” per renderci gradualmente quello che dovremmo essere davanti a Dio. Gesù prende in questo caso Simone e “lo modella” come il vasaio con l’argilla, per farlo diventare “Pietro”, una “roccia”. Prende il suo carattere e lo modella per stabilirlo fermamente e da incerto renderlo determinato, da debole a forte, da pauroso a coraggioso, da confusionario a ordinato, nella mente, nel cuore, nell’anima. Non è meraviglioso che Cristo possa fare di noi delle persone nuove? Quanto spesso noi non piacciamo a noi stessi, ma Cristo può trasformarci in giustizia e santità!
4. Il dubbioso. La catena di rapporti e di incontri si allunga. Gesù trova Filippo e gli dice di seguirlo, e anche Filippo trova in Gesù quello che il suo cuore da sempre aveva cercato. Anche però Filippo condivide la sua scoperta, e va da Natanaele. Anche Natanaele avrebbe bisogno di Gesù. Filippo gli dice: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti: Gesù da Nazareth, figlio di Giuseppe». Natanaele però è un tipo sospettoso tendente a dubitare, come tanti fra noi, e dice: “Può forse venire qualcosa di buono da Nazareth?”. E’ come se dicesse: “Conosco Nazareth. Ci sono certi tipi là… Ma pensa un po’ se quello è il posto da cui viene il Salvatore! Io sono cauto, non mi entusiasmo subito, voglio bene accertarmi che cosa sia questa novità”. Natanaele è una persona seria e considerata. Quando incontrerà Gesù, Gesù lo loderà per questo, dicendogli: «Ecco un vero Israelita in cui non c’è frode». E’ come se gli dicesse: fai bene ad andarci cauto con tutto quel che c’è e si sente in giro, ma come in te c’è sincerità e non frode, voglio che tu sperimenti in prima persona che davvero io sono quel che dico di essere e che neppure in me c’è frode. Natanaele accoglie l’invito di Filippo: “Vieni a vedere”, ed anche lui farà l’esperienza della verità di ciò che si trova in Gesù.
5. Ci conosce a fondo. Natanaele scopre che Gesù lo conosce molto meglio di come lui conosca sé stesso. Gesù è Dio con noi, e Dio è il Creatore e il Sostenitore di ogni vita e ci conosce a fondo. Il fatto che Gesù già sapesse di Lui, Natanaele, e che già avesse visto come si conduceva e il suo stesso carattere, lo sconvolge e solo già da questo viene portato ad una grande confessione di fede: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele». E Gesù a lui: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, tu credi? Tu vedrai cose maggiori di queste». Ben più di questo Natanaele vedrà quando seguirà Gesù come Suo discepolo, questo ed altro, e sarà meraviglioso scoprire di volta in volta tutte le dimensioni della Persona di Gesù, il Suo amore, la Sua disponibilità, la Sua forza. C’è tutto un mondo meraviglioso da scoprire in Gesù.
6. Il cielo aperto. Quando il patriarca Giacobbe fuggì da suo fratello Esaù per recarsi in Mesopotamia, un giorno “giunse in un certo luogo e vi passò la notte, perché il sole era già tramontato. Prese una delle pietre del luogo, se la mise per capezzale e lì si coricò. Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la cima toccava il cielo; e gli angeli di Dio salivano e scendevano per la scala. Il Signore stava al di sopra di essa” (Ge. 28:11-13) e gli parlò tornando a promettergli le benedizioni che già aveva promesso ad Abramo. “Quando Giacobbe si svegliò dal sonno, disse: ‘Certo il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo!’ Ebbe paura e disse: ‘Com’è tremendo questo luogo! Questa non è altro che la casa di Dio, e questa è la porta del cielo” (Ge. 28:16-18). A Natanaele Gesù promette che al Suo seguito Egli scoprirà grandi cose di cui ancora nemmeno si immagina. Scoprirà che Gesù è “la porta del cielo” e “la casa di Dio”. Noi tutti possiamo arrivare a questa stessa scoperta ed esclamare anche noi come Giacobbe: ‘Certo il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo!’.
Conclusione
L’incontro con Gesù – a livello personale, esistenziale – non solo quindi è importante, ma è essenziale per ciascuno di noi, è prioritario. Dicevamo all’inizio della nostra riflessione che a volte si incontrano altresì persone interessanti, persone interiormente ricche e cordiali, con le quali “si parla bene”, che ti fanno sentire a tuo agio e dalle quali si impara sempre molto. Sono “incontri importanti” questi, e non se ne fanno molti nella vita. Avete voi già fatto degli incontri importanti e significativi con persone che valeva veramente la pena di conoscere e che hanno “lasciato un segno” nella vostra vita? Ma soprattutto: Avete voi incontrato la persona di Gesù Cristo? Questo è ciò che più conta nella nostra vita. Egli non solo “lascerà un segno” nella nostra esistenza, ma determinerà il nostro presente ed il nostro futuro. Non sprechiamo il nostro tempo in cose e questioni secondarie senza esserci accertati di aver fatto “la cosa che più conta”. Fate in modo di incontrare il Signore Gesù, promuovete un rapporto sempre più intenso e significativo con Lui e scoprirete in questo il senso della vita!
[Paolo Castellina, riduzione da una predicazione dell’ottobre 1996].