Servizio di culto per Domenica 5 dicembre 2021 – Seconda domenica di Avvento
Servizio di culto completo con predicazione (55′)
(Solo predicazione)
Un film di qualche anno fa, interpretato da Robin Williams, era intitolato “Risvegli”, e raccontava la storia vera di un medico che aveva trovato un medicamento per riportare a una vita normale persone affette da un particolare stato comatoso che le rendeva totalmente passive e come in un continuo stato di dormiveglia, e questo anche per decenni. Il termine “risveglio” e di “stato comatoso”, può essere applicato anche per una società anestetizzata da un lungo periodo d’illusorio benessere e manipolazione mediatica, ma anche per le chiese cristiane quando, per gli stessi motivi e per la compiacenza dei suoi leader, spesso addormentati nelle loro tradizioni, si trovano in uno stato di decadente passività, di sonno spirituale. Questi risvegli sono avvenuti diverse volte nella storia e in diversi luoghi dopo i “terremoti” di crisi che si sono pure dimostrate benefiche, ma anche e soprattutto dopo le intense preghiere di credenti sensibili e afflitti per un tale stato di cose. Ascoltate:
“Nel 1904, in Gran Bretagna, e precisamente in Galles, avviene qualcosa d’inaspettato e senza precedenti: è come se tutto il paese avesse preso fuoco. Se prima si sarebbe potuto parlare della situazione catastrofica della chiesa cristiana, tutto questo viene improvvisamente capovolto. Le condizioni morali e spirituali della popolazione erano miserevoli, la partecipazione ai culti scarsa, indifferenza, incredulità, passività e peccato abbondavano in ogni dove. Improvvisamente, però, come un inaspettato uragano, lo Spirito di Dio aveva cominciato a soffiare sul paese. Le chiese si riempiono fino al sovraffollamento, le riunioni in chiesa durano dalle dieci della mattina fino a mezzanotte. Si tengono ogni giorno tre culti. Evan Roberts ne è l’umano strumento, ma vi è poca predicazione. Canto, testimonianza e preghiera spontanea sono le principali caratteristiche di queste riunioni. Non vi erano innari: cantavano gli inni appresi da piccoli. Non c’erano cori, perché tutti cantavano, nessuna colletta, nessuna pubblicità per far venire la gente in chiesa. Il Galles non aveva mai visto un tale risveglio dai risultati così vasti. Gli increduli giungono alla fede; ubriaconi, ladri e giocatori d’azzardo si convertono. Si sentono in ogni dove pubbliche confessioni di peccati anche gravi. Vecchi debiti vengono pagati. Bar e luoghi di divertimento mondano vengono chiusi per mancanza di pubblico. I muli nelle miniere si rifiutano di lavorare non abituati alla gentilezza degli operai! In cinque settimane 20.000 persone si uniscono alle chiese”.
Questo è un frammento, scritto dal dott. Oswald Smith, di una descrizione di ciò che può avvenire quando Iddio elargisce a un paese le benedizioni di un risveglio spirituale. Oggi i cuori di molti credenti osservano con amarezza il deserto spirituale dell’occidente, e anelano che anche noi, nel nostro tempo e nel nostro paese si possa godere della benedizione di un risveglio. Un risveglio, però, sebbene possa giungere inaspettato per la provvidenziale misericordia di Dio, deve pure essere preparato tramite l’intensa preghiera e l’impegno del popolo di Dio fedele. E’ il messaggio di Giovanni il battezzatore, precursore del Cristo. Ascoltate:
“Ora nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, essendo Ponzio Pilato governatore della Giudea, ed Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconitide, e Lisania tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caiàfa, la parola di Dio fu diretta a Giovanni, figliuol di Zaccaria nel deserto. Ed egli andò per tutta la contrada d’intorno al Giordano, predicando un battesimo di ravvedimento per la remissione de’ peccati, secondo che è scritto nel libro delle parole del profeta Isaia: V’è una voce d’uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri. Ogni valle sarà colmata e ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose saranno fatte diritte e le scabre saranno appianate; e ogni carne vedrà la salvezza di Dio” (Luca 3:1-6).
La sfida
E’ una sfida quella che Giovanni proponeva alla sua generazione. Essa continua a valere anche per noi. Se vogliamo fare esperienza di una potente manifestazione dello Spirito di Dio, dobbiamo: Preparare la via del Signore. In effetti noi stessi possiamo essere più ostacoli che vie per il Signore, non come i primi cristiani che erano conosciuti come “La Via”, il modo in cui per ben 6 volte il libro degli Atti degli Apostoli identifica i veri seguaci di Cristo. Mi domando se questo sia vero anche per noi.
1. La nostra vita è una via di preghiera, ciò che lo scrittore di Ebrei chiama: “la via del santuario” (Ebrei. 9:8)? Quando la gente ci incontra può trovare in noi persone di preghiera che le introducono molto naturalmente alla presenza di Dio? Gli altri cristiani trovano che sia facile pregare assieme a noi, oppure la nostra vita è profana e aliena dalla preghiera?
2. La nostra vita è una via di vita autentica “la via recente e vivente” (Ebrei 10:20)? La nostra vita è davvero consacrata a Cristo, impregnata di Lui, che disse d’essere la vita per eccellenza? Possiamo dire con l’apostolo Paolo: “Per me vivere è Cristo” (Filippesi 1:21) e “Cristo che è la nostra vita” (Colossesi 3:4)? Noi dobbiamo comunicare vitalità spirituale, “ci trasciniamo”, “esistiamo”, ma non viviamo. Non abbiamo addosso “l’odore della vita”!
3. La nostra vita è una vita di santità, “la via della giustizia” (2 Pietro 2:21)? Iddio si aspetta santità come stile di vita da chiunque porti il nome di Cristo. L’apostolo scrive: “Poiché questa è la volontà di Dio: la vostra santificazione; che vi asteniate dalla fornicazione … Dio infatti non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione” (1 Tessalonicesi 4:3,7). Iddio stesso dice: “Siate santi, perché io sono santo”. Questa era
l’ambizione di tutte quelle persone che Dio ha utilizzato come strumenti per un risveglio!
4. La nostra vita è una vita di amore? Essa è la “via ancora più alta” (1 Corinzi 13:31).
1 Corinzi 13 dice che senza amore noi non siamo nulla, e un amore che non si attende nemmeno d’essere ricambiato, un amore nei pensieri, nelle parole, e nei fatti, anche per chi potremmo non considerare amabile.
“Preparare la via del Signore” significa diventare noi stessi via di preghiera, di vita, di santità e di amore, affinché tutti possano vedere la salvezza di Dio all’opera in noi. Ci sono però anche condizioni per un risveglio.
Le condizioni
Giovanni il battezzatore dice: “Ogni valle sia colmata e ogni monte e colle sia abbassato; i luoghi tortuosi siano raddrizzati e le vie scabrose appianate”. Questo ci dice che le valli, i monti, e i luoghi tortuosi della nostra vita devono essere spianati. Sono le condizioni che Dio pone a un risveglio spirituale.
1. La prima valle da spianare è quella della sconfitta a livello personale e comunitario. Siamo cristiani sconfitti, perdenti? Siamo disfattisti e l’intervento di Dio lo aspettiamo solo per il futuro? Gli altri ci guardano e dicono: “Il cristianesimo in cui dicono di credere non funziona nemmeno in loro…”. Tutto questo ci tiene in stato di depressione. Nel nostro cuore, infatti, coltiviamo ira, invidia, gelosia, amarezza, risentimento, scontrosità, il timore che ci porta al conformismo, complessi d’inferiorità… Queste sono “valli” da colmare, e solo lo Spirito Santo può colmarle. La Scrittura dice: “siate ripieni di Spirito” (Efesini 5:18).
2. In secondo luogo devono essere livellati i monti dell’incredulità. Gesù disse un
giorno: “Se avete fede quanto un granello di senape, direte a questo monte: “spostati
da qui a là” ed esso si sposterà; e niente vi sarà impossibile” (Matteo 17:20). Le montagne di cui Gesù parlava erano soggettive, morali. Quando si vive secondo la prospettiva materialista e razionalista della nostra epoca, allora mettiamo enormi macigni di fronte all’opera di Dio nella nostra vita e ambiente. L’incredulità nasce dall’orgoglio e fintanto che non ci umiliamo, Iddio non vorrà esaltarci con la Sua benedizione. L’apostolo Pietro scrive: “Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili. Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli v’innalzi al tempo opportuno” (1 Pietro 5:5,6). Rammentate come era stata umiliata l’arroganza di Nebukadnetsar? Egli disse: “Ora, io Nebukadnetsar lodo, esalto e glorifico il Re del cielo, perché tutte le sue opere sono verità e le sue vie giustizia; egli ha il potere di umiliare quelli che camminano superbamente” (Daniele 4:37).
3. In terzo luogo i luoghi tortuosi della disonestà devono essere raddrizzati. Quante volte mentiamo e inganniamo deliberatamente in pensiero, parola o fatti? C’è la disonestà dell’ipocrisia – far finta di essere quello che non siamo. Disonestà può voler dire derubare Dio di energia, tempo (quello che sprechiamo), risorse… Dobbiamo raddrizzare la nostra via di menzogne, ipocrisia e disonestà, se vogliamo vedere un risveglio. La Scrittura dice: “Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto, da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità” (1 Giovanni 1:9).
4. Dobbiamo, in quarto luogo appianare le vie scabrose. “Scabrosi” sono i compromessi e le giustificazioni che facciamo nella nostra vita quando non viviamo palesemente secondo la volontà rivelata del Signore. Questo avviene a tutti i livelli: personale, famigliare, nella comunità cristiana e nella società. Sono i compromessi che facciamo per “non essere criticati”, oppure “per non avere problemi” e vivere comodamente, proprio quando Iddio ci chiama a una fedeltà senza compromessi, costi ciò che costi. Oggigiorno la gente “non si fa più scrupoli” alcuni in nessun campo. Proprio quando oggi si parla di etica l’immoralità è sempre più grande. Dovremmo forse conformarci anche noi alle “vie scabrose” del mondo? No, se vogliamo vedere un risveglio spirituale. Il Salmista dice: “Se avessi serbato del male nel mio cuore, il Signore non mi avrebbe dato ascolto” (Salmo 66:18).
Le conseguenze
Allora: “…ogni carne vedrà la salvezza di Dio”, dice il nostro testo biblico. La salvezza di Dio si è fatta carne in una Persona: il Signore Gesù Cristo stesso. Un risveglio spirituale autentico non è un’idea, un’emozione, o eccitazione. Alla fin fine è Cristo stesso, visto, udito, sentito, vissuto, attivo, all’opera in e attraverso il Suo corpo sulla terra, la comunità dei cristiani. Egli potrà essere visto “da ogni carne” quando le condizioni ne saranno rispettate. La via deve essere preparata e allora ogni carne vedrà la salvezza di Dio.
Questo significa benedizioni illimitate – ogni carne vedrà. Qui c’è una visione del risveglio addirittura di portata mondiale. Noi pensiamo alla nostra zona, e facciamo bene, ma non ci rendiamo spesso conto che Dio sta operando nel mondo intero. Per questo dobbiamo desiderare essere parte di ciò che Iddio sta operando a livello globale. Saranno poi benedizioni inequivocabili – ogni carne vedrà. E’ sempre “visibile” quando il Salvatore trova “diritto di precedenza” nella nostra vita. “Un giorno i risultati si vedranno” usiamo dire per giustificarci. Oggi, però, quali sono i segni visibili della nostra fede? E’ una buona domanda questa… Saranno poi benedizioni indicibili – Ogni carne vedrà la salvezza di Dio. La salvezza è la Persona di Gesù Cristo glorificata e magnificata fra di noi. Così dovrà essere. Tante discussioni e comitati serviranno ben poco per “risollevare le sorti” della nostra chiesa in letargo. Serve molto di più la preghiera, intensa, di coloro che amano il Signore e la determinazione di fare della loro vita uno strumento ben preparato attraverso il quale le benedizioni di Dio verranno elargite al nostro paese.
(Paolo Castellina, 28 novermbre 2021, riedizione dal messaggio del 22 marzo 2001. Riflessione tratta dal cap. 5, “The Way of Revival” del libro: Lord, open the Heavens! A Heart-Cry for Revival, di Stephen Olford, Wheaton, IL. : H. Shaw Publishers, 1980).
Introduzione alle letture bibliche di questa domenica
Letture bibliche: Luca 1:68-79; Malachia 3:1-4; Filippesi 1:3-11; Luca 3:1-6
La venuta del Salvatore Gesù Cristo era stato ampiamente preannunciato dagli antichi profeti d’Israele e, immediatamente prima da Giovanni, l’ultimo dei profeti, detto “il battezzatore”, o Battista. Giovanni sta al centro della nostra attenzione nelle letture bibliche di oggi, vangelo compreso. La sua figura era stata accreditata persino dal padre stesso di Giovanni, Zaccaria, a cui Dio rivela quale sarebbe stata la futura funzione del figlio nei progetti di Dio. In questa fase della storia del popolo di Dio. Zaccaria esprime, così, in questo suo cantico profetico (la nostra prima lettura di oggi) la sua fede nella fedeltà di Dio alle Sue promesse. Giovanni diventa così, anche in queste parole, il modello di chi annuncia che in Cristo abbiamo “colui che ci libera dai nostri nemici”, vale a dire soprattutto dal peccato e dalle sue fatali conseguenze. Nell’oscurità di questo mondo, il Cristo si dimostra luce per guidare i passi della nostra vita e ricondurci in comunione con Dio. L’annuncio degli antichi profeti ci viene proposto nelle parole di Malachia (un frammento del cui libro lo ascoltiamo nella seconda lettura). Essi avevano visto molto tempo prima del Suo avvento, come Egli, il Cristo, avrebbe “bruciato” irresistibilmente il peccato che corrompe la nostra natura umana come fa il fuoco affinatore con l’oro e con l’argento e renderla così giusta e gradevole agli occhi di Dio. Non si tratta di teorie, come vediamo nella terza nostra lettura, dove l’apostolo Paolo ringrazia Dio per l’opera di trasformazione che Dio aveva iniziato a compiere nelle città dove egli aveva annunciato l’Evangelo. Anche noi siamo chiamati a liberarci da ogni impedimento che potrebbe tenerci lontano dal Signore e Salvatore Gesù Cristo. Abbiamo mai pensato chi sia colui che ce ne vorrebbe tener lontani e perché?
Musiche utilizzare in questo culto
- Wie Schoen Leuchted der Morgenstern, O Heiliger Geist, Kehr bei uns ein (J. S. Bach), Pfeiffler-Trompeten Konsort
- Lieti esultanti (I.C. 49) – Corale valdese
- Regna il Signore – Salmo 97 (Marco Frisina)
- Tutta la terra vedrà la salvezza del Signore (Antonio Parisi)
- Oracolo del Signore (Marco Frisina)
- Septimi Toni n. 2 – The Gabrieli Brass Ensamble