Domenica 3 Dicembre 2023, prima di Avvento
(Culto completo con predicazione, 39′ 28″) Raccomandato
(Solo predicazione, 23′ 21″)
Conoscete Sofia?
Conoscete la signora Sofia? È una donna davvero straordinaria! Sofia chi? – Mi chiederete. Come, non la conoscete? Santa Sofia! No… non mi sono convertito ai discutibili principi del Cattolicesimo romano o dell’Ortodossia orientale. Rimango un cristiano fieramente riformato! …e la Sofia alla quale mi riferisco …non è nemmeno la capitale della Bulgaria! Nella Bibbia, in versione greca, la sapienza di Dio, la sapienza santa, è rappresentata come Sofia, una donna, una donna saggia e santa che elargisce i suoi preziosi consigli alla gente assennata che è disposta a riceverli.
A Istanbul, l’antica città di Costantinopoli, esiste un maestoso edificio, ora moschea mussulmana, costruito nel 537 d. C. per essere una cattedrale cristiana e che porta il nome di Santa Sofia [1]. Non è dedicato ad una “santa” di nome Sofia, come si immaginerebbe, ma alla sapienza di Dio, in greco, appunto, Sophia, vale a dire la Sapienza santa – santa per distinguerla da quella profana, secolare. Mentre, infatti, nella filosofia greca, sophia indicava un sapere astratto superiore agli déi stessi, nella teologia ebraica e cristiana la sapienza è considerata un attributo di Dio, parte della Sua stessa essenza. La sapienza di Dio sono i criteri stessi della creazione, quelli che l’hanno generata e che costantemente la sostengono, quelli che si manifestano nel Suo governo retto e saggio dell’universo. Li chiamiamo “leggi naturali”, quelle che studia la ricerca scientifica, ma concordano con quelle rivelate nelle Sacre Scritture. È attraverso questa sapienza che Dio ha messo ordine al cosmo. Dato che non esiste nulla di superiore a Dio a cui pure Lui si debba sottomettere, la sapienza, come pure la logica, fa parte del Suo stesso essere. Interessante, poi, è proprio come la Sapienza sia rappresentata nella Bibbia non come un vecchio barbuto e saggio, come in certa iconografia posteriore, ma come sia personificata in una donna [2], una donna saggia. Questo la dice pure lunga sull’alta dignità della donna nella fede ebraica e cristiana originale.
Dio è Colui che fa bene ogni cosa con sapienza. Egli sa come far bene ogni cosa – ed è al Suo sapere, alle Sue leggi supreme, che noi, come Sue creature razionali, siamo chiamati ad attingere per potere pure noi far bene ogni cosa in ogni sfera della nostra vita. Ecco perché per noi: “Il principio della sapienza è il timore dell’Eterno, e conoscere il Santo è l’intelligenza” (Proverbi 9:10). Il timor di Dio è il fondamentale rispetto per Dio e l’ubbidienza fiduciosa che Gli è dovuta.
L’appello della sapienza
È così con la figura di una donna che la sapienza di Dio viene rappresentata. Ascoltiamo dunque il testo biblico che oggi vogliamo esaminare: Proverbi 1:20-33.
“La sapienza grida per le vie, fa udire la sua voce per le piazze; negli incroci affollati essa chiama, all’ingresso delle porte, in città, pronuncia i suoi discorsi: ‘Fino a quando, o ingenui, amerete l’ingenuità? Fino a quando gli schernitori prenderanno gusto a schernire e gli stolti avranno in odio la scienza? Volgetevi ad ascoltare la mia riprensione; ecco, io farò sgorgare su di voi il mio spirito, vi farò conoscere le mie parole. Ma poiché quando ho chiamato avete rifiutato di ascoltare, quando ho steso la mano nessun vi ha badato, anzi avete respinto ogni mio consiglio e della mia correzione non ne avete voluto sapere, anche io riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando lo spavento vi piomberà addosso; quando lo spavento vi piomberà addosso come una tempesta, quando la sventura vi investirà come un uragano, e vi cadranno addosso la distretta e l’angoscia. Allora mi chiameranno, ma io non risponderò; mi cercheranno con premura ma non mi troveranno. Poiché hanno odiato la scienza, non hanno scelto il timore dell’Eterno e non hanno voluto sapere dei miei consigli e hanno disprezzato ogni mia riprensione, si nutriranno del frutto della loro condotta, e saranno saziati dei loro propri consigli. Poiché lo sviamento degli insensati li uccide e la compiacenza degli stolti li fa morire; ma chi mi ascolta se ne starà al sicuro, vivrà tranquillo, senza paura di alcun male’” (Proverbi 1:20-33).
La rappresentazione letteraria della sapienza di Dio come una donna ricorre diverse volte nei primi nove capitoli di proverbi. Ad esempio: “Ha mandato fuori le sue ancelle; dall’alto dei luoghi elevati della città essa chiama: ‘Chi è sciocco venga qua!’. A quelli che sono privi di senno dice: ‘Venite, mangiate del mio pane e bevete del vino che ho preparato! Lasciate, o sciocchi, la stoltezza e vivrete, e camminate per la via dell’intelligenza!’ (Proverbi 9:3-6).
L’appello di Sofia
“La sapienza grida per le vie, fa udire la sua voce per le piazze; negli incroci affollati essa chiama, all’ingresso delle porte, in città, pronuncia i suoi discorsi” (20-21). Sofia fa il suo appello pubblicamente e si rivolge a tutti, ad alta voce, fuori, nelle piazze. Non si tratta di una conoscenza segreta, fatta solo per gli iniziati ad una sétta, religiosa o secolare che sia. I suoi principi non sono solo nemmeno quelli di una “religione privata” come il secolarismo dominante vorrebbe limitarla. Essa non può che essere altro che vissuta in una sfera pubblica. La sapienza di Dio non è nascosta, ma raggiunge tutti coloro che sono disposti ad ascoltare: “La sapienza non chiama forse? l’intelligenza non fa udire la sua voce? Essa sta in piedi in cima ai luoghi elevati, sulla strada, agli incroci; grida presso le porte della città, all’ingresso, sulla soglia delle porte: “’Chiamo voi, o uomini principali, e la mia voce si rivolge ai figli del popolo. Imparate, o semplici, l’accorgimento, e voi, stolti, diventate assennati!” (Proverbi 8:1-5). Gesù stesso dice: “Perciò tutto quel che avete detto nelle tenebre, sarà udito nella luce e quel che avete detto all’orecchio nelle stanze interne, sarà proclamato sui tetti” (Luca 12:3)
Chi ha bisogno di lei, la sapienza di Dio? “Fino a quando, o ingenui, amerete l’ingenuità? Fino a quando gli schernitori prenderanno gusto a schernire e gli stolti avranno in odio la scienza?” (22). Prima di tutto “i semplici”, i moralmente ingenui, facilmente influenzabili dagli altri. Poi gli schernitori, quelli che si dilettano nel loro disprezzo: i cinici e provocatori, inclini a ridicolizzare gli altri. Poi anche gli stolti, quelli che odiano la conoscenza, coloro che sono induriti al punto da odiare ciò che è buono. L’apostolo Paolo afferma: “Non comportatevi più come si comportano i pagani nella vanità dei loro pensieri, con l’intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a motivo dell’ignoranza che è in loro, a motivo dell’indurimento del loro cuore” (Efesini 4:17-19).
“Volgetevi ad ascoltare la mia riprensione; ecco, io farò sgorgare su di voi il mio spirito, vi farò conoscere le mie parole” (23). Quelle di Sofia, la sapienza di Dio, sono parole di riprensione, di rimprovero. Rispondere ai suoi avvertimenti vuol dire ravvedersi, pentirsi. La saggezza è pronta a perdonare e benedire coloro che aprono il loro cuore e la loro mente, proprio come Dio lo è per coloro che si pentono e si convertono al Signore e Salvatore Gesù Cristo: “Ravvedetevi dunque e convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati” (Atti 3:19). L’appello di Sofia manifesta chiaramente la grazia di Dio, affinché tutti ascoltino la sua chiamata alla saggezza. A coloro che sono coinvolti in vari gradi di durezza di cuore viene così data l’opportunità di ravvedersi. Ma tali opportunità non durano per sempre! Così ora leggiamo degli avvertimenti di Sofia.
L’avvertimento di Sofia
“Ma poiché quando ho chiamato avete rifiutato di ascoltare, quando ho steso la mano nessun vi ha badato, anzi avete respinto ogni mio consiglio e della mia correzione non ne avete voluto sapere” (24-25). La sapienza di Dio fa pubblico appello alle persone di buon senso di accoglierla e di metterla a buon frutto. C’è però chi rifiuta la sua chiamata, chi ignora la sua mano tesa, chi disdegna il suo consiglio, chi al suo rimprovero persino “si offende” e si inorgoglisce sempre di più. Questo riguarda anche talvolta chi fa parte del popolo di Dio, come quando l’antico Israele rigettava i suoi profeti: “L’Eterno, l’Iddio dei loro padri, mandò loro a più riprese degli ammonimenti, per mezzo dei suoi messaggeri, poiché voleva risparmiare il suo popolo e la sua propria casa: ma quelli si beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole e derisero i suoi profeti, finché l’ira dell’Eterno contro il suo popolo arrivò al punto che non ci fu più rimedio” (2 Cronache 36:15-16).
Saremo noi come coloro che rifiutano di prestare ascolto alla saggezza e agli avvertimenti del Signore? La lettera agli Ebrei dice ad un certo punto, riferendosi al Cristo: “Guardate di non rifiutare colui che parla, perché se quelli non scamparono quando rifiutarono colui che rivelava loro in terra la sua volontà, molto meno scamperemo noi se voltiamo le spalle a colui che parla dal cielo” (Ebrei 12:25).
Il tempo della “pazienza di Dio” e della Sua grazia non è illimitato. O lo cogliamo quando c’è “una finestra aperta”, oppure, come dicono i versetti successivi del nostro testo: “…anche io riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando lo spavento vi piomberà addosso; quando lo spavento vi piomberà addosso come una tempesta, quando la sventura vi investirà come un uragano, e vi cadranno addosso la distretta e l’angoscia. Allora mi chiameranno, ma io non risponderò; mi cercheranno con premura ma non mi troveranno. Poiché hanno odiato la scienza, non hanno scelto il timore dell’Eterno e non hanno voluto sapere dei miei consigli e hanno disprezzato ogni mia riprensione” (26-30). Proprio così, la sapienza di Dio impersonata da questa saggia donna riderà e ci deriderà quando terrore e distruzione arriveranno come una tempesta. Nonostante le loro grida di aiuto, verrà il momento in cui sarà troppo tardi, come al tempo di Noè e del diluvio. Perché? Perché odiavano la conoscenza della volontà di Dio, della Sua grazia e del Suo perdono quando ne avevano l’opportunità. Non avevano scelto il timore del Signore (il principio della saggezza). Avevano rifiutato il suo consiglio e disprezzato il suo rimprovero. Attraverso il profeta Isaia, Dio ancora dice: “Cercate l’Eterno mentre lo si può trovare; invocatelo mentre è vicino. Lasci l’empio la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri: si converta all’Eterno che avrà pietà di lui e al nostro Dio che perdona abbondantemente” (Isaia 55:6-7). La saggezza è quando viene offerta, non quando è troppo tardi!
È così che “… si nutriranno del frutto della loro condotta, e saranno saziati dei loro propri consigli” (31). Ogni condotta comporta conseguenze, così sono per le conseguenze della follia – follia che, in questo caso, non è una malattia mentale, ma una consapevole decisione etica. Ne mangeranno il frutto a modo loro: soddisfatti delle loro fantasie dovranno riconoscerle tali a loro stessa vergogna. Non così per coloro che ricevono umilmente la sapienza di Dio. Allora: “Non temerai gli spaventi improvvisi, né la rovina degli empi, quando verrà; perché l’Eterno sarà la tua sicurezza e preserverà il tuo piede da ogni insidia” (Proverbi 3:25-26). Già, troppe persone aspettano finché non è troppo tardi per fare ciò che è bene agli occhi di Dio e sarebbe di nostro vero vantaggio. Per beneficiare del valore della saggezza dobbiamo imparare da lei finché siamo ancora in tempo.
Il sommario di Sofia
Infine, consideriamo come Sofia riassume la questione. “Poiché lo sviamento degli insensati li uccide, la compiacenza degli stolti li fa morire” (32). Gli insensati e gli stolti, per quanto furbi possano pensare di essere, disdegnando la sapienza di Dio, la vera saggezza che Dio ha da offrire, causeranno la loro stessa rovina. Hanno permesso che la loro compiacenza (per quanto riguarda la saggezza) li distruggesse. Questa è la loro vera ingenuità, perché non si rendono conto con chi hanno a che fare, cioè con l’Onnipotente Dio che non si può credere di poter sfidare. Alla fine anche Satana stesso, le forze spirituali della malvagità, saranno schiacciate nonostante tutta la loro arroganza.
Sicurezza e protezione sono per chi si dispone ad ascoltare seriamente Sofia: “…ma chi mi ascolta se ne starà al sicuro, vivrà tranquillo, senza paura di alcun male” (33). Chi dunque è disposto ad ascoltare la sapienza di Dio contenuta nella Sua Parola ed incarnata nel Signore e Salvatore Gesù Cristo?
Al capitolo 3 di Proverbi troviamo scritto: “Figlio mio, queste cose non si allontanino mai dai tuoi occhi! Conserva la saggezza e la riflessione! Esse saranno la vita della tua anima e un ornamento al tuo collo. Allora camminerai sicuro per la tua via, e il tuo piede non inciamperà. Quando ti coricherai non avrai paura; riposerai, e il sonno tuo sarà dolce. Non temerai gli spaventi improvvisi, né la rovina degli empi, quando verrà; perché l’Eterno sarà la tua sicurezza e preserverà il tuo piede da ogni insidia” (Proverbi 3:21-26). Sofia ha dei “figli”. Lo siamo noi? Siamo disposti ad ascoltare e prestare attenzione alla saggezza che Dio ci offre?
Conclusione
Dalla signora “Sofia” apprendiamo così che la saggezza è molto simile alla grazia di Dio dataci nel Signore e Salvatore Gesù Cristo. L’opportunità di ottenerla non durerà per sempre. Verrà il momento in cui sarà troppo tardi. “Oggi” è il giorno per imparare la saggezza da Dio, come oggi è il giorno della salvezza. Come scrive l’apostolo Paolo: “Come collaboratori di Dio, vi esortiamo a non ricevere la grazia di Dio invano, poiché egli dice: ‘Ti ho esaudito nel tempo favorevole, e ti ho soccorso nel giorno della salvezza’. Eccolo ora il tempo favorevole; eccolo ora il giorno della salvezza!” (2 Corinzi 6:1-2).
Fra chi ci troveremo? Fra gli ingenui e gli stolti oppure fra coloro che sono disposti ad ascoltare la saggezza di Dio contenuta nella Sua Parola? Il modo in cui rispondiamo a “Sofia” rivela il nostro vero carattere e il nostro fine ultimo… Proverbi ci dice: “Fino a quando, o ingenui, amerete l’ingenuità? Fino a quando gli schernitori prenderanno gusto a schernire e gli stolti avranno in odio la scienza? Volgetevi ad ascoltare la mia riprensione; ecco, io farò sgorgare su di voi il mio spirito, vi farò conoscere le mie parole” (Proverbi 1:22-23).