La nostra vera guerra (Efesini 6:10-20)

Domenica 22 Agosto 2021 – Tredicesima domenica dopo Pentecoste

Guerre sono una costante della storia dell’umanità. Tutto è sempre stato un conflitto fra concorrenti ambizioni di potere ora dell’uno ora dell’altro. La vera guerra da combattere non è però contro “carne e sangue”, ma contro il peccato che risiede nel cuore umano e contro le forze spirituali della malvagità che se ne avvantaggiano. Se non si risolve questo ogni altra azione contro il male sarà solo un temporaneo contenimento del male. Il testo biblico in evidenza questa domenica cambia le prospettive comuni sulla realtà.

La guerra è una costante della storia di questo mondo: una costante lotta di potere tra gruppi e fazioni le più diverse. C’è – evidentemente – chi parla di pace e della necessità di vivere in pace. Spesso, però, non si tratta che di parole: parole gettate al vento, ingenue, sovente ipocrite. Perché tutto questo? Ce lo dice chiaramente la Parola di Dio dice: “Donde vengono le guerre e le contese fra voi? Non è egli da questo: cioè dalle vostre voluttà che guerreggiano nelle vostre membra? Voi bramate e non avete; voi uccidete ed invidiate e non potete ottenere; voi contendete e guerreggiate…” (Giacomo 4:1-3). Si, le guerre (piccole o grandi che siano) derivano da ciò che la Bibbia chiama peccato: una radicata e colpevole disfunzione della vita umana. Finché le cose staranno così, le guerre saranno inevitabili. Inutile illudersi. 

La guerra è inevitabile anche da un altro punto di vista. C’è un’altra guerra in corso, una buona guerra: quella che Dio ha ingaggiato e nella quale Egli vuole che i Suoi siano impegnati: la guerra contro il male, contro il peccato, contro le tenebre di  questo mondo. Dio non assiste rassegnato ed impotente al trionfo del male. La guerra di Dio contro il male culmina proprio nel Signore e Salvatore Gesù Cristo. Egli riporterà vittoria completa quando quest’opera verrà perfettamente compiuta. E’ simile a quella della medicina ha ingaggiato contro la malattia, la lotta per la giustizia, la lotta contro la miseria, la lotta contro l’oppressione ed i soprusi, contro la violenza e contro la morte. E’ una guerra che bisogna combattere: non possiamo stare solo a guardare “in attesa”. Essa è la guerra per il ristabilimento “della legge e dell’ordine” quelli di Dio, il solo in cui tutto sia in armonia.

In questo senso è impossibile essere neutrali. Noi vorremmo un mondo privo di lotte e di guerre: è una giusta aspirazione. Anche a livello personale diciamo di volercene “stare in pace”, e per questo rifuggiamo  magari dalle polemiche, dalle dispute, dalla discussioni, dal prendere posizione… Non possiamo tirarci fuori dalle guerra in corso, perché la nostra “pace” non sarebbe che illusoria. E’ inevitabile prendere posizione. La neutralità non è possibile: o da una parte o dall’altra! Anche Gesù disse: “Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde” (Luca 11:23). Chi non prende posizione, di fatto sta da quella dei  “dominatori di questo mondo di tenebre”, cioè dalla parte di chi ora ha momentaneamente il  potere. Stare dalla parte di chi domina di volta in volta questo mondo potrà forse darci un’illusione di pace e di sicurezza,  ma fino a quando ed a che prezzo? Fintanto che non verrà compiutamente il regno di Dio nessuno potrà pensare di “starsene in  pace”, perché una battaglia sta infuriando. Non abbiamo altra scelta che combattere: stare dalla parte di Dio, nei termini e con gli strumenti che Dio ha  stabilito.

Non è possibile nemmeno dividere chiaramente in blocchi contrapposti la realtà di questo mondo come se il male fosse solo da una parte ed il bene solo dall’altra. Ciò che il mondo definisce bene e male spesso porta fuori strada. Dobbiamo guardare le cose dalla prospettiva del Signore e Salvatore Gesù Cristo, dalla sapienza biblica. La neutralità, però, non è possibile. Dobbiamo combattere con discernimento, con spirito critico, discernere chi è il vero nemico.

L’armatura del cristiano

E’ qui che subentra il testo – molto illuminante – della Parola di Dio sul quale oggi riflettiamo. La Parola di Dio qui – e non solo qui – è molto realistica sul fatto che “siamo in guerra”, ci indica il vero nemico da combattere, come pure le armi adatte per difenderci da esso e contrastarlo efficacemente. Leggiamo dalla lettera ai cristiani di Efeso, capitolo 6:

“Del rimanente, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua possanza. Rivestitevi della completa armatura di Dio, onde possiate star saldi contro le insidie del diavolo; poiché il combattimento nostro non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono ne’ luoghi celesti. Perciò, prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e dopo aver compiuto tutto il dover vostro, restare in piè. State dunque saldi, avendo presa la verità a cintura dei fianchi, essendovi rivestiti della corazza della giustizia  e calzati i piedi della prontezza che dà l’Evangelo della pace; prendendo oltre a tutto ciò lo scudo della fede, col quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno. Prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la Parola di Dio; orando in ogni tempo, per lo Spirito, con ogni sorta di preghiere e di supplicazioni; ed a questo vegliando con ogni perseveranza e supplicazione per tutti i santi, ed anche per me, acciocché mi sia dato di parlare apertamente per far conoscere con franchezza il mistero dell’Evangelo,  per il quale io sono ambasciatore in catena; affinché io l’annunzî francamente, come convien ch’io ne parli” (Efesini 6:10-20).

In primo luogo notiamo come l’Apostolo dia per scontato come noi si sia di fatto in guerra “il nostro combattimento” (12 a). Qui – come pure in altri testi della Parola di Dio – non si parla della necessità del cristiano di “essere neutrale” o di “tirarsi fuori” dalla mischia. C’è un combattimento da combattere: chi pensa di starsene fuori non solo si dimostra vigliacco, ma di fatto è un traditore perché non opponendosi al male, gli lascia spazio e libertà. La Parola di Dio dice: “Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele” (Efesini 5:11). L’Apostolo afferma che dobbiamo mettere “le nostre membra” a disposizione della giustizia di Dio (Romani 6:13). Sul dovere di resistenza attiva al male l’apostolo Pietro scrive: “Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, gira come un leone ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli stando fermi nella fede” (1 Pietro 5:8,9).

In secondo luogo il nostro testo ci dice chi sia il nostro vero nemico che dobbiamo combattere: “il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti” (12). Molti oggi “sbagliano nemico”, colpiscono obiettivi non rilevanti: per questo le loro “guerre contro il male” sono inutili e prive di risultati. Sembrano l’ardito Don Chisciotte che combatte …dei mulini a vento credendoli veri nemici. Il male va combattuto, ma esso non è identificabile in esseri umani specifici, come se fosse possibile …liberare il mondo dai “cattivi” e saremmo finalmente in pace! Questa è un’illusione. Il nostro vero nemico sono le forze spirituali della malvagità. E’ vero che ci sono stati e ci sono molti nemici del bene che sono stati combattuti con piena ragione ma non dobbiamo pensare che distrutti questi il problema sia risolto! Vi sono state guerre contro regimi tirannici. Sono stati sconfitti. Ma questi fenomeni ritornano in ogni parte del mondo ed in ogni tempo. Bisogna, certo, identificare i criminali, perseguirli e portarli davanti ai tribunali per fare giustizia, ma  non bisogna illudersi di aver risolto così il problema. 

L’apostolo Paolo dice agli israeliti dopo aver fatto un lungo elenco di peccati tipici dei pagani:  “Perciò, o uomo, chiunque tu sia che giudichi, sei inescusabile; perché nel giudicare gli altri condanni te stesso; infatti tu che giudichi, fai le stesse cose. Ora noi sappiamo che il giudizio di Dio su quelli che fanno tali cose è conforme a verità” (Romani 2). Inoltre: “…abbiamo già dimostrato che tutti  (…) sono sottomessi al peccato, com’è scritto: Non c’è nessun giusto, neppure  uno. (…) Tutti si sono sviati, tutti  quanti si sono corrotti. Non c’è nessuno che pratichi la bontà, no, neppure uno (…) …affinché sia  chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio” (Romani 3:10 ss). Il peccato nel cuore dell’essere umano ed è lì che va colpito. Il Signore e Salvatore Gesù Cristo è venuto proprio operare nel cuore umano e sanarlo. Ecco perché la Persona e l’opera di Cristo è così preziosa ed unica.

Ma c’è di più: il male nel cuore dell’uomo è attizzato dalle forze spirituali della malvagità. Per questo la nostra guerra non deve essere rivolta verso creature umane, ma contro forze spirituali che se ne avvalgono e che le manipolano. Per contrastare le forze spirituali della malvagità bisogna usare armi spirituali. Talvolta l’uso della forza possa essere giustificabile per porre freno alla  malvagità come quando l’apostolo dice che “il magistrato non porta la spada invano”. Si tratta però solo di “un contenimento” temporaneo del male. Guardatevi da coloro che ridono di Satana e lo negano: sono i suoi migliori alleati! L’Apostolo dice: “il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne ma contro i  principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze  spirituali della malvagità, che sono nei luoghi”. Faremmo meglio a prendere sul serio il Signore Gesù Cristo che parlava di Satana come di un autentico e subdolo nemico. Ai servi di Satana che gli si opponevano Gesù diceva: “Voi siete figli del diavolo, ch’è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c’è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna” (Giovanni 8:44). Contro le forze spirituali della malvagità Dio e il suo popolo impegnano ogni energia, e questa guerra avrà successo.

Le armi più adatte

Di fronte alla potenza del peccato e di Satana che miete innumerevoli vittime, non siamo lasciati impotenti ed alle nostre risorse. E’ necessario usare le armi più appropriate, e sono quelle che fanno parte di “un’armatura spirituale” quanto mai necessaria sia per difenderci, sia per attaccare. Ferro e fuoco nulla possono contro le forze spirituali della malvagità. Le armi e la strategia di Gesù sono diverse. Davanti a Pilato che Lo interroga, Gesù dice: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori combatterebbero perché io non fossi dato nelle mani dei Giudei; ma ora il mio regno non è di qui» (Giovanni 18:36).

Ecco perché il nostro testo biblico dice: “Fortificatevi nel Signore” (10 a), perché le armi di cui avete bisogno sono diverse da quelle di questo mondo. Indossate “la completa armatura di Dio, affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo” (11). Stare saldi, resistere, restare in piedi e combattere. Il vero cristiano è attivo e militante nei termini che Dio ha prescritto.

La verità “per cintura dei vostri fianchi” (14 a). La cintura di cuoio che il soldato romano portava ai fianchi sosteneva e proteggeva l’addome, teneva fissa la tunica e sosteneva la sua spada. L’Apostolo qui sembra avere in mente la fiducia che proviene dalla veracità e certezza della Parola di Dio. La verità della Parola di Dio, regola unica della fede e della condotta, era la bandiera del Protestantesimo autentico che così intendeva vivere e praticare ciò che è vero e giusto agli occhi di Dio e che si opponeva con forza contro ogni propagatore di menzogne. La menzogna e l’inganno oggi sono all’ordine del giorno, ma non sfugga che la menzogna è la caratteristica principale di Satana e di chi lo serve! Vivere e proclamare con coraggio la verità rivelata di Dio è potenza invincibile!

La giustizia come “corazza” di cui dobbiamo rivestirci (14 b). I credenti sono protetti dalla giustizia di Cristo che viene loro imputata. Essi sono accettabili agli occhi di Dio non sulla base delle proprie opere, ma sulla base di ciò che Cristo ha conseguito e che essi – per grazia – hanno fatto proprio. Con la corazza della giustizia i cristiani possono resistere contro le accuse loro rivolte. Allo stesso tempo l’Apostolo vede i cristiani che assumono su sé stessi e in sé stessi il carattere di rettitudine che era proprio di Cristo e, crescendo moralmente e spiritualmente alla Sua immagine, questo dà loro fiducia nel resistere alle tentazioni. 

Lo zelo evangelistico “mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace” (15). Qui l’Apostolo parla del coraggio nella proclamazione dell’Evangelo di Gesù Cristo. Non si tratta del messaggero a piedi scalzi che annuncia nel mondo l’Evangelo. 

L’immagine qui è dei forti e resistenti sandali di cuoio del militare romano che gli danno stabilità e protezione nella battaglia. E’ ironico qui che “il vangelo della pace” metta in grado il cristiano di fare guerra al male, perché la pace autentica non è risultato di insipida passività, ma di poderoso annuncio della verità. Qui il coraggio degli uomini e delle donne che al tempo della Riforma, ma non solo, hanno annunciato l’Evangelo di Cristo senza lasciarsi spaventare dalla derisione, dalla persecuzione, dalla tortura e dalla morte!

La fede come scudo “con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno” (16). Lo scudo romano era abbastanza grande da coprire l’intero corpo. Era fatto di legno,  coperto di pelle e legato con ferro in alto e in basso. Se veniva intriso d’acqua prima della  battaglia, esso poteva spegnere i dardi infuocati che erano stati intrisi di pece ed infiammati.  La fiducia nella vittoria, anzi, la ferma certezza della vittoria che Cristo promette e garantisce, è un’arma potente che rende decisi e determinati. Che differenza dal disfattismo e timidità di molti cristiani oggi!

La salvezza da indossare come un elmo. Per Paolo la salvezza è un’esperienza da fare sin dall’oggi, come pure essa è una futura speranza. La base ultima per cui il credente può stare saldo è la fedeltà di Dio che completerà senza alcun dubbio ciò che nella sua vita egli ha iniziato a fare. Ai suoi discepoli minacciati fisicamente dai loro nemici Gesù diceva: “E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può far perire l’anima e il corpo nella geenna” (Matteo 10:28).

La Parola di Dio come “spada dello Spirito”(17). Questa è l’unica arma offensiva che l’apostolo menzioni nell’arsenale del credente. Essa è paragonata alla spada romana, corta e disegnata per il combattimento diretto. Gesù stesso usa la verità della Parola ispirata da Dio nelle Scritture come arma contro le tentazioni di Satana e contro le menzogne degli avversari. La Bibbia paragona la Parola di Dio come una spada a doppio taglio: “Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore” (Ebrei 4:12). La Parola di Dio, infatti, è “utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia” (2 Timoteo 3:16): è efficacissima.

La preghiera come l’arma più potente (18). Non c’è arma migliore, infine, per combattere Satana che la preghiera. Paolo esorta i suoi lettori a pregare, perché le forze spirituali della malvagità possono essere combattute con armi spirituali. Satana teme un cristiano che liberi nella preghiera le forze spirituali del bene. La preghiera ha potuto e può, infatti, strappare persino i servitori di Satana più malvagi alla sua influenza, convertirli e portarli al servizio di Dio, come forse anche lo stesso Paolo, per il quale qualcuno aveva pregato e che era stato trasformato da bestemmiatore empio e violento, persecutore dei cristiani, nel primo apostolo  dell’Evangelo. Non è forse anche solo questa prova della potenza della preghiera?

Conclusione

Per concludere: la teologia cristiana usa due termini per definire la Chiesa. In primo luogo  parla del popolo di Dio in terra come “la Chiesa militante” (non la “chiesa pacifista”, che si tira indietro quando c’è da combattere dichiarando la propria “neutralità”); in secondo luogo  parla dei redenti in cielo come de “la Chiesa trionfante” (non della chiesa sconfitta e fallimentare). E’ strano il parallelo con tanta “chiesa” della nostra generazione, fallimentare… Evidentemente c’è …qualcosa che non va in tanti “cristiani” della nostra generazione che vogliono solo “starsene in pace”, “coltivare la pace del proprio cuore” disinteressandosi di ciò che avviene nel mondo, cose che “non interessano loro” e di cui “non vogliono neanche sentire parlare” perché …li turberebbe; oppure in quei cristiani che si accodano alle ideologie di questo mondo. Sorprende che siano così deboli?

Siamo dunque realisti: c’è una guerra da combattere, con Dio e con tutti coloro che Gli appartengono, contro il male. Ritirarci non ci servirà a nulla. Il cristiano è militante, militante con Cristo ed in linea con i criteri e gli obiettivi di Cristo. Molti cristiani, nel corso della storia, hanno preso in mano ed usato armi d’acciaio. Nel farlo hanno contraddetto Colui che chiamavano loro Signore. Altri cristiani hanno combattuto il peccato e le forze spirituali della malvagità senza spargere sangue e distruggere carne e sono stati vittoriosi, nonostante ogni apparenza. Se saremo coerenti con Cristo con Lui trionferemo. Il cristiano può dire con Giobbe: “il trionfo dei malvagi è breve; la gioia degli empi non dura che un istante” (Giobbe 20:5).

(Paolo Castellina, riduzione di una mia predicazione del 4 novembre 2001).

Letture bibliche:

Salmo 84; 1Re 8:1,6,10-11, 22-30; Efesini 6:10-20; Giovanni 6:56-69

Introduzione alle letture bibliche di questa domenica

Le grandi cattedrali sono diventate oggi un’attrazione per chiassosi  turisti che spesso non hanno idea alcuna di che cosa stanno fotografando. Grazie a Dio, spesso chi le gestisce provvede nel loro interno una cappella separata dove si può entrare e, nel silenzio e nella penombra, raccogliersi in preghiera per cercare la presenza di Dio. 

Il tempio di Gerusalemme era davvero un luogo speciale per il popolo di Dio. Era il luogo per eccellenza dove Dio aveva scelto di incontrarsi con i Suoi. Il Salmo 84 esprime i sentimenti del credente che in un tale luogo incontra Dio. Nella seconda lettura troviamo una parte della preghiera di inaugurazione pronunciata dal Re Salomone che finalmente vede così il compimento delle promesse fatte da Dio a suo padre Davide. 

Il tempio non può però essere la garanzia della presenza di Dio. Verrà un giorno distrutto dai nemici di Israele: i profeti vedono in quell’avvenimento il giudizio di Dio per i peccati e la presunzione del popolo di Dio e dei suoi leader.

C’è infatti una guerra di carattere spirituale in cui ingaggiarsi contro la forze del male che agiscono in noi e intorno a noi in questo mondo. Questa è l’unica guerra che dobbiamo combattere: i nostri nemici sono di carattere spirituale. Per combattere questa guerra il Signore ce ne fornisce le armi: sono quelle di cui parla la terza lettura di oggi. Sono armi speciali ed efficaci.

La quarta lettura, quella del vangelo, partendo dall’incomprensione per le realtà di cui Gesù parla di diversi suoi discepoli, che abbandonano lui ed il movimento cristiano, ci indica come sia essenziale acquisire una prospettiva del tutto nuova sulla realtà, la sua. Essa non può che subentrare in noi che attraverso la conversione: il ravvedimento e la fede in Gesù. La confessione di fede di Pietro che termina questa lettura ne è per noi il chiaro segnale indicatore. Essa ci permetterà non solo di fare astrazione dai templi di pietra di questo mondo, ma di vedere in Lui, in Gesù, il solo “luogo” dove Dio si rivela.

Musiche utilizzate nel culto

  • I Sing the Mighty Power of God (Isaac Watts), The Coventry Singers.
  • May the Mind of Christ My Saviour, The Scottish Festival Singers.
  • Lottiam lottiam con Cristo (trad.)
  • Oh Worship the King, Grimethorpe Colliery Band
  • Oh God Our Help in Ages Past, Grimethorpe Colliery Band