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Lei non sa chi sono io! (Marco 8:27-30)
“Tu non sai chi sono io!” (arrogante malcostume italico): lo aveva detto il governatore romano Pilato a Gesù che si rifiutava di rispondere alle sue domande: “Non mi parli? Non sai che ho potestà di liberarti e potestà di crocifiggerti?” ma “Gesù gli rispose: ‘Tu non avresti potestà alcuna contro di me, se ciò non ti fosse stato dato da alto; perciò chi m’ha dato nelle tue mani, ha maggior colpa’. Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridavano, dicendo: ‘Se liberi costui, non sei amico di Cesare. Chiunque si fa re, si oppone a Cesare’” (Giovanni 19:10-12). Ecco un vero e proprio gioco e scontro di poteri.
Gesù, però, non aveva mai vantato la Sua identità e potere: la dimostrava con l’autorevolezza della Sua Parola e l’efficacia benefica delle Sue opere – e sicuramente mai si imponeva con le minacce. Egli lasciava che la Sua divina identità fossero soprattutto i Suoi discepoli a coglierla per intuizione ed ispirazione divina.