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Crisi epocali e apocalittica
Crisi epocali e apocalittica In concomitanza con ogni maggiore crisi storica di questo mondo (sembra che ce ne sia una o due ogni secolo) aumenta […]
Crisi epocali e apocalittica In concomitanza con ogni maggiore crisi storica di questo mondo (sembra che ce ne sia una o due ogni secolo) aumenta […]
Una persona anziana considera stoicamente il prossimo termine della sua vita e, senza più ambizioni, considera ciò che ha realizzato nella sua vita sia in bene che in male. “Non è più tempo di fare progetti per sé”, pensa sconsolato. Per il personaggio biblico di Abramo, però si può dire che la sua vita, quella più significativa, inizi a 75 anni. Per Dio l’età di una persona non conta se questa si mette con fiducia nelle Sue mani intenzionata a realizzare i Suoi propositi. Farlo non può che scaturire in abbondanti benedizioni per sé e per gli altri. Lo vediamo oggi considerando il testo biblico di Genesi 12:1-4, la vocazione di Abramo.
Oggi viviamo più che mai nell’epoca dell’apparire, dell’apparenza ingannevole. L’industria cinematografica e lelevisiva è maestra in quest’ambito. Non tutto ciò che “appare”, però, è quello che sembra, sia in positivo che in negativo. C’è però anche chi appare insignificante, umile, di poco conto e valore, chi “non attira gli sguardi”, che “non fa chiasso” ma che, ciononostante, nasconde è una persona che varrebbe la pena di considerarla e ascoltarla perché portatrice di valori importanti e bellezza interiore, ciò che più conta nella vita. Solo “pochi intenditori” se ne rendono conto, non le persone superficiali che badano all’apparenza e che quindi, si fanno facilmente manipolare. E’ ciò che accade, nel testo biblico che oggi consideriamo, nell’episodio evangelico della Trasfigurazione ch e consideraiamo oggi.
È assolutamente indispensabile mantenere uno spirito critico quando, sentendo delle notizie, ci vengono presentati dei fatti. Non bisogna prendere tutto “per oro colato” perché le cose potrebbero stare in modo diverso da quello che ci viene proposto. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio – si dice. Bisogna verificare. Giovanni Battista aveva proclamato Gesù di Nazareth come l’atteso Messia. Ancora, però, più tardi nel ministero di Gesù, avrebbe voluto ulteriori verifiche. Quali criteri egli aveva usato per farlo? E quali criteri Gesù stesso aveva indicato per confermarlo? Lo vediamo nel testo di Matteo 11:2-11 che esaminiamo quest’oggi. Si tratta di ottimi criteri utili pure per valutare le altre notizie che udiamo!
In genere oggi si pensa che una fra le missioni più importanti della fede cristiana sia quella di promuovere la pace fra le nazioni e fra le persone. Per pace si intende generalmente “assenza di conflitti” e vi sono oggi comunità cristiane che espongono la bandiera arcobaleno della pace nel loro locale di culto o al suo esterno per segnalare come promuovere la pace sia per loro uno dei valori più importanti. C’è però un significativo testo dei vangeli che sembra platealmente contraddire tutto questo tanto da risultare persino imbarazzante. Potremmo dire che in esso Gesù definisca la Sua missione non tanto come “pompiere”, ma come “incendiario”. Si tratta di Luca 12:49-56 ed è quello che esamineremo oggi.
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