Da sempre, in ogni cultura, coloro che occupano nella società un ruolo di particolare importanza, si distinguono dall’abito che portano, diverso da quello comune, particolarmente in occasioni cerimoniali. Le Sacre Scritture ebraiche si dilungano molto nello spiegare il simbolismo dell’abito dei sacerdoti d’Israele prescritto per lo svolgimento delle loro funzioni. A tutto questo, però, era estraneo il movimento cristiano originale che, essenzialmente laico, non solo non occupava posizioni di potere politico o religioso secondo i canoni di questo mondo, ma, come è evidente dall’insegnamento di Gesù e dei Suoi apostoli, portava avanti una serrata critica degli abusi operati dalle istituzioni. Troviamo questo nel testo dei vangeli che esaminiamo quest’oggi, dove Gesù colpisce l’ostentazione e l’ipocrisia dell’élite religiosa e politica del Suo tempo. Pavoneggiandosi con abiti e comportamenti non ordinari, con la loro ipocrisia si rendevano in gran parte colpevoli di gravi e sfrontate ingiustizie. Gesù li contrappone all’esempio di persone umili e sincere come la povera vedova che compare nella seconda parte di questo racconto, che i primi avrebbero non solo disprezzato, ma sfruttato senza scrupolo.