Il re è nudo (Filippesi 2:5-11)

23 Marzo 2021 Paolo Castellina 0

In questa settimana prima della Pasqua, chiamata tradizionalmente “la settimana santa” o “di Passione”, commemoriamo le sofferenze redentrici e la morte del Salvatore Gesù Cristo. Lo facciamo con due testi profetici dell’Antico Testamento che ne parlano, come pure con l’antica confessione di fede in forma poetica che l’apostolo Paolo propone nella sua lettera ai Filippesi. Lasceremo, infine, che il racconto della Passione di Cristo secondo Marco ci parli da sé stesso e ci trasmetta tutto l’orrore di ciò che avviene al Salvatore Gesù Cristo . Ne risalterà come esso sia non solo la conseguenza dei nostri peccati, ma anche lo strumento stesso che Dio usa per realizzare la nostra salvezza da essi. Come è stato osservato, i vangeli sono il racconto delle sofferenze e morte di Gesù con una lunga introduzione ed il glorioso finale: la risurrezione – da cui l’importanza centrale che questi avvenimenti hanno per la nostra fede. Prepariamoci a questo nostro momento di culto.

Quali sono le vostre aspirazioni? (Giovanni 12:20-33)

14 Marzo 2021 Paolo Castellina 0

Quali sono le vostre aspirazioni nella vita? La prima legittima aspirazione per tutti è quella di vedersi garantita la soddisfazione dei propri bisogni primari come i mezzi di sussistenza (cibo, vestiti, casa, lavoro, salute, buoni rapporti con gli altri, libertà, ecc.). Nella vita, però, questo non basta, anche se, per molti, aspirare a qualcosa di più che soddisfare ai propri bisogni primari “è un lusso”. Quel “di più” nella vita non è un optional. Vi sono cose altrettanto importanti delle cose materiali, se non più importanti. A capovolgere questo concetto è il Salvatore Gesù Cristo, che: “Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in più” (Luca 12:31).

Bisogna che egli sia innalzato (Giovanni 3:14-21)

9 Marzo 2021 Paolo Castellina 0

In molti locali di culto di chiese evangeliche, in alto, di fronte a tutti, vi è la scritta: “Noi predichiamo Cristo crocifisso”. Più comunemente, nella maggior parte delle chiese, pure troneggia il simbolo di una croce, che proclama lo stesso messaggio. Una croce è pure comunemente innalzata sulla sommità di campanili e tetti di edifici ecclesiastici. Innalzare la croce di Cristo rimane a tutt’oggi, per il mondo, “scandalo e follia”. Nei regimi dittatoriali, il simbolo della croce viene sistematicamente abbattuto: lì nulla in alcun modo deve sfidare l’autorità suprema dello stato e di chi lo guida. Una croce innalzata non viene spesso tollerata, con vari pretesti, neppure in paesi “liberali” dove il laicismo viene imposto con la forza. I cristiani, però, insistono a innalzare il Signore e Salvatore Gesù Cristo non solo “nel loro cuore”, ma anche pubblicamente. Farlo, per loro, è un dovere indiscutibile. Perché? Perché “bisogna” che Egli sia innalzato e non c’è nessuna conclamata “correttezza politica” che ce lo possa impedire. Questa necessità è espressamente prescritta nel vangelo secondo Giovanni al capitolo 3 dal versetto 14 al 21. Ascoltate:

La necessità di cambiare il nostro modo di pensare (Marco 8:31-38)

22 Febbraio 2021 Paolo Castellina 0

In un articolo dal titolo: “Leggere le parole non significa capirle” dell’Accademia degli Uniti [1] si parla di come gran parte della nostra popolazione oggi sia analfabeta funzionale cioè: benché sappia leggere e scrivere (1) non comprende il senso di un testo; (2) non sappia costruire analisi articolate, e (3) che paragoni il mondo solo alle sue esperienze dirette. Paradossalmente, questo è il risultato dell’istruzione scolastica pubblica, usata da chi domina la nostra società per plasmare in un certo modo la mente delle persone. I “pre-giudizi” così formati era pure ciò contro il quale doveva combattere nella società del suo tempo, lo stesso Gesù quando si occupava della formazione dei Suoi discepoli. Ritroviamo questo nel testo del vangelo secondo Marco sul quale riflettiamo oggi: Marco 8:31-38.