Degni di avere parte al mondo a venire (Luca 20:27-38)
Due tendenze divergenti si sono sempre manifestate nelle chiese cristiane. Una la si potrebbe chiamare “ultramondana”, vale a dire la fede cristiana intesa esclusivamente come “salvezza dell’anima”, quella focalizzata nell’aldilà come unica realtà che realmente importi e verso il quale impegnarsi. L’altra tendenza è quella “intramondana”, che vede la rilevanza della fede cristiana solo nella trasformazione, nella “salvezza”, di questo mondo intesa come miglioramento delle condizioni di vita di singoli e della società. Di fatto nelle Sacre Scritture vi è equilibrio e integrazione fra ogni aspetto della realtà, spirituale e materiale, presente e futuro. Gesù operava nel presente, ma teneva sempre in considerazione “il dopo”, “l’oltre”, e lo faceva parlando della risurrezione, Sua e dei Suoi. Anche allora Egli veniva per questo considerato irrazionale e non biblico. Come aveva reagito? Vediamolo tramite il testo di Luca 20:27-38.