“Non sapete voi che un po’ di lievito fa lievitare tutta la pasta? Purificatevi dal vecchio lievito, affinché siate una nuova pasta, come già siete senza lievito. Poiché anche la nostra pasqua, cioè Cristo, è stata immolata. Celebriamo dunque la festa, non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità” (1 Corinzi 5:6-8).
Nell’ultima domenica di ottobre (o la prima di Novembre in altri paesi) ricorre la Festa della Riforma in concomitanza con la data in cui il monaco agostiniano tedesco Martin Lutero, riaffermando l’Evangelo biblicamente fondato, affigge a Wittemberg 95 tesi che contestavano le pratiche penitenziali della Chiesa cattolico-romana. Si tratta di una data simbolica per riaffermare e celebrare un movimento di risveglio del cristianesimo che vuole tornare ad essere fedele alla sua “carta costituzionale”, vale a dire le Sacre Scritture ebraiche e cristiane, confessate come autorevole ed immutabile Parola di Dio.
Il movimento che ne è sorto, detto anche movimento protestante, o Protestantesimo, si è diffuso in tutto il mondo ed ha portato, ed ancora oggi porta, singoli e comunità, alla riforma della fede e della pratica del cristianesimo, liberato da tradizioni alienanti ed innovazioni che lungo la storia ne hanno alterato l’identità originale.
Questo è avvenuto nella mia esperienza personale sin da quando, ventenne, la mia fede, tradizionalmente cattolica-romana, è stata rimodellata sulla base dell’insegnamento della Bibbia, riscoperta in quell’ambito. Per questo sono e rimango riconoscente anche agli scritti di Martin Lutero e di Giovanni Calvino che mi ero procurati dalla biblioteca civica della città dove abitavo. A suo tempo mi sono poi recato ad approfondire la teologia protestante presso una facoltà teologica libera, ad essere consacrato pastore evangelico ed a servire in una chiesa riformata svizzera. Della validità della fede cristiana, così riformata, rimango convinto assertore e continuo, con fierezza, a promuoverla.
Quella che si è delineata come la Riforma protestante rimane un movimento sempre attuale indipendentemente da come si è poi strutturata in chiese ed istituzioni. Per usare una similitudine di Gesù, il “lievito” della corruzione del cristianesimo fondato sulla Bibbia riesce a contaminare anche le iniziative più promettenti quando viene a mancare costante vigilanza e discernimento. E’ questo che rende il movimento protestante sempre rilevante anche là dove potrebbe ritenersi un dato acquisito. Nessuna struttura ecclesiale, vecchia o nuova che sia, infatti, può considerarsi immune da elementi corruttori che spesso si celano sotto le mentite spoglie di progresso, aggiornamento o rilevanza. Benché la lotta contro gli abusi del Cattolicesimo rimanga sempre attuale, non si può ignorare che abusi di varia natura vengano perpetrati pure in realtà ecclesiali che portano il nome di protestanti, evangeliche o libere, che dir si voglia. Non dobbiamo infatti dimenticarci che il Protestantesimo relativizza le istituzioni, anche le nostre, quando, come talvolta accade, le si assolutizza o, peggio, le idolatra. La chiesa del Nuovo Testamento deve essere un movimento, una realtà fluida, sempre pronta a mettersi in discussione.
Il concetto biblico di “lievito corruttore” è uno dei modi in cui simbolicamente viene considerato il lievito, uno positivo e l’altro negativo. Per commemorare la Sua liberazione dall’Egitto, Dio ordina agli Israeliti di celebrare una settimana di festa dopo il Giorno di Pasqua (il 14° giorno del 1° mese del calendario ebraico). Questa era chiamata la “Festa degli Azzimi”. Durante quel periodo si comandava agli Israeliti di togliere tutto il lievito dalle loro case e di non mangiare pane che contenesse lievito (Esodo 12:15; 13:6-7) in ricordo della rapida loro fuga che non avrebbe loro permesso la lievitazione del pane. Altrove nella Legge mosaica, il lievito rappresenta il peccato o la corruzione. La legge vietava le offerte di cereali fatte con lievito (Levitico 2:11). Infatti, nessun lievito poteva essere bruciato sull’altare in alcun sacrificio. Anche l’offerta di cereali per Aaronne e i suoi figli (i sacerdoti) non doveva contenere lievito e doveva essere mangiata in un luogo santo (Levitico 6:17).
In Matteo 16:6–12, Gesù paragona il falso insegnamento dei farisei, dei sadducei e degli erodiani al lievito. I farisei erano venuti da Gesù per metterlo alla prova, ma Gesù percepisce il loro vero intento e lo stato dei loro cuori. In seguito mette in guardia i suoi discepoli dall’essere sedotti e intrappolati dai loro insegnamenti, che paragona al lievito. Una piccola parte del “lievito” della menzogna può permeare il cuore e la mente di una persona. In Luca 12:1 Gesù specifica che il lievito dei farisei è “ipocrisia”. Avere ostentazione di pietà, senza vera santità, è come il lievito in quanto gradualmente aumenta e diffonde la corruzione, gonfiando la persona di vanità. Le bugie e l’ipocrisia possono avvelenare l’intero carattere. L’apostolo Paolo mette in guardia la comunità cristiana di Corinto dal tollerare il peccato in mezzo a loro, usando il lievito come metafora (1 Corinzi 5:1–8). C’era, infatti, un uomo in quella comunità che si era reso colpevole d’immoralità sessuale, dalla quale non si era ravveduto. Paolo dice loro di rimuovere l’uomo dalla loro comunione perché, come il lievito, la sua influenza avrebbe permeato l’intera chiesa. “Non sapete voi che un po’ di lievito fa lievitare tutta la pasta?” chiede Paolo (6). Poi li indica alla Pasqua e alla Festa degli Azzimi: “Purificatevi dal vecchio lievito, affinché siate una nuova pasta, come già siete senza lievito. Poiché anche la nostra pasqua, cioè Cristo, è stata immolata. Celebriamo dunque la festa, non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità» (7,8).
Che cos’è anche oggi “il lievito” che corrompe il movimento cristiano e dal quale dobbiamo purificarci? Esso prende diverse forme. Indubbiamente continua ad esserlo l’ipocrisia e la tolleranza di ciò che Dio considera peccato e dal quale dobbiamo ravvederci. Può spesso esserlo l’abuso di potere da parte dei responsabili delle comunità cristiane oppure il vuoto tradizionalismo. Lo può essere anche la smania di rilevanza che finisce poi con l’assorbire le ideologie di questo mondo e promuoverle scambiandole per l’opera dello Spirito Santo, oppure la sudditanza acritica alle autorità civili, come se il mondo della politica che gestisce la società potesse essere sottratto all’autorità di Dio e della Sua legge. Seria corruzione dell’Evangelo di Cristo è credere, infatti, che l’opera della comunità cristiana debba essere limitata alla gestione delle “cose spirituali” mentre, secondo il mandato evangelico, i cristiani dovrebbero essere “sale” e “luce” di questo mondo, assumendosi responsabilità in ogni ambito della vita, sociale, politica, educativa, sanitaria ecc.
La Riforma protestante è dunque un movimento sempre rilevante che, sulla base delle conquiste confessionali del XVI secolo, vigila sulla vita dei singoli cristiani e delle chiese richiamandole alla fedeltà all’immutabile Parola di Dio preservata nelle Sacre Scritture. Promuovendo il pensiero e lo stile di vita del Signore e Salvatore Gesù Cristo, contribuisce all’avanzamento e certa vittoria del Regno di Dio in questo mondo.
Paolo Castellina, festa della Riforma 2021