Coerenti oppure banderuole al vento? (Efesini 4:13-15)

Domenica 1 Agosto 2021 – Decima domenica dopo Pentecoste

Letture bibliche: Salmo 51:1-13; 2 Samuele 11:26-12:13; Efesini 4:1-16; Giovanni 6:24-35

Introduzione

Fermezza e coerenza sono da contare fra quei valori che non sono molto popolari oggi. Coerenza: che cosa significa “essere coerenti” nella nostra vita? Il vocabolario della lingua italiana, alla voce “coerenza”, fra l’altro, dà questa definizione: “condotta lineare, priva di contraddizioni e di voltafaccia, assunta da persona fedele ai principi che professa”. “Coerente”, di conseguenza è la persona che si mantiene sempre uguale nel parlare e nell’operare e non è mai in contraddizione con sé stessa, con i propri principi. In altre parole, è coerente chi rimane fedele ai principi che professa in ogni circostanza, che “su certe cose” non fa compromessi, che “non cambia bandiera” , che non è un “voltagabbana” come chi, per interesse personale, per opportunismo, cambia facilmente opinioni, idee, che non è, insomma, una “banderuola”. Lo scrittore Giovannino Guareschi, autore di Don Camillo, scrisse: “Il mondo è pieno di gente che predica acqua e beve vino”! Isaac Asimov altresì ebbe ad affermare: “La disumanità del computer sta nel fatto che, una volta programmato e messo in funzione, si comporta in maniera assolutamente onesta!”.

La coerenza è uno dei frutti della maturità cristiana. Il servizio che la Chiesa svolge, nei diversi suoi ministeri, è finalizzato proprio a questo. Dice l’Apostolo: “… finché tutti siamo arrivati all’unità della fede e della piena conoscenza del Figliuol di Dio, allo stato d’uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo; affinché non siamo più dei’ bambini, sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore, ma che, seguitando verità in carità, noi cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo” (Efesini 4:13-15).

Esamineremo così quest’oggi tre aspetti della coerenza: (1) La coerenza in Dio, (2) la coerenza nella Chiesa, e (3) la coerenza nel singolo cristiano.

La coerenza in Dio

Talvolta si sente dire che nell’Antico Testamento Dio fosse “vendicativo” mentre oggi noi saremmo di fronte ad un Dio “amorevole”. Suppongo che lo si dicesse perché nell’Antico Testamento vediamo come Dio sempre punisse gli Israeliti per aver più volte errato, e che molti, per questo, erano morti. Gli scrittori del Nuovo Testamento descrivono Dio come un Dio “amorevole” che offre Suo Figlio a morire in croce per noi, affinché noi potessimo vivere. Forse che siamo di fronte a due diverse immagini di Dio, a due déi diversi, oppure ad un Dio fondamentalmente incoerente? Non è una questione da poco.

La nostra confessione di fede parla dell’unicità di Dio. Dio è però un Dio che “cambia”? Forse che Egli ha stabilito per modalità mutevoli di salvezza? Naturalmente no. Noi abbiamo un Dio coerente, un Dio che aveva avuto per noi un piano di redenzione fin dai tempi di Adamo ed Eva. Egli non ha deviato da quel piano.

Il nostro Dio è un Dio amorevole, ma Egli non può tollerare il peccato di qualunque natura esso sia. Come la Bibbia stessa afferma, l’Antico Testamento ci è stato dato per nostro ammaestramento. Che cosa, infatti, possiamo apprendere da esso? In primo luogo che Dio è onnipotente, inoltre che Dio esercita la Sua giustizia decretando un giusto castigo a coloro che peccano. Possiamo da esso imparare come Dio si prenda cura del Suo popolo eletto. Possiamo imparare che Dio ha disposto un piano, attraverso la Persona e l’opera di Gesù Cristo, per farci ritornare ad una condizione priva di peccato, in gioiosa obbedienza alla Sua volontà rivelata.

Dio ci ha mostrato la Sua natura giustamente vendicativa mostrandoci la Sua intolleranza verso il peccato. Egli è in grado di distruggere il mondo, ciò che possediamo, tutto ciò che noi consideriamo prezioso. Egli non solo è in grado di distruggerci, ma anche di allontanarci per sempre da Sé. Egli non ha riserve nel rimuovere il male da questo mondo. 

Quando Dio aveva provveduto alla creazione del Tabernacolo, simbolo della Sua dimora con il Suo popolo, Egli aveva detto agli Israeliti come essi avrebbero dovuto rendergli il culto che Gli è dovuto. Nel decretare la Sua legge, riassunta nei Dieci Comandamenti, Iddio aveva detto al Suo popolo come avrebbero dovuto vivere. Nessuno dei principi dati nei Dieci Comandamenti oggi è cambiato, nonostante la gara che i nostri contemporanei fanno nell’infrangerli uno per uno. Anche se oggi, ad esempio, non seguiamo più la regola del Sabato come giorno santo, noi mettiamo a parte un giorno alla settimana (il primo giorno della settimana) per rendergli culto. Gesù non è venuto per abrogare o cambiare la legge, né per stabilire nuovi comandamenti. Gesù è venuto per portarci di tutto cuore a sottometterci alla Legge buona e giusta di Dio, della quale egli è autorevole interprete. Le Sue leggi sono coerenti.

Anticamente Egli aveva stabilito la necessità di sacrifici ed un sacerdozio; oggi quei concetti  rimangono validi. Gesù oggi è il nostro unico e solo Sacerdote. Egli è il solo ed unico Mediatore fra noi e Dio. Egli pure è il sacrificio offerto per l’espiazione dei nostri peccati. Noi possiamo comprendere ed apprezzare questi concetti solo per ciò che ci è stato rivelato ed è stato attuato nell’Antico Testamento.

Noi possiamo imparare come la coerenza di Dio includa la cura e l’amore che Dio ha mostrato verso i fedeli. Come Dio si prese cura del resto fedele durante l’esilio in Babilonia, e dei cristiani durante le persecuzioni nei primi giorni della Chiesa, così Iddio proteggerà oggi i Suoi fedeli.

La coerenza nella Chiesa

E’ un dato evidente che, come il popolo di Dio nell’Antico Testamento ha conosciuto periodi di grave crisi e incoerenze, così la Chiesa cristiana ha conosciuto e conosce periodi di grave crisi e di incoerenza. Iddio, però, non ha mai permesso che il movimento cristiano fosse distrutto, come si sarebbe potuto aspettare in casi come quelli. Non vi sono stati solo periodi di crisi e di decadenza, ma anche di riforma, di risveglio e di ristabilimento.

Nel ristabilire la Chiesa del Nuovo Testamento, noi non cerchiamo di assomigliare ad una particolare comunità cristiana del passato. Ogni comunità cristiana, allora come oggi, è fatta di “materiale umano”. Sebbene il progetto e l’impronta del Cristianesimo sia stato concepito in cielo, i discepoli che costituiscono una comunità cristiana rimangono sempre umani e inclini al peccato (Romani  3:23). Di conseguenza ogni comunità cristiana riflette quelle umane debolezze ed è imperfetta. Alcune sono migliori di altre, altre sono “nella media”, altre ancora decisamente insoddisfacenti. L’ideale, però, è presentato nel progetto originario di Dio ed ogni cristiano d’ogni tempo e paese deve misurarsi con esso per conformarvisi. Se ci impegniamo a seguire la Bibbia in ogni questione di fede e di pratica, allora saremo lo stesso tipo di cristiani che erano gli apostoli.

In ogni caso, come Dio è coerente con Sé stesso, anche la chiesa cristiana deve essere coerente. Dopo tutto essa è “la Sposa di Cristo” e Cristo è Dio. Avere una Chiesa incoerente significa rendere cattiva testimonianza a Dio, il quale è sempre coerente. Nel capitolo 10 di Ezechiele troviamo descritta una scena in cui Dio si allontana dal tempio perché nel Suo luogo santo si pratica l’idolatria. Il luogo che appartiene a Dio deve essere santo. 

Forse che io mi aspetto che l’uomo cambi? No, io credo che l’uomo continuerà a peccare. Egli continuerà a dispiacere a Dio finché Dio, un giorno, purificherà il mondo e porterà i giustificati presso di Sé, allontanando per sempre da Sé gli impenitenti condannandoli alle pene eterne.

Noi dobbiamo proteggere la Chiesa, il movimento cristiano, dalla corruzione. Dobbiamo perseguire l’ubbidienza alla volontà di Dio in ciò che crediamo e ciò che facciamo. Dobbiamo avere fiducia in chi e in ciò che la Bibbia insegna. Dobbiamo lottare contro l’influenza del mondo e contro quelle organizzazioni religiose che credono di poter alterare i comandamenti di Dio ed insegnare concetti “moderni”. Dobbiamo rimanere coerenti con la volontà di Dio. Anche se oggi la società è differente dai tempi della Bibbia, chi è che è stato a cambiarla? L’ha fatto l’essere umano! Questo sarebbe “il progresso”? Può essere migliore, però, se esso è diversa dalla volontà rivelata di Dio? No. Il movimento cristiano si deve conformare alla Parola di Dio, non alle mutevoli idee del mondo.

Penso però a quelle chiese che hanno permesso che venisse messa in questione o relativizzata la verità della Bibbia. Ciò che è legittimo in questo come in altri campi, dipende dalla nostra “somiglianza” con Cristo. “Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo” (1 Corinzi 11:1), dice l’Apostolo. Non sta nel potere della Chiesa fare leggi alternative, emendare o cambiare, aggiungere o sottrarre dalla volontà rivelata di Dio. La Chiesa del nostro Signore è una monarchia assoluta con Cristo come Re dei re e Signore dei Signori. A Cristo è stato conferito ogni potere come Capo della Chiesa, ed ogni autorità in cielo e sulla terra è Sua (Matteo 28:18, 19).

Attraverso i Suoi scrittori ispirati Dio ci ha detto che cosa fare oggi. Essi contengono gli insegnamenti di Mosè, dei profeti, di Gesù, degli apostoli. Studiando sia le Scritture greche che quelle ebraiche, noi possiamo vedere il piano della redenzione. Esso vi è intessuto ordinatamente. Studiando la Bibbia e come essa lo sviluppa, possiamo vederne l’inizio, la metà, e la fine. Tutto in perfetta e sistematica coerenza.

La coerenza nel cristiano

Il concetto di coerenza nel cristiano mi rammenta il racconto biblico del re Saul. Ad un certo punto della sua carriera, dopo che Saul aveva dimostrato in molti modo di voler fare di testa sua ignorando le prescrizioni dategli da Dio, Egli gli dice: “Gradisce forse l’Eterno gli olocausti e i sacrifici come ubbidire alla voce dell’Eterno? Ecco l’ubbidienza è migliore del sacrificio, e ascoltare attentamente è meglio del grasso dei montoni” (1 Samuele. 15:1-25). Iddio aveva richiesto da Saul nulla di meno dell’obbedienza. Potrebbe aspettarsi qualcos’altro da noi? Noi riusciamo sempre a giustificare il nostro comportamento, anche quando è peccaminoso. Potremmo anche incolparne gli altri, ma Dio conosce la verità, anche quando noi non l’accettiamo. Saul pensava di avere tutte le ragioni per non fare ciò che Dio gli chiedeva, ma aveva torto. Possiamo trovare anche delle spiegazioni “ragionevoli” per gli errori che facciamo, ma davanti a Dio non valgono. I comandamenti di Dio sono coerenti. Dobbiamo esserlo altrettanto.

Possiamo vedere chiaramente come venne Gesù fra di noi per stimolare l’uomo a ritornare non alla legge di Dio riveduta e corretta, ma al modo in cui Dio aveva inteso fosse ubbidita. Il Dio di Adamo, di Abramo, e di Paolo è lo stesso Dio d’oggi. Egli era il Dio dei nostri padri nella fede, Egli è il nostro Dio e sarà il Dio dei nostri figli. Dio era intollerante verso il peccato. Dio rimane intollerante verso il peccato, ed egli rimarrà intollerante verso il peccato. Gesù era al principio, è oggi, e sarà per sempre il solo ed unico Signore e Salvatore.

Conclusione

Che cosa Dio si aspetta da ciascuno di noi? Dio è costante e coerente in ciò che Egli si aspetta da noi. Pensate che Dio si aspetti di più (o di meno) di ciò che si aspettava da Mosè o dai profeti? Forse che Dio si aspetta di più (o di meno) da voi più di quanto si aspettasse da Pietro, Paolo, Timoteo, o Giovanni? Dio ha sempre voluto che il Suo popolo vivesse una vita priva di peccato, una vita rispettosa degli altri coerente con la nostra vocazione. Dio si aspettava dai primi cristiani che essi si amassero l’un l’altro: Egli si aspetta lo stesso da me e da voi oggi. Egli si aspetta che noi si condividiamo con gli altri la Buona Notizia, l’Evangelo, come si aspettava che facessero gli apostoli. Egli si aspetta che noi rispettiamo i conduttori delle nostre chiese. Egli si aspetta che noi ci prendiamo cura del nostro prossimo. Dio è coerente in ciò che Egli si aspetta da noi.

Certo, fa parte della natura umana decaduta il peccare, ma abbiamo un rimedio per questo: Gesù ha pagato il prezzo della nostra salvezza e  ci concede il dono rigenerante dello Spirito Santo. Siamo chiamati ad accoglierlo, ad affidarci a Lui anima e corpo come nostro Signore e Salvatore. Siamo chiamati a riconoscere che ciò che più conta nella nostra vita è Dio. Ravvediamoci, allora, di aver vissuto in modo difforme dalla Sua volontà rivelata e, accogliendo Cristo, impegnamoci costantemente sulla via che Egli ci mostra. Il Signore Iddio ha disposto che la Chiesa cristiana ed i suoi ministri fossero al servizio di chiunque accoglie Cristo come proprio Salvatore, accompagnandolo, aiutandolo, istruendolo e sostenendolo. Se veramente desiderate compiacere Dio, imparare di più su Dio, su Gesù e sul movimento cristiano, esso è pronto ad essere al vostro fianco sulla strada della coerenza.

(Paolo Castellina, riduzione di una mia predicazione del 28 aprile 2000).

Musiche utilizzate

Culto:

  • La plénitude de ta Parole (Choer Zana-Pifaliana)
  • Ti loderò Signor, IC 42
  • Doxology (Kaleb Brasee)
  • Amazing Grace (Zeno)
  • Abide with Me (The MidWestern Lutheran)

Predicazione:

  • Roccia di fedeltà (Giulia Parisi)
  • Brookfield (Our Daily Bread, Celtic Hymns)
  • All Glory, Laud and Honour (Methodist Hymnal)