Nel periodo natalizio vediamo il diffondersi di immagini di un sorridente Babbo Natale (Santa Claus in inglese, derivato dall’olandese Sinteklaas, San Nicola). Ma nella vicenda del santo, a cui si ascrivono le origini di Babbo Natale, lui non era probabilmente stato proprio così sorridente. Vera o meno che sia la leggenda che lo circonda, essa ci ricorda solennemente che vale sicuramente la pena combattere per la verità su Gesù e le sue importanti implicazioni.
Buona leggenda, migliore dottrina
Secondo quella leggenda, San Nicola partecipò al Concilio di Nicea nel 325 d.C. Questo fu, come è noto, lo storico concilio che ribadì la divinità di Cristo e la dottrina ortodossa della Trinità. Fu qui che l’unitario Ario espose la sua visione secondo cui Cristo non era l’eterno Figlio di Dio, non era divino, non era Dio, ma solo una creazione di Dio. Alla fine Ario perse quel dibattito e la dottrina della divinità di Cristo, della stessa sostanza di Dio Padre, prevalse. Ma Ario riuscì tuttavia a far breccia fra un considerevole numero di persone, e a far perdere le staffe ad almeno una. Ad un certo punto di quel Concilio, durante le prolungate e veementi proteste di Ario, uno dei vescovi non riuscì più a sopportarlo. Esasperato per l’ostinata difesa della bestemmia, si precipitò sull’arena e colpì Ario in faccia! Quel vescovo, secondo la leggenda, era il vecchietto sorridente Santa Claus. Sì, proprio così: Babbo Natale schiaffeggiò (forse con un manrovescio) Ario.
La leggenda è quasi certamente apocrifa e, fosse vera, sarebbe un fatto deprecabile. Purtuttavia, essa attesta l’accresciuta, anzi vitale, preoccupazione per la dottrina dell’Incarnazione di Gesù Cristo.
L’Incarnazione e lo Stato
Questa è una dottrina che faremmo bene a esaltare anche oggi.
Ciò che fu promulgata a Nicea (e in seguito più pienamente a Calcedonia, 451 d.C.), fu la dottrina che consentì l’avvento della libertà nella civiltà occidentale. È credere che l’uomo Cristo Gesù è pienamente Dio ed è l’unico Re e Sacerdote assoluto su tutti gli uomini e tutte le istituzioni degli uomini. È quella dottrina che si pone in stridente contrasto con tutta la storia del paganesimo e dello Stato pagano, incluso l’umanesimo.
È la dottrina che segna la fine di tutto lo statismo. E nonostante fosse presieduto dallo stesso Costantino, il Concilio di Nicea rappresentò una critica implicita del suo impero e dell’imperialismo in generale. Stabilito che Cristo solamente è pienamente Dio e tuttavia pienamente uomo, entrato nella storia, neghiamo che sia la divinità sia l’umanità vera e perfetta si possano trovare nelle ordinarie istituzioni umane.
Nessun individuo e nessuna istituzione — Stato, scuola o chiesa — può quindi rivendicare l’autorità suprema sulla terra. Cristo governa su tutto il cielo e la terra (Matteo 28:18), e la sua incarnazione rende tutto ciò possibile. Laddove il misticismo lascia aperta la questione di Dio a ciascun individuo — di chi deve essere Dio incarnato, o chi rappresenta Dio — il Cristianesimo afferma invece che Cristo è Dio incarnato e rappresenta Dio.
Se l’uomo risolve la questione con la propria autorità, allora qualche agente collettivo umano alla fine trionferà. Sarà il potere della folla o il potere di uno stato tirannico. Ci sarà un uomo su uno scranno più elevato, in uniforme grigia e mostrine gialle con una cartella fiscale in mano, o in divisa blu con manette e pistola. Lo Stato diventa quindi il rappresentante supremo dell’uomo, la più elevata corte d’appello sulla terra, e in ultima analisi una divinità incarnata.
- Quando ciò accade, lo Stato si espande fino ad assumere il ruolo di Dio, arrogandosene gli attributi per sé stesso.
- Punta l’onnipotenza con maggior potere, eserciti e forza.
- Punta all’onniscienza con più sorveglianza, più telecamere, con il controllo totale delle informazioni, ecc.
- Punta alla sovranità assoluta per controllare la vita delle persone attraverso la sua legge promulgata.
- Si arroga il potere della creazione fiat, dichiarando per decreto il denaro in esistenza dal nulla.
- Punta all’invincibilità, dichiarando per sé stesso e per i suoi agenti l’immunità dalla legge e dalle sue conseguenze.
- Assume un ruolo messianico, affermando di provvedere al benessere e alla sicurezza del suo popolo. Gli uomini diventano sudditi delle cure dello Stato, piuttosto che uomini liberi sotto Dio.
Dio ha fornito una via d’uscita da tale tirannia umana nell’Incarnazione di Cristo: nessun uomo, nessuno stato ha una pretesa legittima all’autorità ultima, perché Cristo è il vero Re dei re sulla terra. Quando tiranni e stati cercano il potere degli attributi di Dio, dichiarano guerra sia a Dio sia all’umanità.
La vera libertà si può trovare solo l’ombra delle ali di Dio. E allo stesso modo la vera sicurezza, benessere e salvezza. Tutte le cose che l’uomo moderno desidera, ma rinnega in linea di principio attraverso il suo umanesimo egocentrico, Dio le ha provvedute mediante Gesù Cristo e i Suoi insegnamenti.
Solo quando lo Stato si inchinerà davanti al dominio del Re dei re gli uomini ricominceranno a vivere una società libera; poiché solo quando il potere dell’uomo sia individuale sia collettivo è controllato dalla sovranità etica della legge l’uomo sarà libero dalle tiranniche insidie dei suoi simili.
L’incarnazione getta le fondamenta di questa libertà, perché c’è un uomo solo visto come una nuova creatura, capace di osservare l’etica di Dio, e solo in Lui c’è Dio che si manifesta nella storia in modo che nessun altro sovrano abbia la massima autorità sulla terra. Trascurare tutto questo in qualsiasi modo significa aprire le porte alla tirannia. La dottrina dell’incarnazione è vitale per la vera libertà sociale.
Joel McDurmon
da: https://paressia.blogspot.com/2021/12/gesu-bambino-babbo-natale-e-lo-stato.html