Un incontro decisivo (Marco 10:46-52)

Domenica 24 ottobre 2021 – ventiduesima domenica dopo Pentecoste

Tante persone ci passano accanto giorno per giorno, persone conosciute e persone sconosciute. Oggi tendiamo a non fidarci più tanto degli sconosciuti e li teniamo a distanza. Temiamo che ci tolgano qualcosa: non pensiamo che ci possano invece dare qualcosa di valore. Soprattutto oggi, con il cosiddetto “distanziamento sociale” ci fanno temere gli altri per timore che ci attacchino qualche malattia… ed allora si privilegia il contatto virtuale, a distanza. Abbiamo persino la Didattica a Distanza, povero e spesso inadeguato strumento di insegnamento. Incontrarsi di persona, però, e persino abbracciarci è importante, senza paura. Sarebbe disumano non farlo. Dobbiamo passare dal considerare gli altri da “potenziali minacce” ad occasioni di arricchimento umano e spirituale. Dobbiamo solo usare discernimento, come per ogni cosa, ma senza privarci di essi.

Chi vorreste oggi poter incontrare? Oggi leggiamo e commentiamo il racconto dei vangeli dove si parla di un uomo, affetto da cecità e costretto a mendicare per vivere che, dopo aver sentito parlare di Gesù, vuole incontrarlo personalmente. L’occasione gli si presenta quando Gesù arriva nella sua città.

Poi vennero in Gerico. E come egli usciva di Gerico coi suoi discepoli e con gran moltitudine, il figliuol di Timeo, Bartimeo, cieco mendicante, sedeva presso la strada. E udito che chi passava era Gesù il Nazareno, prese a gridare e a dire: Gesù, Figliuol di Davide, abbi pietà di me! E molti lo sgridavano perché tacesse; ma quello gridava più forte: Figliuol di Davide, abbi pietà di me! E Gesù, fermatosi, disse: Chiamatelo! E chiamarono il cieco, dicendogli: Sta’ di buon cuore! Alzati! Egli ti chiama. E il cieco, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne a Gesù. E Gesù, rivoltosi a lui, gli disse: Che vuoi tu ch’io ti faccia? E il cieco gli rispose: Rabbunì, che io ricuperi la vista. E Gesù gli disse: Va’, la tua fede ti ha salvato. E in quell’istante egli recuperò la vista e seguiva Gesù per la via (Marco 10:46-52).

Un’opportunità di benedizione

La prima cosa da osservare era che quest’uomo viveva a Gerico, una città che anticamente era stata maledetta perché fondata su princìpi pagani. Con il suo stile di vita, la gente viveva in modo da dispiacere a Dio. Vi si erano persino stati sacrificati dei bambini ai loro idoli. Era una città bella, ma disgraziata – cioè priva di grazia, anzi, sottoposta all’ira di Dio, come lo è il nostro mondo. Ciononostante, era stata visitata più volte dal Salvatore Gesù Cristo, e quando Gesù viene, vi è chi trova subito un’opportunità di straordinarie benedizioni.

Il primo pensiero perciò che ci riguarda è questo: dove viviamo noi, dove dimoriamo: in una città, o una società, “maledetta” per il suo stile di vita e valori, oppure, come dice la Bibbia, “al riparo dell’Altissimo”? Una giusta maledizione grava indubbiamente sulla nostra società e ne paghiamo le conseguenze. La nostra vita potrebbe essere basata, anche solo per conformismo sociale, su fondamenta sbagliate e costruita con principi contrari alla volontà di Dio e allora siamo in una condizione di condanna: non ne usciremo se non con le risorse che Dio ha messo a nostra disposizione. Dice la Bibbia: «Se l’Eterno non edifica la casa, invano vi si affaticano gli edificatori». La cosa più bella, la più straordinaria è che il Salvatore Gesù però “passi” proprio in questa nostra “città” attraverso la predicazione dell’Evangelo: un’occasione da non perdere, un’opportunità di benedizione. Ne approfittiamo come l’infelice Bartimeo? Certo, ci offrono già tante illusorie opportunità di “benedizioni”, ma il Salvatore Gesù Cristo non ha mai deluso nessuno.

Il nostro bisogno

Bartimeo era cieco, non vedeva, e questa era si una maledizione e lo è ancora oggi, soprattutto quando si tratta di cecità spirituale, rafforzata oggi dalla martellante propaganda dei principali media, che assoggettano gran parte della popolazione ai voleri dei potenti di turno con le loro menzogne. La cecità di Bartimeo è un simbolo del potere di qualcosa nel nostro mondo che ci rende ciechi rispetto ai nostri bisogni autentici, quelli spirituali. Diciamo di aver bisogno di tante cose, ma non ci rendiamo conto che abbiamo un bisogno vitale di vivere in consapevole comunione con Dio, di essere riconciliati con Lui, trovare il Suo perdono, di vivere secondo la Sua volontà? E’ la prima cosa – molto diversa anche dalla spiritualità offerta da questo mondo. Quell’uomo così era:

1. Cieco. Non poteva vedere né sé stesso, né gli altri. Non poteva godere del beneficio della luce, ed era ignorante di ciò che la luce rivela. Coloro che sono accecati dall'”andazzo di questo mondo” non possono vedere né lo sporco morale che sta loro addosso e le loro deformità morali e spirituali, la condanna che grava su di loro, e neppure la bellezza e la preziosità del Salvatore Gesù Cristo.

2. Povero. «…mendicante, sedeva presso la strada». Un uomo che siede mendicando certamente deve essere consapevole di essere povero, sa di esserlo. Coloro che pensano di non aver bisogno di nulla, di non aver bisogno di Dio, potranno anche avere in casa una copia della Bibbia, Parola di Dio, ma non sentono il bisogno di aprirla, di leggerla, di meditarne il messaggio. La Bibbia dice: «…tu dici: “Io sono ricco, Mi sono arricchito e non ho bisogno di nulla”, e non sai invece di essere disgraziato, miserabile, povero, cieco e nudo». Che tragedia pensare di non aver bisogno di ciò che solo Dio può dare. Il cieco però era consapevole della sua povertà.

3. Senza speranza. Non poteva sperare di ricevere la vista, a meno di un miracolo della misericordia divina, perché nessun medico di quel mondo avrebbe potuto sovvenire al suo bisogno. Certamente pensava che sarebbe rimasto cieco fino alla fine dei suoi giorni. Nessun altro che Cristo poteva liberarlo, ma, grazie a Dio, un giorno proprio Cristo stava passando sulla sua strada. La Bibbia dice: «Cercate l’Eterno, mentre lo si può trovare; invocatelo, mentre è vicino».

Una misericordia invocata

E udito che chi passava era Gesù il Nazareno, prese a gridare”, e quando lo sgridavano perché stesse zitto (!), egli gridava ancora più forte. Il suo bisogno “disturbava”. Doveva stare zitto, accettare in silenzio la sua condizione come irrimediabile. Non è facile far star zitto un affamato quando il pane è disponibile Era un profondo bisogno questo, che invocava non invano la misericordia divina. Egli chiedeva:

1. La cosa giusta. «abbi pietà di me!». Egli chiedeva ‘pietà’, cioè ‘misericordia’, la grazia del perdono di Dio, e sapeva che se l’avesse trovata, con essa egli avrebbe trovato tutto ciò di cui aveva veramente bisogno.

Molti, quando comprendono il loro bisogno, invocano il Signore che dia loro pace, gioia, consolazione. La misericordia di Dio viene per prima, perché abbiamo bisogno di essere in comunione con Dio, e così come siamo non lo siamo. Disse Pietro: «Benedetto sia il Dio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, il quale, nella sua grande misericordia, ci ha rigenerati a una viva speranza per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti».

2. Alla persona giusta. Egli grida: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Il nome di Gesù era un nome desiderabilissimo nelle orecchie di questo credente cieco. Tutte le sue speranze erano concentrate in Lui. La Scrittura dice: «In nessun altro vi è la salvezza, poiché non c’è alcun altro nome che sia dato agli uomini, per mezzo del quale dobbiamo essere salvati». Egli sa che se Gesù passa oltre senza fermarsi da lui, per lui non rimane altro che disperazione e tenebre. I discepoli di Gesù gli dicevano: «Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna», come pure: «Le vostre richieste siano rese note a Dio, mediante preghiera e supplica, con ringraziamento».

3. Nel momento giusto. «Stava passando Gesù». Il cieco non aveva aspettato un momento più conveniente. Sapeva che ritardare a chiamare Gesù era pericoloso. Non poteva lasciarsi sfuggire quell’occasione. Facciamo in modo che le opportunità che ci vengono offerte non scivolino via per non tornare più. Approfittiamone per gridare a Lui di aver pietà di noi.

Una misericordia offerta

Colui che «provvede cibo al bestiame e ai piccoli del corvo che gridano», non sarà sordo al grido di un’anima bisognosa e fiduciosa. Che cosa fa allora Gesù:

1. Gesù si ferma. Il “bersaglio” della preghiera è l’orecchio di Dio. Questo povero uomo aveva gridato, e il Signore aveva udito. Così egli si ferma per dedicarsi ad aiutare questo mendicante povero, ma credente. Ad ogni anima che Lo cerca con fiducia, il Salvatore Gesù dà tutto sé stesso.

2. Gesù lo chiama. «E Gesù, fermatosi, ordinò che lo si chiamasse. Chiamarono dunque il cieco dicendogli: “Fatti animo, alzati, egli ti chiama!”». Il povero cieco invoca Gesù e Gesù a sua volta lo chiama a sé, rivolgendogli un invito personale. Noi certo lo invochiamo, ma è Gesù che deve prendere l’iniziativa. Salvezza significa rispondere all’invito, alla vocazione personale di Gesù. E guardate ora come il cieco, tutto entusiasta si alza in fretta gettando persino via il suo mantello che gli impediva di correre liberamente verso Gesù. Sarebbe vano il tuo grido se poi tu rifiutassi di alzarti e di andare verso di Lui senza le cose che ingombrano!

3. Gesù offre il suo aiuto. E Gesù, rivolgendogli la parola, disse: «Che vuoi che io ti faccia?»” Quando Gesù diceva questo era come se avesse disteso davanti ai piedi del povero cieco tutte le ricchezze della sua grazia. Pensate: tutto il Suo amore, tutta la Sua potenza, tutta la Sua disponibilità davanti a quell’uomo! E naturalmente egli gli risponde, “Prendo questo, che io recuperi la vista!”.

Una misericordia goduta 

Gesù non manda via il cieco a mani vuote.

1. Egli crede. “E Gesù gli disse: «Va, la tua fede ti ha guarito»”. La Bibbia dice: «Senza fede è impossibile piacere a Dio», come pure: «Voi infatti, siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio». E’ la preghiera fatta con la più totale fiducia nel Salvatore, quella che porta alla salvezza.

2. Egli riceve. «E in quell’istante recuperò la vista». A lui era stata offerta la vista, e ne ha accettato il dono per fede. Quelli che ripongono in Lui la loro fede non cammineranno più nelle tenebre. Il potere e la grazia di Cristo sono pienamente sufficienti per coloro che credono.

3. Egli segue. «si mise a seguire Gesù per la via». Con la sua grazia il Signore ha rovinato la sua attività di mendicante… Quell’uomo però non ha più desiderio di mendicare ciò che questo mondo può offrire, ora che ha incontrato il Signore e la sua vita è stata rinnovata. Il suo amore e la sua riconoscenza per Cristo ora lo costringe a seguirlo per la via. Ora egli si volta e si allontana da Gerico, la maledetta, e il suo volto è rivolto verso Gerusalemme, la benedetta, con Gesù. Non sarà per lui sempre facile e comodo seguire Gesù, ma è sempre meglio che stare seduto a elemosinare. Seguire Gesù, in ogni caso, è evidenza di essere stati da lui benedetti. I ciechi (spiritualmente parlando) non lo possono seguire.

Conclusione

In questo mondo dove oggi l’espressa intenzione “del sistema” è di tenerci isolati e comunicare solo a distanza; dove vogliono, magari con il pretesto di una situazione sanitaria rischiosa, che “sospettiamo” l’uno dell’altro, dobbiamo superare ogni paura e cercare il contatto degli altri, scoprendo il valore della socialità e di coloro che possono arricchirci spiritualmente. L’incontro più importante che possiamo fare nella nostra vita rimane quello con il Salvatore Gesù Cristo, attraverso le pagine delle Sacre Scritture, lette insieme a cristiani fedeli. Solo Lui può darci le cose che davvero sono più importanti per noi. Lo possiamo incontrare leggendo la Sua Parola di Grazia: attraverso di essa Egli ci chiama.

Senza di Lui siamo ciechi, poveri e senza speranza. Lui è la persona giusta alla quale dobbiamo cercare misericordia, al momento giusto, quello in cui egli passa accanto a noi. Allora Egli si ferma, ci chiama e ci offre il suo aiuto. Dopodiché, riponiamo in Lui fiducia, riceviamo e seguiamolo. Facciamo come il cieco di Gerico: tu che ora ascolti o leggi questo, sei uno che segue Gesù, l’Agnello di Dio venuto per togliere i peccati del mondo?

Rielaborazione del 16-10-2021 da una mia predicazione del 16-2-1991

Introduzione alle letture bibliche

Letture bibliche: Salmo 34:1-8, 19-22; Giobbe 42:1-6, 10-17; Ebrei 7:23-28; Marco 10:46-53

“…ne ho parlato ma non lo capivo … erano cose troppo alte per me …ed io non le conoscevo… avevo sentito parlar di te ma ora ti ho veduto… perciò mi ritratto e mi pento”: queste sono le parole dell’antico Giobbe tratte dalla nostra seconda lettura di oggi. Mentre alcuni si dichiarano agnostici, affermando di non sapere e che non sia nemmeno possibile sapere con certezza (e quindi non si esprimono e non prendono mai posizione) molti altri manifestano futile arroganza credendo di conoscere, di sapere… Grazie a Dio, però, alcuni arrivano – soprattutto tramite dure prove nella loro vita, al ravvedimento e a ritrattare quanto prima avevano detto e creduto. Essi così giungono a riconoscere con sincera umiltà la veracità di tutto ciò che la Parola di Dio rivela. Di tutto cuore giungono a far proprie con profonda persuasione, le espressioni di lode ed adorazione che troviamo nel Salmo 34 ed affermare: “Quelli che riguardano a lui sono illuminati, e le loro facce non sono svergognate”. Ricevono così con riconoscenza la verità espressa dalla terza nostra lettura accogliendo con fiducia il Signore e Salvatore Gesù Cristo, che essa proclama essere l’unico sacerdote … quello santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori ed elevato al disopra dei cieli”. Proprio così, è essenziale fare l’esperienza salutare di essere guariti dalla cecità spirituale che ci tiene lontani dal fare esperienza di Dio. Questo lo vediamo illustrato nella quarta lettura di oggi, dal vangelo secondo Marco, la guarigione del cieco di Gerico. Invochiamo, dunque l’intervento in noi di Dio che ci porta al ravvedimento ed alla fede nel Signore e Salvatore Gesù Cristo.

Musiche usate in questo programma:

  • Jesu, Joy of Man’s Desiring (J. S. Bach) Andrei Krilov
  • Lampada al nostro piede (Innario cristiano, 204)
  • Salmo 34 – Parole di Vita
  • Quello che Dio dice di me – Parola di vita
  • Cantico dei redenti – Asteres
  • Tu mi parli o Dio (Walker-De Florian)