L’evangelo: buone notizie, ma non per tutti! (Isaia 6:1-11)
Quella del messaggero di buone notizie, “l’araldo di notizie liete”, è un’immagine popolare fra tanti cristiani moderni per il predicatore o evangelista che annunzia salvezza e redenzione in Cristo. Buone notizie dunque per tutti? Il fatto è che l’Evangelo cristiano è un messaggio nel contempo sia di giudizio che di salvezza. Sebbene il messaggio dell’Evangelo sia una lieta novella di salvezza per coloro che si affidano all’opera redentrice di Gesù Cristo, esso dà voce, necessariamente “alla rivelazione dell’ira di Dio”. Questo è evidentissimo in tutto il messaggio di Gesù e del Suoi apostoli – così come lo troviamo nel Nuovo Testamento. Oggi ci soffermeremo sulla vocazione del profeta Isaia così come la troviamo nel sesto capitolo del suo libro. Anche nel suo caso siamo di fronte a un messaggero non solo di salvezza, ma anche di condanna. Siamo di fronte a un profeta che era stato chiamato anche a confermare una generazione impenitente al suo destino d’inappellabile e definitiva condanna da parte di Dio e a guardare alla salvezza solo di un resto fedele.