L’amore di Dio per creature umane perdute era ed è così profondo e forte da venire Egli stesso fra di noi in questo mondo nella persona di Gesù Cristo, tanto che, come dice la Bibbia, “…trovato nell’esteriore simile ad un uomo, abbassò sé stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce” (Filippesi 2:8). Non si tratta di un mito, ma di un fatto senza paralleli nelle religioni e filosofie di questo mondo. In Gesù Dio, sotto l’impulso una grande, stupefacente ed immeritata compassione per la condizione umana, volontariamente si umilia, si abbassa, “si fa povero”, “si svuota” dell’eterna Sua gloria e perfezione per assumere la natura umana, in tutte le sue limitazioni, contraddizioni e miserie. Non solo questo, ma Egli sceglie la condizione dei più disagiati nella società, degli ultimi, e persino muore della morte riservata in questo mondo a coloro a cui è tolta ogni dignità.