L'incoronazione di Jane


Tre giorni più tardi, il Re Edoardo VI muore.

Dopo aver udito della sua, Dudley persuade il Consiglio della corona ad inviare una lettera alla sorella Maria. Nella lettera avrebbe scritto che Edoardo era molto malato e desiderava vederla. Il Re Edoardo, nel frattempo, era veramente morto, ma la notizia non era ancora pubblica [la notizia era stata per un po' tenuta nascosta]. Maria cade nella trappola e subito si mette in viaggio per Londra, per incontrare suo fratello Edoardo. Dudley cerca così di far arrestare Maria durante il viaggio, condurla prigioniera e rinchiuderla nella Torre.

Una lettera del 7 luglio di Lady Dudley a Lady Catherine, sorella di Jane, esprime il suo timore che le cose per Jane, proclamata regina, siano destinate a mettersi male: “Non appena le principesse saranno assicurate alle prigioni, Lady Jane sarà proclamata Regina di Inghilterra – Ah, mia cara Lady, quante spine saranno nascoste fra i gioielli di quella corona! Io tremo per te [...]. Io non so per che cosa pregare, o per il successo o per il fallimento di questa impresa. Il successo sarebbe fondato nell'ingiustizia, il fallimento, e la principessa Maria stabilita sul trono, senza dubbio implicherebbe la nazione in mille miserie, e sarebbe la rovina della nostra famiglia e partito. Il sovvertimento della Riforma sarebbe inevitabile, bigotta com'è la Principessa verso la religione papista. Io temo che l'innocente Jane diventi la vittima di quella furia” (Taylor, 45).

Maria, però, scopre, durante il viaggio, la verità sulla morte del Re e manda a sua volta una lettera al Consiglio, assumendo che lei era la legittima erede al trono e che essi la riconoscessero come Regina. Verosimilmente non era a conoscenza del complotto del Dudley, ma menziona quanto sia strano che lei apprenda della morte del fratello solo due giorni dopo il fatto. Dopo aver ricevuto la lettera di Maria, i lord (ventuno Consiglieri della Corona) rispondono in una lettera datata il 9 di luglio, respingendo le sue pretese alla corona e dichiarando l'investitura de “la nostra Sovrana Lady Regina Jane” ed esigendo che Maria rimanga “quieta ed ubbidiente”.

Le firme dei Consiglieri dichiaravano chiaramente la fedeltà che avevano giurata alla Regina Jane secondo quanto stabilito dal testamento controfirmato di Edoardo. La maggior parte degli storici concorda che Dudley, avesse dunque avuto successo nel persuadere il Consiglio della Corona a fare, al riguardo, come lui aveva programmato. La lettera afferma che Maria non aveva più titolo alla Corona, in quanto dichiarata ufficialmente illegittima dopo il divorzio di Enrico VIII da Caterina d'Aragona4.

Essa pure ammoniva Maria a cessare, qualunque fosse il pretesto, di “vessare e molestare la nostra Sovrana Lady Regina Jane ed i suoi sudditi dalla loro vera fede e fedeltà dovuta alla sua Grazia” (Taylor, 52).

Il Consiglio concorda con il Northumberland, che ora sembra essere l'unico a condurre il gioco, di procedere con il piano e dichiarare prima Jane Regina e poi dire a Maria, quando sarebbe giunta, che la cosa era già stata fatta.

Michelangelo Florio giudica cosa davvero stolta, da parte del Dudley, ed un’ingenuità da parte di Edoardo VI (troppo giovane per prevederne le tragiche conseguenze), aver voluto trascinare Lady Jane nell’avventura dell’incoronazione a Regina. Afferma che, se davvero si voleva avere una Regina protestante, perché non avevano voluto Elisabetta che, oltre ad averne maggiore titolo, “…di vera pietà, di dottrine, di costumi santi fu sempre un chiaro specchio ed esempio”? (30).

Inoltre: “E chissà che molto minore non fosse stato il danno di quel regno” se, rispettando il testamento di Enrico VIII, “a Maria si fosse veduta di fatto, dopo la morte del fratello, benignamente dare la corona?”. Tutti questi avventati giudizi umani, che vorrebbero risolvere da soli le questioni forzando la situazione manifestando scarsa fede nella provvidenza di Dio, “dispiacciono a Dio ed hanno un doloroso fine (…) Se Maria era lontana dalla vera pietà, due cose si dovevano considerare. L’una che il cuore del Re è nelle mani del Signore, il quale, quando è provocato ad ira dai misfatti del popolo, è per suo beneficio e non per suo danno” (30) il castigo che gli dà”. Il Florio avrebbe visto in Maria Regina, un castigo che ben avrebbe dovuto sopportare e non cercare inutilmente di evitare!

La lettera arriva il 9, ma già Jane, che era a Chelsey, è convocata alla Sion House, antico monastero da Mary Sidney, scelta come latrice del messaggio. Vi arrivano sul fiume con una lancia da parata e là le due giovani devono attendere. Due lord intrattengono Jane nella conversazione, forse per prepararla all'annuncio ufficiale. Jane si stupisce molto degli onori che già le riservano da parte di chi l'accoglie nella casa, “troppo onore per la sua condizione”, osserverà. Non sa ancora, però, della morte di Edoardo.

Arriva, così, il Duca di Northumberland che chiede a lei ed a Mary Sidney di procedere con lui e con i lord (in processione formale) nella Camera di Stato, dove trova i suoi genitori, il marito, la suocera e Lady Northampton, tutti che le riservano tali onori da lasciarla del tutto stupefatta. Nell'ambito di quel consesso il Duca Northumberland pronuncia un discorso, informandola del decesso del Re e del fatto che lui l'aveva voluta nominare sua successore, e che la cosa è stata approvata dai lord del Consiglio, dalla maggior parte dei Pari, e da tutti i giudici del Regno, con tanto di documenti ufficiali sigillati. La assicurano della loro eterna fedeltà e che Dio, “che sovranamente dispone di ogni corona” la benedica, e che lei accetti di assumere il nome, il titolo e la condizione di Regina d'Inghilterra, Francia ed Irlanda.

Jane è molto imbarazzata quando le si rivolgono come "Sovrana Lady". E' ancora più confusa perché stenta a credere che un tale disastroso evento come la morte di Edoardo, sia stato nascosto a lei, a sua cugina ed al pubblico in generale. Di fronte a tutto questo Jane rimane senza parole e tremante, e più tardi scriverà che quel momento l'aveva lasciata "stupefatta e preoccupata". Tutti le si inginocchiano di fronte e Jane barcolla e cade, scoppiando in lacrime. Nessuno cerca di aiutarla a rimettersi in piedi, né a calmare il suo pianto. Fra i suoi singhiozzi si odono le parole: "un tale nobile principe". Infine, riprende abbastanza controllo, si alza in piedi e pronuncia le parole: “La Corona non è nel mio diritto e non mi piace per nulla. La legittima erede è la Regina Maria”.

 

“Quanto ella poté, fece resistenza, pregando quei signori, che la notizia le portarono, che dovessero dare la corona a chi le spettava di diritto, a persona più atta a così gran governo. Ma nulla le valsero i preghi, si che si potessero piegare a voler lasciarla in pace, anzi, dissero così volere per beneficio del Regno e per il mantenimento della cristiana religione già introdottavi; giacché così ordinato aveva nel suo testamento Edoardo, e lietamente tutti con giuramento promisero d’esserle ubbidienti e fedeli (…) O miserabile caso, dal forzato acconsentimento di questa innocente e santa giovane, udite, cristiani fratelli, quanti grandi mali sono proceduti! (…) A lei, al padre, allo zio, al suocero, ed al gran numero di personaggi onorati d’ogni ordine e condizione fu tagliata la testa. La vera religione, tutti i buoni ordini della chiesa, la dottrina di Cristo, e Cristo stesso, furono poi banditi ed un così bel regno, che lieto ricetto ed albergo parecchi anni era stato di pellegrini fedeli d’ogni nazione perseguitati dalla tirannide dell’Anticristo, in pochi giorni non pur pianse la loro calamitosa partita, ma le atrocissime e spaventose morti dei suoi più cari e santi membri e per le sue strade vide miserabilmente correre il sangue loro” (Florio, 32, 33).

Dudley è il primo ad ammonirla con le sue solite tattiche intimidatorie, poi, quando i suoi genitori, marito e suocero protestano a viva voce, Jane cade in ginocchio chiedendo che il Signore la guidi. I suoi genitori esigono che lei ubbidisca loro e faccia ciò che le è richiesto. Essendo molto religiosa, Jane sente di dover ubbidire e onorare i suoi genitori, e accetta riluttante, insistendo sul fatto di non essere proprio adatta ad occupare questo ruolo. Jane risponde con un breve discorso mettendo in rilievo come indubbiamente la Corona sia stata, nel recente passato, con tutte le vicende avvenute sotto Enrico VIII, più una disgrazia che un privilegio e che teme che il suo peso la schiacci completamente, ma, suo malgrado, ne accetta le spine ed il fardello, se questo è per il bene della nazione.

Dopo lunga riflessione, Jane poi così prega Iddio: “Se ciò che mi è stato dato è legalmente mio, possa la Tua divina Maestà concedermi un tale spirito e grazia affinché io possa governare alla Tua gloria e servizio, per il vantaggio di questo Regno”.

Subito dopo Jane è portata ad un trono e proclamata Regina di Inghilterra, con le solite formalità. Si mette a sedere sul trono e permette ai presenti di baciarle la mano e di giurarle fedeltà. L'Inghilterra, così, aveva una nuova Regina. Più tardi, in quello stesso giorno, il 10 luglio, viene stilato un proclama che sancisce l'accessione al trono di Lady Jane. Jane protesta, però, quando il Lord Alto Tesoriere, il Marchese di Winchester, le porta la corona regale, ma dopo un po’ accetta che le sia posta in capo. Quando il tesoriere le dice, poi, che sarebbe stata fatta un’altra corona per suo marito, Jane manifesta il suo dispiacere. Nonostante la rabbia e le lacrime di Guildford, lei insiste che non permetterà mai che Guidford sia fatto re.

Ancora una volta Jane cerca di obiettare dicendo che tutto questo le è stato imposto a forza. Poco più tardi appare Winchester, portando la Corona imperiale del regno. Nella descrizione di questi fatti, composta più tardi da lei stessa, a questo così replica: "Io non ho mai chiesto di avere questa Corona e nessuno l'ha mai fatto a mio nome". Lei, così, la rifiuta. Winchester risponde dicendo che voleva solo vedere se le si adattasse. "Vostra grazia, prendetela senza paura". Finalmente accetta, dicendo che, però, l'avrebbe solo fatto per vedere se le si adattasse... E così la riluttante Regina è incoronata.

Dopo questo, tutti lasciano la sala, eccetto Jane e suo marito. Egli la guarda e le chiede di dichiararlo Re. Lei si rifiuta e lui risponde infantilmente: "Io sarò fatto Re da voi e da un Atto del Parlamento". Jane ostinatamente rifiuta di cambiare idea e ne segue un furioso litigio, che termina quando Guildford lascia la sala in lacrime, alla ricerca di sua madre. Al tempo stesso Jane manda a chiamare Pembroke e Arundel, dicendo loro: "Se la Corona mi appartiene, sarò felice di fare di mio marito un Duca, ma non consentirò mai a incoronarlo Re". A questo punto Guildford e sua madre ritornano. Sua madre la Duchessa danno in escandescenze contro Jane per un ora, ma Jane rimane inflessibile nella sua decisione.

Nonostante le obiezioni di Jane a fare di Guilford Re, Northumberland le annuncia che sia lei che suo marito sarebbero stati incoronati fra due settimane.
Il giorno seguente, Jane fa il suo ingresso ufficiale a Londra, per essere proclamata Regina. Jane viene vestita dei colori verde e bianco dei Tudor. Per farla apparire persino più imponente, le fanno mettere delle speciali chiamate "chopin" che le aumentano la statura di almeno tre pollici.

L’arrivo di Jane alla Torre di Londra fu descritta da uno spettatore, Battista Spinola, in questi termini: “Oggi ho visto donna Jane Grey che camminava con solenne processione, verso la Torre. Ora lei è chiamata Regina, ma non è popolare, perché il cuore del popolo è con Mary, la figlia della Regina spagnola. Questa Jane è di bassa statura e magra, ma piuttosto ben formata e graziosa. Le sopracciglia sono arcuate e più scure dei suoi capelli, che sono quasi rossi. Gli occhi sono luminosi e d’un colore bruno rossastro. Ero così vicino a sua grazia tanto da notare che il colore del suo volto era bello, ma lentigginoso. Quando sorrideva, mostrava i denti, che sono bianchi e aguzzi. In tutto e per tutto è una figura graziosa ed animata. Portava una veste di velluto verde con impressioni dorate e maniche larghe. I suoi capelli erano raccolti in una cuffia bianca trapuntata di molti gioielli. Camminava sotto un baldacchino, sua madre le sosteneva la lunga coda della veste. Guildford camminava al suo fianco, vestito di bianco e d’oro, un ragazzo molto alto e forte con capelli biondo chiaro, e le prestava molta attenzione. La nuova Regina aveva ai piedi scarpe di tipo chopin molto alte per farla apparire di maggiore altezza, ed erano nascoste dalle sue lunghe vesti, visto che lei è piuttosto fine e di bassa statura. Molte damigelle la seguivano con diversi gentiluomini, ma questa Lady è molto eretica e non ha mai assistito ad una Messa. Questa è la ragione per cui molti fra il popolo non sono venuti alla processione”.

Guildford, suo marito, viene adornato con uguale splendore, con i colori bianco ed oro. Fra le tre e le quattro del pomeriggio del 10, un corteo di chiatte porta Jane ed i suoi attendenti alla Torre, com’è tradizione, dove le sono stati preparati i gioielli della corona come pure gli appartamenti di stato, che occuperà.

Il popolo sulla riva, però, è piuttosto silenzioso. Aveva appreso da poco della morte di Edoardo ed ora ecco che deve assistere all'arrivo al trono di una giovane e indesiderata cugina. Molti sono dell'avviso che la legittima erede al trono debba essere Maria. La maggior parte della gente ritiene, infatti, che debba essere Maria la legittima erede al trono, e poche sono le grida di entusiasmo verso di lei.

Il marchese di Winchester e Sir John Bridges, luogotenente della Torre, le dà il benvenuto, circondato da civili e da militari, come pure dagli Yeomen, guardie del corpo reale, guardiani della Torre di Londra, ciascuna con un ascia dorata al di sopra delle spalle. Winchester si inginocchia e le presenta le chiavi della fortezza e Dudley avanza per prenderle lui stesso, rendendo chiaro a tutti che ora sarebbe stato lui il vero potere dietro quella regina. Colpi di cannone a salve salutano i nuovi arrivati e le bandiere di seta ed altre decorazioni sventolano al chiaro sole pomeridiano. Lady Jane procede nella Torre bianca, ma non lascerà più la fortezza.