Predicazione breve nel contesto di un culto di famiglia. Vedi l'ordine del culto più in basso.

Il premio del saper aspettare

Il testo che oggi ci è proposto all'attenzione è una parte della lettera di Giacomo, al capitolo 5. Leggiamolo con attenzione:

"Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Osservate come l'agricoltore aspetta il frutto prezioso della terra pazientando, finché esso abbia ricevuto la pioggia della prima e dell'ultima stagione. Siate pazienti anche voi; fortificate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. Fratelli, non lamentatevi gli uni degli altri, affinché non siate giudicati; ecco, il giudice è alla porta. Prendete, fratelli, come modello di sopportazione e di pazienza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore. Ecco, noi definiamo felici quelli che hanno sofferto pazientemente. Avete udito parlare della costanza di Giobbe, e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché il Signore è pieno di compassione e misericordioso. Soprattutto, fratelli miei, non giurate né per il cielo, né per la terra, né con altro giuramento; ma il vostro sì, sia sì, e il vostro no, sia no, affinché non cadiate sotto il giudizio" (Gm. 5:7-12).

1) Pazienza

Avete voi pazienza? Ahimè, questa è una virtù ben rara oggi. Quanti di voi hanno, per hobby, la costruzione di modellini di navi o di automobili? Si comprano in scatole piene di pezzi anche minutissimi, e si montano ...pian piano. "Non è per me," direbbe qualcuno, "mi scappa subito la pazienza". La pazienza, però, è una virtù da imparare: non si costruirà mai nulla di valido e duraturo senza un lavoro serio e meticoloso. Non saresti soddisfatto dopo aver costruito quel galeone modello e dire: "Ce l'ho fatta! Sono stato proprio bravo!". E' una sfida da raccogliere. Sono soprattutto i bambini ed i giovani che vivono all'insegna del "Voglio tutto e subito". Si vuole soddisfazione immediata, senza impegno, senza lavorarci su. L'artista ha bisogno di molto tempo affinché il suo quadro diventi un capolavoro. Il musicista famoso deve passare molto tempo in estenuanti ore di prove, per poter suonare in modo davvero eccellente.

"Signore," chiedeva un uomo in preghiera, "dammi Tu la pazienza che mi manca. ...ma la voglio subito!".

Una volta un giovane si era recato a trovare un uomo conosciuto per la sua fede e per la sua comunione a tutta prova con Dio, e gli aveva chiesto: "Vorrei che lei pregasse Iddio perché io potessi avere più pazienza". "Va bene," risponde l'uomo, "pregherò affinché tu possa avere nella tua vita molte afflizioni e difficoltà". "Ma che dice," risponde il giovane, "io non ho detto di volere difficoltà, vorrei avere la pazienza". "No," risponde l'uomo, "io pregherò affinché tu abbia afflizioni... Sai che cosa dice la Parola di Dio? L'apostolo Paolo scrive: "...ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza" (Ro. 5:3). E' vero: chi ha una vita troppo facile e comoda, non avrà mai la forza della pazienza e della sopportazione, e ...non costruirà nella sua vita mai nulla di importante!

2) La costanza di Giobbe

Il nostro testo biblico, infatti, ci presenta un esempio proverbiale di pazienza: Giobbe, da cui anche il detto: "Avere la pazienza di Giobbe". A Giobbe gliene erano successe di tutti i colori: aveva perso le sue proprietà, la sua famiglia, la sua salute, e lui mai una volta che se l'era presa con Dio. Aveva sempre accettato tutto con pazienza. Indubbiamente soffriva molto, ma sapeva che Dio è sovrano, in controllo di ogni cosa, giusto e buono. Anche se non comprendeva le gravi difficoltà che aveva, accettava anche queste come dalla mano di Dio, credendo che Dio ha sempre un buon motivo per ogni cosa. La sua pazienza gli fu alla fine ricompensata.

3) Il modello dei profeti

Il nostro testo presenta anche come modello i profeti. Essi vedevano cose che ancora non si erano realizzate e, ciononostante, le annunciavano ad un mondo pure incredulo, sapendo che Dio è sempre fedele alle Sue promesse e che a tempo debito ciò che Egli promette si realizza, senza ritardo. Uno di questi "profeti" potrebbe essere lo stesso Noè, quello dell'arca e del diluvio. La gente rideva di lui e non credeva che Dio avrebbe presto giudicato il loro mondo. Noè, però, aveva pazienza. Sapeva che Dio è fedele, e che quello che dice si realizza sempre. La Scrittura dice: "Per fede Noè, divinamente avvertito di cose che non si vedevano ancora, con pio timore, preparò un'arca per la salvezza della sua famiglia; con la sua fede condannò il mondo e fu fatto erede della giustizia che si ha per mezzo della fede" (Eb. 11:7).

4) Il lavoro dell'agricoltore

Un altro esempio usato dal nostro testo è quello della pazienza del contadino. Per fare il contadino, o soltanto per coltivare un orto, ci vuole molta pazienza. Prima si ara, poi si semina, poi si annaffia, poi ci si prende cura della piantina che nasce. Lentamente, poi, a suo tempo, la piantina crescerà, produrrà il suo frutto e lo si potrà raccogliere e nutrirsene. Ci vuole molta pazienza per questo. Giacomo, infatti, dice: "Osservate come l'agricoltore aspetta il frutto prezioso della terra pazientando, finché esso abbia ricevuto la pioggia della prima e dell'ultima stagione. Siate pazienti anche voi".

5) La venuta del Signore

La pazienza è un principio importante sempre. Perché, però, se ne parla oggi, nelle nostre letture bibliche, al tempo dell'Avvento? Perché ci vollero migliaia d'anni prima che nel mondo, al momento più opportuno, venisse il Cristo, il Salvatore. La preparazione per la venuta di Gesù era durata veramente a lungo, e tutti coloro che Dio aveva chiamato per prepararla, avevano dovuto sopportare veramente tanto. La lettera agli Ebrei dice: "per fede conquistarono regni, praticarono la giustizia, ottennero l'adempimento di promesse, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, guarirono da infermità, divennero forti in guerra, misero in fuga eserciti stranieri. Ci furono donne che riebbero per risurrezione i loro morti; altri furono torturati perché non accettarono la loro liberazione, per ottenere una risurrezione migliore; altri furono messi alla prova con scherni, frustate, anche catene e prigionia. Furono lapidati, segati, uccisi di spada; andarono attorno coperti di pelli di pecora e di capra; bisognosi, afflitti, maltrattati (di loro il mondo non era degno), erranti per deserti, monti, spelonche e per le grotte della terra. Tutti costoro, pur avendo avuto buona testimonianza per la loro fede, non ottennero ciò che era stato promesso. Perché Dio aveva in vista per noi qualcosa di meglio, in modo che loro non giungessero alla perfezione senza di noi" (Eb. 11:33-40). Per noi, e ripeto, per noi, essi avevano dovuto sopportare tutto quello, ed ora noi possiamo avvalerci di tutti i benefici della venuta di Cristo.

La persona che si affida oggi, anima e corpo, a Gesù, come suo Signore e Salvatore può ottenere fin da oggi veramente tanto quanto a benedizioni, davvero ogni sorta di benedizioni. Non riceve tutto subito, però, riceve solo "una caparra" di quello che avrà un giorno. Quando? Quando Cristo tornerà per far cessare tutto il male che c'è nel mondo e inaugurare un nuovo cielo ed una nuova terra. Quando verrà tutto questo? Non si sa con esattezza. Anche il credente deve avere pazienza, perché a suo tempo verrà, senza ritardo. Ecco perché Gesù, in una Sua parabola, usa ancora un esempio dalla campagna, e dice: "Guardate il fico e tutti gli alberi; quando cominciano a germogliare, voi, guardando, riconoscete da voi stessi che l'estate è ormai vicina. Così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino".

Voi credenti, dice Gesù, siate come i contadini che lavorano, attendendo con pazienza che vengano su e maturino i frutti della terra, e certamente anche guardando i segni premonitori, annunciatori dell'estate, quando vi sarà il raccolto. L'estate verrà.... bisogna solo avere, si, pazienza. Quello che Gesù ha promesso verrà, non dobbiamo minimamente dubitarne. Chi sa attendere non ne sarà svergognato o deluso, perché Dio è fedele.

6. Aspettare lavorando!

Aspettare, con pazienza, però, non significa stare lì seduti a braccia conserte, facendo nulla. Il contadino che vuole avere un raccolto, non ozia di certo, ma è attivo ed intraprendente.

Il testo di Giacomo ci indica pure alcune cose che, nel frattempo, non dobbiamo fare, ed altre che dobbiamo fare. La prima cosa da non fare è questa:

a) Non lamentatevi ("...affinché non siate giudicati"). Lamentarsi significa, in fondo, pensare di sapere noi quello che è meglio per noi e rifiutare quello che Dio ci manda, come se non sapesse quello che sta facendo. Questo è sicuramente peccato. Qui, però, l'apostolo di dice di non lamentarsi l'uno dell'altro. Chi ci sta accanto, infatti, ...non è qui per caso, soprattutto se fratello o sorella nella fede. Nessuno di noi sceglie chi gli è fratello o sorella: ci è stato dato. Dobbiamo avere pazienza ed amore l'uno verso l'altro. Pazienza di correggere quello che si può cambiare e pazienza di accettare quello che non si può cambiare. Inoltre, spesso chi si lamenta è cieco su sé stesso e non si rende conto che gli altri potrebbero avere molto di cui lamentarsi di noi. Quando Cristo tornerà, e la verità su noi stessi e gli altri sarà palese, potremmo vergognarci molto di essersi lamentati degli altri. Qui abbiamo però anche:

b) Non giurate ("...affinché non cadiate sotto il giudizio"). Trasparenza e verità nel linguaggio - Amore per la verità - Chiarezza - No all'ambiguità ed all'inganno. Non nascondere pensando di non esserne scoperti. "Giuro che dico la verità", dice qualcuno che vuole assicurare gli altri della propria onestà. Davvero, però, ...dice la verità, oppure deve assicurare gli altri che sta dicendo la verità, visto che normalmente non la dice? Il cristiano, però, deve essere conosciuto come una persona verace ed affidabile, "trasparente", che ama la verità e la chiarezza, aliena dall'inganno e dalla menzogna. Gesù disse: "Dite si quand'è si, e no quand'è No. Tutto il resto viene dal diavolo. Un giorno, quando Cristo tornerà, metterà in luce ogni cosa. Avremo allora da vergognarci di noi stessi? Gesù disse a proposito di persone ipocrite che volevano farsi vedere per quello che non erano: «Guardatevi dal lievito dei farisei, che è ipocrisia. Ma non c'è niente di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Perciò tutto quello che avete detto nelle tenebre, sarà udito nella luce; e quel che avete detto all'orecchio nelle stanze interne, sarà proclamato sui tetti" (Lu. 12:1-3). Infine, in positivo, l'Apostolo ci dice:

c) Fortificate il vostro cuore. Dobbiamo diventare persone forti, forti per affrontare tutte le difficoltà della vita, forti per affrontare e sopportare la malattia, il lutto, l'ingiustizia, l'irriconoscenza, le cattiverie. Dobbiamo essere forti per saper aspettare che il tempo stabilito da Dio per il ritorno di Cristo venga. Potrebbe essere molto tempo. Come affrontiamo quest'attesa? Con impazienza e lamentandocene? Con scoraggiamento e incredulità? Lottando oppure rassegnandoci senza reagire davanti alle cose? Abbiamo bisogno di forza, e questa forza, costanza e pazienza ce la può dare solo il Signore Iddio. Per questo dobbiamo conoscerlo sempre meglio attraverso la Sua Parola. Per questo dobbiamo imparare le lezioni che ci impartiscono i credenti del passato. Per questo dobbiamo tenerci stretti al Signore Gesù: a suo tempo tornerà e chi avrà saputo resistere, perseverare, fino alla fine, vedrà la sua certa ricompensa. Il Signore dice:  Egli dà forza allo stanco e accresce il vigore a colui che è spossato" (Is. 40:29), e ancora: " Ecco, Dio è la mia salvezza; io avrò fiducia, e non avrò paura di nulla; poiché il SIGNORE, il SIGNORE è la mia forza e il mio cantico; egli è stato la mia salvezza»" (Is. 12:2).

Paolo Castellina, 05.12.2002. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Riveduta, edizioni Società Biblica di Ginevra, 1993.

 

Ordine del culto

1. Introduzione

- Preludio dell'organo

- Buon giorno a tutti! Grazia a voi e pace da Dio, nostro Padre, e dal Signore Gesù Cristo, nel cui nome siamo qui riuniti per rendere a Dio il culto che Gli è dovuto.

- Questa è la seconda domenica d'Avvento, il periodo che la Chiesa cristiana riserva per riflettere sulla venuta nel mondo, per la nostra salvezza, del Signore e Salvatore Gesù Cristo.

- Accendiamo questa candela come segno della venuta di Gesù Cristo, luce del mondo. Avvento significa "venuta". (Due bambini si avvicinano per accendere le candele).

- Il Cristo è già venuto, ma, come dice la Scrittura, ci prepariamo per i giorni in cui: "Egli giudicherà tra nazione e nazione e sarà l'arbitro fra molti popoli; ed essi trasformeranno le loro spade in vomeri d'aratro, e le loro lance, in falci; una nazione non alzerà più la spada contro un'altra, e non impareranno più la guerra" (Is. 2:4). "Il lupo abiterà con l'agnello, e il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello, il leoncello e il bestiame ingrassato staranno assieme, e un bambino li condurrà" (Is. 11:6).

- Preghiera d'apertura. Ti ringraziamo, Signore, per l'opportunità che ci dai, questa mattina, di raccoglierci nel culto. Ci rallegriamo di poter celebrare, in questo periodo d'Avvento, la venuta nel mondo del Tuo Figlio Gesù Cristo come nostro Signore e Salvator in attesa del Suo promesso ritorno. Iddio d'ogni grazia, sempre fedele alle Tue promesse, ci rallegriamo nella speranza del ritorno del Salvatore alla fine dei tempi. Per questo prepariamo il nostro cuore per riceverlo quando verrà, perché Egli è Signore per sempre. Amen.

- Canto dell'inno 67 - Sia gloria al Dio d'amore

2. Parte per i più piccoli

Presentazione de "Il libro senza parole"

Canto della Scuola Domenicale - I bambini cantano davanti all'assemblea

3. Preghiera

I confermandi che si sono per questo preparati vengono al microfono per leggere le loro preghiere. L'assemblea si alza.

(Lucia, Fabrizia, Elisa, Susanna)  Il pastore termina con una preghiera spontanea.

Canto dell'inno 68 - Cristo vien, destiamoci

4. Letture bibliche

Ascoltiamo ora la Parola del Signore, come ci proviene, in primo luogo, dalla lettera di Giacomo, capitolo 5, dal vers. 7 al 12 (Anna).

"Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Osservate come l'agricoltore aspetta il frutto prezioso della terra pazientando, finché esso abbia ricevuto la pioggia della prima e dell'ultima stagione. Siate pazienti anche voi; fortificate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. Fratelli, non lamentatevi gli uni degli altri, affinché non siate giudicati; ecco, il giudice è alla porta. Prendete, fratelli, come modello di sopportazione e di pazienza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore. Ecco, noi definiamo felici quelli che hanno sofferto pazientemente. Avete udito parlare della costanza di Giobbe, e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché il Signore è pieno di compassione e misericordioso. Soprattutto, fratelli miei, non giurate né per il cielo, né per la terra, né con altro giuramento; ma il vostro sì, sia sì, e il vostro no, sia no, affinché non cadiate sotto il giudizio" (Gm. 5:7-12).

Ascoltiamo ancora la Parola del Signore, come ci proviene dal vangelo secondo Luca, al capitolo 21, dal 25 al 33 (Iris). Questo testo biblici ci chiama a fare attenzione a ciò che avviene nel mondo. Dei segni particolari precederanno il ritorno di Cristo. Qui ne abbiamo alcuni. In effetti fanno paura. Il cristiano, però sa che, il ritorno di Cristo significherà pure l'inizio di una nuova creazione, "nuovi cieli e nuova terra". A questa nuova creazione Cristo invita oggi i Suoi fedeli.

"Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle; sulla terra, angoscia delle nazioni, spaventate dal rimbombo del mare e delle onde; gli uomini verranno meno per la paurosa attesa di quello che starà per accadere al mondo; poiché le potenze dei cieli saranno scrollate. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole con potenza e gloria grande. Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina». Disse loro una parabola: «Guardate il fico e tutti gli alberi; quando cominciano a germogliare, voi, guardando, riconoscete da voi stessi che l'estate è ormai vicina. Così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità vi dico che questa generazione non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" (Lu. 21:25-33).

 

5. Esposizione (accompagnata da diapositive)

- Esposizione

- Canto dell'inno 42 - Ti loderò, Signor

6. Chiusura

- Annunzi

- Preghiera di chiusura e Padre nostro (detto da tutti)

- Gloria al Padre

- Benedizione

- Amen cantato

Tempo di Riforma - a cura del past. Paolo Castellina  - Scrivici cliccando qui