L’unica risposta ragionevole al disordine ed alla confusione!


Lettura di Atti 17:15-33

Fermate il mondo, voglio scendere?

Qualche volta incontro delle persone che mi dicono: "Sono stanco di questo mondo… Non vorrei più sentire di niente e di nessuno… Vorrei isolarmi in una baita alpina, senza più televisione, né radio, né giornali, né telefono… Sono stanco dei pettegolezzi, sono stanco di tutte le dispute, le discussioni e i dibattiti, sono stanco della politica e della religione… Vorrei solo occuparmi di animali e della terra… troverei finalmente la pace". E’ comprensibile che alcuni possano sentirsi così. Il nostro mondo è sempre più caotico, non solo per l’aumento della popolazione e del traffico, ma anche per la sua aumentata conflittualità, per la tensione "che si sente nell’aria", e per la confusione più totale a livello delle idee... Se poi aggiungiamo questo alla perdita, fra i più, di ogni certezza e di autentiche speranze, come pure il fatto di non sapere più a chi rivolgersi o di chi fidarsi, ebbene, questo disorienta e confonde, "fa venire il capogiro" a molte persone la cui personalità "non riesce più a sopportare" tutto questo. "Fermate il mondo, voglio scendere": non so più chi disse per la prima volta questa frase, ma esprime un sentimento comune a molti.

Se da una parte tutto questo è sintomatico di un mondo in decadenza che si avvia inesorabilmente alla fine (questa situazione di confusione, in fondo, era stata prevista), d’altra parte questo "volersi ritirare" era un fenomeno tipico anche in altre epoche e circostanze, dove diversi manifestavano proprio il loro desiderio di ritirarsi volontariamente in un monastero, o "su un’isola deserta".

Sebbene, però, possa essere talvolta utile "prendersi una vacanza" e "starsene un po’ in pace", la risposta al caos ed alla confusione non può essere la fuga e la "vacanza permanente", il vuoto della mente e del cuore, che poi, se ci pensiamo bene, oltre che ad essere una comoda fuga dalle responsabilità, è sinonimo di morte.

Anche la nostra casa o camera può diventare così disordinata che "non se ne capisce più niente". In questo caso la risposta è fermarsi e prendersi tempo per rimettere ogni cosa a posto, non fuggire da casa, dopo averla distrutta col fuoco e …andare a vivere nei boschi! Allo stesso modo la risposta al disordine della mente e del cuore è fermarsi, certo, ma per fare ordine nella nostra mente e nel nostro cuore.

Inoltre l’ordine non deve essere fine a sé stesso, come chi ha in casa un "salotto buono" dove tutto è in perfetto ordine e pulizia, ma guai se qualcuno vi entra e lo usa! Dobbiamo renderci conto che la vita è movimento, non immobilismo, che la vita deve essere usata, che la vita è attività ed anche conflitto di idee e di persone! Non riusciamo a sopportarlo? La risposta è non fuggire dal movimento, dalle idee e dai conflitti, fuggire dalla vita (!) ma dotarsi di quegli strumenti e di quelle difese che ci permettono di vivere nel movimento e nel conflitto, e anche di trovarci soddisfazione!

La confusione non è solo un fenomeno moderno!

Quando l’apostolo Paolo arriva ad Atene (centro del meglio della cultura del tempo), egli vede tutt’attorno a sé le evidenze della cultura pagana. "Ora, mentre Paolo li aspettava ad Atene, il suo spirito s'inacerbiva in lui, vedendo la città piena di idoli" (At. 17:16). Era stato portato all’Areopago, il luogo dove si incontravano i filosofi per dibattere le idee del momento, il passatempo migliore di quella città!

Là aveva detto: "Ateniesi, io vi trovo in ogni cosa fin troppo religiosi. Poiché, passando in rassegna e osservando gli oggetti del vostro culto, ho trovato anche un altare sul quale era scritto: AL DIO SCONOSCIUTO. Quello dunque che voi adorate senza conoscerlo, io ve lo annunzio" (At. 17:22,23).

Atene era piena di idee diverse su Dio, indubbiamente vi era una grande confusione al riguardo! Di fronte alla confusione una "soluzione" può essere la fuga, ma un’altra può essere il relativismo, dire che tutte le idee "in fondo" si equivalgano e che in realtà non si possa dire nulla di certo su Dio. Difatti, l’idea più popolare, data la confusione imperante,era che la verità finale su Dio fosse inconoscibile, che nessuno potesse, in realtà, conoscere davvero Dio. L’iscrizione menzionata da Paolo diceva in greco "AGNOSTO THEO". Si tratta della stessa parola che si usa oggi quando si parla di "agnosticismo", di una persona che è "agnostica", cioè della persona che afferma che di Dio, in realtà, non si possa, appunto, dire né conoscere nulla di certo, e che quindi …non ne vale la pena di occuparsene più di quel tanto! Così, quando Paolo dice che egli avrebbe detto a questa gente la verità su ciò che essi orgogliosamente adoravano nell’ignoranza, quei filosofi certo non avrebbero risposto bene ad una simile affermazione…

Il mondo allora era pieno di superstizioni e d’ogni sorta di idee religiose e di orgoglio umanistico. E’ lo stesso oggi. Siamo circondati da ogni sorta di idee su Dio e da ogni tipo di religioni. C’era "chi la diceva cotta … e chi la diceva cruda", e …chi ce ne capiva più niente?

Eppure in tutto questo è possibile mettercene ordine, non proponendo un’altra idea che si presume risolutiva, ma applicando il principio che diciamo oggi riformato del "ritorno alle fonti" del ritorno alla Parola originale di Dio: si fanno tacere le opinioni e teorie umane e, ascoltando attentamente la Parola Dio, ci si conforma a quella Parola autorevole soltanto, vera Parola di Dio, e non opinione umana.

Si, fintanto che noi usiamo la nostra propria esperienza e creatività per costruirci l’immagine di come Dio debba essere, allora il nostro dio sarà sempre imperfetto e limitato alle nostre esperienze e limitazioni. Allora è vero che non possiamo certo aver fiducia che la nostra idea sia, di fatto, migliore di quella di chiunque altro. Nessuno può conoscere ciò che è vero e giusto su nulla nell’universo che Dio ha creato. Recentemente un gruppo chiese "liberali" ha indetto una conferenza nella quale ha incoraggiato i presenti ad immaginarsi un dio a proprio piacimento e poi ha proceduto ad una sintesi di tutte queste posizioni, arrivando alla conclusione che forse Dio è una divinità femminile…

Sapete perché il cristiano riformato autentico ha un approccio tutto diverso al problema? Perché non cerca di modellarsi la sua idea di Dio intorno a ciò che è maggiormente gradito, perché sa che la mente umana, anch’essa corrotta dal peccato, può solo produrre mostri, caricature ed idoli. L’approccio riformato è diverso perché esso si forma la sua idea di Dio intorno a quanto ci è fatto conoscere nella Bibbia.

La parola "riformato", infatti, indica l’intenzione a ri-modellare ciò che noi crediamo solo secondo il modello che ci è stato dato dalla Parola di Dio. La riforma è un’opera di pulizia radicale e di riordino.

Comode manipolazioni

L’uomo è però riuscito anche a mettere le sue "manacce sporche" sulla Bibbia. Forse è per questo il motivo perché oggi molti non la valorizzano più, tanto è stata svilita, svalutata, abusata e vilipesa, eppure essa è vera Parola di Dio. Gesù disse ai confusi leader religiosi israeliti del suo tempo: "Voi investigate le Scritture, perché pensate di aver per mezzo di esse vita eterna; ed esse sono quelle che testimoniano di me" (Gv. 5:39).

Il loro errore non era che non avessero studiato le parole della Bibbia per trovarvi informazioni sulla vita eterna. Il loro errore era che essi avevano oscurato il messaggio della Bibbia aggiungendovi i propri presupposti e nell’essersi soffermati così meticolosamente sulle sue parole tanto da oscurarvi il loro significato chiaro, palese, semplice. Anche noi siamo abilissimi a giocare con le parole per giustificare il nostro comportamento cercando di far dire anche alla Bibbia ciò che ci torna più comodo ma, rinunciando al nostro orgoglio ed alle nostre parole, dobbiamo lasciar parlare Dio attraverso le semplici e chiare espressioni della Bibbia.

Era lo stesso modo in cui i Farisei interpretavano la Legge di Dio. Per giustificare la loro ingordigia e specifici loro peccati, essi pervertivano gli insegnamenti della Bibbia attribuendo alle parole oscuri significati, e alle frasi insolite regole grammaticali. Alla gente questo piaceva, perché questo oscurava pure il proprio senso di colpa e forniva loro un dio più compatibile con i propri desideri.

Nel versetto seguente Gesù spiega loro il loro vero problema: "…voi non volete venire a me per avere la vita" (Gv. 5:40). Essi, cioè, cercavano un modo per ottenere la vita eterna con i loro propri sforzi, senza dover mai ammettere quanto corrotti e perduti essi fossero, senza dover accettare un Dio che aveva dovuto scendere per redimerli come il Salvatore sofferente. Così dovevano torcere tutta la Scrittura in modo tale che essa non indicasse loro il Cristo. Questo però era impossibile. Gesù è il principale punto focale di tutta la Scrittura. La Scrittura testimonia di Lui.

L’intero Antico Testamento mostra qualcosa che l’uomo naturale non gradisce e vorrebbe ignorare, cioè come noi si sia in condizione di perdizione e di quanto noi si abbia bisogno di un Salvatore. Esso mostra quanto infinitamente elevati siano i criteri etici e morali che Dio esige da noi, e il fatto che noi non si possa mai raggiungerli. Il fatto che ci sembrino troppo elevati non dovrebbe farci pensare che siano impossibili ed esagerati, ma solo dovrebbe farci riflettere su quanto noi si sia caduti in basso! Esso ci mostra come non si possa semplicemente mettere da parte la giustizia di Dio, ma che essa debba essere soddisfatta.

I sacrifici illustravano come la conseguenza penale del peccato sia la morte, e che essa deve essere pagata, o dal peccatore stesso, o da un sostituto che Dio stesso avrebbe provveduto.

Esso mostra come la promessa si sia lentamente dischiusa e sia stata pienamente fatta conoscere in Gesù. Egli è chiamato "l’Agnello di Dio" perché è morto per pagare giustamente per i peccati del Suo popolo. Egli era quel "sostituto" che Dio aveva promesso sin dall’inizio.

Dopo la Sua risurrezione, quando Gesù appare ai due discepoli sulla via di Emmaus, Gesù, come spiega il vangelo secondo Luca: "…cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano" (Lu. 24:27).

Questa si che è una grande notizia! Noi non abbiamo bisogno di una vita di esperienze o di una laurea in filosofia o in teologia per conoscere Dio. Non abbiamo altro che una Bibbia, abbiamo anche oggi tutti i fatti che dobbiamo conoscere per sapere chi è Dio. Nessuna confusione! Il Salmo 119 dice: "I tuoi comandamenti mi rendono più saggio dei miei nemici, perché sono sempre con me. Ho maggior intendimento di tutti i miei maestri, perché i tuoi comandamenti sono la mia meditazione. Ho maggior intelligenza dei vecchi, perché osservo i tuoi comandamenti" (Sl. 119:98-100).

E’ la Bibbia il luogo dove Dio ha scelto di farsi conoscere. Per questo il credente riformato rimodellerà, o ri-formerà la propria concezione di Dio, tanto da farle prendere la forma di ciò che Dio ha detto nella Sua Parola, e non permetterà ad alcun’altra idea di subentrare per corrompere la sua comprensione.

Questo vuol dire che la concezione che abbiamo di Dio sarà diversa da coloro che permettono ad altre idee di insinuarsi nel loro pensiero. Il credente riformato è come colei che, nel suo orto, strappa via le erbacce che lo infestano, perché costantemente esaminerà ed eliminerà i pregiudizi che non sono basati sulla Bibbia e si nutrirà esclusivamente con ciò che di Sé stesso Dio ha fatto conoscere nella Sua Parola.

Il Sovrano Redentore

Il Sovrano

Iddio rivela Sé stesso nella Bibbia come sovrano Redentore del Suo popolo. Questa concezione è unica nel suo genere, totalmente diversa dalle concezioni che le religioni sostengono per divinizzare in qualche modo l’uomo.

Controllo completo. In primo luogo Dio è veramente Sovrano su tutto ciò che Egli ha creato. Dio è infinito, eterno, ed immutabile, secondo le Scritture. Il Suo potere, quindi, di controllare ogni cosa non ha limiti o confini. Non c’è nulla al di fuori di Dio che possa determinare come le cose debbano avvenire. Egli non ha mai bisogno di cambiare idea o di modificare i Suoi piani. E’ stato sempre perfetto e completo. Per dirla semplicemente: Il Dio della Bibbia è in completo controllo di ogni cosa, sempre!

La Bibbia non ci lascia alcun dubbio su di questo. Vi sono molti brani che lo insegnano. "L'Eterno fa tutto ciò che gli piace, in cielo e in terra, nei mari e in tutti gli abissi" (Sl. 135:6); "Il cuore del re in mano all'Eterno è come i corsi d'acqua; lo dirige dovunque egli vuole" (Pr. 21:1); "O Eterno, io so che la via dell'uomo non è in suo potere e non è in potere dell'uomo che cammina il dirigere i suoi passi" (Gr. 10:23); "In lui siamo anche stati scelti per un'eredità, essendo predestinati secondo il proponimento di colui che opera tutte le cose secondo il consiglio della sua volontà, affinché fossimo a lode della sua gloria, noi che prima abbiamo sperato in Cristo" (Ef. 1:11,12).

Persino il male. Egli ha persino decretato, ed usa, le intenzioni malvagie e gli atti peccaminosi dell’uomo per compiere ciò che Egli ha progettato. Il patriarca Giuseppe spiega questo ai suoi malvagi fratelli che lo avevano venduto schiavo: "Voi avete macchinato del male contro di me; ma DIO ha voluto farlo servire al bene, per compiere quello che oggi avviene: conservare in vita un popolo numeroso" (Ge. 50:20). Gesù stesso viene orribilmente torturato e poi ucciso da gente malvagia, ma Pietro, di questo fatto, dice: "egli, dico, secondo il determinato consiglio e prescienza di Dio, vi fu dato nelle mani e voi lo prendeste, e per mani di iniqui lo inchiodaste alla croce e lo uccideste" (At. 2:23).

Eppure noi siamo pienamente responsabili. Sebbene, però, Dio abbia decretato tutto ciò che avviene, noi siamo pienamente responsabili per il male ed i peccati che commettiamo. Noi pecchiamo volontariamente e liberamente. Non è una cosa facile da comprendere. Gli intricati modi in cui tutte le cose promuovano la gloria di Dio e benedicano il Suo popolo, sono molto complessi. Va oltre alla nostra comprensione capire come possa il peccatore essere considerato giustamente responsabile per i suoi peccati e, nel contempo, sapere che nulla possa avvenire senza che Dio lo abbia eternamente conosciuto e decretato. E’ pure difficile da comprendere come Dio dall’eternità abbia decretato ogni cosa, eppure non sia causa attuale dei nostri peccati, che solo noi lo si sia.

Non possiamo capire tutto. Questi sono fatti chiari basati su affermazioni dirette della Scrittura. Come si può far conciliare tutto questo? A questo riguardo vi sono nella Parola di Dio delle interessanti tracce. Dio, però, ha scelto di rivelarci ogni cosa nella sua interezza. "Le cose occulte appartengono all'Eterno, il nostro DIO, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figli per sempre, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge" (De. 29:29). Vi sono abbastanza cose da fare con i doveri che Dio ci prescrive: ubbidire alle "cose rivelate". Vi sono però anche "cose occulte", cose che di proposito non ci vengono dette.

Accettare. Quando il profeta Abacuc chiede a Dio delle spiegazioni, Dio gli dice che "il giusto vivrà per la sua fede" (Ab. 24:7). Era lo stesso principio che era stato rivelato molto prima di Mosè. Nostro dovere è quello di accettare ciò che Dio ci dice, e di ubbidire a ciò che Egli ci comanda. Non dobbiamo saper spiegare il funzionamento dell’universo.

Amorevole Redentore

Dio, però, non è solo rivelato come Sovrano. Egli è pure l’amorevole Redentore del Suo popolo. Dobbiamo essere grati a Dio per molto più che la Sua provvidenza! Quando tutta l’umanità cadde in peccato e divenne colpevole attraverso Adamo, Iddio non lasciò le cose in quel modo. All’opera c’è un progetto molto maggiore.

La nostra salvezza è stata progettata. Da prima della fondazione del mondo ogni cosa è stata determinata, persino la nostra personale salvezza. Se siamo divenuti consapevoli del nostro peccato e siamo venuti a Gesù come nostro Salvatore da quella colpevolezza, questa è opera soltanto della grazia di Dio, non delle decisioni o del bene che abbiamo fatto.

La Bibbia ancora una volta ce lo chiarisce. Un buon sommario di questo è in Efesini "allorché in lui ci ha eletti prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi e irreprensibili davanti a lui nell'amore, avendoci predestinati ad essere adottati come suoi figli per mezzo di Gesù Cristo secondo il beneplacito della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia mediante la quale egli ci ha grandemente favoriti nell'amato suo Figlio … In lui siamo anche stati scelti per un'eredità, essendo predestinati secondo il proponimento di colui che opera tutte le cose secondo il consiglio della sua volontà" (Ef. 1:4-6,11). Nella sua lettera finale a Timoteo Paolo scrive: "ci ha salvati e ci ha chiamati con una santa vocazione, non in base alle nostre opere, ma secondo il suo scopo e grazia, che ci è stata data in Cristo Gesù prima dell'inizio dei tempi" (2 Ti. 1:9).

L’opera di Cristo è stata progettata. Anche l’opera di Cristo era stata prestabilita per il Suo popolo prima della stessa creazione del mondo. L’Apocalisse parla di Gesù come: "l’Agnello, che è stato ucciso fin dalla fondazione del mondo" (Ap. 13:8). L’apostolo Pietro, nella sua prima epistola, scrisse sulla morte di Gesù e sul fatto che Egli avesse versare il Suo sangue "prima della fondazione del mondo" (1 Pi. 1:20).

Non sulla base di meriti. Questa "scelta" o "elezione" non è stata basata su nulla che noi avessimo fatto o che Dio avesse previsto che noi avremmo fatto, ma solo sulla Sua grazia e sul Suo beneplacito, questo solo ha fatto si che egli "ci conoscesse" eternamente come Suoi figli, in base all’opera di redenzione di Gesù Cristo. La nostra sola opera è quella di rispondergli DOPO che Egli abbia rigenerato il nostro cuore. Colui o colei che veramente è stato trasformato per grazia impara: vero ravvedimento, fede in Cristo, e comincia ad amare di fare ciò che è giusto.

Sola fede. La Riforma ci dà due affermazioni riassuntive che ci possono aiutare a rammentarci di questo fatto: Sola fede significa che i credenti debbono riporre la loro fede e praticare solo ciò che Dio stesso ha fatto conoscere. Quando Iddio pianta quella fede in una persona, questa porta alla fiducia nella promessa di Dio. Il peccatore redento comincia a confidare solo nell’opera del Salvatore, quella che gli è stata rivelata per grazia. Egli non guarderà alla decisione che ha fatto, od alle preghiere che avrà pronunciato, come causa della propria salvezza.

Sola grazia. L’altra affermazione riassume l’unica causa biblica della sua fede: Sola grazia: Soltanto il beneplacito di Dio è la causa della benedizione e della salvezza. Le nostre buone opere, il ravvedimento e la fede, non sono che l’evidenza dell’opera di rigenerazione di Dio in noi a causa della Sua grazia.

Altro è arroganza. Qualsiasi altra concezione che veda il peccatore come causa della sua salvezza, anziché la grazia di Dio, è solo arroganza, presunzione, insolenza. La Bibbia insegna, però che: "Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio, non per opere, perché nessuno si glori" (Ef. 2:8,9). Dobbiamo accontentarci dei fatti che la Bibbia ci dà. I nostri cuori corrotti sono prontissimi ad aggiungervi idee per "integrare" ciò che Dio non ci ha dato di conoscere.

Contestazioni. (1) Alcuni affermano, senza alcuna evidenza biblica, che, per salvare l’uomo, Dio abbia rinunciato a parte della Sua sovranità. (2) Alcuni ridefiniscono la parola "precognizione" per significare che Dio guarda avanti nel tempo per vedere che cosa accadrebbe se Egli non facesse nulla. Dio poi avrebbe stabilito i Suoi piani fondandosi su ciò che le creature avrebbero deciso. (3) Alcuni speculano dicendo che se noi non siamo in grado di fare ciò che è giusto, allora non possiamo essere considerati responsabili per i nostri fallimenti ed i nostri peccati. (4) Alcuni persino si spingono fino a dire: "Non è giusto che Dio lasci alcuni a rimanere nel peccato, mentre salvi altri". Queste speculazioni sono assurde, blasfeme, e si contraddicono totalmente.

Ancora un Dio di comodo. Queste idee sono popolari solo per una ragione: producono un dio più gradito e compatibile con i gusti dell’uomo decaduto. Coloro che negano la sovrana Signoria di Dio, o la modificano in qualche modo per coronare la creatura, si fanno un dio che non esiste, un dio che è contrario a ciò che la Bibbia rivela. E’ un’idea che proviene dal desiderio contorto del nostro cuore decaduto, di voler essere solo noi gli arbitri della situazione. All’uomo decaduto non piace quest’idea più semplice e biblica di Dio. Egli vuole rimanere in controllo delle cose, vuole essere "il capitano della propria anima". In questo modo deve inventarsi un dio che sia meno Sovrano, e sé stesso come un piccolo dio… Era proprio questo stesso desiderio, quello di essere simili a Dio, ad essere il primo peccato di Eva e poi di Adamo.

Una lotta continua. Questa è anche una lotta interiore del cristiano confessante. La nostra continua lotta con il peccato e con le imperfezioni in questa vita ci offre la tentazione di ridefinire Dio. L’uomo vuole far si che le sue scelte, decisioni od azioni, siano il fattore determinante del proprio futuro. Dobbiamo però mortificare le nostre tendenze e sentimenti naturali ed attenerci con fiducia a ciò che ci è stato rivelato.

Conclusione

Dalla confusione di questo mondo non è allora necessario fuggire. Certo, si può fare una paura per "riordinare le idee" e per ritornare alla chiarezza ed alla certezza della rivelazione di Dio in Gesù Cristo, Parola eterna che mai potrà essere annullata o superata, checché ne dica il mondo. A quella dobbiamo tornare: è l’unica strada possibile, che ci permetterà di ritornare a nostra volta nel mondo con gli strumenti e le difese che ci sono necessari per la sfida della vita, ed anche per trovarne soddisfazione.

Sollievo e pace. Con grande sollievo dopo tutta questa confusione, il credente riformato possiede un meraviglioso fondamento su cui poggiarsi e vivere! Che Dio meraviglioso abbiamo, quando ci fondiamo solo sulla Scrittura! La verità della provvidenza di Dio, la Sua Signoria universale, infinita, eterna ed immutabile, può dare alla nostra vita d’ogni giorno una grande pace ed una grande fiducia. Comprendere l’elezione dei peccatori per sola grazia e trovare in essa il nostro riposo, porta con sé una fiduciosa sicurezza della nostra salvezza ed un’umile e fedele vita cristiana.

Certezze che rafforzano. Questa è la certezza che Dio ci offre nella Sua Parola. Essa ci rafforza ogni giorno! Abbiamo i nostri doveri chiaramente rivelatici nella Bibbia. Non ci sono aspettative segrete su cui possiamo inciampare. Quando dobbiamo prendere una decisione non dobbiamo immaginarci una qualche segreta volontà di Dio. Non abbiamo bisogno di visioni speciali per apprendere com’è Dio o ciò che Egli si aspetta da noi singolarmente. Non c’è pericolo d’aver fatto una scelta sbagliata od esserci confusi sulla volontà di Dio o sui Suoi progetti per il mondo. Sarà questo ad innescare pure in noi l’entusiasmo riconoscente di chi opera per la sola gloria di Dio!

(Paolo Castellina, venerdì 17 novembre 2000. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, edizioni La Buona Novella, Brindisi, 1991).


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