Le chiavi della vera libertà

Evviva il progresso?

Conoscete voi quali siano le chiavi per vivere una vera libertà? Per molti oggi le chiavi della vera libertà si trovano nell’avvalerci di tutti i mezzi che il progresso e la società moderna ci mettono a disposizione per vivere veramente una vita emancipata. Di questo oggi ne sono totalmente convinti. Sono fieri di vivere in questo nostro tempo e guardano con commiserazione il passato, fatto solo, a dir loro, di schiavitù ed oppressione. Per molti sarebbe del tutto fuor di dubbio che “la religione” faccia parte di questo passato d’oppressione da cui “il progresso” ci libera.

Avete infatti già sentito frasi come queste? “Bisogna essere moderni, in linea con i tempi, …bisogna aggiornarsi… bisogna seguire il progresso, …bisogna cambiare, …quelle sono cose vecchie, superate, da abbandonare, …non reggono più …non funzionano più, …non valgono più, …sono oppressive e castranti”. Si, queste cose le dicono in tanti oggi, tanti che, entusiasti, corrono dietro a tutto ciò che è nuovo, a ciò che è diverso, a ciò che “la maggioranza” sembra preferire e praticare. “E’ il progresso,” dicono, e con avidità abbracciano tutto ciò che viene proposto loro: prodotti, idee, comportamenti… Tutto questo sembra dare loro immenso piacere, il piacere di “fare la cosa giusta”, di essere anche loro protagonisti dell’eccitante presente!

E’ così con derisione e compatimento, al tempo stesso, che essi guardano a “quegli sciocchi” che rimangono attaccati “alle cose del passato”, alle tradizioni, gente che giudicano “fuori dal mondo” e “fuori dal tempo”, gente “vecchia” come le cose a cui sembrano interessarsi… Nel caso particolare “gli sciocchi” saremmo noi che “ancora vanno in chiesa”, che ancora prestano ascolto a “stupidi” preti e pastori, “relitti del passato” e che ancora, come noi oggi, celebrano e valorizzano “la festa della Riforma”. “...cose vecchie, ammuffite”, ammuffite come quelle antiche ed “incomprensibili” bibbie o libri di preghiera che un tempo la gente leggeva (“ingenuamente”) e che alcuni tengono in casa, buone solo come decorazione, ambite solo dagli antiquari perché “valgono molto” (naturalmente denaro). “Se proprio piace loro la religione,” dicono ancora, “perché non si interessano, allora, delle nuove religioni, delle nuove spiritualità, magari quelle del tipo orientale e New Age …che oggi vanno tanto di moda? …ma quella roba li… puh!”.

Il problema per chi la pensa in questa maniera è che parte da presupposti sbagliati: non è affatto detto che tutto ciò che appare nuovo e “progredito” o di successo sia necessariamente buono, giusto e liberante, e che tutto ciò che è vecchio sia “superato, inutile, schiavizzante ed oppressivo... E’ necessario pensare, riflettere, discernere, valutare attentamente, avere senso critico verso il nostro mondo e verso noi stessi perché potremmo avere anche una percezione errata della realtà, potremmo ingannarci.

Oggi, però, …non c’è più tempo per pensare e per valutare attentamente… ed allora ci si lascia trascinare dalla corrente, ci si nutre di luoghi comuni, di pregiudizi, di sensazioni, di pensieri superficiali abilmente indotti su di noi da qualcuno… Incapaci di riflettere, diventiamo così anche noi parte della “massa” senza più identità né cervello, “zucche vuote” simili a quelle che molti anche qui da noi hanno cominciato ad usare per un’altra sciocca moda di importazione, quella di Halloween, zucche vuote preda di tutti gli abili manipolatori che solo ci sfruttano senza scrupolo ed allora avremo perduto completamente la nostra libertà.

La festa della vera libertà

Oggi noi celebriamo la festa della Riforma. Per me essa è nulla di meno che la festa della libertà, quella vera, quelli che pochi conoscono, anche se si riempiono la bocca ingannevolmente di questa parola e sembrano affannosamente perseguirla.

Sapete perché la festa della Riforma è festa della libertà? Perché dire Riforma significa celebrare quello che può avvenire – ed avviene sempre – quando si incontra veramente, a livello personale e sociale la vivente Persona del Signore e Salvatore Gesù Cristo, l’unica che possa veramente liberare la creatura umana.

Il meraviglioso Signore e Salvatore Gesù Cristo, infatti, disse un giorno: «Se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv. 8:31,32).

Una preghiera dimenticata

Così recitava la preghiera di una liturgia riformata, oggi dimenticata, di tanto tempo fa, da dirsi proprio in occasione della Festa della Riforma:

“Qual dono ineffabile della paterna Tua bontà ci ricorda questo giorno! I nostri padri giacevano nelle tenebre dell’ignoranza e della superstizione: tu ne avesti pietà, facesti splendere vivamente su di loro la luce dell’Evangelo, e ce la conservasti nella sua purezza sino ad oggi. Grazie all’opera inestimabile della Tua grazia, possiamo oramai, secondo la pura dottrina della Tua Parola, conoscere ed adorate Te, e Gesù Cristo, che Tu ci mandasti. Godiamo, inoltre, della libertà di coscienza, siamo svincolati da ordinamenti umani ed abbiamo, infine, il Tuo Evangelo come norma unica della fede e della vita, e da esso ognuno di noi può imparare a camminare nella via della salvezza. Fa’, Te ne preghiamo, che usiamo degnamente di tali benefici; il loro ricordo commuova efficacemente il nostro cuore, cosicché non solo esso gioisca della Tua luce, ma vi dimori fedelmente, come conviene a seguaci del Tuo Figlio ed a cristiani evangelici” (Liturgia, Coira: 1896).

Oggi possiamo dire, senza minimamente esagerare, che qui da noi, abbiamo largamente perduto tutto questo. La maggioranza della nostra gente ha preferito diventare massa insieme a gran parte dei nostri contemporanei ed ha praticamente perduto la sua identità riformata (non importa se ancora porti formalmente questo nome), e questo con grande gioia dei suoi avversari! Anzi, spesso questa identità riformata la ritiene di impaccio e se ne vergogna!

Non capisce più l’importanza della Riforma protestante, tanto che, a dire dei più, non vi sarebbe alcuna differenza fra questa ed altre forme storiche del cristianesimo, e quindi non sa perché dovrebbe celebrarla... Se glielo chiedi, non ha nessuna idea di quali siano i principi della Riforma né della sua storia salvo ricordarsi vagamente il nome di qualche personaggio del passato ad essa collegato.

Non sa più quale sia il dono meraviglioso che essa ci ha dato. Le tenebre dell’’ignoranza e della superstizione da cui i nostri padri erano stati liberati, sono infatti tornate in forme antiche e nuove, non solo con la ripresa del cattolicesimo, ed il diffondersi di eresie di ogni tipo, ma di ogni sorta di superstizione più o meno “orientale”.

La luce dell’Evangelo non sappiamo più che cosa sia, né mai l’abbiamo sperimentata nella nostra vita. La purezza dell’Evangelo non è più stata conservata fino ad oggi, ed è stata contaminata persino da predicatori compiacenti che hanno barattato i principi della Riforma e le sue dottrine bibliche con le ideologie più di moda.

La grazia di Dio in Gesù Cristo che ci salva dal peccato e dalle sue conseguenze l’abbiamo trasformata in un perdono a buon mercato, anzi, oggi si crede più volentieri in un Dio che tutto accetta e tutto giustifica, perché scomparsa è perfino l’idea stessa del peccato [non è di moda parlare di peccato…].

Iddio non è né veramente conosciuto, né veramente adorato, e la meravigliosa Persona ed opera di Gesù Cristo è stata trasformata in un nome magari da ricordarsi, e da celebrare, non si sa perché, il 25 dicembre, ma sostanzialmente nebuloso, alienato e confuso con altri nomi e religioni, simbolo di ideali umanistici astratti, ma sostanzialmente privo di rilevanza personale.

La libertà di coscienza diciamo di averla… in realtà l’abbiamo svenduta asservendoci alle ideologie umaniste che oggi vanno per la maggiore, e gli “ordinamenti umani” del conformismo sono quelli che dirigono la nostra vita.

Non abbiamo più la Parola di Dio, la Parola dell’Evangelo, quella della Bibbia come autentica regola di fede e della vita, perché essa, dopo essere stata svuotata da tutta la sua autorevolezza e svalutata, è stata abbandonata, come se fosse inutile, su qualche scaffale, là dove ancora si trovano intonse e mai toccate le Bibbie che abbiamo ricevuto alla confermazione o al matrimonio, e quindi abbiamo perduto la via della salvezza, ritenendo che tutte le vie di questo mondo ugualmente ci portassero o seguendo, come se fosse buona, la via larga che conduce alla perdizione, e sulla quale molti camminano.

Di conseguenza ha ben poco senso oggi dichiarare, se non solo formalmente, di essere “seguaci di Gesù Cristo” e “cristiani evangelici”. Pensiamoci bene: possiamo veramente dire di essere “seguaci di Gesù Cristo”, di quel Gesù, non di una sua qualche versione riveduta e corretta…

Non mi sorprende, così, che le vecchie liturgie che portavano le espressioni citate, siano state mandate nel dimenticatoio e sostituite, nel culto, spesso da insulse banalità e generalizzazioni funzionali all’ideologia oggi dominante! “Stiamo progredendo!” dicono con fierezza molti nostri contemporanei. Bel progresso! Sono però dei ciechi guide di altri ciechi!

La rilevanza dell’affermazione di Gesù

Non ha però perduto della sua rilevanza, anzi, vale più che mai, ciò che il Signore Salvatore Gesù Cristo diceva alla gente del Suo tempo: «Se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv. 8:31,32).

Allora, quando Gesù diceva queste cose, i suoi uditori si erano grandemente scandalizzati e dicevano: “Noi siamo progenie di Abrahamo e non siamo mai stati schiavi di nessuno; come puoi tu dire: Diventerete liberi?”. Erano scandalizzati come probabilmente qualcuno oggi si è scandalizzato a sentirmi parlare del fallimento e dello smantellamento della Riforma protestante in questo luogo ed in questo tempo.

Eppure Gesù aveva colpito nel segno quando, offendendo il loro malinteso orgoglio di “progenie di Abramo”, aveva messo in rilievo come essi fossero fondamentalmente schiavi ed illusi, schiavi del conformismo del loro tempo, schiavi del peccato, ingannati da sé stessi pur conservando le loro vuote forme religiose.

Essi mentivano spudoratamente quando affermavano “Non siamo mai stati schiavi di nessuno”. Non erano forse stati schiavi in Egitto? Non erano forse stati deportati in Babilonia come conseguenza della loro infedeltà, e non erano forse schiavi allora quando la loro stessa nazione era sottomessa al giogo dell’Impero romano? E non erano essi stessi schiavi delle multiformi forme del peccato che anche noi conosciamo bene, e che raramente ammettiamo essere tale?

Essi disprezzavano Gesù, cercavano di ucciderlo, non volevano far posto in loro alla Sua Parola. Egli aveva detto loro nient’altro che la verità, ma la verità spesso “fa male” e non si ascolta volentieri. Gesù portava loro la verità che aveva udito dal Padre Suo celeste, ma essi ormai, pur vantandosi della loro “libertà” ormai si erano ben sistemati nella famiglia del nemico di Dio. Difatti Gesù dice loro: "Voi siete dal diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro; egli fu omicida fin dal principio e non è rimasto fermo nella verità, perché in lui non c'è verità. Quando dice il falso, parla del suo perché è bugiardo e padre della menzogna. A me invece, perché vi dico la verità, voi non credete" (Gv. 8:44,45).

Era vero per loro quello che l’apostolo Paolo diceva sulla condizione umana: “…il dio di questo secolo ha accecato le menti di quelli che non credono, affinché non risplenda loro la luce dell'evangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio”  (2 Co. 4:4).

Più avanti nel vangelo, infatti, troviamo questo scambio di battute fra Gesù e i suoi uditori: “Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste cose e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: "Noi vediamo perciò il vostro peccato rimane»” (Gv. 9:40,41).

L’appello instancabile di Gesù

Eppure Gesù continuava a rivolgere loro il suo pressante appello: «Se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi …Se dunque il Figlio vi farà liberi sarete veramente liberi” (Gv. 8:31,32,36). Si, perché l’offerta della grazia di Dio in Gesù Cristo rimane oggi valida, per noi che l’udiamo, tanto che proprio oggi, in occasione della Festa della Riforma dovremmo veramente parlare dell’improrogabile necessità di ricostruire la Riforma, perché le nostre sono davvero rovine affinché la nostra generazione conosca la vera libertà.

“La ricostruzione della Riforma” non significa altro che ristabilire l’autentico e puro Evangelo di Gesù Cristo, l’unico che possa darci vera libertà.

Il “passato” così può e deve ritornare, con discernimento, perché ogni qual volta la Persona e la Parola di Cristo viene annunciata in tutta la sua purezza e ricevuta da cuori onesti, essa cambia, trasforma la realtà. Miracoli, conversioni, riforme, risvegli possono avvenire ed avvengono, quando si incontra veramente, a livello personale e sociale la vivente Persona del Signore e Salvatore Gesù Cristo, l’unica che possa veramente liberare la creatura umana.

Quello che il Signore Gesù attraverso la Sua Parola ed il Suo Spirito può operare diventa così non solo la vera libertà di chi lo accoglie, ma la vera ed eterna novità, il vero progresso, il vero “nuovo” che non potrà mai diventare né “vecchio”, né “noioso”, perché vita vera. Gesù disse: “Finché il cielo e la terra non passeranno, neppure un iota, o un solo apice della legge passerà, prima che tutto sia adempiuto” (Mt. 5:18).

I principi della Riforma

Celebrare con riconoscenza la Riforma vuol dire dunque riscoprire e vivere tutta la potenza rivoluzionaria e liberatoria dell’Evangelo di Gesù Cristo, l’Evangelo eterno ed intramontabile che solo può essere salvezza, forza e speranza di ogni creatura umana, di ogni tempo e paese.

Qualche mese fa, in una predicazione, mi chiedevo se i presenti conoscessero quali sono i cinque principi fondamentali della Riforma. Allora non avevo detto quali fossero, perché volevo che ciascuno si interrogasse al riguardo e verificasse. Essi sono nascosti proprio nel testo biblico che stiamo oggi considerando (ovviamente non solo in questo testo!). Essi possono infatti essere definiti come le cinque chiavi della vera libertà che la Riforma ha usato per aprire la prigione in cui la gente era tenuta allora, ma che funzionano anche per aprire le porte delle nostre prigioni! Esse sono caratterizzate dall’aggettivo di esclusione “Solo / sola”, ripetuto cinque volte”. Nel vostro mazzo di chiavi, possedete voi anche queste “cinque chiavi che aprire la vostra vita alla vera libertà?

B Sola Scrittura – Soltanto la Bibbia è fonte della conoscenza che abbiamo per quanto riguarda la verità e la fede cristiana, come pure unica e sicura norma della nostra fede e della nostra condotta. Molti hanno cercato e cercano di distruggerla sia fisicamente che con errate interpretazioni. Essa, però, è veramente Parola di Dio, inerrante ed infallibile in tutto ciò che essa afferma.  Gesù è la Parola di Dio fattasi uomo, ed è questa stessa Parola che ci viene annunciata dalle Scritture. Gesù parla oggi autorevolmente a noi attraverso tutta la Bibbia. Gesù, infatti, disse: “Se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. Il mondo lo vorrebbe negare, ma in esso troviamo solo la voce ingannevole di Satana che vorrebbe deviare altrove la nostra attenzione. Satana teme che noi si creda e si pratichi il “Sola Scrittura”!

B Solo a Dio la gloria – Noi siamo creature di Dio, fatte per essere in comunione con Lui. La nostra vita trova il suo compimento ultimo quando è vissuta in comunione con Dio e nella Sua prospettiva. Tutto deve essere visto in funzione di Dio, e tutto deve tendere a dargli gloria, l’intera nostra esistenza, comportamento, ecc. Non l’essere umano, ma Dio deve essere al centro di ogni cosa, il Dio che ha rivelato Sé stesso nella Scrittura. Il bene ultimo della creatura umana sarà servito solo quando Dio verrà onorato e servito come Gli è dovuto.  Gesù disse: “"Or io non cerco la mia gloria; v'è uno che la cerca e che giudica ... Gesù rispose: «Se io glorifico me stesso, la mia gloria non è nulla. E il mio Padre che mi glorifica, quello che voi dite essere vostro Dio" (Gv. 8:50,54). Viviamo noi in funzione della gloria di Dio e del Suo Cristo? Questo solo renderebbe la nostra vita degna di essere vissuta!

B Solo Cristo – I riformati dicono: “Noi crediamo a tutto ciò che afferma sulla Persona e sull’Opera di Gesù di Nazareth. Egli è il Figlio unigenito di Dio, Signore e Salvatore, Mediatore unico fra Dio e le creature umane, via, verità e vita. Egli non condivide la Sua gloria e virtù con alcun altro. Nato da una vergine, Egli è Dio fattosi uomo, Parola di Dio incarnata. Egli ha operato ed opera autentici miracoli, è morto su una croce per espiare Lui i peccati di coloro che si affidano a Lui per la loro salvezza. E’ veramente risorto dai morti, è asceso al cielo, alla destra di Dio Padre, e tornerà per giudicare i vivi ed i morti”. Nel nostro testo Gesù dice: “Se Dio fosse vostro Padre, mi amereste, perché io sono proceduto e sono venuto da Dio; non sono venuto infatti da me stesso, ma è lui che mi ha mandato” (Gv. 8:42). E’ questa la nostra fede ed incide essa sulla nostra vita di tutti i giorni? L’apostolo Paolo diceva: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”.

B Sola grazia – Siamo salvati dai nostri peccati e riabilitati davanti a Dio, per la sola grazia e misericordia di Dio, il quale l’ha manifestata nell’opera efficace a nostro favore di Gesù Cristo. Non sono i nostri meriti o presunta bontà a salvarci, perché non ne abbiamo e non li avremmo mai, né in tutto, né in parte, ma la sola grazia sovrana di Dio, la quale, benché indegni, per amor Suo, ci offre salvezza.  Nel nostro testo Gesù dice: “In verità, in verità vi dico: Chi fa il peccato è schiavo del peccato ...  Se dunque il Figlio vi farà liberi sarete veramente liberi” (Gv. 8:34-36). Nello stesso capitolo è Gesù che salva una donna meritevole di condanna e le dice: “Neppure io ti condanno, va e non peccare più” (Gv. 8:11). Ci riteniamo forse meritevoli davanti a Dio o presumiamo che Dio ci perdoni e ci accetti indipendentemente dal nostro ravvedimento e ricezione della Sua grazia, perché ci consideriamo, come siamo, peccatori?

B Sola fede – Possiamo ricevere la grazia di Dio solo con un atto di completo ed incondizionato abbandono alla Persona ed all’opera di Cristo Salvatore, cosa che la rigenerazione ad opera dello Spirito Santo rende possibile. Soltanto attraverso una rigenerazione del nostro essere ci sarà possibile operare con riconoscenza ciò che è gradito a Dio. Nel capitolo 9 di Giovanni, nell’episodio della guarigione del cieco nato, troviamo scritto: “Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori e, trovatolo, gli disse: «Credi tu nel Figlio di Dio?». Egli rispose e disse: «Chi è, Signore, perché io creda in lui?». E Gesù gli disse: «Tu l'hai visto, è proprio colui che ti sta parlando».  Allora egli disse: «lo credo, Signore»; e l'adorò" (Gv. 9:35-38). Ci siamo noi affidati di tutto cuore, con fiducia e ubbidienza al Signore Gesù Cristo, non solo a parole, ma in fatti e verita? Questa è la chiave della nostra salvezza!

Conclusione

Evviva il progresso, dunque, e gettiamo via tutto il passato? No, chiediamo a Dio il dono del discernimento.  Gesù disse: “Perciò ogni scriba, ammaestrato per il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che trae fuori dal suo tesoro cose nuove e vecchie” (Mt. 13:52), mentre altrove la Scrittura dice: “Provate ogni cosa, ritenete il bene” (1 Ts. 5:21). Usiamo certamente i doni del presente con riconoscenza, ma esaminando e valutando attentamente, e valutiamo con altrettanta attenzione i doni che Dio ci ha fatto nel passato. Uno di questi preziosissimi doni è la Riforma protestante. Iddio ha suscitato i Suoi servitori Lutero, Zwingli, Calvino, Vergerio e molti altri,  affinché anche noi scoprissimo e sperimentassimo la carica liberatoria e di rinnovamento che risiede nell’Evangelo di Gesù Cristo. Se anche la nostra generazione incontrerà in modo rinnovato la Persona del Salvatore e Signore Gesù Cristo e si lascerà guidare dalla Sua Parola, la Bibbia, a conformare la sua vita, condotta e culto, sperimenterà la libertà che Gesù fedelmente promette: «Se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv. 8:31,32).

[Paolo Castellina, sabato 4 novembre 2000. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, edizioni La buona Novella, Brindisi, 1991].

Letture supplementari

1. Salmo 118

2. Ebrei 11:32-12:11

3.  Giovanni 8: 25-59


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