C’è chi dorme e chi è sveglio!
…vi siete mai addormentati durante una predica? Può succedere. Nel Nuovo Testamento troviamo il racconto (famoso ed esemplare) di un giovane che si era addormentato durante la predicazione dell’apostolo Paolo, e che così aveva perso l’equilibrio cadendo da una finestra e rimanendone ucciso. Il caso fu tragico, ma per grazia e potenza di Dio, andò a buon fine. Leggiamo Atti 20:1-16.
Contesto
"Dopo che fu cessato il tumulto, Paolo chiamò a sé i discepoli, li abbracciò e partì per andare in Macedonia (1). E, dopo aver attraversato quelle regioni e aver dato loro molte esortazioni, si recò in Grecia (2). Dopo aver trascorso colà tre mesi, poiché i Giudei avevano ordito un complotto mentre egli stava salpando per la Siria, decise di far ritorno passando per la Macedonia (3). Or l'accompagnarono fino in Asia Sopatro di Berea, Aristarco e Secondo di Tessalonica, Gaio di Derbe e Timoteo, e Tichico e Trofimo, oriundi dell'Asia (4). Costoro, partiti prima di noi, ci aspettarono a Troas (5). Ma noi partimmo da Filippi dopo i giorni degli Azzimi e in cinque giorni li raggiungemmo a Troas, dove dimorammo sette giorni (6)" (Atti 20:1-13).
Il contesto del brano è il terzo viaggio missionario dell’Apostolo Paolo. Paolo è "apostolo", inviato da Dio per annunciare l’Evangelo di Gesù Cristo ai Giudei ed ai pagani in Palestina, Asia minore, e Grecia, e infine a Roma, ma anche per consolidare le chiese ed i credenti nella fede. Nel suo terzo viaggio Paolo visita per la terza volta le chiese della Galazia e poi si stabilisce ad Efeso per più di due anni. Lasciando Efeso, Paolo si reca ancora in Macedonia e in Grecia per tre mesi, poi torna in Asia minore passando dalla Macedonia. La sua ultima tappa sarà Gerusalemme. L’episodio che consideriamo avviene a Troas, sbarcando dalla Macedonia.
Quando
"Il primo giorno della settimana, essendosi i discepoli radunati per rompere il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, conversava con loro, e protrasse il discorso fino a mezzanotte" (7).
Era il primo giorno della settimana, cioè la domenica. Probabilmente si trattava del sabato sera, giacché il nuovo giorno per loro iniziava la sera del precedente, cioè sabato.
Dove. In una casa al terzo piano (9). I primi cristiani non usavano riunirsi in speciali luoghi di culto ("chiese" o templi), ma nelle case dei credenti, nel contesto di cellule cristiane.
Un appuntamento fisso ed importante. Era consuetudine dei primi cristiani radunarsi per il culto appunto il sabato sera per ascoltare la Parola del Signore e celebrare la Santa Cena, in commemorazione della passione e morte del Signore Gesù Cristo.
Lampade
"Or nella sala, dove eravamo radunati, vi erano molte lampade (8).
Indicazione pratica: lampade ad olio per far luce, ma facevano anche calore. Questo spiega ciò che farà il giovane di cui qui si parla. Potrebbe anche essere simbolo che le cose del Signore illuminano la vita (abbondantemente) e danno ad essa calore, il calore dell’amore, del conforto, dell’energia in movimento.
Un giovane
"Un giovane di nome Eutico, che era seduto sul davanzale della finestra, fu colto da un sonno profondo; e, mentre Paolo tirava il suo discorso a lungo, preso dal sonno, cadde dal terzo piano e fu raccolto morto" (9).
Fa caldo, il giovane cerca un posto più fresco: il davanzale della finestra, su cui si siede.
Per alcuni il tempo scorre velocemente. Paolo parla a lungo. La comunità riunita è interessata. Il tempo passa velocemente per chi apprezza l’argomento, lo comprende e segue con attenzione. Paolo parla di ciò che Dio ha rivelato nella Sua Parola, che riguarda Gesù e la vita di chi Gli si affida. Chi è sensibile all’importanza di questi argomenti …non sta sempre a guardare l’orologio per vedere quando il discorso finisce e per poter fare "altre cose" e "migliori". Il Signore ha "risvegliato" questi uomini e queste donne alle cose di Dio, ed essi ora solo ben svegli ad ascoltare il messaggero di Dio. Per chi comprende ed ha passione per le cose di Dio, non importa quanto tempo passi, e persino il legittimo riposo viene messo in secondo piano. Per i credenti le priorità sono ben chiare: prima Dio, che amano con tutto loro stessi.
Il ragazzo è evidentemente interessato, o ha seguito i suoi parenti. E’ però ancora giovane nella fede, non apprezza ancora abbastanza le cose del Signore. Il fatto di sentire la predicazione e di stare alla finestra, potrebbe significare anche che è anche interessato a quello che avviene, o potrebbe avvenire, fuori. Il suo cuore è ancora diviso fra Cristo e il mondo, non ha ancora fatto una chiara decisione. Visto che fuori non accade nulla, e il discorso di Paolo non riesce ad entusiasmarlo, cade addormentato, anzi, cade letteralmente dal terzo piano… E’ pure mia esperienza che se qualcosa ti interessa veramente e ti appassiona …non ti viene sonno, il cervello ne risulta stimolato.
Essere in bilico. La posizione di chi sta in bilico fra il Signore ed il mondo è pericolosa… potrebbe essere fatale. "E se vi pare cattiva cosa servire l'Eterno, scegliete oggi chi volete servire, o gli dèi che servirono i vostri padri di là dal fiume, o gli dèi degli Amorei, nel cui paese voi abitate; quanto a me e alla mia casa, serviremo l'Eterno" (Gs. 24:15). "Allora Elia si avvicinò a tutto il popolo e disse: «Fino a quando tentennerete fra due opinioni? Se l'Eterno è DIO, seguitelo; ma se invece lo è Baal, seguite lui». Il popolo non rispose parola" (1 Re 18:21).
Interesse per la persona
"Ma Paolo, sceso giù, si gettò su di lui, l'abbracciò e disse: «Non vi turbate, perché l'anima sua è in lui" (10).
Il fatto drammatico mobilita la comunità. Non sono indifferenti o "troppo concentrati" in ciò che dice Paolo tanto da renderli insensibili a ciò che avviene intorno a loro. La fede cristiana non ci estranea dal mondo, ma ci rende maggiormente sensibili alla condizione degli altri. Il fatto non certo lo si può ignorare, ma la mobilitazione della comunità è indice di quanto essa si preoccupi della condizione spirituale di quel giovane nella fede. Paolo va e "lo abbraccia". Potremmo qui vedere come egli non lo rimprovera, ma lo comprende, abbracciandolo con amore e interesse. E’ morto, o almeno pare, ma la potenza di Dio in Paolo riesce a rassicurare la comunità: la situazione non è senza speranza: l’anima non l’ha ancora abbandonato. Paolo diventa strumento affinché si compia un miracolo fisico. Questo però è anche indice di un miracolo spirituale. E’ come se l’amore e l’interesse della comunità per quel giovane (nella fede) possa suscitare in lui la vita spirituale, proprio quell’interesse nelle cose del Signore che prima non aveva!
La riunione riprende!
Vi aspettereste forse che la comunità avesse compreso …che ormai era tempo di sciogliere la riunione, visto che era così tardi? Niente affatto! Come se niente fosse, ritornano su e celebrano la Cena del Signore com’era stato programmato! Fanno in fretta, per finire e poi tornare a casa? Niente affatto! La riunione continua fino all’alba! Pare che nessuno ne se voglia andare! Miracoli della vita spirituale che ci porta ad essere dimentichi del tempo e di noi stessi, ma non certo degli altri.
"Quindi risalì, spezzò il pane con loro e mangiò, e dopo aver parlato a lungo fino all'alba, partì" (11).
Era stato un "brutto colpo" per il ragazzo, ma lo riconducono dentro! Certo dovrà "riprendersi dal colpo", ma pare che la comunità riconduca il ragazzo alla riunione? Forse è una "crudeltà"? Sono "senza pietà"? Non vorrebbero forse riportarlo a casa? No. Forse il ragazzo decide di rimanere e …di rimanere attento questa volta! Certamente il colpo l’ha risvegliato… Dio lo ha risvegliato! A volte ci vuole proprio "un colpo", un incidente, una prova, per "aprirci gli occhi" e per farci rendere conto delle cose!
"Intanto ricondussero il ragazzo vivo, per cui furono oltremodo consolati" (12).
E’ una grande consolazione per i credenti vedere un "ragazzo" ora vivo, vivo nella fede, …ed interessato, nonostante (o forse a causa) di una brutta esperienza.
Conclusione
"Noi invece, che ci eravamo già imbarcati, navigammo verso Asso, dove avevamo intenzione di riprendere a bordo Paolo, perché aveva stabilito così, volendo egli fare quel viaggio via terra" (13).
Il viaggio di Paolo riprende, ma noi comprendiamo quali implicazioni abbia il dormire o lo stare svegli. Certo, una predicazione può essere più o meno interessante, può indurre il sonno… soprattutto se siamo stanchi ed è già tardi… Come non vedere, però, in questo un senso figurato, spirituale? Essere svegli per le cose del Signore è estremamente importante, ed è possibile per la grazia e la potenza di Dio. Pericolosa è la posizione di chi tentenna fra Dio e il mondo, per chi non apprezza ancora abbastanza le cose di Dio, ed il mondo ancora lo attrae con le sue lusinghe. Satana, il nemico di Dio, ci vuole fare addormentare alle cose di Dio, affinché non le valorizziamo e seguiamo. Essere così addormentati, però, è pericoloso, perché è il preludio di ciò che Satana, finalmente, vorrebbe fare, cioè ucciderci del tutto. Egli è l’omicida per eccellenza. Grazie a Dio, però, l’opera di Dio fra il Suo popolo e con i Suoi è potente da vincere anche il sonno della morte, e restituire alla vita!
Paolo Castellina, mercoledì 16 agosto 2000