Beati voi perché i vostri orecchi odono!
Introduzione
I sensi del corpo umano sono cinque. Così spiega la maestra ai bambini di scuola: la vista, l’udito, l’odorato, il gusto, e il tatto. Che cosa sono i sensi? I sensi sono quelle facoltà del nostro corpo che ci permetto di ricevere impressioni e informazioni, da stimoli esterni, facoltà che ci permettono di rapportarci al mondo che ci circonda. Per ogni senso c’è un organo ad esso destinato: l’occhio, l’orecchio, il naso, la lingua, e la pelle. Molti dicono che vi sia anche un "sesto senso", cioè quella particolare forma di sensibilità molto acuta che consentirebbe di avvertire ciò che la vista, l’olfatto, l’udito, ecc. non sono in grado di percepire. Possiamo avere massima funzionalità quando tutti i nostri sensi funzionano correttamente e sono attenti e pronti a ricevere impulsi esterni, come un radar, oppure …i baffi di un gatto!
La Parola di Dio parla spesso degli organi sensoriali, delle loro caratteristiche e funzionalità, per illustrare il modo in cui noi siamo o non siamo aperti verso il mondo, verso gli altri o verso Dio. Non c’è nulla di peggio, secondo l’insegnamento biblico, di una persona che, pur avendo tutti i sensi in perfetto ordine, sia chiusa in sé stessa e "impermeabile" ad ogni stimolo esterno che sia buono e salutare, di una persona "incurvata su sé stessa". E’ ancora peggio della già tragica situazione di coloro in cui uno o più sensi sono menomati o non funzionanti.
Per sottolineare l’importanza della perfetta funzionalità dei sensi, troviamo così spesso il Salvatore Gesù Cristo che guarisce ciechi, sordi, muti, lebbrosi ecc. e come altrettanto spesso questa sia come una parabola per indicare la tragica chiusura umana verso Dio. L’abbiamo visto la scorsa volta, quando consideravamo il primo fra gli organi sensoriali, cioè l’occhio. C’è chi, pur avendo occhi ben funzionanti non vede o crede di vedere, e c’è anche il proverbio che dice: "Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire".
L’udito
Oggi considereremo così molto di ciò che la Bibbia dice sull’orecchio e sull’udito. C’è chi ha orecchie molto grandi e lo si prende in giro perché assomiglia al personaggio di Topolino, o di Dumbo, come le orecchie di chi …sta sempre al telefono e non si riesce mai a trovare la linea libera in casa sua!
Vi sono anche molte espressioni popolari al riguardo degli orecchi, ad esempio: essere duro d’orecchi… l’ho ancora dentro agli orecchi… mi fischiano gli orecchi… tendere l’orecchio… mi è venuto all’orecchio che… essere tutt’orecchi… porgere amico orecchio …mettere una pulce nell’orecchio …prestare facile orecchio …entra da un orecchio ed esce dall’altro …fare orecchi da mercante …da quell’orecchio non ci sente …ho fatto l’orecchio alle sue lamentele …tirare gli orecchi a qualcuno, e così via!
Una delle dottrine più belle della Scrittura ha a che fare con l’udire: «Chi ha orecchi da udire, oda!» (Mr. 4:9), dice ripetutamente Gesù nei vangeli.
""Chi ha orecchi da udire, oda!». Allora i discepoli, accostatisi, gli dissero: «Perché parli loro in parabole?». Ed egli, rispondendo, disse loro: «Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Perché a chiunque ha sarà dato, e sarà nell'abbondanza, ma a chiunque non ha, gli sarà tolto anche quello che ha. Perciò io parlo loro in parabole, perché vedendo non vedano, e udendo non odano né comprendano. Così si adempie in loro la profezia d'Isaia, che dice: "Voi udirete ma non intenderete; guarderete ma non vedrete". Perché il cuore di questo popolo è divenuto insensibile, essi sono diventati duri d'orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi e non odano con gli orecchi, e non intendano col cuore e non si convertano, e io li guarisca. Ma, beati i vostri occhi perché vedono, e i vostri orecchi perché odono. Perché in verità vi dico che molti profeti e giusti desiderarono vedere le cose che voi vedete e non le videro, e udire le cose che voi udite e non le udirono! Voi dunque intendete la parabola del seminatore. Quando qualcuno ode la parola del regno e non la comprende, il maligno viene e porta via ciò che era stato seminato nel suo cuore. Questi è colui che ha ricevuto il seme lungo la strada. E quello che ha ricevuto il seme in luoghi rocciosi, è colui che ode la parola e subito la riceve con gioia. Ma non ha radice in sé, ed è di corta durata; e quando sopraggiunge la tribolazione o persecuzione, a causa della parola, ne è subito scandalizzato. E quello che ha ricevuto il seme fra le spine è colui che ode la parola, ma le sollecitudini di questo mondo e l'inganno delle ricchezze soffocano la parola; ed essa diviene infruttuosa. Quello invece che riceve il seme nella buona terra, è colui che ode la parola, la comprende e porta frutto; e produce uno il cento, un altro il sessanta e un altro il trenta per uno" (Mt. 13:9-23).
Molti vanno in chiesa e non ascoltano veramente, altri ascoltano "solo un po’", altri ancora si recano in chiesa con orecchie che lo Spirito Santo ha disposto per udire con attenzione la Parola di Dio e ritenerla in loro stessi con amore. Essi, a quello che odono, uniscono la fede. Essi sanno che non è "una parola qualsiasi" che dovranno udire attraverso la predicazione, ma la Parola di Dio, perché Dio ha delegato proprio a questo scopo "la follia della predicazione", come dice l’apostolo Paolo: "…poiché nella sapienza di Dio il mondo non ha conosciuto Dio per mezzo della propria sapienza, è piaciuto a Dio di salvare quelli che credono mediante la follia della predicazione" (1 Co. 1:21). Per questo essi prestano la massima attenzione alle predicazione. Non importa se essa provenga da un predicatore più o meno abile: dalla sua parola essi intendono trarre "gli oracoli di Dio".
Gesù ci dice: "Fate attenzione a ciò che udite. Con la stessa misura con cui misurate, sarà misurato a voi; e a voi che udite sarà dato di più" (Mr. 4:24). E ancora: "Fate dunque attenzione a come ascoltate, perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche quello che pensa di avere" (Lu. 8:18).
Essere "buoni ascoltatori"
Siete voi dei buoni ascoltatori? Ascoltare non significa solo udire con gli orecchi, bisogna pure udire con tutti i vostri sensi ben vigili. Ascoltare implica un processo di discernimento, comprensione ed intelligenza. Non ha nessun senso udire la Parola di Dio "distrattamente": questo si che è una follia! Il processo dell’ascolto implica udire con le nostre orecchie, vedere con i nostri occhi, e rielaborare con la nostra mente. Quante volte nella nostra vita ci hanno detto e ci diranno ancora di "prestare ascolto" a qualcosa o a qualcuno! Gesù ci esorta ad ascoltare con estrema attenzione la Parola di Dio Padre. Egli ci dice di ascoltare bene le parole del Suo insegnamento. Sono io un buon ascoltatore? Siete voi dei buoni ascoltatori?
Durante il ministero di Gesù qui sulla terra, Egli spesso concludeva il Suo insegnamento dicendo: «Chi ha orecchi da udire, oda!». Consideriamo alcuni fra i testi dove troviamo Gesù che dice questa frase.
Matteo 11:15 «Chi ha orecchi da udire, oda!»
Ben più che orecchie funzionanti! Incominciamo con Matteo 11:15. Nei versetti precedenti, troviamo Gesù che parla di Giovanni il battezzatore. Dice come Giovanni abbia abbandonato ogni cosa per servire Dio in modo esclusivo. Giovanni aveva investito l’intera sua vita per comunicare la Parola di Dio e per preparare la venuta di Gesù. Giovanni ascoltava e faceva ciò che gli era detto di fare. E Gesù dice a tutti coloro che ascoltano, che Giovanni non era altro che l’adempimento della profezia dell’Antico Testamento sulla venuta di Elia. Egli dice che se essi avessero prestato ascolto a Giovanni, essi lo avrebbero capito.
Gesù cerca di insegnarci ad ascoltare con ben più che le orecchie. Cerca di insegnarci a usare tutti i nostri sensi quando ascoltiamo. Ci dice di andare al di là di ciò che si ode subito, tanto da poter vedere, discernere, comprendere la verità. "Chi ha orecchi da udire, oda", ci dice Gesù, cioè: Chi desidera o vuole vedere ed udire la verità, "oda!"., e questo vuol dire più che avere orecchie funzionanti. Se non funzionano bene avvicinatevi al predicatore, usate un apparecchio acustico, ma, per l’amor di Dio, udite! E’ estremamente importante!
Il senso delle parabile. In altre parole, Gesù sa che molti non ascolteranno, e questo è precisamente il motivo per cui Egli parla in parabole. Egli insegnava in questo modo perché quelli che veramente volevano conoscere la verità avrebbero ascoltato e identificato, in quel messaggio, la verità. Sapeva che essi Gli si sarebbero avvicinati e gli avrebbero chiesto una risposta. Consideriamo Matteo 13:9-23.
La prima parte di Matteo 13 ci presenta la storia del seminatore, e ci viene presentato in forma di parabola, in modo cioè incomprensibile per coloro a cui non sta veramente a cuore di comprendere.
1. Per coloro che non desiderano veramente perseguire la comprensione, la verità a loro rimarrà nascosta. Ciò che Gesù dice loro è che la Parola è offerta a tutti generosamente, ma che pochi la accolgono e la comprendono. Essi la ascoltano, eppure lasciano spazio a Satana. Gesù dice che ogni qual volta si ode il messaggio di Dio e non si prende tempo per comprenderlo a fondo, allora viene Satana e ce lo strappa di mano.
2. Poi Gesù prosegue dicendo che il seme o messaggio seminato in luoghi rocciosi, rappresenta la persona che ode la Parola e subito ne è entusiasta. Però, quando essi devono affrontare periodi di difficoltà o di persecuzione, essi ben presto si allontanano da questo messaggio. Essi rinunciano alla loro originale grande gioia perché non si erano radicati nella Parola. Quando il messaggio stesso li mette alla prova, ne restano imbarazzati.
3. Gesù, poi, continua a dire che il seme che era stato seminato tra le spine, rappresenta la persona che ode la Parola, ma che, a causa delle preoccupazioni e delle paure della vita, il seme ne resta soffocato, perché queste sono come delle erbacce parassite.
4. Il seme o messaggio, però, che è seminato nel terreno buono, rappresenta la persona che ode la parola e che attraverso di essa vuole udire la Parola per eccellenza. Questa persona mette le cose di Dio al primo posto, al posto più importante della loro vita. Una tale persona avrà da questo un raccolto abbondante
Nelle lettere alle sette chiese dell’Asia, contenute nel libro dell’Apocalisse, ciascuna si conclude con un detto simile a quello che troviamo nei vangeli: "Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese" (Ap. 2:7,11,17,29; 3:6,13,22). Il motivo per il quale troviamo questo detto, o uno simile, così spesso in queste lettere è per sottolineare l’importanza di ascoltare con attenzione quel particolare messaggio. Questi versetti sono per noi un’importante lezione sul prestare attenzione. Gesù aveva di fronte a Sé lo steso problema che pure molti di noi debbono affrontare oggi – la gente semplicemente non ascolta! Si, ascoltano il suono delle parole, ma non lo fanno mettendo in funzione l’intelligenza.
Udire è molto importante. Udire con intelligenza è più importante ancora. E voi, ascoltate veramente? O lasciare semplicemente, come si dice, che il suono vi entri da un orecchio e vi esca dall’altro? Tendete l’orecchio in ogni modo possibile per udire di più di ciò che dovreste udire, o solo quello che vorreste udire? Oppure ancora voi siete coloro che odono nel modo in cui Gesù vuole che ascoltiate – cioè con intelligenza e sapienza?
Tre modi di ascoltare
Potremmo classificare l’udire in tre categorie.
1. Dentro da un orecchio e fuori dall’altro. Questa persona semplicemente non può accettare la vostra spiegazione, o qualsiasi spiegazione su qualunque argomento. Semplicemente non ascolta ciò che vien detto. Entra da un orecchio ed esce dall’altro. Questo tipo di ascolto impedisce loro dal comprendere il cuore di Dio. Per loro la verità di Dio non riesce a passare perché incontra un ostacolo. L’ostacolo è il peccato che essi non vogliono abbandonare. L’ironia è che essi hanno difficoltà a ricevere ciò che potrebbe significare per loro guarigione.
2. In maniera selettiva. Luca 8:14 ci parla di un secondo tipo di ascolto. E’ quello della persona che è come se origliasse di nascosto, che ode solo, cioè, le cose che vuole ascoltare. Si tratta di un ascolto selettivo. "la parte che è caduta fra le spine sono coloro che hanno udito la parola; ma, strada facendo, sono soffocati dalle sollecitudini, dalle ricchezze e dai piaceri di questa vita, e non giungono a maturità".
3. E poi c’è il buon ascoltatore: quello di cui si parla in Matteo 13. E’ la persona che ode, ascolta, e cresce in sapienza, conoscenza ed amore. E’ la persona a cui sta a cuore apprendere, e che quindi ode con attenzione. "Quello invece che riceve il seme nella buona terra, è colui che ode la parola, la comprende e porta frutto; e produce uno il cento, un altro il sessanta e un altro il trenta per uno" (Mt. 13:23).
L’importanza di udire
Consideriamo ora perché udire è così importante. Gesù considerava questo così importante tanto da ripeterlo parecchie volte. Matteo 13:16 dice che sono beati quelli che vedono e sentono.
1. Per essere benedetti. "beati i vostri occhi perché vedono, e i vostri orecchi perché odono" (Mt. 13:16). Essere un buon ascoltatore significa essere grandemente benedetti. E’ la benedizione che l’apprendista riceve quando ascolta e guarda con attenzione le parole e i gesti dell’artigiano da cui vuole apprendere il mestiere. Non si trarrà alcuna benedizione dal "presenziare" al culto (che brutta espressione questa). E’ un’espressione che deriva dal cattolicesimo popolare. Quando la messa era in latino (ma spesso anche ora che è in italiano) "si andava a messa", o si "prendeva messa", anche se non si capiva niente e non si prestava attenzione a quanto vi si faceva o diceva, o addirittura si arrivava in ritardo. Molti cattolici hanno la superstizione che "basta essere andato in chiesa" per essersi "guadagnati dei punti" o aver ricevuto una benedizione! Questa superstizione, però, è indegna di un cristiano riformato che "va in chiesa" per nutrirsi effettivamente della Parola di Dio. Sarebbe come dire: "Sono andato al ristorante e …ho visto gli altri che mangiavano, là in un angolo, in fondo, in piedi…". Questo certo …non riempie la pancia… ed è decisamente ridicolo!
2. Per sviluppare la fede. Vediamo che altro comporti in Romani 10:14-17. Anche questo è essenziale alla fede. Il versetto 17 di Romani 10 dice che udire è proprio il modo in cui si sviluppa la fede. La fede procede dalla Parola di Dio attraverso la predicazione, l’insegnamento, e l’ascolto. Chi non si nutre costantemente della Parola di Dio, letta e predicata, come dice Gesù, gli verrà tolto anche quel poco che ha!
"Come dunque invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare? E come udiranno, se non c'è chi predichi? E come predicheranno, se non sono mandati? Come sta scritto: «Quanto sono belli i piedi di coloro che annunziano la pace, che annunziano buone novelle!». Ma non tutti hanno ubbidito all'evangelo, perché Isaia dice: «Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione?». La fede dunque viene dall'udire, e l'udire viene dalla parola di Dio" (Ro. 10:14-17).
3. Per portare frutto, Udire bene è essenziale al nostro portare frutto. Luca 8:11-15 parla proprio di questo. In questa parabola sul seminatore, l’unico tipo di suolo (il cuore) in grado di portare frutto è proprio quello di ascoltare con attenzione.
"Or questo è il significato della parabola: La semente è la parola di Dio. Quelli lungo la strada sono coloro che odono la parola, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dal loro cuore, affinché non credano e non siano salvati. Quelli sulla roccia sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la parola con gioia; costoro però non hanno radice, credono per un certo tempo, ma al momento della prova, si tirano indietro. E la parte che è caduta fra le spine sono coloro che hanno udito la parola; ma, strada facendo, sono soffocati dalle sollecitudini, dalle ricchezze e dai piaceri di questa vita, e non giungono a maturità. Ma la parte che è caduta in buona terra sono coloro che, dopo aver udita la parola, la ritengono in un cuore onesto e buono e portano frutto con perseveranza" (Lu. 8:11-15).
Fate in modo che questa sia la vostra preghiera oggi: "Signore Iddio, dammi orecchie in grado di udire veramente, il cuore per udire ed desiderio di comprendere ciò che vedo e sento. Sia lode a Dio".
Consideriamo, ad esempio, Colossesi 1:6. In questo capitolo leggiamo come l’Evangelo stesse portando molto frutto nella città di Colosse. Al versetto 6 leggiamo come essi generassero questo frutto proprio dopo aver udito e compreso della grazia di Dio in verità: "come pure in tutto il mondo e porta frutto e cresce, come avviene anche tra di voi, dal giorno in cui udiste e conosceste la grazia di Dio in verità" (Cl. 1:6).
Udire è molto importante. Gesù ne parlava spesso: dobbiamo prestare attenzione a ciò che udiamo e vediamo. Il modo in cui ascoltate la Parola di Dio è molto importante. Lo dovete fare in spirito di adorazione verso Dio. Dovete accostarvi a Lui desiderando di udire e di imparare da ciò che ascoltate. Dovete fare annotazioni, dovete ascoltare tutto quel che viene detto. Non si può sedere ad ascoltare la Parola guardandoci intorno ed osservando ciò che gli altri stiano facendo, perché altrimenti non avremo beneficio alcuno dal nostro ascolto.
Il modo giusto di ascoltare
Il buon ascoltatore: assorbe, ascolta con fede, edifica la sua vita sul fondamento della Parola udita.
Assorbire. Prestate attenzione a ciò che vien detto. Ascoltare Dio è lo stesso che andare a fare una passeggiata ed assorbendo, camminando, tutta la bellezza che sta attorno a noi. Un’ottima abitudine è quella di portare in chiesa la propria Bibbia e seguire in essa le letture che il pastore vi presenta. Quando il pastore cita dei versetti, sarebbe utile andarseli a cercare, se lo possiamo fare senza che questo ci prenda troppo tempo e a sua volta ci distragga. Meglio ancora, quando vengono citati dei versetti, è annotarseli per poi leggerseli in separata sede.
Ascoltare con fede. Ascoltate con fede, credendo che ciò che udiamo è Parola di Dio. Ascoltate per potere ricevere vita e non morte. Ascoltate per non venir meno dalla gloria di Dio. Ascoltate non per la popolarità del predicatore, ascoltate perché attraverso l’ascolto voi possiate averne frutto. Ascoltate per poter ricevere benedizione in tutto ciò che fate. Essere benedetti in tutto ciò che facciamo, comincia dall’ascoltare bene sapendo di essere di fronte alla Parola di Dio, non a parola di uomo.
La confessione di fede elvetica posteriore del 1566, affermando il contenuto della fede riformata, dice: "Quando perciò oggi, questa Parola di Dio viene annunciata nella chiesa da predicatori legittimamente chiamati, noi crediamo che è la vera Parola di Dio che essi annunciano e che i fedeli ascoltano e che non si deve forgiare né attendere dal cielo altra Parola di Dio. Noi diciamo anche che si deve porre attenzione a questa Parola che ci viene annunciata e non al ministro che l’annunzia: dal fatto che egli sia peccatore e malvagio non consegue che la Parola di Dio non sia vera e buona" (Cap. 1).
Edificare su un buon fondamento. Ascoltare e ritenere la Parola di Dio, significa pure edificare la nostra vita su un buon fondamento, anzi, il migliore, l’unico stabile e sicuro. Ce lo dice Gesù in Luca 6:45-49. Nessuno può porre altro fondamento diverso da Gesù Cristo. Rendetelo il fondamento della vostra vita ascoltando e badando a che tutto ciò che vi è da vedere nella Parola di Dio possa produrre nella vostra vita buon frutto.
"L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae il bene; e l'uomo malvagio dal malvagio tesoro del suo cuore trae il male, perché la bocca di uno parla dall'abbondanza del cuore. Ora, perché mi chiamate, Signore, Signore, e non fate quello che dico? Chiunque viene a me, e ode le mie parole e le mette in pratica, io vi mostrerò a chi e simile. Egli è simile ad un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto il fondamento sopra la roccia, e venuta una piena, il torrente ha investito quella casa, ma non l'ha potuta scrollare perché era stata fondata sulla roccia. Chi invece le ha udite e non le ha messe in pratica, è simile a un uomo che ha edificato una casa sopra la terra senza fondamento; quando il torrente l'ha investita, essa è subito caduta, e la sua rovina è stata grande".
Conclusione
Siete voi dei buoni ascoltatori? Quando si tratta di ascoltare la Parola di Dio è molto importante essere dei buoni ascoltatori. Udire la Parola di Dio è molto importante per coloro che sono buoni uditori. Essi si nutrono del pane della vita e crescono nella grazia e nella conoscenza di Cristo Gesù. Altri non hanno alcuna capacità di udire le Parole di Dio. Non ne traggono alcun profitto perché il loro udito è ostacolato. Come sono le vostre "orecchie"? Udire è una forma di rendere a Dio il culto che Gli è dovuto, il quale conduce il credente ad una sana vita spirituale in Cristo Gesù. I buoni uditori sono contenti di recarsi alla casa di Dio per udire la Sua Parola.
Io ho il privilegio di proclamare la verità del Signore e Salvatore Gesù Cristo. E’ come il pastore di pecore che chiama il suo gregge perché è ora di mangiare. Dovrebbe essere una gioia simile a quella che ci coglie quando finalmente giunge l’ora di pranzo o di cena, ed allora ci rechiamo a casa per nutrirci.
Che cosa terribile non essere in grado di udire con orecchie spirituali e star li a sedere annoiati con la mente confusa e distratta da chissà che altro! ""Chi ha orecchi da udire, oda! ... Ma, beati i vostri occhi perché vedono, e i vostri orecchi perché odono" (Mt. 13:9-16).
Grazie all’onnipotente grazia di Dio, esistono ancora "pecore" che odono veramente: esse sole appartengono veramente al gregge di Dio. Gesù disse: "Le mie pecore ascoltano la mia voce" (Gv. 10:27).
Considerate il miracolo di un peccatore incallito, cieco, muto e sordo rispetto alla verità di Dio che improvvisamente siede dritto ed interessato, con le orecchie attente per non perdere neppure una parola che viene detta. Certamente è intervenuto Dio stesso. Certamente è giunto il Maestro per eccellenza, lo Spirito Santo, di cui è detto: "quando sarà venuto, egli convincerà il mondo di peccato, di giustizia e di giudizio" (Gv. 16:8). "Chi ha orecchi da udire, oda!".
Padre, nel nome di Gesù, che tutti oggi qui presenti ti possano pregare per ottenere intendimento. Rivela loro il Tuo Spirito Santo affinché la loro comprensione sia piena e che il loro ascolto sia un ascolto di fede, credendo che la Tua Parola è verità. Te lo chiediamo nel nome di Gesù. Amen.
(Paolo Castellina, venerdì 26 maggio 2000. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione nuova Diodati, edizioni La Buona Novella, Brindisi, 1991).
Letture supplementari
1. Deuteronomio 6:4-9 – Ascolta Israele!
2. Esodo 4:10-17 – Aaronne come portavoce di Mosè
3. Marco 7:31-37 – La guarigione di un sordomuto della Decapoli