La chiarezza delle Scritture
Introduzione
Ci prova in tutti i modi!
I più nemmeno se ne accorgono. L’avversario spirituale di Dio, Satana, ci ha provato e ci prova in tutti i modi: tenere le creature umane il più lontano possibile da Dio e soprattutto il più lontano possibile dalla Sua Parola scritta, la Bibbia. L’ateismo, l’indifferenza, e le false religioni sono opera sua. Sembra avere una fantasia malvagia senza limiti: tutte le escogita affinché uomini, donne e bambini stiano alla larga dal Dio vero e vivente, vivano in modo difforme dalla Sua legge, come pure, assumendo per sé stessi autorità diverse, neghino che Egli ci parli attraverso la Bibbia. Se non riesce a privarci della Bibbia, ce la farà "dimenticare" su qualche scaffale, o ci suggerirà che non è Parola di Dio, che è "troppo difficile" per noi e che abbiamo bisogno di qualche "esperto" che ce la faccia intendere "come si deve", anzi, che noi si lasci a loro la sua lettura e studio …tanto noi non avremmo tempo per essa o dobbiamo occuparci di "altre cose più utili".Una lotta continua. Nel corso della storia i cristiani hanno lottato e lottano contro le forze spirituali della malvagità che vogliono negare e nascondere la verità, e di questa lotta la Riforma protestante ne è stata il campione. Per questo pubblicò e diffuse confessioni di fede per rispondere agli avversari della verità, contestare le loro argomentazioni e strappare dalla loro mano le loro prede inconsapevoli.
In queste settimane stiamo così riesaminando le affermazioni e le contestazioni che la Riforma faceva (e fa, perché la situazione oggi non è migliore di allora) contro gli avversari della verità.
Le contestazioni. Contro chi lo vuole negare, abbiamo così riaffermato che la Bibbia è autentica Parola di Dio. Contro chi vorrebbe farci vedere in essa ogni sorta di errori, abbiamo riscoperto la sua infallibilità. Contro chi afferma che essa sia inadeguata per la nostra fede e la nostra condotta, abbiamo riscoperto la sua sufficienza. Contro chi ci propone autorità alternative abbiamo riaffermato come la Bibbia debba essere la nostra autorità suprema.
Restituita al popolo. Si, la Riforma ha restituito la Bibbia al popolo, a ciascun credente, com’è suo diritto. Essa affermava: "…poiché le lingue originali [in cui la Bibbia è stata scritta] non sono conosciute da tutto il popolo di Dio, il quale ha diritto alle Scritture, vi si interessa e ha ricevuto l’ordine di leggerle e di studiarle nel timore di Dio, esse devono essere tradotte nella lingua corrente di ogni nazione in cui giungono, in modo che, essendo la Parola di Dio ampiamente diffusa in mezzo a tutti, tutti possano rendergli il culto che gli è gradito e possedere, nella pazienza e nella consolazione che danno le Scritture, la speranza" (Conf. di Westminster, 1:8b).
Un "tira e molla" continuo. Evidentemente, all’avversario di Dio questo "non va giù" e ancora oggi cerca in tutti i modi di strappargliela di mano, o di oscurarne il significato e vanificarne l’uso. Sembra proprio un continuo tira e molla. E’ evidente l’opera di Satana che nelle stesse scuole, tanto condiziona le giovani menti degli scolari che molti proprio "non ne vogliono sapere di Bibbia", e persino diversi genitori dicono: "Lasciate perdere la Bibbia. Nell’ora di religione parlate di ‘problemi attuali’, oppure di religioni orientali…". Non è chiaro in questo il gioco dell’avversario?
Chiarezza delle Scritture
Troppo difficile?
Vi sono certi esperti che tanto complicano le cose da indurre la gente ad affermare: "la Bibbia è troppo difficile, non attuale: non ne vale la pena di ‘sprecare con essa il nostro tempo, lasciamola agli studiosi di cose antiche!". La Riforma, però, affermava: "Non tutto ciò che si trova nella Scrittura è ugualmente evidente in sé né egualmente chiaro per tutti. Tuttavia, ciò che si deve necessariamente conoscere, credere ed osservare per la salvezza è così chiaramente esposto o rivelato nell’uno o nell’altro passo della Scrittura che non solo l’uomo di studio, ma anche l’ignorante può, usando debitamente i mezzi ordinari, pervenire ad una sufficiente comprensione al riguardo" (Conf. di Westminster, 1:7).La Bibbia dice: "La rivelazione delle tue parole illumina e dà intelletto ai semplici" (Sl. 119:130). Ci occupiamo così oggi della chiarezza o perspicuità delle Scritture.
Partendo dal presupposto che Dio sia l’autore supremo delle Sacre Scritture, esse, per conseguire gli scopi per i quali Egli le intese, devono necessariamente essere sufficienti, necessarie, e chiare. Per quanto possano affermare le moderne teorie sulla comunicazione, possiamo senz’altro dire che Dio sia il migliore comunicatore possibile, che Egli non parli né a vanvera né a vuoto, o in modo ambiguo, e che i Suoi atti di comunicazione non possano in alcun modo essere frustrati. In Isaia 55 le Sacre Scritture dichiarano:
"Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere annaffiato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, in modo da dare il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà la mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non ritornerà a me a vuoto, senza avere compiuto ciò che desidero e realizzato pienamente ciò per cui l'ho mandata" (Is. 55:10,11).
Affermiamo dunque che la Bibbia è chiara, o perspicua. Che cosa vuol dire questo? Chiara su che cosa? Per chi? In quali circostanze? Iniziamo con alcune definizioni.
I. Definizioni
Forse non è un aggettivo molto comune, ma impariamo l’aggettivo PERSPICUO. Un vocabolario della lingua italiana attribuisce all’aggettivo perspicuo due significati: (1) che traspare limpido, lucente; e (2) perfettamente chiaro, evidente. Questo termine deriva dal latino perspicuus, da perspicere "vedere attraverso". Da perspicuo si ottiene perspicuità, la qualità di ciò che è perspicuo, chiarezza, evidenza, trasparenza. Ad esempio: "quel testo di filosofia appare poco perspicuo". Perspicuo è dunque ciò che è comprensibile, perché presentato con chiarezza e precisione.
Per comprensibile non si intende necessariamente facilmente comprensibile, ma qualcosa che sia esente da complicazioni non necessarie, che non abbia nulla che possa oscurare ciò che comunica, nulla che confonda ciò che affermi o ne pregiudichi la comprensione. In un altro campo potremmo parlare di un insegnante in grado di spiegarci bene una cosa pure difficile. Si dice anche per esempio: "Il giornalista Piero Angela sa spiegare bene in televisione concetti scientifici altrimenti comprensibili sono a pochi specialisti". E’ una grande qualità, ma è chiaro che per comprendere bene una materia scientifica, bisogna avere un minimo di requisiti, di conoscenze preliminari.
II. Requisiti della comprensione
Lo stesso vale per le Sacre Scritture: esse sono chiare, perspicue, ma per comprenderle l’uditore deve possedere i giusti requisiti, non tanto di conoscenze preliminari, quanto di carattere spirituale. Quali sono?
1. La rigenerazione spirituale
1 Corinzi 2:14 dice: "Or l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché sono follia per lui, e non le può conoscere, poiché si giudicano spiritualmente". In 2 Corinzi 3:14-16 troviamo: "Ma le loro menti sono diventate ottuse; infatti, nella lettura dell'antico patto lo stesso velo rimane senza essere rimosso, perché il velo viene annullato in Cristo. Anzi fino ad oggi, quando si legge Mosè un velo rimane sul loro cuore. Ma quando Israele si sarà convertito al Signore, il velo sarà rimosso".
Il Cristo, nel capitolo 8 di Giovanni, parla ad alcuni israeliti che avevano professato fede in Lui, ma che non erano rigenerati spiritualmente: "Perché non comprendete il mio parlare? Perché non potete ascoltare la mia parola. Voi siete dal diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro; egli fu omicida fin dal principio e non è rimasto fermo nella verità, perché in lui non c'è verità. Quando dice il falso, parla del suo perché è bugiardo e padre della menzogna. A me invece, perché vi dico la verità, voi non credete. Chi di voi mi convince di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? Chi è da Dio, ascolta le parole di Dio; perciò voi non le ascoltate, perché non siete da Dio" (Gv. 8:43-47).
Il primo requisito, dunque, per comprendere la Parola di Dio è "essere da Dio", appartenere a Dio, in altre parole, essere stati spiritualmente rigenerati, "nati dall’alto", "nati di nuovo". Questo requisito vi potrebbe però far dire: "…ma questo non è giusto!". Forse che Dio è ingiusto verso quelli che non sono rigenerati spiritualmente se essi sono incapaci di comprendere pienamente la Sua Parola? Assolutamente No. Non sono necessarie le Sacre Scritture per rendere inescusabile una persona. In Romani 1:20 Paolo dice: "Infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, essendo evidenti per mezzo delle sue opere fin dalla creazione del mondo, si vedono chiaramente, affinché siano inescusabili". Esigere quindi che si sia rigenerati per poter comprendere in modo appropriato la Parola di Dio, è giusto: la perdita di sensibilità spirituale è causata dal nostro allontanamento da Dio. La Sua Parola non è necessariamente parte del Suo piano per coloro che non saranno salvati.
2. La fede
Il secondo requisito per comprendere in modo appropriato la Parola di Dio è "camminare per fede". Se siamo disubbidienti e pecchiamo, non saremo in grado di comprendere pienamente ciò che leggiamo, sebbene Iddio possa usarla per convincerci di peccato. Nel libro di Martin Lutero scrisse: "Quando noi abbiamo la Parola di Dio pura e chiara, allora ci reputiamo a posto; diventiamo negligenti, e ci beiamo di una vana sicurezza; non le prestiamo più la necessaria attenzione, pensando che rimarrà sempre così; non vogliamo e preghiamo contro il diavolo, il quale è pronto a strappar via dal nostro cuore la divina Parola" (Discorsi a tavola, sez. XIII, cap. Sulla Parola di Dio).
Inoltre, dobbiamo comprendere bene l’opera passata dello Spirito Santo nella storia e nella nostra propria vita per poter essere in grado di vedere bene, comprendere e rispondere all’attuale opera dello Spirito Santo nella nostra vita. Dopo che Gesù ebbe miracolosamente dato da mangiare a 5000 persone e inviato i Suoi discepoli al di là del mare di Galilea, andò verso di loro camminando sulle acque durante una tempesta. A cominciare da Marco 6:51 leggiamo: "Poi salì con loro sulla barca e il vento si calmò, ed essi erano enormemente stupiti in se stessi e si meravigliarono, perché non avevano capito il fatto dei pani, essendo il loro cuore indurito". La loro mancanza di comprensione del Suo precedente miracolo li aveva lasciati impreparati per il successivo.
Dopo la risurrezione, quando Gesù si accompagnò con due Suoi discepoli sulla strada di Emmaus, così leggiamo in Luca 24:25,26: Allora egli disse loro: «O insensati e tardi di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno detto! Non doveva il Cristo soffrire tali cose, e così entrare nella sua gloria?». Cristo li riprende perché essi non hanno abbastanza riflettuto e considerato i fatti, come pure per la debolezza della loro fede… Cristo li chiama insensati, non nel senso d’essere uomini malvagi … ma uomini deboli … sono insensati così coloro che non ammettono le evidenze date dal Salvatore sulla Sua risurrezione, e si privano del suo conforto. Ciò che in essi viene condannato come insensatezza è la loro lentezza a credere agli scritti dei profeti … Se essi avessero dato ai profeti il dovuto peso e considerazione, quella mattina essi sarebbero stati altrettanto certi della risurrezione di Cristo che dello stesso sorgere del sole. Se noi avessimo maggiore familiarità con le Sacre Scritture, come pure del divino consiglio come rivelato nelle Scritture, noi non cadremmo in quelle perplessità in cui spesso noi ci impegoliamo.
3. Il tempo giusto
Il tempo deve essere quello giusto! In Luca 18 leggiamo: "Poi prese con sé i dodici e disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e tutte le cose scritte dai profeti riguardo al Figlio dell'uomo si compiranno. Egli infatti sarà consegnato in mano dei gentili, sarà schernito e oltraggiato e gli sarà sputato addosso. E, dopo averlo flagellato, lo uccideranno; ma il terzo giorno risusciterà». Ma essi non compresero nulla di tutto ciò: questo parlare era per loro oscuro e non capivano le cose che erano state loro dette" (Lu. 18:31ss).
Più avanti, dopo la risurrezione di Gesù, Egli apparve ancora ai discepoli e, in 24:45 leggiamo: "Allora aprì loro la mente, perché comprendessero le Scritture". Ancora, in Giovanni 13, quando Gesù si prepara a lavare i piedi dei Suoi discepoli e Pietro fa obiezione, Gesù dice: «Quello che io faccio, ora non lo comprendi, ma lo comprenderai dopo». Più tardi, in Giovanni 16:25, Gesù dice: "Vi ho detto queste cose in similitudini, ma l'ora viene in cui non vi parlerò più in similitudini, ma vi parlerò del Padre apertamente".
Vi sono casi in cui non possiamo risolvere un particolare passaggio problematico delle Sacre Scritture, perché non abbiamo a disposizione in quel momento tutte le evidenze necessarie. Così, quando diciamo che le Scritture sono chiare, non intendiamo dire che tutto ciò che affermano può essere compreso immediatamente nella sua interezza. Ciononostante, siamo chiamati ad ubbidire a quanto di fatto in quel momento comprendiamo.
Talvolta dobbiamo attendere che accadano nella nostra vita particolari esperienze, prima che un dato brano della Scrittura ci sia chiaro. Inoltre vi è sempre una maggiore comprensione che si può acquisire con l’esperienza. Sempre Martin Lutero, nei suoi Discorsi a tavola (sezione IV) dice: "Noi non dovremmo criticare, spiegare, o giudicare le Scritture con la semplice ragione, ma diligentemente, attraverso la preghiera, meditarvi sopra, e ricercarne il significato. Anche il diavolo e le tentazioni ci danno occasione per imparare e comprendere le Scritture, con l’esperienza e la pratica. Senza queste, non le comprenderemo mai, per quanto diligentemente le leggiamo e le ascoltiamo".
4. In che cosa le Sacre Scritture sono chiare?
Che cos’è che, esattamente, nelle Scritture, è da considerarsi chiaro? La risposta a questa domanda dipende, almeno in parte, dal guardare per che cosa le Scritture siano necessarie e sufficienti, ma possiamo affermare che essa deve essere chiara per apprendere ciò che è necessario per la salvezza.
Che dire però delle questioni meno importanti? L’insegnamento della Scrittura è chiaro su ogni cosa? Certamente dobbiamo affermare che tutto ciò che la Scrittura afferma è verace e rispondente ai fatti, come dice Numeri 23:19: "Dio non è un uomo, perché possa mentire, né un figlio d'uomo, perché possa pentirsi. Quando ha detto una cosa, non la farà? O quando ha dichiarato una cosa, non la compirà?". Dobbiamo però anche riconoscere che le Scritture non parlano di tutto, né ci danno sempre risposte complete e specifiche ad ogni domanda che potremmo porle.
Ad esempio, le Sacre Scritture non sono un libro di scienze e non fa uso di descrizioni tecniche specifiche dei fenomeni fisici. Se la descrizione fosse stata scritta per apparire ragionevole e corretta per gli scienziati del 2000, allora sarebbe stata incomprensibile alla maggior parte dei laici oggi, o persino per gli scienziati del 1948, e certamente per gli israeliti del tempo di Mosè! La Bibbia fa uso di un linguaggio legato ai fenomeni naturali, il linguaggio della vita di ogni giorno.
Con questi fatti in mente, vediamo come sia compito nostro comprendere i principi delle Scritture ed applicarli alla nostra vita di tutti i giorni. Dobbiamo farlo anche se non abbiamo una comprensione completa delle Scritture. In un certo senso dobbiamo essere come degli ingegneri. Un ingegnere non è uno scienziato. Gli scienziati passano il tempo cercando di discernere le leggi che soggiacciono all’universo fisico e lo governano. Sono come i teologi che esaminano la Parola di Dio per vedere che cosa esattamente significa un dato versetto. D’altro canto, gli ingegneri prendono ciò che si conosce del mondo fisico e, pur riconoscendo come la loro conoscenza sia incompleta e carente, cercano comunque di fare prodotti utili. L’ingegnere sa benissimo che se dovessero attendere la completa comprensione prima di cominciare a mettere in pratica ciò che sanno, noi non faremmo mai nulla. Allo stesso modo, noi cristiani siamo chiamati ad essere ingegneri spirituali. Non possiamo essere dei teorici che discutano le dottrine bibliche in modo distaccato ed aspettano di comprenderle perfettamente prima di applicarle. Siamo chiamati ad applicare ciò che sappiamo ora, e siamo chiamati pure a imparare costantemente di più. Possiamo essere sicuri che le Scritture contengano abbastanza materiale per tenerci occupati per tutta la nostra vita!
Certo sappiamo che vi è materiale nelle Sacre Scritture che è difficile da comprendere. 2 Pietro 3:16 dice, parlando degli scritti di Paolo: "e questo egli fa in tutte le sue epistole, in cui parla di queste cose. In esse vi sono alcune cose difficili da comprendere, che gli uomini ignoranti ed instabili torcono, come fanno con le altre Scritture, a loro propria perdizione". Sappiamo però pure che noi siamo chiamati a crescere nella nostra fede. In Efesini 4:11 Paolo scrive: "Ed egli stesso ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti e altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi, per l'opera del ministero e per l'edificazione del corpo di Cristo, finché giungiamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio a un uomo perfetto, alla misura della statura della pienezza di Cristo".
Infine, lo scrittore di Ebrei così si ammonisce nel cap. 5 a partire dal versetto 11: "nei riguardi del quale avremmo molte cose da dire, ma difficili da spiegare, perché voi siete diventati lenti a capire. Infatti, mentre a quest'ora dovreste essere maestri, avete di nuovo bisogno che vi s'insegnino i primi elementi degli oracoli di Dio, e siete giunti al punto di aver bisogno di latte e non di cibo solido. Chiunque infatti usa il latte non ha esperienza della parola di giustizia, perché è ancora un bambino; il cibo solido invece è per gli adulti, che per l'esperienza hanno le facoltà esercitate a discernere il bene dal male".
Tutti questi riferimenti ci rendono "chiaro" come la Bibbia non sia ugualmente comprensibile a prima lettura su tutti gli argomenti. Dobbiamo continuamente studiare e maturare nella nostra comprensione. Dobbiamo però altresì sforzarci di ubbidire a ciò che di fatto comprendiamo della Legge di Dio.
IV. Quali benefici derivano dalla chiarezza delle Scritture?
Alla dottrina della perspicuità delle Sacre Scritture è associato sia incoraggiamento che responsabilità. Abbiamo una responsabilità, chiamata "il diritto al giudizio privato", in altre parole, dobbiamo decidere per noi stessi ciò che ci viene richiesto ai fini della salvezza! Nessuno può farlo al posto nostro. Questo era uno dei punti chiave della Riforma, cioè che il potere sulla salvezza non fosse nelle mani della Chiesa e dei suoi ufficiali. Non siamo dipendenti da un sacerdozio per dirci che cosa credere o che cosa sia necessario fare. Questo non significa, naturalmente, che Dio non possa salvare alcuno che abbia solo udito l’Evangelo e mai lettolo personalmente, ma significa che noi che abbiamo le Scritture non potremo mai giustificarci dicendo che qualcuno di ha detto di credere a qualcosa e che poi si sia rivelato falso. Dobbiamo di fatto verificare ciò che ci viene predicato e decidere se sia o non sia coerente con la Parola di Dio come ci viene rivelata nelle Scritture. Deuteronomio 3:1-3 dice: "Se sorge in mezzo a te un profeta o un sognatore di sogni che ti proponga un segno o un prodigio, e il segno o il prodigio di cui ti ha parlato si avvera e dice: "Seguiamo altri dèi che tu non hai mai conosciuto e serviamoli", tu non darai ascolto alle parole di quel profeta o di quel sognatore di sogni, perché l'Eterno, il vostro DIO, vi mette alla prova per sapere se amate l'Eterno, il vostro DIO, con tutto il vostro cuore e con tutta la vostra anima". E in Galati 1:8,9 Paolo dice: "Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi predicasse un evangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia maledetto. Come abbiamo già detto, ora lo dico di nuovo: Se qualcuno vi predica un evangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia maledetto".
Possiamo, naturalmente, trarre molto beneficio dagli scritti e dall’insegnamento di altri che ne sanno più di noi e che hanno studiato a fondo la Parola di Dio e le sue lingue originali, la storia, e così via. Noi però abbiamo la responsabilità ultima verso Dio. Dobbiamo saperne personalmente abbastanza per essere in grado di identificare gli insegnamenti falsi.
L’incoraggiamento che otteniamo dalla dottrina della chiarezza delle Scritture è che i disaccordi dottrinali sono spesso causati o dal cercare di fare affermazioni dove la Scrittura stessa tace, o facendo errori nell’interpretazione della Scrittura. Dobbiamo quindi vivere in unità con i nostri fratelli e sorelle per quanto possibile e non essere turbati dal disaccordo su questioni non essenziali.
V. Come possiamo studiare le Scritture?
Da tutto ciò che fin ora abbiamo considerato possiamo concludere che la Bibbia sia comprensibile da tutti e che abbiamo la responsabilità di continuare a lavorarci sopra per migliorare ed approfondirne la comprensione. Quindi, siamo condotti a chiederci come dovremmo studiare le Sacre Scritture in modo appropriato.
C’è prima di tutto la lettura devozionale della Bibbia. Questo significa che il credente legge ogni giorno sistematicamente un breve brano della Scrittura nel contesto del necessario suo personale incontro con Dio nella preghiera. Egli medita attentamente su quel brano fintanto che lo Spirito Santo gli mostra una via per applicarne il messaggio nella sua vita. C’è poi lo studio biblico sistematico, una volta la settimana, fatto da solo, con la propria famiglia o con la comunità cristiana a cui appartiene, in cui si può affrontare un capitolo, o studiare la vita di un particolare personaggio biblico, un tema particolare o di una parola tutt’attraverso la Bibbia, lo studio di un libro della Bibbia. Si può e si deve imparare a farlo, perché la Parola di Dio scritta deve essere considerata tanto quanto il nostro nutrimento fisico. Gesù disse: "L'uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio" (Mt. 4:4). La necessità e il dovere di lasciarsi interpellare dalla Parola di Dio, prescritta da Dio stesso, implica che lo strumento della Bibbia sia del tutto accessibile a chi, con serietà e responsabilità, la voglia usare.
Esistono strumenti per poterlo fare nel modo migliore: guide alla lettura quotidiana, Bibbie appositamente preparate per lo studio e dotate di note esplicative, commentari biblici, chiavi bibliche e concordanze, come pure dizionari enciclopedici per superare eventuali difficoltà e carenze di conoscenza preliminare. Una piccola biblioteca finalizzata allo studio della Bibbia non dovrebbe mancare nella casa di ogni cristiano cosciente del suo preciso dovere di incontrarsi personalmente con Dio che gli parla. Sottolineo quel "ogni cristiano" perché la lettura e meditazione della Bibbia non è un lusso, o qualcosa riservato esclusivamente a chi abbia "questi interessi", ma il quotidiano ed indispensabile cibo della propria anima. E’ segno di gravi scompensi mentali il non volersi nutrire regolarmente del cibo necessario per sostenere il corpo. Allo stesso modo in cui il cibo materiale sostiene la vita fisica del corpo, il cibo spirituale della Parola di Dio sostiene la vita della nostra anima. Solo un morto o chi vorrebbe morire si priva del cibo materiale. Cosa si potrebbe dire di una persona che pensa di non aver bisogno di nutrirsi spiritualmente, o di "non averne né il tempo né le risorse"? Che è spiritualmente morto o aspira alla sua morte spirituale!
Certo la Bibbia non è un "libro magico" di oracoli da aprire a caso, come fa qualcuno, sperando di ottenere così la "parola per oggi", ma deve essere letta secondo i principi che ne governano la lettura, oggi ampiamente disponibili a chiunque. Nessuno oggi potrebbe dire di non averne gli strumenti, perché le comunità cristiane e i suoi ministri sono al servizio del credente che voglia incontrare Dio con profitto. Le comunità cristiane possono essere intese come delle scuole a cui Dio ha fornito dei maestri affinché ognuno possa imparare a rapportarsi con Dio e la Sua Parola. Esse sono come delle mense dello spirito, dove si riceve il nutrimento della propria anima e si impara a "cucinarsi" il proprio cibo.
Conclusione
L’avversario di Dio vorrebbe dunque allontanarci il più possibile da Dio e dalla Sua Parola. Chiunque voglia la propria rovina spirituale non dovrà fare altro che allontanarsi da Dio e privarsi della Sua santa Parola. Satana ci vorrebbe convincere che la lettura e la meditazione della Bibbia non sia necessaria, sia "troppo difficile" o riservata a degli esperti. E’ una menzogna. La Bibbia è chiara ed accessibile. Va affrontata con metodo e secondo il proprio livello spirituale, con certi criteri, risorse e principi, ma può e deve essere cibo quotidiano di ogni cristiano degno di questo nome. La Bibbia stessa, i personaggi che essa presenta, l’esperienza di cristiani di ogni tempo e paese, testimonia come il confronto personale e comunitario con la Parola di Dio sia necessario e possibile. E’ stato possibile anche in condizioni molto meno privilegiate delle nostre attuali, con gente di ogni ceto e cultura. Qualsiasi scusa che potremmo tirare fuori, e sottolineo qualsiasi scusa, per non farlo è del tutto insostenibile, e testimonia solo della non volontà di quella persona di sottomettersi come dovrebbe a Dio, cioè la sua fondamentale ed autolesionistica ribellione a Lui, della quale si deve ravvedere al più presto, prima che sia per lui troppo tardi, perché il giudizio di Dio su di essa è certo ed inevitabile. Che nessuno di voi possa trovarsi in quella temibile situazione, e che anzi, voi possiate far parte di quel popolo a Dio fedele che in ogni tempo e paese si è accostato con fiducia alla Sua parola conseguendo, tramite essa, vita, vita vera, significativa ed eterna.
(Paolo Castellina, giovedì 2 marzo 2000. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, edizioni La Buona Novella, Brindisi, 1991).