Ciascuno di noi aspira ad essere una persona sana. Che cos’è la salute? E’ molto difficile definire in modo preciso ed esauriente che cosa sia la salute, ma certamente rappresenta qualcosa di più dell'assenza di malattie: è il riflesso di uno stato di benessere psichico e fisico, è quando si dice "mi sento bene". E’ il funzionamento ottimale ed armonioso di tutte le nostre facoltà.
E’ importante sottolineare l’espressione “tutte le nostre facoltà”, perché la creatura umana è un essere complesso. Possiede una componente fisica, un corpo che deve essere conservato “in forma”. Possiede una componente psichica, mentale: per questo si parla di salute mentale, di igiene mentale. Corpo e mente, però, agiscono in sintonia. Un’antica massima di saggezza dice: “Mens sana in corpore sano”, cioè una mente sana ed un corpo sano contribuiscono alla nostra salute complessiva. Di tutto questo si occupa oggi la professione medica. Oggi però si tende, in questo campo, ad ignorare o a trascurare, che l’essere umano non possiede soltanto due componenti, ma tre: il corpo, la mente, e lo spirito. Una persona equilibrata si prende cura e del suo corpo, e della sua mente, e del suo spirito. Potremmo considerarci sani per quanto riguarda il corpo, sani per quanto riguarda la mente, ma continueremo ad essere squilibrati, se non teniamo in dovuta considerazione la nostra componente spirituale. Essa, infatti, interagisce con le altre due, per formare il quadro complessivo della nostra salute, della nostra personale integrità.
Iddio è il nostro Creatore. Egli ha provveduto tutto ciò che ci è necessario per il funzionamento ottimale della nostra persona e della società umana. Nella Sua Parola scritta, la Bibbia, Egli ci istruisce su chi Egli sia come Dio Creature e su chi siamo noi come Sue creature. Ci parla chiaramente delle componenti della nostra persona, e come esse possono essere conservate in salute. Non solo questo, ma nella Bibbia Iddio ci fa sapere come Egli si sia occupato, e si occupi, della nostra salute integrale, di come Egli si sia adoperato e si adoperi per la nostra salvezza. Il concetto di “salute” e quello di “salvezza” sono strettamente legati. Nella Bibbia il concetto di “salvezza” è centrale, perché parte dal presupposto che noi siamo creature gravemente malate, sia nel corpo, sia nella mente, sia nell’anima, e che Iddio intenda, nella Sua misericordia e compassione, reintegrarci in quella salute che noi abbiamo perduto.
Non esiste vocazione più nobile che quella di diventare strumento di guarigione, guarigione del corpo, guarigione della mente, e guarigione dell’anima. Non esiste vocazione più nobile che quella di mettere in contatto uomini, donne, e bambini, con il medico per eccellenza: il Salvatore Gesù Cristo. Gesù parla della Sua missione pure nei termini di vocazione medica. Egli dice: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a ravvedimento» (Luca 5:31). Gran parte del servizio che Gesù compie durante la Sua vita terrena, infatti, è fatto d’opere di guarigione.
I discepoli di Gesù, di conseguenza, diventano così una sorta di “infermieri” che, con compassione e perizia, portano il malato in contatto con le virtù terapeutiche di Gesù. Portando una persona a Gesù, non esiste miglior augurio che le si possa fare che la benedizione cristiana, cioè l’augurio che una persona sia in condizione di essere sottoposto all’opera benefica di Gesù.
“Apostolo” significa “colui che è stato inviato” ad impartire la conoscenza terapeutica del Salvatore Gesù Cristo. Al termine della lettera dell’apostolo Paolo ai cristiani della città di Tessalonica, egli si congeda dai suoi lettori con una magnifica benedizione che ancora oggi i cristiani pronunciano. Egli dice:
“Ora il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l'intero vostro spirito, anima e corpo siano conservati irreprensibili per la venuta del Signor nostro Gesù Cristo. Fedele è colui che vi chiama, e farà anche questo” (1 Ts. 5:23,24).
Questo testo, questa benedizione, concentra in sé stesso quelli che potremmo chiamare tutti gli obiettivi terapeutici che Iddio si è proposto di realizzare nella storia del Suo intervento di salvezza nel contesto dell’umanità, obiettivi culminanti nella Persona e nell’opera del Salvatore Gesù Cristo.
Il primo concetto che troviamo in questo testo è quella che potremo chiamare la fonte, la sorgente, l’origine ultima della guarigione della creatura umana. Chi è l’agente, la causa prima della guarigione? Dio. E Lui che fornisce i mezzi ordinari e straordinari della guarigione.
Causa prima di guarigione. Le medicine per il corpo, per la mente e per l’anima, come pure chi ce le somministra, sono cause secondarie. A Dio soltanto deve essere dato ogni onore e gloria. Soltanto quando Dio è glorificato si può parlare di autentica guarigione. Egli, dice il testo “farà anche questo”. Egli è l’artefice della vita e Colui che, nella Sua sovranità la sostiene. Dio non è solo colui che diede l’impulso alla vita. Dopo aver “fatto rotolare la boccia” egli non la lascia andare avanti per inerzia, secondo leggi autonome, come se dopo la Creazione, Iddio non si occupasse più del creato. Gesù disse: «Il Padre mio opera fino ad ora, e anch'io opero» (Gv. 5:17). Non esiste nessuna “autonomia” della scienza, e della scienza medica in particolare, nella guarigione dell’uomo, come se fosse libera di scoprire, di manipolare e di usare tutto ciò che ritiene opportuno. E’ Dio che permette la scoperta delle sostanze, delle leggi e delle tecniche di guarigione, ed esse devono essere usate in consapevole comunione con Lui ed in armonia con la Sua volontà rivelata.
Il concetto di Shalom. Interessante è pure la definizione che l’apostolo ne fornisce. Egli è “il Dio della pace”. Siamo qui di fronte al concetto biblico di pace, cioè shalom. E’ una parola meravigliosa: "Shalom". Essa significa armonia con Dio, armonia con le persone, armonia con la natura e con sé stessi.
Shalom è la condizione ottimale dove ogni cosa è in armonia, come quando un’orchestra suona una meravigliosa sinfonia composta da un grande compositore, il quale egli stesso la conduce, con la sua bacchetta. Ogni cosa trova la sua armonia, la sua pace, quando “suona” in sintonia con gli altri “strumenti” rispettando la “conduzione”.
Il progetto di salvezza, di guarigione, di Dio è infatti ricondurre tutto a Lui, in modo particolare le creature umane che, abusando della loro libertà, hanno preferito suonare da sole la propria musica, come, quando e dove desiderano, ma ottenendo solo una grande confusione e cacofonia.
La Scrittura parla chiaramente di questo progetto di “ricapitolazione” di tutte le cose in Dio attraverso il Signore e Salvatore Gesù Cristo. Obiettivo di Dio è questo: “avendo fatta la pace per mezzo del sangue della sua croce, di riconciliare a sé, per mezzo di lui, tutte le cose, tanto quelle che sono sulla terra come quelle che sono nei cieli” (Cl. 1:20). Progetto di Dio è quello “raccogliere nella dispensazione del compimento dei tempi sotto un sol capo, in Cristo, tutte le cose, tanto quelle che sono nei cieli come quelle che sono sulla terra” (Ef. 1:10). Ogni cosa, per funzionare in modo ottimale, deve così essergli sottoposta. “E quando ogni cosa gli sarà sottoposta, allora il Figlio sarà anch'egli sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti”(1 Co. 15:28), perché Egli è il Re di tutta la realtà.
Pace nel nostro cuore. E’ importante pure sottolineare come la pace, in questo senso, dono di Dio, è anche un prezioso bene per il nostro cuore. Senza questa pace interiore non saremo mai persone sane. Come si può ottenere questa pace, mi chiederete? La Bibbia dice: “Alla mente che riposa in te tu conservi una pace perfetta, perché confida in te. Confidate nell'Eterno per sempre perché l'Eterno, sì l'Eterno, è la roccia eterna” (Is. 3:4). Perché la maggior parte della gente che conosciamo non fa l’esperienza di questa pace? Perché fra loro e Dio c’è un muro di separazione che essi stessi hanno scioccamente eretto. La Bibbia dice: “Confida nell'Eterno con tutto il tuo cuore e non appoggiarti sul tuo intendimento; riconoscilo in tutte le tue vie, ed egli raddrizzerà i tuoi sentieri” (Pr. 3:5,6). Riconoscere Iddio, l’Iddio della pace, in tutte le nostre vie, è un “segreto” che molti preferiscono ignorare. Si rendono però conto di ciò di cui si privano?
Stabilito che Iddio è causa prima di salute, il suo agente ed artefice, la nostra benedizione indica poi che cosa Egli, in particolare, opera: “Ora il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente”. Il concetto in evidenza qui è la parola “santificazione”.
Se da una parte la salute è il risultato di chi si ricongiunge, riappacificandosi con Dio, cioè, se essa dipende da un’unione, una comunione ristabilita, dall’altro la salute significa staccarsi, separarsi, allontanarsi da qualcos’altro. “Santificazione”, nella Bibbia ha a che fare con il consapevole distacco di qualcosa e di qualcuno, da tutto ciò che non è in sintonia con Dio, l’abbandono di ciò che Dio considera peccato, la rinuncia, l’abiura, il rinnegamento di uno stile di vita senza Dio e senza la sua santa Legge. “Santificarsi” significa separarsi dal mondo e consacrare, dedicare, offrire a Dio la propria vita in fiduciosa ubbidienza.
Componente essenziale del messaggio evangelico e dell’esperienza cristiana autentica è il ravvedimento, cioè il riconoscersi peccatori davanti a Dio e meritevoli solo della Sua condanna. Parte del ravvedimento, però, è l’abbandono di uno stile di vita negativo ed ostile a Dio. Alcune denominazioni evangeliche impostano la loro opera su programmi di autentica “decontaminazione” della persona. Fanno campagne per smettere di fumare e di assumere altre sostanze intossicanti, per acquisire abitudini alimentari e di vita sane, per imparare a pensare, a parlare e ad agire secondo la volontà rivelata di Dio.
Tutto questo è “santificazione”, un termine dinamico che implica “azione”, azione di ripulitura della nostra persona e della nostra società da tutto ciò che la guasta e la sporca.
Notate però ancora la nostra benedizione:
“Ora il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente”. Quel “completamente” indica l’estensione dell’opera che Dio intraprende attraverso Cristo nella creatura umana. Qualcuno pensa che “la religione” interessi soltanto quella che definisce “la sfera privata” di una persona, o solo “la sua anima”, o “la vita dopo la morte”, oppure solo “la sfera del sacro”, quella che avviene “fra le mura di una chiesa”. Certi regimi politici ostili al cristianesimo permettono la pratica religiosa solo in privato, o in un locale di culto ben chiuso da cui non trapeli nulla, proibiscono qualsiasi azione evangelistica pubblicitaria, qualsiasi insegnamento nelle scuole pubbliche. Vogliono essere pure “ringraziati” per “la libertà” che ci concedono, ma questa è un’ottima strategia per neutralizzare e per vanificare la fede cristiana, se mai fosse possibile!
La fede cristiana, però, è vita, vita in senso completo, una fede chiamata a toccare, con la sua azione terapeutica, ogni aspetto dell’esistenza, privato e pubblico, interiore ed esteriore, politica compresa, società compresa, perché a Dio appartiene la realtà nel suo insieme, e non solo un settore di essa, un “angolino” dove talvolta il singolo, “prudentemente” la vorrebbe relegare.
Per la fede cristiana autentica non esiste “il sacro” ed il “profano”: la santificazione deve essere completa. La sovranità di Dio va consapevolmente estesa ad ogni aspetto della realtà, com’è giusto. Oggi, però, anche nella nostra società apparentemente “tollerante”, estendere l’influenza di Dio e della Sua Legge nell’ambito pure dell’organizzazione della società, del lavoro, della scuola, del divertimento, della ricerca scientifica, ecc. non sarebbe ammissibile, non sarebbe “politicamente corretto”. Il cristianesimo autentico, però non può altro che essere “totalizzante”, “integralista”, anche se questi concetti hanno assunto oggi una valenza negativa. Deve essere totalizzante, perché Dio non è Dio se non è Signore su ogni cosa, perché il cristianesimo non sarebbe cristianesimo, se non toccasse ogni aspetto della realtà.
Questo carattere “totalizzante” lo si rileva pure dal resto della nostra benedizione: “Ora il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l'intero vostro spirito, anima e corpo siano conservati irreprensibili”. Notate bene questa espressione, in un'altra versione: “l'intero essere vostro, lo spirito, l'anima e il corpo, sia conservato irreprensibile” (NR).
La salute, per essere autentica, deve essere la combinazione della “buona forma” di corpo, mente e spirito. Questa terza componente dell’essere umano, come abbiamo già notato è oggi “la cenerentola” dell’azione terapeutica. Molte malattie vengono trattate a livello fisico, con sostanze chimiche. Va bene, c’è una componente fisica che deve essere trattata chimicamente. Alcuni trattano i problemi soltanto dal punto di vista fisico, somministrando a tutto spiano medicine. Sempre di più, però, i medici stanno prendendo coscienza di come le malattie fisiche possono avere origine, ed essere promosse, dalla condizione mentale di una persona. Si parla perciò di “malattie psicosomatiche”. Si rivela dunque essenziale l’intervento dello psichiatra, dello psicologo e del sociologo.
Tutto questo, però, non basta ancora. E’ limitativo se non si tiene conto dell’aspetto spirituale del problema. L’essere umano non sarà veramente mai contento, veramente mai realizzato, fintanto che non si pone in giusto rapporto con Dio, fintanto che non risolve il suo personale rapporto con Dio, cioè fintanto che non risolve il problema del peccato e del senso di colpa corrispondente.
Vi sono certe correnti di psicoterapia che considerano “la religione” come una superstizione, il rapporto con Dio come il rapporto con un “inutile fantasma”, il peccato come generatore di “inutili sensi di colpa”. Certe psicoterapie, così si adoperano a …liberare la persona dall’idea stessa di Dio, di “liberare” la persona dal senso di colpa prodotto da leggi che si ritengono superflue. Il bisogno di Dio non può però essere soppresso, perché noi siamo creature di Dio. Il senso di colpa non può essere soppresso negandone la causa: l’esistenza ineliminabile della Legge di Dio verso la quale siamo responsabili. Il senso di colpa può essere, talvolta, infondato, come quando ci si sente in colpa …rispetto a leggi che Dio non ha mai stabilito! Quando però la trasgressione è autentica, essa deve essere risolta tramite la confessione, la riparazione, ed il perdono.
C’è un caso esemplare nei racconti evangelici dove si incontra il Salvatore Gesù nel contesto di una guarigione da lui operata, su un uomo paralizzato. Questo racconto è notevole, perché Gesù, prima ancora di operare una guarigione fisica, opera su quell’infermo una guarigione spirituale. Leggiamo questo racconto secondo la versione di Matteo:
"Ed egli, salito sulla barca, passò all'altra riva e venne nella sua città. Ed ecco, gli fu presentato un paralitico disteso sopra un letto e Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, fatti animo, i tuoi peccati ti sono perdonati!». Allora alcuni scribi, dicevano fra sé: «Costui bestemmia!». Ma Gesù, conosciuti i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nei vostri cuori? Infatti, che cosa è più facile dire: "I tuoi peccati ti sono perdonati" oppure: "Alzati e cammina?". Ora, affinché sappiate che il Figlio dell'uomo ha autorità in terra di perdonare i peccati: Alzati (disse al paralitico), prendi il tuo letto e vattene a casa tua!». Ed egli, alzatosi, se ne andò a casa sua. Le folle, veduto ciò, si meravigliavano e glorificavano Dio, che aveva dato tale potere agli uomini" (Mt. 9:1-8).
Un problema o una malattia fisica può e deve senz’altro essere curata a livello fisico, e dobbiamo essere riconoscenti a Dio per i medici e la farmacologia. Quanto spesso però vi sono cause o componenti mentali, che devono essere curate tramite la psicoterapia. Quante volte, però, un problema ha cause o componenti di tipo spirituale. Chi mai si preoccupa di trattarlo a quel livello?
Può essere necessario esaminare attentamente il proprio rapporto con Dio (inesistente oppure carente), le proprie trasgressioni della santa legge morale di Dio riassunta nei 10 comandamenti e giungere ad un serio ravvedimento. Nel ravvedimento la persona implora il perdono di Dio invocando le virtù della Persona e dell’opera del Salvatore Gesù Cristo e chiedendo il dono dello Spirito Santo, per mezzo del quale Iddio rigenera il nostro spirito e conduce la nostra vita alla sequela di Cristo.
Quello che spesso manca nelle chiese istituzionali è l’opera per cui la persona viene accompagnata ed aiutata a livello singolo ad esaminare sé stessa accuratamente in tutte le dimensioni della sua esistenza per poi farle cogliere la pienezza della guarigione che solo in Cristo è possibile. Può essere necessario l’intervento medico e/o l’intervento specialistico dello psicoterapeuta, ma il tutto deve poter avvenire nella prospettiva di Dio, l’unica che realmente tenga in considerazione la complessità e la pienezza della natura umana.
Completiamo così la nostra benedizione apostolica: “Ora il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l'intero vostro spirito, anima e corpo siano conservati irreprensibili per la venuta del Signor nostro Gesù Cristo. Fedele è colui che vi chiama, e farà anche questo”.
L’opera terapeutica che Dio ha progettato e realizzato in Cristo, e per la quale dota la comunità cristiana è finalizzata, secondo il nostro testo a renderci e conservarci irreprensibili. Il termine “irreprensibili” implica un’eventualità di “riprensione” o di “giudizio”. Esso così presuppone la verità che ciascuno di noi è una creatura responsabile, cioè una creatura che dovrà rendere conto di sé stessa aDio.
La cosa è piuttosto estranea alla mentalità moderna che suggerisce che della nostra vita noi non si debba rendere conto a nessuno. Eppure il fatto rimane. La Scrittura dice: “come è stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, e dopo ciò viene il giudizio, così anche Cristo, dopo essere stato offerto una sola volta per prendere su di sé i peccati di molti, apparirà una seconda volta senza peccato a coloro che lo aspettano per la salvezza” (Eb. 9:27,28).
La nostra salute ultima risiede nel fatto di essere come Iddio Creatore aveva progettato che noi fossimo, e come Egli si aspetta che noi siamo. Vi sarà un giudizio, nel quale dovremo rendere conto di noi stessi a Dio. Cristo tornerà, questa volta non come Salvatore, ma come Giudice. Mia preghiera è che ciascuno di noi, quel giorno, sia trovato davanti a lui “irreprensibile”. Questo non vuole dire “perfetto”, perché nessuno lo potrebbe essere, se non dopo la glorificazione, ma come persona che, avendo preso responsabilità per la sua vita, è stata “lavata con il sangue di Cristo”, e, seguendo il Salvatore durante la sua vita, si è mossa decisamente verso la guarigione completa della propria persona, a lode e gloria di Dio Creatore.
Ci potremmo così fare parecchie domande importanti su noi stessi, domande che gli stessi operatori della salute vogliono che noi ci si ponga. Leggo quanto ci dice un trattato medico: “Sappiamo, per esempio, se stiamo veramente bene e se ci prendiamo cura di noi stessi? Riusciamo, a qualsiasi età, a tenere un atteggiamento positivo e vivere a tu per tu con lo stress? Il cibo, che è il combustibile che ci mantiene in vita, ne facciamo il giusto uso senza mettere a repentaglio, con l'andar del tempo, la salute e il benessere? Lo stato di salute, il benessere fisico e la vitalità costituiscono per ognuno di noi obiettivi di primaria importanza, ma non sono facilmente raggiungibili senza un impegno adeguato: al giorno d'oggi, infatti, la maggior parte delle abitudini quotidiane tende a ridurre, piuttosto che a migliorare, lo stato di forma. Se si desidera prevenire anziché trattare le malattie a sintomatologia conclamata, il primo passo da compiere è quindi quello di mettersi in forma fisicamente, ottenendo così numerosi vantaggi, dal controllo di peso in eccesso alla tranquillità del riposo notturno… Trattare il corpo con rispetto significa godere di salute, energia e gioia di vivere. Non sempre si può essere soddisfatti del proprio aspetto esteriore. Tuttavia, con l'autocontrollo è possibile migliorare il proprio fisico, soprattutto per quanto riguarda l'eccesso di peso. Ovviamente bisogna abituarsi a vivere con quelle caratteristiche che non si possono cambiare, quali per esempio la statura e il colore degli occhi e della pelle, anzi, è opportuno imparare a valorizzare anziché sprecare tempo e denaro per modificarle. Comprendere come funziona il proprio corpo e prendersene cura giorno per giorno, sono due dei principali segreti del benessere e della salute. L'attenzione al corpo, comprende la cura della pelle … e la sua protezione dagli agenti atmosferici; la cura dei capelli, quella delle mani, delle unghie, nonché dei denti e delle gengive; gli occhi, le orecchie, questi ultimi delicati organi, hanno bisogno di continue attenzioni per rimanere in efficienza il più a lungo possibile”.
Fin qui il nostro trattato medico, ma chiediamoci altresì: Utilizzate le risorse che Dio, nella Sua provvidenza e grazia, pone a nostra disposizione per essere persone integre? Facciamo nostri i meravigliosi doni che sono a nostra disposizione nella Persona e nell’opera del Signore e Salvatore Gesù Cristo? Non vi può essere salute fisica e mentale senza salute spirituale. Vi importa dunque la vostra personale salute?
Paolo Castellina,
sabato 4 dicembre 1999
. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte
dalla versione Nuova Diodati, Edizioni La Buona Novella, Brindisi, 1991.
1. Salmo 103:1-11 (Invito a lodare Dio per tutte le sue grazie).
2. 2 Re 5:1-19 (Guarigione miracolosa di Naaman)
3. 3 Giovann1 1-14 (“desidero che tu goda di buona salute”).
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