La determinazione di cui abbiamo bisogno

Una “giusta” violenza?

Vorrei iniziare questa predicazione con una domanda provocatoria: “Per voi, la violenza è una cosa “positiva”? Ovviamente no, risponderebbero tutti in coro. In effetti, oggi si parla molto di non violenza, spesso da ipocriti, ma sarebbe per molti scandaloso che qualcuno oggi ne fosse favorevole!

Eppure un giorno il nostro Maestro, Gesù di Nazareth, disse qualcosa che per noi potrebbe essere scioccante.

Gesù disse: “E dai giorni di Giovanni Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti lo rapiscono” (Matteo 11:12).

Si potrebbe tradurre anche così: “Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli, il regno di Dio, soffre violenza, e viene conquistato con la forza: solo i violenti se ne impadroniscono!”. Gesù qui parla in positivo di una violenza che sarebbe necessaria per giungere alla personale nostra salvezza davanti a Dio. Che cosa intendeva dire con questo? Cerchiamo di capire il contesto di questa Sua espressione.

Folle impazienti

Quando il profeta Giovanni il battista predicava nel deserto della Giudea, la folla che faceva ressa intorno a lui era diventata estremamente invadente e persino aggressiva, violenta, pur di avvicinarsi abbastanza da udire la sua voce. Le moltitudini erano immense, al di là di ogni precedente. Quando attraversava la regione per predicare la parola dell’Evangelo, pareva che egli prosciugasse le cittadine dalla loro popolazione.

Questa gente era diversa da molti a cui oggi noi siamo abituati, i quali si accontentano ad udire distrattamente una predicazione, anzi, che sembrano essere ancora più contenti se riescono a non udirla per nulla. Era così intenso il loro desiderio di udire il Salvatore che facevano una tale ressa intorno a Lui, tanto da buttare a terra i più deboli e calpestarli. Ora, il nostro Salvatore, era proprio assistendo a queste scene di gente che faceva di tutto pur di avvicinarsi a Lui, che, più che condannare la cosa, ne rimane positivamente impressionato e dice: “Questa è un’immagine di ciò che fanno coloro che saranno salvati. Voi che state facendo ressa attorno a me, e vi fate largo tra la gente a gomitate, solo per giungere alla portata della mia voce, così dovete fare se volete essere salvati, ‘E dai giorni di Giovanni Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti lo prendono con la forza”.

Mi direte però voi, “dovremmo forse comprendere da questo che se un uomo o una donna deve essere salvato, questi debba essere così intenso, appassionato, entusiasta e determinato tanto da ottenere salvezza con la forza?”. Certo, è così, perché questo è proprio ciò che Gesù qui ci insegna.

“Ma,” dice un altro, “io pensavo che la salvezza fosse tutta opera di Dio”. Certo, lo è, dal principio alla fine. Quando però Dio inizia la Sua opera in un’anima, l’effetto che produce in essa è metterci in movimento, metterci in azione. Dove davvero lo Spirito di Dio è all’opera, anche noi saremo all’opera. Anzi, questo è un vero e proprio test per riconoscere quelle persone che hanno ricevuto lo Spirito di Dio da quelle che non Lo hanno ricevuto. Coloro che hanno ricevuto lo Spirito di Dio, in realtà, secondo ciò che dice Gesù, e l’intera Bibbia, possono essere considerate, in un certo senso, persone “violente”. Esse hanno un intenso e violento desiderio di ricevere salvezza, e faranno di tutto per entrare dalla porta stretta della salvezza.  Gesù disse altresì: Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno” (Lu. 13:24). Per questo usano ogni forza ed energia.

Considereremo così quest’oggi chi siano questi “violenti” e quale sia la loro condotta. Che cos’è che li rende così determinati? E’ giusto che siano così? Ci rallegreremo poi del fatto che essi siano sicuri di aver successo. Infine, cercherò di suscitare in voi, con l’aiuto dello Spirito Santo di Dio, questa santa violenza, senza la quale le porte del cielo continuerebbero a rimanere chiuse!

Chi sono questi “violenti”?

Dobbiamo così prima comprendere chi siano questi “violenti”, che cosa essi siano stati resi dalla grazia di Dio. Non erano così per natura, ma è stata l’opera segreta in loro dello Spirito di Dio a renderli così determinato.

Guardate queste persone “violente”: hanno la precisa determinazione ad ottenere salvezza presso Dio. Li potrete osservare quando giungono al tempio. Non arrivano sbadigliando, non sono distratti mentre ascoltano. Non ritengono sufficiente essere fisicamente presenti nel luogo di culto. No. Ascoltano attentamente con entrambe le orecchie, guardano bene con entrambi gli occhi, e per tutto il culto manifestano un intenso desiderio di trovare Cristo. Chiedete loro perché si recano alla casa di preghiera. Sanno molto bene che cosa vi cercano: “Io ci vado per ottenere misericordia e per trovare pace e riposo per la mia anima. Sono molto addolorato per il mio peccato, e qui voglio incontrare il Salvatore. Io spero di essere proprio là dove Egli mi possa incontrare. Ecco perché sono qui seduto “presso la piscina di Bethesda” nella speranza che lo Spirito Santo ne scuota le acque e mi metta in condizione di scendere in esse.

Queste persone non sono come la maggior parte degli uditori moderni, critici o negligenti, no, sono tutti ben svegli per vedere se essi possano far proprio quel balsamo che curi il loro spirito abbattuto, il cordiale che calmi il loro cuore preoccupato.

Osservate che cosa fanno queste persone quando ritornano a casa. Entrano nella loro cameretta e cominciano a pregare. Non si tratta di quelle preghiere frettolose dette nel dormiveglia, non quelle richieste sonnolente che non arrivano nemmeno al soffitto della propria camera, ma cadono in ginocchio e con santa ansietà cominciano a gridare: “Signore, salvami, sennò sarò perduto. Signore salvami! Non ho altra speranza che Te. Io Ti imploro, distendi la tua mano verso di me, povero peccatore, liberami dall’angoscia che turba il mio spirito”. Guardateli poi dopo che hanno pregato, come essi si rivolgano alla Parola di Dio. Non ne leggono i capitoli come se guardare alle lettere fosse già abbastanza, ma leggono come chi legge una ricetta medica per potere prendere correttamente quella medicina che salverà la loro vita.

Eccoli poi ancora in ginocchio. “Signore, Ti prego, parlami attraverso questa Tua parola. Fa si che io possa fare propria la promessa, aiutami a coglierla! Oh, non far perire la mia anima senza il Tuo aiuto e la Tua grazia”. Si, guardate a queste persone “violente” che Dio ha reso affamate ed assetate di salvezza. Dovunque vadano potrai scorgere la loro diligenza ed impegno, che ti sorprende e che non comprendi. Esse cercano Gesù, e non si danno pace finché non lo trovano. Giorno e notte esse sospirano ed anelano cercando quella benedizione senza la quale non possono vivere e senza la quale non ardirebbero morire!

Siete voi fra queste persone spiritualmente determinate, “violente” o persone che “non vogliono disturbare” neanche Dio? Eppure Dio vuole essere disturbato! Dio sia benedetto se questa determinazione si trova nel vostro spirito, perché il regno dei cieli lo si conquista con la forza! E’ Gesù che parla dell’insistenza e dell’importunità di quella vedova che voleva aver giustizia a tutti i costi, e che dice che questo non solo è positivo, ma anche necessario! Mi dispiace, ma se non avete un’ansia forte ed invincibile di perseguire il bene eterno della vostra anima, siete ancora stranieri per le cose di Dio, perché essa è essenziale per poter cogliere le benedizioni di Dio. La Bibbia è piena di esempi di uomini e donne di Dio che lottano con Dio stesso come Giacobbe pur di ottenere queste benedizioni, e Dio è compiaciuto di questa importunità, non infastidito!

Questa “violenza” non termina neanche quando finalmente si trova Cristo: allora la si comincia ad esercitare in un altro modo. Colui che ha ricevuto il perdono da parte di Dio, e lo sa, allora diventa “violentemente innamorato” di Cristo. Egli non Lo ama solo un po’, ma Lo ama con tutta la sua anima e la sua forza. Vuole vivere e morire per Cristo. Il suo cuore anela essere con Cristo e servirlo senza interruzione. Guardate come si comporta quella persona. Guardate all’intensità delle sue preghiere di intercessione. Guardate alle sue azioni esteriore, “violentemente” sincere e “violentemente” diligenti. Guardatelo quando predica: non si tratta di discorsi monotoni: parla come uno che sa ciò che sta dicendo, anzi, che deve predicare: “Guai a me se non annuncio Cristo!”, scriveva l’apostolo Paolo.

Dov’è oggi questa “santa violenza” nella maggior parte delle chiese contemporanee? Che cosa ne dovremmo dedurre da questa mancanza? Sembra di vedere solo chiese di morti, predicatori morti, consigli di chiesa morti, cori di chiesa morti, fedeli morti… Non c’è entusiasmo, non c’è vita alcuna. Non dicono neppure “Amen” al termine delle preghiere. Si, “fanno il loro dovere”, rispettano le leggi della chiesa, ma non c’è vita autentica in loro. Pensate che Dio possa mai benedire una chiesa così? Il regno dei cieli sarà mai conquistato con un esercito di morti? No. Abbiamo bisogno di predicatori vivi, fedeli vivi, consigli di chiesa dinamici ed impegnati, cori infuocati, di gente i cui occhi sprizzino vitalità, la cui anima e il cui corpo trasudi di energia ed entusiasmo. Perché? “dai giorni di Giovanni Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti lo rapiscono” (Matteo 11:12).”

Spesso ci lamentiamo che le cose vadano male, ma non potranno che andare sempre peggio se non c’è entusiasmo, attivismo, energia in ciascuno di noi, per le cose del Signore, per il bene nostro e quell0 della nostra comunità.

Ciò di cui noi oggi abbiamo bisogno nelle nostre chiese è la violenza, non violenza fisica o verbale, ma violenza contro la morte, violenza contro Satana, violenza contro la durezza del cuore umano, violenza contro la nostra stessa sonnolenza. Al tempo della Riforma “il regno dei cieli subiva violenza”, una santa e buona violenza. Il mondo religioso era ben sveglio. Oggi, almeno qui da noi, è profondamente addormentato, e, se non siamo addormentati, siamo timidi ed intimoriti e non osiamo far nulla di significativo, se non “il minimo indispensabile”, la formale “osservanza delle leggi”. Curiamo il cimitero, ma non ci prendiamo cura del mondo dei vivi!

Dobbiamo però ricevere “nuovo sangue”, un “nuovo fuoco” che cada dal cielo sui nostri sacrifici, come al tempo di Elia. Elia aveva il coraggio di sfidare apertamente i governati corrotti del tempo, i sacerdoti di Baal, un popolo intero di ignavi. Dove aveva preso Elia tutta questa sua energia, questo suo coraggio, questa sua determinazione? Dallo Spirito di Dio che era in lui. “E dai giorni di Giovanni Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti lo rapiscono” (Matteo 11:12).

Qual è la ragione del loro zelo?

Facciamo venire ora avanti questi uomini “violenti” e chiediamo loro la ragione del loro attivismo. “Siete così pieni di energia, in piena ebollizione, entusiasti. Perché siete cosi?”. Ascoltiamo la loro risposta e ci convinceranno ben presto che il loro entusiasmo di “prendere il regno dei cieli con la forza” non solo è forte, ma pure ragionevole, sensato, bene fondato.

1. Perché non ne abbiamo diritto. La prima ragione per la quale dei poveri peccatori prendono il regno dei cieli con la forza è perché sentono di non averne alcun diritto naturale. Se non lo prendono così non ci arriveranno mai. Un uomo o una donna ricco e privilegiato “di famiglia” non farà alcuno sforzo per guadagnarsi il suo titolo o ricchezza. Ce l’ha già per diritto, e forse nemmeno lo apprezza. Guardate però quanta energia dispiega colui che non ha né titoli, né soldi, né posizione, per conquistarli. Per avere un titolo di studio studia notte e giorno, per avere abbastanza denaro risparmia fino all’osso e lavora fintanto che crolla dalla stanchezza, per avere un titolo ed una posizione fa il possibile e l’impossibile.

Guardate a coloro che sono salvi presso Dio. Sanno di non avere diritto a questa eredità. Chi sono? Sono peccatori, gente che sa di essere “il primo fa i peccatori”. A loro propria stima sono più vili dei vili. Se vogliono arrivare in cielo sanno che devono “prenderselo con la forza”.

Guardate all’insistenza con la quale la donna Cananea citata nei vangeli implora Gesù di guarire sua figlia “terribilmente tormentata da un demone”. Sa di non averne diritto, ed i discepoli di Gesù lo rilevano, ma fa e fa finché Gesù non acconsente (Mt. 15:22ss).  Altri invece, oggi, certamente pure ingannati dalle menzogne che hanno predicato loro, stanno seduti e con le braccia conserte e dicono: “Io sono a posto e certamente Dio mi salverà”, oppure, “Io sarò comunque salvato, perché tanto Dio è buono e perdona!”. Quanto è lontano questo dallo spirito dei vangeli e quanto grande l’inganno che fanno a sé stessi! Se però Dio ti ha persuaso che tu sei perduto e rovinato e se ti ha messo il Suo Spirito in te, allora userai ardita e disperata violenza per farti strada fino al regno dei cieli. Lo Spirito di Dio non ti condurrà ad essere ossequiente in presenza dei tuoi nemici spirituali, né sarai debole ed impaurito di fronte alla crisi: Egli ti condurrà ad adoperarti con grande energia per la tua salvezza.

Chiedetegli perché egli sia così zelante (“violento”) nella preghiera. Risponderà: “Conosco il valore della misericordia che ricevo. Come? Sto chiedendo che Dio mi perdoni, che mi faccia entrare nel Suo regno, e dovrei chiedere questo sbadigliando e con preghiere assonnate? Io gli chiedo di poter indossare la tunica bianca, e di cantare per sempre le Sue lodi: pensi forse che poche povere suppliche siano abbastanza? No, o Signore, anche se mi facessi aspettare per secoli solo per poter arrivare in cielo, le mie preghiere sarebbero ben spese. Se vuoi sapere perché io sia così zelante, lascia che ti dica che io non potrei nemmeno sopportare l’idea di essere perduto per sempre!”. Ascoltate il peccatore sinceramente preoccupato per la sua anima. Gli dite: “Perché questi sentimenti così intensi?”. Vi sono lacrime sulle sue guance, emozione in ogni sua parola quando dice: “Magari io potessi avere sentimenti ancora più intensi, perché se solo penso a ciò che io chiedo di poter sfuggire e che solo merito, la perdizione eterna, implorerei Iddio ancora più fortemente”.

Se ti accorgessi che la tua casa sta andando a fuoco, non ti alzeresti subito da letto, correndo velocemente con i tuoi cari verso l’uscita per metterti in salvo? E se non prendi molto seriamente la tragica situazione spirituale in cui noi tutti ci troviamo, e non cerchi a tutti i costi di porvi rimedio, evidentemente non ne sei consapevole, o ti illudi di trovarvi facile soluzione. La Bibbia parla della necessità di “sfuggire all’ira a venire”: come è possibile allora starsene a dormire?

2. La realtà dell’opposizione. Un’altra ragione per cui ciascuno che voglia essere salvato deve essere intensamente impegnato e “violento” è perché ci sono innumerevoli avversari che si oppongono a noi e, se non siamo “violenti” non li vinceremo mai.

Noi abbiamo nemici spirituali dentro di noi e fuori di noi, nemici sotto, nemici sopra e da ogni parte: il mondo, la carne, il diavolo… e se lo Spirito di Dio ti ha risvegliato, Egli ti ha reso un “militante”: tu non potrai ritirare la tua spada mai, se non dopo la vittoria. La persona che voglia essere salvata, deve essere “violenta” proprio per l’opposizione che deve affrontare.

 Siete disposti a condannare ancora quest’uomo “violento”, dicendo che è un fanatico o un “esagerato”? E’ Dio stesso però che viene in difesa di colui che scioccamente condannate, perché c’è un segno sicuro che contraddistingue il vero figlio di Dio dal “bastardo” che fa solo professione esteriore d’esserlo. Coloro che non sono figli di Dio sono una razza di gente negligente, svogliata e dal cuore freddo. Coloro però che appartengono a Dio in sincerità e verità, sono come una stufa accesa che emette calore e luce. Fra tutte le cose che Dio odia in questo mondo, sono coloro che non sono né caldi né freddi. Meglio aver nessuna religione che solo poca, meglio esserne nemici che averne abbastanza solo per la nostra “rispettabilità”, ma non abbastanza perché sia veramente efficace rispetto a Dio. Che cosa dice Dio a tanta religiosità contemporanea: “perché sei tiepido e non sei né freddo né caldo, io sto per vomitarti dalla mia bocca” (Ap. 3:16). Dio odia ciò che è tiepido, eppure questo è il tratto dominante della nostra epoca! Dov’è oggi il fuoco ed il vigore di chi lotta con coraggio e forza contro ciò che Dio considera un male?

Il “violento” ha sempre successo

Avendo così cercato di difendere il “violento” dalle dure critiche che spesso gli si rivolgono, vorrei invitarvi per un momento a riflettere su come, in effetti, questi sia l’unica persona ad avere successo! Pensereste di essere forse trasportati in cielo su un letto di piume? Pensate forse che la via che conduce al paradiso sia tutta fatta di bei prati ben rasati, con torrenti di acque tranquille che vi danno il benvenuto? Si tratta di fantasie di cui dobbiamo liberarci il più presto possibile. La via che porta al paradiso è tutta un saliscendi: salite difficili e le discese delle prove. E’ attraverso il fuoco ed attraverso l’acqua, fra leoni e leopardi. La via che porta al paradiso passa attraverso la bocca di draghi. L’uomo o la donna che la trova, però, e che è risoluto con la forza di Dio ad attraversarla a tutti i costi, e che la percorre decisamente come se avesse un uragano alle calcagna, questi non fallirà mai.

Laddove Dio ha comunicato un’ansia violenta per la salvezza, Egli mai la deluderà. Nessun’anima che abbia mai invocato Dio a viva voce per essere salvata, rimarrà delusa. Dall’inizio della creazione fino ad ora, non è mai stato sollevata una preghiera violenta e intensa che abbia mancato di ricevere risposta da parte di Dio. Anima, va a Dio con fiducia che se ti accosti a Lui con forza, avrai anche successo. “Certamente colui che non ha risparmiato il suo proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà anche tutte le cose con lui?” (Ro. 8:32).

Tutti i credenti che oggi sono nella gloria del paradiso, erano stati condotti dalla grazia divina a lottare duramente come noi contro il peccato, contro i dubbi e le paure. Non hanno percorso una via facile e comoda. Hanno dovuto conquistarsi centimetro dopo centimetro il camino su questa via in punta di spada. Così è per noi: tanto certamente quanto veniamo posti in grado di farlo, così certamente trionferemo. Solo questa sorta di “violenti” verranno salvati, e tutti questi “violenti” verranno salvati. Quando Dio rende una persona “violenta”, determinata ad ottenere salvezza, quella non perirà giammai! Verranno prima scardinate le porte del cielo, prima che un uomo o una donna sia derubato del premio per il quale ha combattuto!

Esortazione alla “violenza”…

Vorrei così chiudere questa riflessione con un’esortazione altrettanto forte a che ciascuno di voi persegua “con violenza” il regno dei cieli.

Forse tra voi c’è qualcuno che vorrebbe dire: “Ho fatto quietamente quanto mi sembrava giusto. Ho partecipato al culto ogni volta che potevo. Credo che sarò certamente salvato. Non posso però dire che tutto ciò mi abbia fortemente appassionato, come ho udito che si deve fare. Io sono un tipo tranquillo, moderato, discreto. Non credo che sia giusto essere invadenti ed oppressivi come certuni che ho conosciuto, che vorrebbero convincere il mondo intero con la loro insistenza. Ritengo sia giusto che la gente vada al culto la domenica, ma perché darsi poi tanta pena? Stiamo calmi, tranquilli, viviamo al meglio la nostra vita, e questo basta. Tanta agitazione non serve!”.

Il famoso predicatore Spurgeon, da cui ho tratto questa predicazione, risponde: ”Però, tu che dici così: Hai mai visto le porte del cielo? E’ ovvio che tu non le abbia mai viste, altrimenti ne sapresti meglio, perché a quelle porte una moltitudine di gente sta cercando a spintoni e gomitate di entrare, altrimenti per esse non ci passerà mai! Temo che la tua religione troppo facile non ti porti troppo lontano, o meglio, che ti farà arrivare in ritardo. Ti potrebbe anche portare per nove chilometri su dieci, ma a che servirebbe se non arrivi al decimo chilometro?”.

Questa sorta di religione “rispettabile e tranquilla” può essere utile agli occhi del mondo, ma davanti alla sbarra del tribunale di Dio, essa risulterà del tutto inefficace, se non è fatta di passione, con tutto noi stessi. Una religione troppo facile è piuttosto la via che porta all’inferno. Si, si, cerca di stare in pace, non attenderti troppa “produzione”. Un contadino, però, che voglia aver un raccolto, non “lascerà in pace” i suoi campi! E’ futile e vana quella religione che non richieda il massimo dell’impegno.

Un altro potrebbe dire: “Ah, ma io sono un caso differente. So di essere un peccatore così vile che non potrà certo mai essere salvato. A che servirebbe per me tanta agitazione? So di aver voltato le spalle a Dio e disprezzato la Sua legge. Potrebbe mai perdonarmi? No. Non cercare nemmeno di suggerirmi che dovrei chiederglielo. E’ meglio che mi getti quaggiù anima e corpo nei piaceri, perché tanto non ce li avrò mai lassù”. Questo discorso non sta in piedi. Il Salvatore Gesù Cristo ti dice di prendere il regno di Dio con la forza! Se il Signore ti ha fatto prendere coscienza di essere veramente un peccatore, e questo è positivo, va’ avanti, e non darti pace fintanto che non avrai ottenuto da Dio di salvarti!

La Scrittura ti dice: “Torna a casa, va nella tua cameretta, esprimi tutta la tua fede in Cristo e se il Signore non ti dona la salvezza, allora quello non è il Dio che ti abbiamo annunziato, e Lui non è stato fedele alla Sua promessa. Tu non cercherai invano. Non supporre però che sia sufficiente farlo solo una volta. Devi perseverare in esso. Se Dio ti ha dato il Suo Spirito continuerai, non cesserai di pregare fintanto che non ne otterrai risposta. Se Dio ti ha dato oggi il desiderio del Suo amore, se ha fatto in modo che tu dicessi: “Non cesserò di farlo giammai, piuttosto muoio davanti alla croce…”, non perirai più di quanto possano fare gli angeli in paradiso! Sta di buon animo, fa uso di questa santa violenza, e lo prenderai a forza!

Prima di andarcene, se abbiamo gustato quanto il Signore sia prezioso, prendete la determinazione di amarlo sempre più intensamente.

Così dice Spurgeon: “Non lascio mai il mio pulpito senza aver vergogna in qualche modo di me stesso. Non ricordo una sola volta in cui io sia tornato a casa senza essere soffuso di umiliazione e rimprovero verso me stesso per non essere io stato maggiormente intenso ed efficace… mi rimprovero di non essere stato abbastanza ardente per la salvezza degli uomini. Quando io mi siedo, comincio a pensare a quella massa di persone avviate verso l’eternità e dirette o verso il paradiso o verso l’inferno, e mi domando come io non possa abbastanza preoccupato per i perduti, come io non usi parole abbastanza persuasive per risvegliarli. A volte trovo a che dire del comportamento altrui, ma la maggior parte delle volte me la prendo con me stesso in queste cose. Com’è possibile che un uomo sia chiamato ad essere ambasciatore di Dio, ed essere nel contempo così duro di cuore da essere insensibile per la sorte dei perduti? Com’è possibile che si trattino questioni di vita e di morte, di inferno e di paradiso, di Cristo crocifisso, con cotanta leggerezza e negligenza? Non condannate un ministro per il suo entusiasmo o fanatismo, condannatelo perché è solo neanche la metà di quello che dovrebbe essere! Oh Signore, imprimi su di me, te ne prego, maggiore apprezzamento per il valore delle anime e pure per il valore della mia anima. Non è forse vero che molti fra voi si stanno avviando velocemente verso la perdizione? Non è un fatto che, come testimonia la coscienza, che molti si comportino da nemici di Dio? Siete senza Cristo, non siete mai stati lavati dal Suo sangue, non siete mai stati perdonati. Oh voi che mi ascoltate: se continuate così come siete, potranno passare molti o pochi giorni, ma un giorno il sole per voi non si alzerà più. Solo poche domeniche da sprecare, pochi sermoni da udire e quando la fossa dell’inferno si aprirà di fronte a voi, dove sarete? Ancora pochi giorni e il cielo si aprirà, e Cristo verrà a giudicare la terra: allora, peccatore, dove sarai? Te ne scongiuro, nel nome dell’Iddio vivente, e di Gesù Cristo, Suo Figlio, pensate molto bene alla condizione della vostra anima. O Spirito di Dio, Ti prego, fa’ volgere il cuore dei peccatori al ravvedimento, in questo stesso momento. Rammentatevi, se vi ravvedete, se confessate ora i vostri peccati, Cristo vi è predicato. Egli è venuto nel mondo per salvare i peccatori. Credete in Lui, gettatevi ai piedi della croce; confidate nel potere del Suo sangue; contate sulla Sua giustizia”.

E termina dicendo: “O se solo avessi la lingua dei grandi predicatori della storia, o la bocca di un arcangelo, se potessi parlare come un cherubino, io effonderei davanti a voi tutto il mio cuore, e vi scongiurerei, nel nome di Cristo, ad essere riconciliati con Dio. Presto anch’io dovrò comparire di fronte al tribunale di Dio. Dovrò essere accusato di non aver fatto abbastanza per strapparvi al vostro destino di perdizione? Dovete perire, e io con voi, per infedeltà? Dio non lo voglia! … Che il Signore abbia misericordia vi voi tutti per amore di Cristo!”.

 

(Tratto dalla predicazione di C.H. Spurgeon del 15 maggio 1859, “Holy Violence” al Music Halls del Royal Surrey Gardens, Londra).

Paolo Castellina, sabato 27 novembre 1999 . Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, Edizioni La Buona Novella, Brindisi, 1991.

Letture supplementari

1. Salmo 146;  2. Deuteronomio 6; 3;  1 Pietro 1:13-25


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