Il dovere ed il privilegio di insegnare
L’importanza di insegnare
Il messaggio che Dio oggi ci vuole comunicare attraverso la Sua Parola, la Bibbia, prende spunto dalla vocazione del maestro, dell’insegnante, professione che il nostro *** svolgeva.
Iddio, nella Sua Parola, dà molta importanza alla necessità, dovere e privilegio di insegnare. Nelle lingue originali della Bibbia vi sono molti termini che possono essere tradotti con “insegnare”, “svolgere la funzione di maestro”. Già questo ci fa capire come “insegnare” stia al cuore stesso del progetto di salvezza dell’umanità che Dio ha intrapreso e che Egli porta avanti nella storia, quel progetto che è culminato nella Persona e nell’opera del Salvatore Gesù Cristo, il Maestro per eccellenza.
Il primo e più grande mandato che Gesù stesso ha rivolto ai Suoi discepoli, di ogni tempo e paese è quello di insegnare. Gesù dice ai Suoi discepoli: «Ogni potestà mi è stata data in cielo e sulla terra. Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato. Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell'età presente. Amen» (Mt. 20:18-20). E ancora, nella versione di Marco: “Andate per tutto il mondo e predicate l'evangelo a ogni creatura; chi ha creduto ed è stato battezzato, sarà salvato; ma chi non ha creduto, sarà condannato” (Mr. 16:15,16).
Si, Dio è il maestro per eccellenza, e nella Persona del Signore e Salvatore Gesù Cristo lo vediamo in modo particolarmente evidente.
Perché Dio è “maestro”?
Perché Dio è “maestro”? Perché l’essere umano è una Sua creatura, fatta a Sua immagine e somiglianza, una creatura che deve crescere, non solo fisicamente, ma anche intellettualmente e spiritualmente, com’è detto di Gesù che, bambino, “cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lu. 2:52). Ai cristiani di Efeso, l’apostolo Paolo finalizza il Suo ministero di insegnante al seguente risultato: “…finché giungiamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, a un uomo perfetto, alla misura della statura della pienezza di Cristo” (Ef. 4:13).
Noi, come creature di Dio, dobbiamo crescere, dunque, e per crescere dobbiamo imparare. Imparare che cosa? Dobbiamo imparare chi noi siamo e quello che dobbiamo e possiamo diventare nei progetti originari di Dio. Dobbiamo imparare chi è Dio, il nostro Creatore e Signore. Dobbiamo imparare che cosa vuol dire vivere (il senso della nostra vita), dobbiamo imparare come si vive per vivere la pienezza della vita, e questo è contenuto nelle leggi e nei principi che Dio ha stabilito, e che fanno parte del Suo stesso carattere.
Tutto questo ci è stato insegnato in modo chiaro ed inequivocabile attraverso la Parola scritta di Dio: la Bibbia, il libro di testo eterno ed intramontabile del quale è scritto: “Perché in verità vi dico: Finché il cielo e la terra non passeranno, neppure un iota, o un solo apice della legge passerà, prima che tutto sia adempiuto” (Mt. 5:18), e “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Mt. 24:35).
Dobbiamo imparare ancor di più proprio per ciò che siamo diventati ribellandoci alla legittima autorità di Dio sulla nostra vita, allontanandolo dalla nostra prospettiva e, volendo essere dio e legge a noi stessi, degenerando così fisicamente, intellettualmente e spiritualmente.
nel contesto del popolo di dio
Come scolari ribelli ed incorreggibili, però, Dio non ci ha respinti per sempre, ma nella Sua grazia e misericordia ha voluto formarsi, nel corso della storia, un popolo Suo particolare, un popolo di gente che, legato a Dio da un patto, diligentemente impara e che altrettanto diligentemente è chiamato ad insegnare, con la parola e con l’esempio, che cosa significa vivere in comunione con Dio.
Questo vediamo nell’esperienza storica di Israele, e questo vediamo nella comunità dei discepoli di Gesù alla quale, per grazia, noi siamo stati chiamati a partecipare. E’ a questa comunità che, tramite l’insegnamento, Iddio dice: “Crescete … nella grazia e nella conoscenza del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo. A lui sia la gloria, ora e in eterno. Amen” (2 Pi. 3:18).
Due sono i contesti, i luoghi privilegiati, in cui, nei piani di Dio, questo insegnamento deve aver luogo, la famiglia e la comunità cristiana, ciascuno dei quali nasce per esplicito atto di creazione e di redenzione. Sono la famiglia e la comunità cristiana le istituzioni divine che sono state delegate a spiegare che cos’è la vita, chi è Dio, l’amorevole Sua iniziativa di salvezza e a sollecitare verso di Lui una risposta altrettanto amorevole e ubbidiente.
E la scuola? La scuola è solo un’istituzione a cui si delega ciò che i genitori e la comunità cristiana non riescono a fare, ma, nei piani di Dio, si tratta di una delega parziale. Guai quando la famiglia e la comunità cristiana rinuncia a fare ciò che era stata destinata a fare. Storicamente sono sempre state la famiglia e la Chiesa le istituzioni educative primarie. Lo statalismo nell’educazione è un concetto alieno e pericoloso che deve essere limitato nelle sue pretese assolutistiche.
Ai genitori ed alla comunità cristiana Iddio comanda di trasmettere la divina sapienza della vita e ad esse Iddio accorda le competenze, i doni, e le risorse necessarie per svolgere il loro compito. Così deve essere nei piani rivelati di Dio.
E’ soprattutto nell’Antico Testamento che noi vediamo come la famiglia debba svolgere la sua responsabilità di istituzione educativa primaria. Il Nuovo Testamento ci illustra come lo debba essere la comunità cristiana. In esso vediamo come l’insegnamento apostolico prenda seriamente il mandato di Gesù nello stabilire e sviluppare la comunità cristiana. Lo Spirito inviato da Gesù dota alcuni del compito di insegnare. Nella comunità cristiana coloro che aspirano ad essere conduttori della comunità debbano essere, infatti, insegnanti competenti. E ci si aspetta che il popolo di Dio riceva con buona volontà l’insegnamento apostolico e vi ubbidisca diventando una comunità educativa permanente.
riconoscenza ed impegno
Ringraziamo dunque il Signore per il fatto che, attraverso la nostra educazione permanente, vuole farci giungere al nostro massimo potenziale umano. Ringraziamo il Signore per averci dato la famiglia e la comunità cristiana come istituzioni educative di base in cui possiamo realizzare questa educazione permanente. Ringraziamo il Signore quando possiamo dire di aver avuto valenti genitori che ci hanno fedelmente trasmesso un retaggio educativo in armonia con la volontà rivelata di Dio. Ringraziamo il Signore per i valenti insegnanti che Dio ha fatto e fa sorgere nell’ambito della comunità cristiana, ripieni dei Suoi doni e capacità, e preghiamo per loro. Ringraziamo il Signore quando possiamo dire di aver avuto valenti insegnanti che, nelle istituzioni pubbliche a cui abbiamo delegato in parte la nostra responsabilità, ci hanno educato a crescere in ogni sapienza nel timore del Signore e nel rispetto della Sua Persona e volontà.
Al tempo stesso, davanti a Dio, ravvediamoci se, nella nostra arroganza, abbiamo ritenuto di non aver nulla da imparare della Sua eterna sapienza e, come scolari renitenti e ribelli abbiamo disprezzato coloro che Dio aveva deputato a farci crescere intellettualmente e spiritualmente: genitori, monitori di scuola domenicale, maestri, pastori.
Come dice la Bibbia: “E [Dio] stesso ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti e altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi, per l'opera del ministero e per l'edificazione del corpo di Cristo, finché giungiamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio a un uomo perfetto, alla misura della statura della pienezza di Cristo affinché non siamo più bambini sballottati e trasportati da ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini, per la loro astuzia, mediante gli inganni dell'errore, ma dicendo la verità con amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo” (Ef. 4:11-15).
“Crescere in ogni cosa” vuol dire, alla fine, giungere alla gloria della promozione finale nel regno celeste di Dio. Non illudiamoci, però, di arrivarci senza esserci impegnati “negli studi”, perché alla scuola di Dio non c’è alcuna promozione a buon mercato. Potremo in alcuni casi, grazie a Dio, “ripetere qualche classe”, ma non indefinitamente. Potremmo però benissimo essere “espulsi” da questa scuola per sempre: è una reale possibilità di cui la stessa Bibbia ci avverte. Che questo non avvenga per nessuno di noi. Anzi, “Crescete invece nella grazia e nella conoscenza del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo. A lui sia la gloria, ora e in eterno. Amen” (2 Pi. 3:18).
(Paolo Castellina, lunedì 27 settembre 1999. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, edizioni La Buona Novella, Brindisi, 1991).