Il coraggio dell’esclusivismo biblico

sulla  via della coerenza

Un diverso modo di pensare e di vedere le cose: ecco che cosa una serie di predicazioni vuole evidenziare. Qual è questo diverso modo di vedere le cose? E’ quello del cristiano quando vuole essere fedele e coerente con la verità rivelata e non conformarsi al mondo. Analizzeremo oggi quello che potrebbe essere chiamato “l’esclusivismo” della fede cristiana. Lo faremo partendo da un frammento di un discorso di Gesù, che bene lo può illustrare.

“«Il vostro cuore non sia turbato; credete in Dio e credete anche in me. Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, ve lo avrei detto; io vado a prepararvi un posto. E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi. Voi sapete dove io vado e conoscete anche la via». Tommaso gli disse: «Signore, noi non sappiamo dove vai; come dunque possiamo conoscere la via?».  Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se mi aveste conosciuto, avreste conosciuto anche mio Padre; fin da ora lo conoscete e l'avete visto». Filippo gli disse: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gesù gli disse: «Da tanto tempo io sono con voi, e tu non mi hai ancora conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai dici: "Mostraci il Padre?". Non credi che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso. Il Padre che dimora in me è colui che fa le opere. Credetemi che io sono nel Padre e che il Padre è in me, se no, credetemi a motivo delle opere stesse. In verità, in verità vi dico: chi crede in me farà anch'egli le opere che io faccio; anzi ne farà di più grandi di queste, perché io vado al Padre” (Gv. 14:1-12).

Introduzione

Un proverbio che è diventato oggi particolarmente popolare, è che “tutte le strade portano a Roma”. E’ vero che tutte le strade portano a Roma? Con un minimo di logica dobbiamo evidentemente rispondere No. Gli antichi romani erano in Europa gli unici grandi costruttori di strade, ed era letteralmente vero che tutte le strade portassero a Roma, perché le strade, più che essere un’indiscutibile comodità per tutti, erano soprattutto al servizio del potere politico ed economico di Roma: servivano per riportare tutto al centro. Oggi non è più così. E’ vero che a Roma oggi c’è una gran potenza che ancora vorrebbe ridurre tutti sotto il suo dominio: il papato, e che fa di tutto per realizzare quest’obiettivo. Non è però né vero né logico che tutte le strade portino a Roma.

La logica, però, non è il forte della nostra generazione. Essa crede per molti versi che “tutte le strade portano a Roma”, o, per usare un altro proverbio, che “tutto fa brodo”. E’ il modo di pensare e di vedere le cose che è stato chiamato “monismo” e che costituisce una grave minaccia per l’Evangelo di Gesù Cristo. Il monismo è un modo di pensare, per altro molto comodo e conveniente, che si è insinuato in occidente per influsso delle religioni orientali. Monismo deriva da “mono”, in altre parole uno, unico, solo. Il monismo afferma che ogni cosa alla fin fine si riduca ad un’unica sostanza, ad un’unica cosa, che tutte le strade conducano allo stesso luogo, che ogni culto porti al medesimo dio, che tutte le religioni realizzino, alla fin fine, l’identica salvezza. Uno slogan molto comune oggi è “Non importa ciò che credi, fintanto che credi a ciò che importa”.

Il monismo è diventato così popolare che le sue affermazioni vengono considerate dai più “ovvie”, “scontate”, “indiscutibili”: affermare il contrario è diventato “scandaloso”. Lo s’insegna nelle scuole ai nostri bambini. Tutto è messo sullo stesso livello: buddismo, hinduismo, islam, cattolicesimo, protestantesimo. Tutto va bene eccetto che confessare con coerenza quello che la Bibbia afferma, vale a dire che un falegname di Nazareth, crocifisso e risorto, è il Salvatore del mondo, Lui e nessun altro. Questa è l’unica religione a non essere tollerata sulla pubblica piazza, salvo naturalmente a piegarla sottomettendola all’ideologia dominante.

Inclusivamente esclusivo

Parte di ciò che è così scandaloso a proposito dell’Evangelo di Gesù Cristo, è che esso sia così inclusivamente esclusivo! E’ inclusivo nel senso che Gesù è morto per ogni sorta di persone senza eccezione. La Sua morte è il sacrificio sufficiente per espiare davanti a Dio i peccati del mondo intero. Questo significa che potete andare da chiunque voi incontriate per strada e dirgli: “Gesù è morto per te e per i tuoi peccati, e affidando a Lui la vita, tu potrai ricevere il completo perdono dei tuoi peccati”. Tu così gli diresti la verità assoluta e senza condizioni. Non importa se quella persona ci creda oppure No. L’affermazione rimane vera: “Gesù Cristo è morto per te”. Potreste applicare la virtù del sangue di Cristo al più orribile fra i crimini, e quello sarebbe lavato più bianco della neve agli occhi di Dio. In questo senso la fede cristiana è inclusiva. Non c’è peccatore così malvagio o peccato così orribile per il quale Cristo non sia stato appeso alla croce.

L’Evangelo di Gesù Cristo è pure esclusivo: non esiste al mondo, infatti, altro nome fuor di Gesù di Nazareth, in cui vi sia certezza di vita e di salvezza, così afferma la Parola di Dio.  Vi è solo un possibile sacrificio espiatorio per il perdono dei peccati, e quel sacrificio è il corpo di Gesù crocifisso sulla croce del Calvario. Questo esclude qualsiasi altro cosiddetto dio e non importare quale altra presunta via di salvezza. Non vi è che un solo Dio, il Dio trino rivelato da Gesù Cristo. Non vi è che un’unica salvezza, quella data attraverso la fede nel valore espiatorio del Suo sangue. Vi dà fastidio sentire questo? Se si, prendete coscienza di quanto qualcuno vi abbia inculcato la filosofia monista!

Fintanto che si predicano degli dei generici per generiche virtù, voi non rappresenterete alcuna minaccia, non offenderete nessuno, non metterete in questione le credenze favorite di nessuno, non arrufferete i capelli di nessuno. Predicate vaghi concetti e virtù morali e non obietteranno. Potete proclamare virtù e denunciare vizi, e i più difenderanno il diritto ad avere la vostra opinione.

LA CHIAREZZA DELLA PREDICAZIONE APOSTOLICA

L’apostolo Paolo, a Tessalonica, però, non aveva causato tumulti per aver predicato vaghi concetti e virtù morali.

Paolo aveva causato dei tumulti predicando Gesù, crocifisso e risorto, come il Cristo di Dio. Provate a predicare Gesù Cristo crocifisso e risorto per il ravvedimento ed il perdono dei peccati nel Suo nome, e vi attirerete ogni sorta di fulmini.

Se l’apostolo Paolo avesse predicato il monismo che oggi va per la maggiore, e che anche allora era una scelta possibile, egli non avrebbe avuto problemi con il suo messaggio nella sinagoga. Dopo tutto, gli israeliti erano un popolo religioso.  Credevano in Dio sinceramente, e cercavano con diligenza di compiacere a Lui. Se Paolo avesse creduto che tutte le religioni conducessero allo stesso luogo (e allora ve n’erano più di oggi), egli non avrebbe fatto proponimento di recarsi ogni sabato nelle sinagoghe per dibattere sulla base delle Scritture che questo Gesù, il figlio di Maria ed il Figlio di Dio, è il Cristo, il Salvatore, che Gesù è la Via, la Verità, e la Vita.

Proprio quando il mondo afferma esservi molte vie, molte verità, e molte vite, Gesù insegna che non ve n’è che una sola. L’articolo determinativo “la” di fronte alle parole Via, Verità, e Vita, non lascia spazio alcuno ad altre possibilità. Gesù non è una via fra le molte vie. Egli non è una vita fra le molte vite. Egli è la Via, la Verità, e la Vita. Egli è l’unica strada che porta a Dio Padre. Egli è la sola Verità che ci guida nella verità attraverso la Sua Parola ed il Suo Spirito. Egli è la sola Vita che sconfigge la morte e che comporti vita eterna attraverso la Sua sofferenza, morte, e risurrezione.

Gesù è la via

Gesù è la Via. Tommaso non n’era completamente certo quando aveva chiesto: «Signore, noi non sappiamo dove vai; come dunque possiamo conoscere la via?».  Tommaso aveva bisogno di sapere dove stesse andando, prima di poterne conoscere la via.

Questo è il modo in cui la cosa funziona quando noi viaggiamo. Noi dobbiamo sapere dove stiamo andando prima di determinare la via che dobbiamo prendere per giungervi. Di solito non ci mettiamo in autostrada per poi chiederci dove noi si stia andando, a meno che noi non andiamo solo a fare un giro, non importa dove… Di solito decidiamo prima la destinazione, e poi facciamo i piani per arrivarci.

Quando però c’è la risurrezione alla vita eterna con Dio, le cose sono diverse. Solo Gesù ha idee chiare sulla destinazione. Egli solo è morto ed è risorto dai morti. Non c’è nessun altro come Gesù. Noi non conosciamo per natura la via che porta alla vita eterna. Solo Gesù lo sa, ed Egli lo rivela attraverso la croce – la Sua sofferenza, morte e risurrezione. Inoltre noi non stiamo sul sedile del conducente nella nostra vita. Dio è il conducente, e Lui sa dove vuole portarci. Gesù conosce la via che porta alla vita eterna. Egli sta al posto di guida. Lasciati a noi stessi, noi finiremmo solo in un fosso, o andremmo a sud anziché a nord. Noi nasciamo rivolti nella direzione sbagliata, o, come si esprime la Bibbia, “figli d’ira destinati all’inferno, anziché figli di Dio destinati al paradiso, con le spalle rivolte alla direzione opposta alla casa di nostro Padre.

Gesù fa di più che mostrarci la via: egli è la via. Egli è la via che conduce al Padre, Egli è la strada maestra che conduce al cielo. Le nostre presunte buone opere, le nostre sofferenze, le nostre preghiere, non sono la via. Le Sue sofferenze, la Sua santità, le Sue preghiere – queste sono la via. Gesù è molto di più che un cartello indicatore. Mosè è un cartello indicatore. La Legge ci mostra il modo giusto in cui dobbiamo vivere davanti a Dio ed al nostro prossimo. Gesù, però, è la via. “Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo, cioè il Figlio dell'uomo che è nel cielo” (Gv. 3:13). Gesù è il solo ponte (pontefice!) che ci permette di attraversare il baratro esistente fra morte e vita, la sola pista nel deserto, la sola scala che tocchi cielo e terra. Egli è l’unico Mediatore fra Dio e gli uomini, Colui che unisce cielo e terra, Dio e uomo insieme in un solo corpo.

La struttura del tempio di Gerusalemme nell'Antico Testamento ci offre di questo un'immagine. Nel tempio vi era una pesante tenda che separava il popolo dalla presenza di Dio nel luogo santissimo. La tenda era posta come soglia fra cielo e terra. Era l'unica via per entrare alla presenza del Dio di grazia. Per entrare alla presenta di Dio, il sommo sacerdote doveva passare attraverso questa tenda. Quando Gesù Cristo fu crocifisso, i vangeli ci dicono che questa tenda fu strappata da cima a fondo. Questo indicava la sua obsolescenza, che essa non stava più sulla soglia fra cielo e terra. Ora è il corpo crocifisso di Cristo che unisce cielo e terra. Ora vi è una nuova via vivente che porta a Dio, attraverso la "tenda" della carne crocifissa e risorta di Gesù. Abbiamo accesso al Padre attraverso Suo Figlio. Ecco che cosa significa che Gesù sia la via.

Le altre strade conducono all'inferno, alle tenebre ed alla dannazione. Su qualsiasi altro sentiero non saremo mai certi di avere fatto abbastanza, di essere stati abbastanza perfetti, di aver meditato abbastanza, pregato abbastanza, fatto abbastanza opere buone. Sulla via chiamata Gesù, invece, queste preoccupazioni non sono necessarie. Egli è stato fatto peccato per noi, affinché noi potessimo essere la Sua giustizia. Camminare sulla via chiamata Gesù, per fede noi siamo perfetti. La Sua giustizia ci copre. Il Suo sangue purificatore ci guadagna il perdono. Le buone opere che facciamo non sono fatte per poter andare in paradiso, ma come offerta di riconoscenza verso Dio e di servizio verso il nostro prossimo, perché in Cristo siamo diretti verso il paradiso.

Gesù ci pone sulla Via nel battesimo, mediante il quale Egli ci unisce a Sé, alla Sua morte e risurrezione, tanto che la vita che ora viviamo, la viviamo nella fede in Lui. Noi siamo come i figli d’Israele, la cui retroguardia era incalzata dall'esercito di Faraone e davanti ai quali vi era il Mar Rosso, ma che attraversò le acque che erano state divise, sulla via stretta della terra asciutta. Il nemico ci insegue costantemente. La via chiamata Gesù non è una vita comoda e priva di preoccupazioni. Gesù non è una scappatoia dalla sofferenza, dal dolore, e dalla morte. Egli è l’unica via attraverso tutto questo, verso la vita eterna. Ogni altra via in questo mondo che ci promette la vita, è una contraffazione che finisce solo nella morte. Solo Gesù promette una morte che finisce nella vita!

GESù è La verità

Gesù è la Via e la Verità. La verità è più che un'idea o un concetto astratto. La verità è concreta, è di carne ed ossa, tanto concreta quanto un bambino nato da Maria e dell'uomo che è appeso, morto, sulla croce. Gesù è la Verità.

Egli è la Verità su noi stessi, la Verità su ciò che noi siamo. La Legge di Dio dice la verità. Essa mette in luce la Menzogna del nostro peccato. Essa ci riflette la verità della nostra ribellione, del nostro egocentrismo, del nostro odio, avidità, concupiscenza ed ira. La Legge di Dio mostra l'impatto che questa Menzogna ha nella nostra vita. Noi vediamo la verità della nostra morte a parte da Cristo. La Legge di Dio ci dice la verità, ma Gesù è la verità. Gesù è la verità su chi realmente noi siamo, di ciò che Dio aveva inteso fare quando per primo Egli ci creò. La verità è che non è umano peccare. Il peccato va contro l'uomo, è disumano, e inumano. Gesù era privo di peccato. Guardando a Gesù noi possiamo essere fieri d'essere umani.

 

Gesù è la verità su Dio. Egli ci rivela l'amore del Padre. Egli ci mostra chi Dio sia veramente quando Dio è per noi. Gesù pronuncia  le parole che Dio gli ha dato di pronunciare. Egli compie l'opera che Dio gli ha detto di compiere. Egli ci mostra il cuore del Padre, la Sua volontà di salvarci. Vedere Gesù significa vedere il Padre. Credere in Gesù significa credere nel Padre. Non c'è alcuna rivelazione di Dio, nessuna visione, nessun rapporto con Dio quanto a misericordia ed amore, indipendentemente da Gesù.

Filippo voleva separare Cristo e il Padre, vedere il Padre indipendentemente dal Figlio. "Signore, mostraci il Padre, e questo ci basterà". Filippo parla qui per ogni religione del mondo che vorrebbe avere a che fare con Dio indipendentemente dal Dio  - uomo Gesù. Persino l'apostolo Filippo, che aveva assistito ai miracoli di Gesù ed udito il Suo insegnamento, era stato tentato di aggirare Gesù ed accostarsi a Dio indipendentemente da Lui. Filippo ci rammenta quanto in noi sia profondamente radicata la tendenza del vecchio Adamo di scavalcare Cristo e accostarci al Dio nascosto. Anche noi vorremmo cercare Dio fuori dalla Sua Parola, fuori dai sacramenti, fuori dalla Sua Chiesa. Immaginiamo che Dio cammini con noi e ci parli direttamente, senza mediazione, che il Suo Spirito sussurri nei nostri cuori, come se il Signore Gesù mai avesse assunto un corpo. Cerchiamo Dio dovunque eccetto là dove Egli ha promesso di essere: nella Sua Parola, nel Battesimo, e nella Cena del Signore.

Gesù, però, spinge Filippo, e noi, a ritornare a Lui nella carne. E' in Cristo dove noi ci dobbiamo trovare per poter essere salvati. Gesù è la nostra via, ed Egli ci unisce alla Sua morte e risurrezione per fede in lui. Egli distoglie la nostra attenzione da noi stessi e ci fa rivolgere verso il Padre per mezzo Suo. Gesù è la nostra verità che ci guida e ci sostiene sulla via della vita eterna.

La verità di Gesù è il cibo di cui noi dobbiamo nutrirci mentre camminiamo sulla Via. Quando udiamo le Sue parole che perdonano il nostro peccato, noi udiamo la verità salvifica su chi noi siamo in Lui. Nonostante il fatto che noi siamo peccatori fino al midollo, possiamo essere figli di Dio per fede in Gesù. La condanna a morte è già stata per noi eseguita, il nostro peccato è stato espiato, abbiamo ricevuto il perdono e siamo stati purificati.

Ecco la verità alla quale dobbiamo aggrapparci anche quando tutto nella nostra vita testimonia il contrario. Quando ci guardiamo allo specchio e diciamo: "Tu certo non sei un figlio di Dio", quando guardiamo al pasticcio della nostra vita ed alle orribili conseguenze del nostro peccato, quando vediamo tutto ciò che abbiamo fatto a noi stessi ed uno all'altro, e siamo tentati dal dubbio e dalla disperazione, abbiamo questa Verità che è Gesù, la quale vince la menzogna del nostro peccato con il Suo sangue.

Gesù è la Vita

Gesù è la Via, la Verità e la Vita. Egli è la vita. La vita è la destinazione di Gesù come Via e Verità. Egli ci porta al termine della nostra vita e ci dona la Sua vita eterna. Egli venne affinché noi avessimo vita. Credere in Lui significa aver vita nonostante la morte. Egli ci dice parole di vita eterna. Abbiamo già cominciato a morire nel nostro Battesimo. Già noi viviamo in Lui. continueremo a morire fintanto che giungeremo alla tomba. Eppure già noi viviamo, essendo stati fatti risorgere con Lui. "Non sono più io che vivo", scrive l'apostolo Paolo, "ma è Cristo che vive in me. E la vita che ora vivo nella carne, la vivo per fede nel Figlio di Dio che mi ha amato e che ha dato sé stesso per me.

Noi desideriamo la vita più di qualsiasi altra cosa. Vi sono molte cose che in sé hanno la promessa della vita: nuove medicine, nuove diete, nuove discipline. Qui Gesù vorrebbe staccare il nostro cuore da tutto ciò che illusoriamente promette vita per unirlo saldamente a Lui solo. Solo Lui è la vita. Solo la Sua morte vince il peccato, la morte, e la tomba. Ora Egli vuole sconfiggere la morte con la Sua vita.

Conclusione

Gesù è la vita. Egli è la verità. Egli è la vita. Egli è la sola via che va dalla morte alla vita, dall'inferno al paradiso, dal diavolo a Dio. Egli è la sola verità che sconfigge la menzogna che ci uccide. Egli è la sola vita che sia eterna. Tutte le altre strade conducono al medesimo posto: morte e distruzione. Una è la via che conduce alla vita con Dio. Gesù. Dire così non è in sintonia con la mentalità oggi corrente e con la concezione del mondo a cui vorrebbero assoggettarci. Dobbiamo però accogliere la sfida di non conformarci, di non uniformarci, e dire le cose come sono e sono sempre state, non importa se siano gradite oppure No. Il cristiano deve avere “la mente di Cristo” e questa è coerente con l’insegnamento della Scrittura. La sfida è avere il coraggio di seguire fedelmente Gesù: Egli è la tua via, la tua verità, e la tua vita.

(Paolo Castellina, lunedì 11 ottobre 1999. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla Versione Nuova Diodati, Edizioni La Buona Novella, Brindisi, 1991).

Testi supplementari

1.     Introduzione del culto: 1 Pietro 1:22-25

2.     Prima lettura: Deuteronomio 6:1-25

3.     Seconda lettura: Efesini 4:1-20

 

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