Ha fatto ciò che poteva!
L'importanza di compiacere a Dio
L'apostolo Paolo, ai cristiani della città di Tessalonica, scrive due lettere successive che sono riportate nella Bibbia. L'accento che più risulta anche al lettore casuale è apocalittico: parla della risurrezione dei morti, del ritorno di Cristo e degli avvenimenti che lo precederanno e lo seguiranno. Anche la nostra curiosità è molto sollecitata da queste cose. L'apostolo ne parla, ma c'è qualcosa che per lui è più importante ancora delle profezie.
Che cos'è? Al centro della sua prima Paolo rivolge loro un pressante appello, un'esortazione, una richiesta della massima importanza. Egli dice loro: "Mi raccomando, quanto sto per dirvi è vitale, fondamentale, imprescindibile per voi come cristiani. Ve lo dico come alla presenza del Signore Gesù, conformemente a ciò che Egli era ed insegnava costantemente, e come io stesso vi ho sempre fedelmente trasmesso. Di che cosa si tratta? Di questo: la tensione costante della vostra vita, indipendentemente da tutto quello che accade o accadrà, il suo permanente obiettivo di fondo, deve essere quello di compiacere a Dio, di essergli graditi in tutto quello che fate, di soddisfare Dio, di renderlo contento di voi. In questo dovete progredire, questo dovete farlo sempre meglio, eccellere, studiarvi di farlo con impegno. Le esatte parole dell'Apostolo sono: "Per il resto dunque, fratelli, vi preghiamo ed esortiamo nel Signore Gesù che, come avete ricevuto da noi in quale modo vi conviene camminare per piacere a Dio, abbondiate molto più in questo" (1 Ts. 4:1).
Soddisfare Dio con la nostra vita. Paolo qui è come colui che vuole conservare ben accesa, alimentandola, la fiamma di un focolare che deve bruciare per riscaldare debitamente l'ambiente. Ed è così: una vita che soddisfi Dio deve essere l'obiettivo di tutto quel che siamo e questo ha il potere veramente di "vincere il gelo" di questo mondo e "rendere gradevole e confortevole l'ambiente". Paolo, poi, fa degli esempi concreti di che cosa significhi vivere in modo da piacere a Dio seguendo la Sua santa e giusta volontà rivelata, e conclude dicendo: "chi disprezza queste cose non disprezza un uomo, ma Dio che vi ha anche dato il suo Spirito Santo" (1 Ts. 4:8). E' come quando si dice ai bambini ed ai giovani: rendete contenti i vostri genitori, soddisfatti di voi. Studiatevi d'essere loro graditi. Così deve essere davanti a Dio e per il nostro stesso bene. Ci studiamo noi di compiacere al nostro Padre celeste? La sua volontà è per noi importante?
D'altro canto la Parola di Dio dichiara pure che persino i migliori credenti, in questa vita non sono in grado di camminare in maniera da compiacere il Signore perché noi tutti abbiamo il peccato che rimane nei nostri cuori che ancora erompe con pensieri, parole, ed opere non gradite a Dio. Anche l'apostolo si lamenta e dice: " Infatti io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene, poiché ben si trova in me la volontà di fare il bene, ma io non trovo il modo di compierlo" (Ro. 7:18). Anche molti cristiani sinceri, considerando la propria vita, hanno di cui essere scoraggiati, tanto da chiedersi se ne valga la pena di provare. E' possibile veramente compiacere a Dio o il Suo Figlio Gesù Cristo? Si.
Una donna approvata da Dio
C'è un bell'episodio dei vangeli dove si racconta di una donna che, per dimostrare il suo affetto per Gesù, per compiacere a Gesù, compie un gesto spontaneo che per lei è significativo: compra per Gesù un vaso di profumo prezioso e gliene fa dono, e questo da Lui viene grandemente apprezzato. Leggiamone il testo:
"Ora egli, trovandosi a Betania in casa di Simone il lebbroso, mentre era a tavola, entrò una donna con un vaso di alabastro di olio profumato di autentico nardo, di grande valore; or ella, rotto il vaso di alabastro, glielo versò sul capo. Alcuni si sdegnarono fra di loro e dissero: "Perché tutto questo spreco di olio? Poiché si poteva vendere quest'olio per più di trecento denari e darli ai poveri". Ed erano indignati contro di lei. Ma Gesù disse: "Lasciatela fare; perché le date fastidio? Ella ha compiuto una buona opera verso di me. Perché i poveri li avrete sempre con voi; e quando volete, potete far loro del bene, ma non avrete sempre me. Ella ha fatto ciò che poteva; ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. Ma in verità vi dico che in tutto il mondo, ovunque sarà predicato questo evangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che costei ha fatto"" (Mr. 14:3-9).
Passiamo brevemente esaminare i dettagli di questo racconto aiutandoci con i brani paralleli di Mt. 26:6-13 e Gv. 12:1-8.
Secondo Giovanni, questo avviene solo sei giorni prima dell'ultima Pasqua di Gesù e la Sua crocifissione. Organizzano una cena in onore di Gesù a Betania, città di Lazzaro e delle sorelle Maria e Marta, molto care a Gesù, in casa di Simone, detto il lebbroso. Giovanni ci dice che presente è pure Lazzaro, e che Marta stava servendo. Matteo ci dice che presenti erano pure i discepoli di Gesù. Così, mentre Gesù stava reclinato a tavola, com'era uso allora, entra una donna. Questa si avvicina a Gesù, rompe il collo di un vaso d'alabastro pieno di profumo molto costoso e lo versa sul capo di Gesù, sui suoi piedi e poi glieli asciuga con i suoi capelli. Giovanni identifica questa donna. E' Maria, sorella di Marta e di Lazzaro, pure presenti. Vi ricordate quella Maria che era stata rimproverata dalla sorella che invece di stare ad ascoltare Gesù, lei avrebbe dovuto stare in cucina ad aiutare? E' la stessa Maria che era stata testimone della risurrezione del fratello Lazzaro. Matteo ci dice che sono i discepoli di Gesù ad indignarsi per il gesto della dona, perché considerano l'uso di quel costoso profumo uno spreco. Quei soldi sarebbero stati meglio usati, dicono, per sovvenire ai poveri. Giovanni ci precisa che questa reazione era provenuta da Giuda iscariota, il figlio di Simone, "Or egli disse questo, non perché si curasse dei poveri, ma perché era ladro e, tenendo la borsa, ne sottraeva ciò che si metteva dentro" (Gv. 12:6). La reazione sembra ragionevole agli altri, che si uniscono a questa condanna.
Gesù però difende la donna. Gesù rimprovera i presenti, e dice loro: "Lasciatela fare!", poi fa loro una domanda: "Perché le date fastidio?", e valuta il suo gesto: "Ella ha compiuto una buona opera verso di me". Gesù spiega poi quello che ha fatto: "Ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura", cogliendo un'occasione che non le sarebbe più ripresentata. Infine, Gesù valuta di nuovo il suo gesto e dice: "Ella ha fatto ciò che poteva", predicendo in tutto il mondo, ovunque sarebbe stato predicato questo evangelo, si sarebbe pure raccontato in suo ricordo ciò che quella donna aveva fatto. Questa profezia è tornata a realizzarci oggi stesso, per noi che consideriamo questo avvenimento.
La possibilità di fare ciò che è gradito a Gesù
Ecco, in questo testo abbiamo un chiaro esempio di un gesto, semplice, che pure che è piaciuto a Gesù, il Figlio di Dio, che è stato da Lui apprezzato? Perché?
Molti cristiani credono che sia impossibile compiacere veramente il Signore Gesù, che Lui "pretenda troppo". Dopo tutto, dicono, non è forse vero che persino i nostri migliori atti sono contaminati dal peccato di pensieri e motivazioni impure? Chi può dire di aver fatto veramente il meglio che poteva fare? Questo in parte è vero. Eppure c'è una verità che dobbiamo pure mettere sulla bilancia, altrimenti questo ci bloccherebbe irrimediabilmente.
Notate che cosa dice Gesù alla donna: "Ella ha compiuto una buona opera verso di me" (6). Non si è lamentato che quella donna avesse interrotto la sua cena. Non si è lamentato, benché ne avesse ben motivo, di tutto quel liquido odoroso sparso su di lui certo in un momento del tutto inopportuno! Non si è unito al coro dei presenti, scandalizzati per tutto quello spreco. Gesù si mette contro l'opinione popolare del momento e dichiara "Ella ha fatto ciò che poteva".
E' quindi possibile compiacere Gesù in precise aree della nostra vita e in specifici momenti. Si, Dio può essere contento di noi. Egli non è duro e irragionevole. Gesù ci rivela il volto e il carattere di Dio, e questo va spesso contro i nostri pregiudizi. Forse che Gesù prende alla leggera le inadempienze e i peccati di Maria? Rammentiamoci che dopo pochi giorni Gesù sarebbe stato appeso ad una croce portando su di Sé l'ira di Dio per i peccati pure di Maria. Gesù prende sul serio il peccato e le sue conseguenze.
Che cosa piace a Gesù?
Che cos'è che piace a Gesù del gesto compiuto da quella donna? Diverse cose: ciò che l'ha motivata nel profondo del suo cuore a compiere quel gesto e il frutto di quei suoi sinceri sentimenti. Quali erano le motivazioni profonde del gesto di quella donna?
1. Prima di tutto dimostravano fede. Gesù lo evidenzia quando dice "Ella ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura" (8). Questo è molto significativo. Quando Maria era stata trovata intenta ad ascoltare Gesù ai Suoi piedi, evidentemente lei udiva con gli orecchi della fede. Aveva udito delle ripetute Sue predizioni della Sua prossima morte per crocifissione. Inoltre, a differenza dei discepoli maschi di Gesù, ella aveva in una certa misura compreso e creduto. Aveva percepito che un conflitto ben presto sarebbe sorto. Quindi, avrebbe potuto pensare: Se il maestro sta per fare la fine di un criminale, probabilmente non avrebbe avuto il tempo per preparare il Suo corpo dopo la Sua morte, come di solito si faceva. Quindi la donna, a quel punto, aveva agito facendo qualcosa che avrebbe dovuto avvenire dopo la morte del Signore. Maria compie un gesto, strano, se si vuole, ma ispirato dalla fede, credeva a ciò che Gesù aveva detto, e questo era molto piaciuto a Gesù. Che incoraggiamento questo aveva dovuto essere per Lui: qualcuno che di fatto credeva ed agiva sulla base della sua fede. Noi dovremmo essere come Maria: credere a ciò che il Signore dice, ed agire di conseguenza. A Lui questo piace molto.
2. L'azione di Maria manifestava, inoltre, chiaramente il suo amore per Cristo. Rammentate la reazione di Gesù al suo gesto? "I poveri li avrete sempre con voi; e quando volete, potete far loro del bene, ma non avrete sempre me" (7). Gesù non nega qui che dovremmo occuparci dei poveri, no, ma Maria aveva mostrato chiaramente la devozione del Suo amore per il Salvatore. Aveva preso su di sé il compito, l'unzione di Gesù per il Suo funerale, che solo i più stretti amici e parenti avrebbero fatto per un morto. Per questo Gesù dichiara: "Ella ha compiuto una buona opera verso di me". Gesù aveva molto gradito la motivazione d'amore di quella donna. Dopo tutto, non è forse vero che il comandamento più grande è: "ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua e con tutta la tua mente" (Mt. 22:37)? E' vero che oggi noi non possiamo fare verso Gesù fisicamente gli atti di omaggio che Maria aveva compiuto allora, ma Gesù disse pure: "in verità vi dico: tutte le volte che l'avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me" (Mt. 25:40). Ancora oggi noi possiamo fare buone opere verso di Lui adoperandoci per far avanzare il Suo regno, il Suo nome, e la Sua gloria sulla terra, benché Egli sia in cielo. Vi sono perciò molti modi pratici in cui oggi noi possiamo mostrare il nostro amore verso il Salvatore, e rimane vero che quelle opere che fluiscono dal nostro amore per Cristo, e che sono motivate dal nostro amore per Cristo, gli piacciono molto. Dovunque vi sia verso Cristo una vera risposta di fede e di amore, saranno pure presenti risposte molto gradite a Cristo.
3. In quella donna vi era impegno e consacrazione totale verso Cristo. Vediamo dal nostro testo il fatto che il gesto di Maria le era costato molto. Allora quella quantità di profumo prezioso costava come un anno di stipendio di un lavoratore medio. Certamente non era cosa da poco che Maria avesse versato quel profumo su Gesù! Le era costato molto, magari tutti i risparmi di una vita! Quante volte ci si professa cristiani e in questo non si investe che il minimo possibile delle nostre risorse e del nostro tempo! Qui c'è una lezione importante: pensiamo forse che quel "minimo" basti per compiacere a Dio e per farci evitare l'inferno? Se vogliamo compiacere al Signore, se vogliamo veramente seguirlo ed entrare con Lui in paradiso, dobbiamo prendere sulle nostre spalle la nostra croce e seguire Cristo in ogni area della nostra vita. Questo non significa che ogni azione che voglia essere gradita a Cristo debba di fatto implicare il livello di costo personale che Maria si era assunta. Gli atti che piacciono a Cristo, però, devono provenire da un cuore credente e pieno d'amore per Lui, che considerano Suo tutto quello che noi abbiamo e che volentieri Gli mettiamo a disposizione.
4. In Maria c'era poi una precisa determinazione di fare ciò che era giusto e gradito al suo Signore, non importa quali fossero state le conseguenze. Certamente per Maria vi erano delle conseguenze. I suoi gesti erano molto impopolari per la gente. A criticarla qui, notate, non sono dei pagani o dei giudei apostati, ma i discepoli stessi di Gesù. Sono loro che mettono in questione la sua saggezza e il suo amore per i poveri della società. Non era neanche la prima volta che Maria aveva dovuto sopportare le critiche per aver fatto ciò che per lei era giusto. La pia sorella Marta l'aveva criticata per non stare in cucina con lei ad aiutarla ed aver preferito stare ad ascoltare Gesù. Da Maria impariamo che le azioni che compiacciono a Gesù sono soprattutto quelle tese a compiacere il Signore e non gli uomini, e quindi la nostra disponibilità a sopportare le critiche della gente pur di compiacere al Signore. Alcuni potranno criticarti per la loro malizia (come Giuda), altri per conformismo. Se però viene l'opposizione, e se vogliamo compiacere al Signore, dobbiamo essere disposti ad agire con ubbidienza a Lui nonostante tutto quello che possano dire gli altri. Qui c'è ancora più di questo. Sebbene vi possano essere volte quando il dovere lo esige, dovremmo stare molto attenti a criticare gli sforzi genuini dei nostri fratelli che vogliono così servire Cristo. Criticarli potrebbe significare dispiacere a Cristo, e trovare che i nostri compagni di critica siano in realtà indesiderabili e malvagi.
5. Il gesto di Maria era qui giustamente opportunista. Cristo non sarebbe stato più molto più a lungo con loro. I poveri ci sarebbero sempre stati. Maria coglie il fugace momento che le si offre per manifestare il suo amore per Cristo. Questo a Lui piace molto. Dobbiamo cogliere le opportunità. Le nostre opportunità in maniera più diretta per servire il Signore sembrano essere troppo limitate e troppo infrequenti. Ciò che a Lui piace, però, è la nostra prontezza di cogliere quei momenti quando sopraggiungono. Inoltre, la nostra prontezza a servirlo in maniere apparentemente più indiretta e insignificanti, giorno per giorno, dove Egli ci pone, sono pure opportunità preziose per adempiere il nostro dovere.
6. Infine, e strettamente legato a questo, il gesto di Maria era completamente realistico. Ricordate il versetto? "Ella ha fatto ciò che poteva" (8). C'era molto che Maria non avrebbe potuto fare. Non poteva interrompere la catena di avvenimenti che stava per avvenire, perché erano stati preordinati da Dio fin da prima che il mondo fosse creato. Non avrebbe potuto fermare i gelosi capi di Israele dal riversare su Gesù tutta la loro furia sul capo del suo amato Maestro. Non avrebbe potuto fermare tutte le battiture e la derisione di quello pseudo-tribunale che avrebbe giudicato e condannato Gesù. Non avrebbe potuto impedire che Gesù fosse inchiodato su una croce fra cielo e terra. Meno male che lei non avrebbe potuto impedirlo! Dio Padre e Dio Figlio sapevano meglio di lei ciò che doveva avvenire, e Cristo così avrebbe operato la nostra eterna salvezza! Il Signore Gesù, però, non aveva messo in evidenza ciò che quella donna non avrebbe potuto fare. Dichiara invece: "Ella ha fatto ciò che poteva". Ciò che fece Maria poteva apparire insignificante e sciocco agli occhi del mondo. Magari, dopo, ripensandoci, Maria avrebbe potuto ammettere di aver fatto una cosa eccessiva. Gesù però la loda per il suo gesto.
Una lode consolante
1. Il nostro contributo è sempre limitato.
Qui c'è molto per noi. Nella nostra vita vi sono tante cose che non possiamo fare. Non è vero? Faccio di tutto per accompagnare i bambini a Cristo, ma non possiamo renderli davvero cristiani. Faccio tutto il possibile per parlare di Cristo agli altri, ma non posso operare la loro rigenerazione spirituale, per quanto ci sforziamo. Cerco di riconciliarmi con chi mi è avverso, ma spesso la cosa è impossibile. Per quanto mi sforzi non posso stabilire qui la Chiesa di Cristo. Solo Cristo lo può fare. I miei desideri di far del bene sono limiti dalle strettoie del tempo, delle energie e delle risorse materiali. I miei sforzi possono essere molto insignificanti agli occhi del mondo. Talvolta mi sembra di non compiere nulla di davvero significativo. Sento che potrei fare molto di più per il Signore, e per certi versi è vero. Eppure al riguardo di certi atti specifici, quando li compio con lo spirito ed il cuore di Maria - e anche mescolati con il nostro peccato - posso ciononostante udire la voce benevola del Salvatore che mi dice: "Hai fatto ciò che potevi". Che meraviglioso conforto per l'anima quando i risultati desiderati dei nostri sforzi non avvengono, almeno immediatamente, o quando il Signore ci impedisce di fare ciò che grandemente desidereremmo fare per Lui, essere in grado in buona coscienza ed integrità dire questo realistico "Ho fatto quello che potevo fare"2. Sollievo della coscienza. Qui c'è poi un ammonimento a quei cristiani "perfezionisti" che pensano di non soddisfare mai Cristo in quello che fanno e se non possono essere "perfetti" preferiscono nemmeno iniziare ad essere cristiani... Ad accusarci spesso di non fare abbastanza è il diavolo, che vorrebbe scoraggiarci ed impedirci di fare anche quel poco. A tali maligne accuse il Signore dice: "Lasciatela fare, perché le date fastidio?". Il Signore è compiaciuto quando facciamo quello che possiamo. Il Signore di Maria è pure il nostro, e Lui gradisce i nostri sforzi, anche quando non hanno il risultato che vorremmo. Noi dobbiamo solo ascoltare Lui e non il mondo. Questa tolleranza, però vale anche per coloro che hanno, sotto la loro autorità, dei dipendenti. Non dobbiamo essere persone impossibili da soddisfare, che pretendono troppo, sempre di più. Il marito che pretende troppo dalla moglie, o viceversa. I genitori che pretendono troppo dai figli, o l'opposto. Non saremo mai persone soddisfatte di quello che fanno gli altri fintanto che non vedremo Dio in modo giusto e Lo vedremo come uno che possa essere soddisfatto di noi.
3. Dio in noi vede il Cristo. Ci potremmo ancora chiedere come potrebbe mai davvero il Signore Gesù esser soddisfatto di noi, sapendo che il peccato sporca e vanifica ogni cosa che faccio. La Parola di Dio ci risponde così: 1) Perché Dio il Padre è soddisfatto dell'opera di Cristo. Dio è soddisfatto della Sua perfetta ubbidienza. Quando noi abbracciamo Cristo con fede, i nostri peccati sono perdonati per amor Suo. Quando siamo uniti a Lui siamo rivestiti della Sua giustizia che ci è accreditata. Quando dunque il Padre guarda ai Suoi figli giustificati, Egli vede l'opera perfetta di Suo Figlio ed è soddisfatto. Un Dio perfettamente santo potrà pure essere soddisfatto di ciò che compiono i cristiani perché Dio opera in noi ciò che a Lui è gradito. Ascoltate le parole di Ebrei 13:20,21: "Ora il Dio della pace, che in virtù del sangue del patto eterno ha fatto risalire dai morti il Signor nostro Gesù Cristo, il grande Pastore delle pecore, vi perfezioni in ogni buona opera, per fare la sua volontà, operando in voi ciò che è gradito davanti a lui per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.". Perché Dio può essere soddisfatto di ciò che facciamo come cristiani, perché Egli è Colui che alla fine opera in noi le opere che Gli sono gradite.
Il frutto di un gesto spontaneo
Vorrei infine notare le ultime parole di Gesù nel nostro testo. Il v. 9 dice: "in verità vi dico che in tutto il mondo, ovunque sarà predicato questo evangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che costei ha fatto". Maria ebbe il privilegio di ricevere subito quello che nella maggior parte dei casi noi non riceveremo che nel giorno del giudizio: le parole di approvazione ed il sorriso del suo Signore e onore eterno. Il fedele figlio di Dio un giorno udrà pure le parole: "Bene, buono e fedele servo; tu sei stato fedele in poca cosa... entra nella gioia del tuo signore" (Mt. 25:23).
I cristiani dovrebbero riflettere molto sulle parole dell'apostolo Paolo ricordate all'inizio: "vi preghiamo ed esortiamo nel Signore Gesù che, come avete ricevuto da noi in quale modo vi conviene camminare per piacere a Dio, abbondiate molto più in questo" (1 Ts. 4:1). Noi davvero dovremmo tendere sempre di più a compiacere a Dio in tutto ciò che facciamo. Che ci importa di quello che potrebbe dire il mondo se per questo ci criticasse? Il mondo passerà, ma rimarrà Dio. E' un'esperienza liberante essere liberato dalle opinioni fallibili e variabili degli uomini per servire il Signore, amorevole, ragionevole, che è possibile compiacere.
Se poi le mie azioni non andassero in parallelo a quelle di Maria - se non vi fosse amore pratico per Cristo e fede attiva in Cristo - se le mie azioni non riflettessero la disponibilità a dare tutto ciò che ho al Maestro, se il Suo sorriso, e non il sorriso degli uomini, non è il mio obiettivo ultimo nella vita, se non c'è il forte desiderio di fare tutto ciò che posso fare, allora dovunque fosse il problema, io devo ravvedermi.
Potete dire che tutto questo per voi è una realtà? Oppure ancora insistete a tenere le distanze dal Salvatore? Non fate una caricatura di Lui ritenendolo duro ed irragionevole. Correte a Lui in preghiera ed abbracciatelo con fede come Salvatore crocifisso pieno di ogni grazia, in questo stesso momento, e cominciate a gustare ed vedere quanto sia meraviglioso il Salvatore! Basta un gesto spontaneo e sincero come quello di Maria, e tutto il resto seguirà.
Paolo Castellina, sabato 21 agosto 1999. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, Ediz. La Buona Novella, Brindisi, 1991. Predicazione tratta da un sermone del pastore David Merck - Grand Rapids Reformed Baptist Church.
Letture supplementari
1. Lettura per l'inizio del culto: Salmo 112 - Prosperità di chi teme il Signore.
2. Prima lettura: Deuteronomio 30:11-20 - La vita o la morte.
3. Seconda lettura: 1 Tessalonicesi 4:1-2 - Esortazione alla santità, all'amore fraterno ed al lavoro.
4. Testo della predicazione: Marco 14:1-9 - Il convito di Betania.
Documenti di "E' sempre... Tempo di Riforma", accessibili dal sito Internet http://castellina.org. Posta elettronica: paolo@castellina.org