La nostra immagine allo specchio
Aprire gli occhi
sulla realtà
L'editoriale dell'ultimo numero di
"Ueila!" (estate 1999), trimestrale di informazione della Gioventù Bregaglia,
presenta una breve ma interessante riflessione sulla quale vale la pena di
soffermarsi. Parla dell'essere umano. Il tono è sarcastico, amaro,
scoraggiante, ma rivela quella che a mio giudizio è una verità, verità
assolutamente biblica. Dice:
"Estate
di un millennio che fugge. Ognuno cerca a suo modo, di lasciare una traccia
della propria esistenza. Clinton e Milosevic hanno già sprecato i razzi per i
botti di capodanno dimostrando al mondo che è ferrea volontà di risolvere i
problemi del prossimo millennio con ragione, dialogo e volontà di tutti.
L'economia alimentare è riuscita, in anticipo, a pubblicizzare quelle che
saranno le pietanze (ipercontrollate) del futuro: Coca Cola in lattina,
patatine fritte in olio di soia transgenico e pollo alla diossina. Coerenti con
tutto quello che ci circonda, noi del Ueila abbiamo deciso di creare un
servizio di assistenza per tutti coloro che non si sentissero ancora pronti e
maturi a varcare la soglia del futuro. La terapia consiste semplicemente nel
guardarsi allo specchio, accorgersi che in seguito al rimodernamento di
Neanderthal in fondo abbiamo subito minime mutazioni, e soprattutto non siamo
ancora riusciti a nascondere quell'aria da 'bastardo dentro' che ci
accomuna".
La prima cosa che questo testo mi ha
suggerito è che finalmente è la realtà stessa a dimostrare che sono i miti
dell'umanesimo moderno ad essere falsi e che la Bibbia aveva sempre avuto
ragione. L'evoluzionismo e il progresso sono delle pie illusioni, una
menzogna. Almeno a queste condizioni, non esiste alcuna nuova era che stia per
sorgere, perché in realtà siamo sempre di fronte alla solita triste realtà.
Il nuovo millennio è solo una questione di numeri, e non cambierà proprio
nulla, rimarremo sempre i soliti "bastardi"… In effetti è assolutamente
corretta la terapia suggerita, cioè quella di guardarci allo specchio un po' di
più per renderci conto della realtà.
La figura dell'uomo che si guarda allo
specchio è biblica, e compare nel Nuovo Testamento, nella lettera dell'apostolo
Giacomo. Il problema è che io temo che questa "terapia" sia ben
poco efficace. Essa, infatti, dovrebbe essere solo un preliminare a cure
molto più intensive e che, in realtà, ci si guardi allo specchio, ma ben
presto si dimentichi ciò che si è visto…. Ascoltiamo ciò che ci dice l'apostolo
Giacomo perché attraverso questo scritto il Signore Iddio stesso ci indichi
quali siano le necessarie ulteriori cure intensive a cui noi dovremmo
sottoporci.
Il testo biblico
"Perciò, deposta a ogni lordura e
residuo di malizia, ricevete con mansuetudine la parola piantata in voi, la
quale può salvare le anime vostre. E siate facitori della parola e non uditori
soltanto, ingannando voi stessi. Poiché, se uno è uditore della parola e non
facitore, è simile a un uomo che osserva la sua faccia naturale in uno
specchio; egli osserva se stesso e poi se ne va, dimenticando subito com'era.
Ma chi esamina attentamente la legge perfetta, che è la legge della libertà, e
persevera in essa, non essendo un uditore dimentichevole ma un facitore dell'opera,
costui sarà beato nel suo operare. Se qualcuno fra voi pensa di essere
religioso, ma non tiene a freno la sua lingua, certamente egli inganna il suo
cuore, la religione di quel tale è vana. La religione pura e senza macchia
davanti a Dio e Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro
afflizioni e conservarsi puro dal mondo" (Gm. 1:21-27).
Questo testo è veramente magnifico: ci si
guarda allo specchio, si vede la nostra "faccia naturale" e poi ce ne
andiamo, dimenticando subito dopo ciò che abbiamo visto. Ciò che vediamo è
imbarazzante, scomodo, ci fa male. Preferiamo dimenticare: è così che la
terapia rimarrà inefficace.
Il testo biblico è anche una forte
critica, una denuncia, contro certa religione fatta solo di
"ascolto", di "parole" e non di fatti. Quando molti giovani
criticano la religione hanno ragione: spesso sono solo parole che subito si
dimenticano per diversi motivi. Sono disposti, questi giovani, però, a non fare
lo stesso errore che criticano negli altri, a non entrare anche loro nella
categoria degli ipocriti di cui parla la stessa Bibbia, cioè, quando odono la
Parola di Dio metterla coscienziosamente in pratica accettandone le
conseguenze, a non lasciarla "lettera morta", a non far si che questa
parola "entri da un orecchio ed esca dall'altro"?
Esame del testo
Esaminiamo con attenzione il testo
dell'apostolo Giacomo. Esso stesso ci insegna molto su come sia possibile
guarire, finalmente, da "quell'aria di 'bastardo dentro' che ci
accomuna". Lo prenderemo seriamente?
I. A che serve uno
specchio?
Partiamo proprio dalla illustrazione che
fa dell'uomo davanti ad uno specchio.
Ti sei appena alzato al mattino, vai in
bagno, ti guardi allo specchio. Quello che vedi non ti piace. I capelli sono in
disordine, la barba è lunga. Devi lavarti la faccia, usare il sapone. Devi
farti la barba con il rasoio e poi il dopobarba. Devi pettinarti. Devi lavarti
i denti, devi avere un alito gradevole... Devi metterti a posto per iniziare la
giornata ed essere "presentabile". Che fatica, però, che noia, non ne
ho voglia. Rimango così come sono, e magari giro in casa tutta la mattina
trasandato ed in pigiama. Non è uno spettacolo gradevole da vedersi per chi ti
deve vedere. Magari scendi giù in cucina e hai l'aria scocciata. Non saluti
neppure. Brontoli. Sembri arrabbiato. Ti chiedono: "Ti sei alzato oggi con
il piede sbagliato?".
Già, non ti importa nulla di come ti
presenti, che cosa dici, come ti comporti? No. Così non va bene. Non fai
contenti gli altri e non sei nemmeno contento tu. Specchio è pure la tua
coscienza: sai di esserti comportato male, guardi a te stesso e te ne dispiace.
Metterai riparo a questa situazione? Qual è però la tua situazione davanti a
Dio? Come sei di fronte a Lui? Altrettanto sgradevole di come ti presenti agli
altri e di come sai d'essere nel tuo cuore? Quando pensi di dover mettere a
posto le cose fra te e Dio? E si, è un vecchio problema che rimandi sempre.
Domani ci pensero. Domani, si, ma per ogni giorno c'è un domani, e la cosa non
si realizza mai. Forse domani sarà troppo tardi. Che fare? Torniamo "in
bagno", ricominciamo da capo, che è meglio, come se ti fossi or ora
alzato. Mettiamoci d'impegno, ed ecco che, dopo un bel po' di lavoro… esce dal
bagno …una persona nuova! Che è successo: è pulita, ben rasata, ben vestita,
gradevole d'aspetto e di comportamento. La giornata per te ha avuto un nuovo
inizio: tutti in casa ne rimangono sorpresi. Che è successo? Mi sono ravveduto…
ho deciso di rimettere finalmente tutto a posto…
Che cosa ho fatto fin ora? Ho semplicemente
"espanso" un poco quella che potremo chiamare una bella parabola e,
se torniamo a scorrere il nostro testo di Giacomo vediamo esattamente tutti gli
elementi dei quali abbiamo parlato.
1. Pulizia. "Perciò,
deposta ogni lordura e residuo di malizia" (21a). Lo sporco del corpo
che dobbiamo ripulire, nella Bibbia è una metafora per ciò che abbruttisce
la nostra stessa umanità, fatta ad immagine e somiglianza di Dio, del Dio
puro e perfetto, tre volte santo. Non saremo mai realizzati fintanto che non
assomiglieremo moralmente e spiritualmente a Dio, fintanto che non ci
"ripuliremo" dentro, fintanto che "dentro" non saremo più
"figli bastardi", ma autentici figli di Dio. Di questa ripulitura è
simbolo il battesimo. L'acqua "è figura del battesimo (non la rimozione
di sporcizia della carne, ma la richiesta di buona coscienza presso Dio), che
ora salva anche noi mediante la risurrezione di Gesù Cristo"(1 Pi.
3:21). Tante sono le cose che contaminano l'uomo. Gesù disse: "le cose
che escono dalla bocca procedono dal cuore; sono esse che contaminano l'uomo.
Poiché dal cuore provengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni,
furti, false testimonianze, maldicenze. Queste sono le cose che contaminano
l'uomo" (Mt. 5:18,19). Per questo la Parola di Dio ci esorta a fuggire
dalle contaminazioni del mondo (2 Pi. 2:20), a purificarci da ogni
contaminazione di carne e di spirito (2 Co. 7:1). Tutto questo, in virtù
dell'opera purificatrice del Signore Gesù e dello Spirito Santo che possiamo e
dobbiamo invocare, dobbiamo gettarlo via come un vestito vecchio, e non solo un
po' o …il più grosso, ma ogni lordura: è superflua, ridondante, indegna
di noi, è "merda" (e questa stessa parola può essere una traduzione
di "lordura". Chiediti se è bello "andare in giro sporco di
merda"`! Questo è esattamente l'effetto di "andare in giro"
contaminati da ciò che Dio considera peccato! E' "l'uomo di
Neandertal" di cui dobbiamo liberarci e che la Bibbia chiama "il
vecchio Adamo".
2. Un seme promettente. Che cos'è
quel "sapone" che ci può pulire dentro? Lo dice il prossimo versetto:
"ricevete con mansuetudine la parola piantata in voi"
(21b). Usate con abbondanza di questo "sapone", ricevete con
gratitudine la Parola di Dio: la persona e l'opera del Salvatore Gesù Cristo e
la Parola scritta di Dio, una stessa potente realtà. Riceverla non solo
nella nostra testa come conoscenza o alla confermazione come una Bibbia mai più
nemmeno aperta, ma nel vostro cuore applicandola con fede. "Con
mansuetudine" vuol dire con umiltà, modestia, gentilezza, disponibilità
fiduciosa, virtù che rendono l'uomo sottomesso alla verità della Parola. E'
scritto: " Egli guiderà i mansueti nella giustizia e insegnerà la sua
via agli umili" (Sl. 25:9). " Su chi dunque volgerò lo
sguardo? Su chi è umile, ha lo spirito contrito e trema alla mia parola"
(Is. 66:2). E' il contrario dello scolaro incorreggibile e ostile a qualunque
insegnamento ed impegno scolastico. Questa parola è davvero come un seme che
Dio pianta nel nostro cuore attraverso l'ascolto attento della predicazione e
l'opera potente dello Spirito Santo che davvero "scrive nel cuore"
questa Parola per metterci in grado di vivere secondo essa. Questa Parola non è
come la vana predicazione di una legge o di una morale "che lascia il
tempo che trova", che tocca, inutilmente, solo la superficie della nostra
pelle. Questa Parola, seminata in noi, innestata in noi, diventa parte di noi
stessi, trasforma il nostro cuore e ci conforma, questa volta si, ai santi
precetti di Dio. Allora si che, ricevendola Parola del Signore: "contemplando
a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati
nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del
Signore" (2 Co. 3:18).
3. Allora si che diventa un agente
efficace. Il testo dice: "la quale può salvare le anime
vostre" (21c). Quando la Parola di Dio (persona e scritto) è ricevuta
con fede essa è in grado, strumentalmente, di operare potentemente nelle mani
di Dio, a salvare, a purificarci, a renderci adatti a Dio e all'altezza della
dignità umana. L'Apostolo con persuasione diceva: " io non mi vergogno
dell'evangelo di Cristo, perché esso è la potenza di Dio per la salvezza, di
chiunque crede" (Ro. 1:16). Per anima qui si intende la parte la più
nobile parte di noi stessi, che rappresenta l'intera nostra persona, quella
attuale e la nuova realtà in cui entreremo dopo la nostra morte fisica.
4. Un agente da far operare. L'apostolo
Giacomo però insiste, e se insiste, vi sarà un buon motivo."E siate
facitori della parola e non uditori soltanto, ingannando voi stessi"
(22). Mettere in pratica ciò che essa prescrive, applicare veramente
questo "detersivo", e non solo per finta, come fanno qualche volta i
bambini che, mandati a lavarsi la faccia si inumidiscono solo le dita e se le
passano sulle guance. Lavarsi veramente, "strigliarsi" con intensità.
Ricevere la Parola per fede nel cuore, e lasciare che essa produca frutto nella
nostra vita (Lu. 11:28; Gv. 13:17). Non siate solo uditori: non accontentatevi
di udire soltanto, altrimenti non sarà servito a niente. C'è gente che è andata
in chiesa per tutta la vita, ma questo non gli `servito a nulla. E' rimasto
solo un uditore. Ha ingannato sé stesso. Ha sprecato il suo tempo. Il Signore
non ci lava volenti o nolenti gettandoci addosso secchiate d'acqua! Qualcuno si
illude che "aver presenziato" a qualche predicazione sia sufficiente.
Gesù disse: " Non chiunque mi dice: "Signore, Signore"
entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei
cieli" (Mt. 7:21).
5. Lo specchio. Ed ecco così che
arriviamo finalmente all'analogia dello specchio: "Poiché, se
uno è uditore della parola e non facitore, è simile a un uomo che osserva la
sua faccia naturale in uno specchio; egli osserva se stesso e poi se ne va,
dimenticando subito com'era" (23, 24). Un uomo o una donna guarda la
propria faccia allo specchio: le sue vere sembianze gli vengono rivelate. La
Parola di Dio, e non le nostre pie illusioni, rivelano il vero volto nostro e
di ogni essere umano, "il bastardo dentro che ci accomuna". La
visione magari non ci sarà molto gradevole, vorremmo far finta di niente,
dimenticarla, illuderci di essere diversi. "Nascondere la testa sotto la
sabbia", però, non ci servirà a nulla. Lontano dagli occhi, lontano dal
cuore? La realtà, però rimane, non se ne va! Le macchie del peccato sono
visibili e persistenti. Dobbiamo ricorrere ai mezzi necessari per rimuoverle, e
questo mezzo è la Persona e l'opera del Signore e Salvatore Gesù Cristo! Non
accontentiamoci neanche di una semplice operazione di cosmesi. Metterci addosso
chili di profumo per non doverci lavare, non servirà a nulla. Aggraverà il
problema, come quelle donne anziane pesantemente truccate che pensano di essere
belle, ma sono più sgradevoli che mai!
6. Che cosa deve dunque fare chi vede finalmente
sé stesso come verante è? Intraprendere un esame diligente di sé stessi.
Giacomo dice: "Ma chi esamina attentamente la legge perfetta, che è la
legge della libertà" (25a). Chi esamina: intensamente e diligentemente
(come quando qualcuno ti vorrebbe schiacciare le pustole!), cercando
diligentemente nella mente di Dio quale sia la diagnosi accurata del nostro
male e la sua medicina. Qui l'apostolo definisce l'oggetto del nostro esame
come "La legge perfetta della libertà". Essa è l'intera dottrina della
Scrittura chiamata la legge della fede (Ro. 3:27), la regola della vita. Essa è
fautrice, notate bene qui, di vera libertà. Oggi molti cercano libertà,
ma la vera libertà è la libertà dal peccato, dal moralismo che lascia il tempo
che trova, dalle inutili cerimonie religiose, e soprattutto liberà dall'ira di
Dio. E' libertà perché la grazia di Dio ci porta a servire Dio spontaneamente
(e non forzatamente) come figli (2 Co. 3:17), e non come bastardi! Inoltre, è
legge perfetta, non solo perché è integra e priva di difetti, ma perché ci
conduce verso la più grande perfeziome, la piena conformità a Dio e il
godimento di Lui. L'Apostolo scrive: "Tutta la Scrittura è divinamente
ispirata e utile a insegnare, a convincere, a correggere e a istruire nella giustizia,
affinché l'uomo di Dio sia completo, pienamente fornito per ogni buona
opera" (2 Ti. 3:16,17).
7. Naturalmente non basta "lavarsi
solo una volta al mese o all'anno, ma ci vuole costanza, difatti
l'apostolo dice "…e persevera in essa" (25b), Persevera
a studiarla, a crederle, e ad ubbidire a questo insegnamento. Il Salmo 1 parla
di un uomo così come di un uomo "il cui diletto è nella legge
dell'Eterno, e sulla sua legge medita giorno e notte" (Sl.l:2), cioè
in ogni condizione, sotto ogni tentazione ed afflizione. E' importante non
essere uditori fugaci e passeggeri (una volta ogni tanto) che non perseverano
nella Parola. "Io vado in chiesa una volta ogni tanto", dice
qualcunoQuesto però rischia di essere totalmente inutile. Dice Gesù: "Se
dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli"(Gv.
8:31).
8. E Giacomo ancora insiste (quanto
dobbiamo sentire questo sempre di nuovo per la nostra testa dura) Siate facitori.
"non essendo un uditore dimentichevole ma un facitore
dell'opera" (25c). Fare ciò che la Parola li dirige a compiere. Allora
si che saremo davvero beati nel nostro operare: "costui sarà
beato nel suo operare" (25d). In opposizione al semplice udire,
operare, agire, sulla base della Parola significa già potere pregustare la
futura beatitudine.
II. Esempi
concreti
Ecco così che l'Apostolo termina questa
sezione della sua lettera con tre esempi concreti di che cosa vuol dire
"vivere puliti".
9. La lingua. La lingua, l'uso
della lingua, è un'argomento che pare stia molto a cuore a Giacomo. Dice: "Se
qualcuno fra voi pensa di essere religioso, ma non tiene a freno la sua lingua,
certamente egli inganna il suo cuore, la religione di quel tale è vana"
(26). La nostra fede, per essere autentica, deve incidere, determinare, tutto il
nostro comportamento, pensieri, parole, ed opere. Magari uno ritiene di essere
religioso, ma non sa tenere a freno la propria lingua: pettegolezzi,
maldicenze, cattiverie…. La sua religione non vale proprio nulla. Hanno quei
giovani che criticano l'ipocrisia di coloro che vanno in chiesa, ma poi…
(questa non deve diventare però una comoda scusa). Pensa di essere religioso:
perché ascolta la parola e partecipa a un culto esteriore. Inganna il suo
cuore: pensa di essere ciò che non è, indulgendo i cose contrarie alla volontà
di Dio, accecato dall'amore per sé stesso e dalla presunzione. La sua religione
è futile, vuota, inutile, non ha realtà e non porta beneficio. Dobbiamo, a
questo riguardo fare anche noi come lo specchio: lo specchio che fa? Prima di
parlare, riflette…. L'ipocrisia religiosa è tra le cose che Dio considera più
detestabili, più detestabili di un non credente professo.
10. L'apostolo, però, sottolinea anche di
che cosa debba essere fatta la religione autentica: di opere, concrete,
visibili, tangibili, ad imitazione pratica di Dio come si è rivelato in Cristo:
"La religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa:
soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni" (27a). La
vera, sincera e genuina religione è quella pura da ogni ipocrisia, non quella
fatta di osservanze esteriori. Alcuni pensano che la loro religione sia
incontaminata, ma lo è davanti a Dio? Egli è Padre amorevole e premuroso verso
le Sue creature (Sl. 48:5), lo sono anche loro molto concretamente? Lo
dimostrino nei fatti, e i fatti sono soprattutto quelli di soccorrere chi è nel
bisogno, i più derelitti, i più dimenticati, i più disprezzati. Questo include
tutti gli atti di carità: conforto, consiglio, sollievo. Qui l'apostolo non
definisce la religione come se fosse solo un'opera di solidarietà sociale, ma
ne dà solo alcuni esempi: buone opere e santità nel comportamento sono
testimonianza della sua veracità.
Conclusione
L'editoriale della rivista della Gioventù
Bregaglia, lo abbiamo visto all'inizio, è molto sarcastico, amaro,
scoraggiante, ma rivela quella che a mio giudizio è una verità, verità
assolutamente biblica: mettersi davanti ad uno specchio per vedere la triste
realtà della nostra umanità, nella condizione in cui oggi si trova, ben lungi,
è vero, da aver fatto progressi spirituali. Questa è una buona terapia, ma non
basta, perché spesso preferiamo dimenticare ciò che nello specchio abbiamo
visto.
Come dobbiamo lavarci ed essere puliti
per essere gradevoli, noi potremo riscoprire la vera umanità e l'autentico
progresso accogliendo molto seriamente nella nostra vita la Persona e l'opera
del Signore e Salvatore Gesù Cristo, con fede, ubbidienza, e perseveranza. Il
testo di Giacomo termina dicendo: "….e conservarsi puro dal
mondo" (27b), si, non tornate a contaminarvi con il mondo, perché il
mondo è sporco e contaminato. Possiamo forse far poco per le contaminazioni
ambientali, ma possiamo far molto per non essere contaminati spiritualmente
dalla sporcizia che impera nella cultura empia di questo mondo. Dobbiamo fare
il possibile e l'impossibile, con l'aiuto di Dio a rimanere incontaminato dai
cattivi e letali esempi di un modo che ritiene di poter fare a meno di Dio,
liberi dalle concupiscenze mondane e dalla contaminazione morale. Il Salvatore
Gesù ha il potere di purificarci da queste contaminazioni. Rimarremo puri?
Forse no, ma possiamo avere la certezza, come dice la Bibbia: "
Figlioletti miei, vi scrivo queste cose affinché non pecchiate; e se pure
qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo il
giusto. Egli è l'espiazione per i nostri peccati; e non solo per i nostri, ma
anche per quelli di tutto il mondo" (1 Gv. 2:1,2). Che così possa
essere per ciascuno di noi.
Paolo Castellina,
venerdì 13 agosto 1999. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente
indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, Ediz. La Buona Novella,
Brindisi, 1991.
Letture
supplementari
1. Inizio culto: Salmo 101 -
Davide promette di camminare con integrità.
2. Prima lettura: Salmo 119:1-24 - La
Parola di Dio, guida per una vita pura.
3. Seconda lettura: 1 Giovanni 2 -
L'intercessore per i nostri peccati.
Documenti di "E' sempre... Tempo di
Riforma", accessibili dal sito Internet http://castellina.org Posta elettronica: paolo@castellina.org.