Abbiamo visto il futuro, e il suo nome è Gesù!
Una speranza dura a morire
È ancora una notizia, non importa quanti secoli siano passati. Riciclo il quotidiano di ieri. È roba vecchia. Sono sempre le solite storie, è così da sempre: violenza, morte, sopraffazione, ipocrisia, indifferenza, follia. Nulla di nuovo sotto il sole. La risurrezione di Gesù, però, è ancora qualcosa di nuovo per il tipo di avvenimento che era, e rimane.
Si, con ostinazione, nonostante ogni contraria evidenza, nonostante la derisione del mondo che ci accusa di ingenuità e dabbenaggine, i cristiani continuano ancora oggi a credere e ad annunziare la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, suggello della vittoria finale della vita sulla morte. Anzi, essi dicono che l'unico modo realistico e positivo di vivere, che ci permetta di non cadere nella disperazione e nel nichilismo, sia proprio quello di avere costantemente lo sguardo fisso su quella vittoria finale e lasciare che sia questa viva speranza a condizionare tutto il nostro modo di pensare ed agire in questo mondo. L'ostinazione dei cristiani di credere nella vittoria finale di Cristo sul peccato e sulla morte è davvero un "sperare contro speranza", come l'anziano Abramo che: "al di là di ogni umana speranza, egli credette che sarebbe diventato padre di molti popoli, perché Dio gli aveva detto: tale sarà la tua discendenza" (Ro. 4:18 TILC). Questa speranza viva, però, è l'unica che ci permetta di "ostinarci" a testimoniare che un modo diverso di pensare e di comportarci, quello incarnato in Cristo, è possibile, e sarà l'unico, alla fine, a prevalere.
Il testo biblico
Un testo dell'apostolo Pietro ci dice come sia possibile, per il popolo di Dio, continuare a credere e a vivere nella prospettiva della risurrezione di Cristo. Inoltre questo testo della Parola di Dio ci aiuta a comprendere meglio il suo significato cosmico. Ascoltiamolo:
"Benedetto sia il Dio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, il quale nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, a una viva speranza per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per un'eredità incorruttibile, incontaminata e immarcescibile, conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio mediante la fede siete custoditi, per la salvezza che sarà prontamente rivelata negli ultimi tempi. A motivo di questo voi gioite anche se al presente, per un po' di tempo, dovete essere afflitti da varie prove, affinché la prova della vostra fede, che è molto più preziosa dell'oro che perisce anche se vien provato col fuoco, risulti a lode, onore e gloria nella rivelazione di Gesù Cristo, che, pur non avendolo visto, voi amate e, credendo in lui anche se ora non lo vedete, voi esultate di una gioia ineffabile e gloriosa, ottenendo il compimento della vostra fede, la salvezza delle anime" (1 Pi. 1:3-9).
Il carattere della speranza cristiana
In questo testo io vedo almeno sei cose importanti:
1) Questo testo parla, in primo luogo, di rigenerazione, di palingenesi, di un nascere nuovamente come persone che assumono un nuovo modo di vedere le cose impostato alla speranza. Esso mette in rilievo come per poter cambiare realmente le cose in questo mondo sia necessaria una trasformazione radicale del cuore e della mente dell'individuo, possibile solo tramite l'azione diretta e sovrana di Dio sul cuore e sulla mente umana.
2) Questa speranza non è però una pia illusione, ma qualcosa di vivo, qualcosa che riesce a cambiare pure il nostro modo di vivere. Non è qualcosa di vano ed illusorio, "che lascia il tempo che trova", qualcosa di "alienante" e che ti fa uscire dalla realtà, ma qualcosa che allarga i tuoi orizzonti per vedere oltre a ciò che è di immediata esperienza quotidiana.
3) E non si tratta, poi nemmeno di qualcosa di vago, come un generico "sperare che le cose vadano meglio", o della speranza totalmente naturalistica che dopo l'inverno venga sempre la primavera no. Anche se l'accostamento è stato fatto a causa delle influenze pagane, la speranza cristiana non ha nulla a che fare con i cicli della natura, la prolificità dei conigli, o le promesse delle uova La speranza cristiana è fondata unicamente sul dato storico ed oggettivo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti.
4) La risurrezione di Gesù Cristo dai morti per il cristiano è anticipazione e segno di una realtà futura, di un'era realmente nuova, di una nuova creazione, di un "nuovo cielo e una nuova terra" prestabilita negli eterni propositi di Dio, quelli che Egli stesso ci ha rivelato. Questa nuova realtà, o realtà rinnovata, può essere descritta come un'autentica eredità dal valore certo, stabile ed irrevocabile, un'eredità conservata presso Dio, prestabilita appunto nei Suoi stessi eterni propositi.
5) È questa che permette al cristiano di gioire, di rallegrarsi, nonostante le difficoltà e le prove in cui temporaneamente si trova, e che anzi, lo rafforzano e lo purificano come l'oro attraverso il fuoco. Sperare "nonostante" e "contro ogni immediata evidenza" è ciò che caratterizza la sua fede, fede non cieca, ma del tutto informata.
6) Questa rigenerazione della mente e del cuore è di tale portata che gli è possibile vivere sulla base di qualcosa che pure non vede fisicamente. Credere in questo Cristo ed amarlo "pur senza vederlo", per il mondo è una follia, ma è proprio questo ciò che gli permette di vivere in modo ben diverso dalla maggioranza dei suoi contemporanei che, come afferma la Bibbia, sono "senza Cristo", estranei alla fede del popolo di Dio ed alle promesse ad esso rivolte, "senza speranza e senza Dio nel mondo" (Ef. 2:12).
L'ultimo capitolo
La speranza cristiana è dunque fondata nella risurrezione di Cristo dai morti. Come si può, però, spiegare questa realtà da sempre irragionevole ed assurda per il mondo incredulo? Certo, non saranno le nostre argomentazioni, a persuadere le menti chiuse dei nostri contemporanei. Solo lo Spirito di Dio è in grado di illuminare la mente ed il cuore umano. Gesù stesso disse: " se non ascoltano Mosè e i profeti, non crederanno neppure se uno risuscitasse dai morti" (Lu.16:31).
Possiamo solo offrire delle analogie che lascino intendere qualcosa di questa meravigliosa speranza.
Quando parliamo di risurrezione di Cristo dai morti non intendiamo un Suo ritorno dagli estremi confini della vita, prima del salto irreversibile della morte, non di un ritorno da una morte apparente.
Possiamo dire che la risurrezione di Gesù sia un avvenimento degli "ultimi giorni", la proiezione, l'anticipazione di un avvenimento che riguarda l'estremità futura della nostra dimensione temporale. Essa ci mostra, cioè, quale sarà il risultato ultimo della storia. I Vangeli del Nuovo Testamento ci dicono espressamente perché si tratti di un avvenimento degli ultimi giorni. Gesù non solo appare ai Suoi discepoli, il che l'avrebbe reso un martire che finalmente si prende la sua rivincita sui suoi avversari, Egli pure scompare dall'esperienza immediata del nostro tempo.
Gesù non va "fuori", non esce da questo mondo, ma scompare, va oltre, va più avanti nella dimensione temporale della storia di questo mondo, nel futuro finale di questo mondo. Dio, infatti, trascende il tempo, al quale noi rimaniamo legati. Non è che egli se ne sia andato. Egli viene a noi ed è con noi come Colui che ha il potere sul futuro, Colui che per sempre è oltre alla potenza della morte, Colui a cui ogni cosa sarà resa soggetta, il Giudice finale, Colui che ha l'ultima parola. Questo può cambiare tutto nella nostra vita.
Io comprendo questo nei termini in cui si leggono i racconti del mistero. A molti piacciono i racconti del mistero, e molti ne leggono prima l'ultimo capitolo.
Se voi leggete subito l'ultimo capitolo di una storia, questo cambierà il modo in cui voi parteciperete allo svolgersi della storia stessa. Voi non conoscete come la storia si svilupperà, dovete ancora leggerla. Due cose, però, per voi diventeranno diverse, conoscendo l'ultimo capitolo.
In primo luogo voi non impiegherete più preziosa energia emotiva a seguire le vicende di personaggi che non compariranno più nell'ultimo capitolo. In secondo luogo seguirete lo svolgimento della storia in modo diverso. Sapete chi è il vero colpevole (se si tratta di un racconto poliziesco) e non vi lascerete distrarre da altri potenziali sospetti
La risurrezione è proprio così: ci fa accedere all'ultimo capitolo della storia del mondo. Nulla meno di questo. Proprio perché la morte non ha più potere su Gesù, che Egli è oltre la portata della morte, e per sempre, noi sappiamo che la vita, e non la morte, avrà l'ultima parola.
In Gesù è giunto il regno redentore di Dio, per questo sappiamo che questo regno trionferà, non le potenze che servono la morte, che alla fine saranno del tutto sconfitte. Proprio sapendo che Gesù ci viene rivelato come il Cristo risorto, le cose non potranno più per noi essere le stesse. La Bibbia dice: "Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, tutte le cose sono diventate nuove" (2 Co. 5:17).
Quale sarà il tuo futuro?
C'è però anche una differenza sostanziale fra incontrare Gesù come l'ultimo capitolo della storia di questo mondo e leggere un racconto del mistero. Lo svolgimento del racconto è protetto dal copyright del suo autore: non lo posso cambiare. Se però io "leggo" lo svolgimento della storia del mondo in modo diverso, io vi partecipo in modo diverso. Lo svolgimento del racconto stesso verrà cambiato.
Supponete che io creda, insieme al fisico inglese Stefano Hawking, che l'universo abbia solo due destini possibili: può continuare ad espandersi per sempre, oppure può ri-collassare e alla fine terminare in un grande ripiegamento su sé stesso e quindi scomparire. Nello stesso modo io avrò allora due possibili destini. Un destino sarà morire per le mani di un universo impersonale che si espande per l'eternità. L'altro vivere di nuovo la mia vita all'indietro e, mentre il tempo si ripiega su sé stesso, io non sarò mai esistito.
Il fisico Hawking predice il grande ripiegamento, ma dice che egli ha "certi vantaggi sugli altri profeti di sventura. Qualunque cosa accadrà dieci milioni di anni da ora, io non mi aspetto di essere ancora in giro per vedermi smentire quello che avevo detto".
Se noi viviamo in questa prospettiva, e sono molti oggi a farlo, quale ne sarà la conseguenza? Qual sarà allora "l'Evangelo" verso coloro che credono che non esisteranno più o che non saranno mai esistiti? Potrebbe essere "l'Evangelo" di quella vecchia pubblicità che dice: "Vivi sono una volta. Afferra più che puoi, ora, tutto il gusto di vivere". Oppure la recente pubblicità della Nissan: "La vita è un viaggio. Goditelo fino in fondo", fa si che sia il più soddisfacente possibile! Non privarti di nulla!
Il futuro nel quale tu credi determina il modo in cui vivi la tua vita. Se la morte per te ha l'ultima parola, la cosa migliore che potresti fare è goderti la vita il meglio possibile e far si che essa sia più lunga o la più intensa possibile. Allora consumerai il lassativo che ti fa sentire giovane, userai la formula Grecian per evitare che i tuoi capelli diventino bianchi, e cercherai di stare indefinitamente nella "generazione Pepsi". Proteggerai la tua vita e godimento da chiunque o da qualunque cosa che la minacci o la voglia rendere meno di quella che potrebbe essere!
Questo però non cambierà nulla. Continuerai a vivere sotto il controllo della potenza della morte. Il mondo procederà, ancora diviso fra coloro che "se la godono fino in fondo" e quelli che non ne hanno la possibilità. La fine è prevedibile - non importa quanto ci goderemo la vita, non importa quanto a lungo potremo allungare la probabilità di vivere. Lo svolgimento della storia rimarrà lo stesso, come disse una scrittrice: "Non una dannata cosa dopo l'altra, ma sempre di nuovo la stessa dannata cosa".
Rivedere il futuro
La risurrezione di Gesù è l'annuncio e la promessa di un futuro radicalmente diverso. Se Gesù, e non la morte, è il capitolo finale, allora con la mia vita devo fare molto di più che preservarla Gesù stesso ci mette in guardia dal voler preservare a tutti i costi la nostra vita come se questa fosse l'unica dimensione possibile. Egli disse infatti, ragionando proprio nei termini che fin ora vi ho esposto: "Se qualcuno mi vuole seguire, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la ritroverà. Che giova infatti all'uomo, se guadagna tutto il mondo e poi perde la propria anima? Ovvero, che darà l'uomo in cambio dell'anima sua? Perché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo con i suoi angeli; e allora egli renderà a ciascuno secondo il suo operato, In verità vi dico che alcuni di coloro che sono qui presenti non morranno prima d'aver visto il Figlio dell'uomo venire nel suo regno" (Mt. 16:24-28).
Stando così le cose, allora sarò libero dal potere della morte, libero di fare di più che semplicemente "afferrare il gusto", libero di offrire la mia vita al regno redentore di Dio. Non si tratta solo di un modo diverso di essere coinvolto nello svolgimento della storia del mondo. Questo cambia la storia del mondo.
Pensate, per esempio a coloro che erano stati così afferrati dal Cristo risorto da offrire sé stessi al servizio delle vittime della lebbra, la malattia più temuta del tempo. Chi glielo faceva fare? La fede nella risurrezione di Cristo e ciò che essa anticipa. Pensate a coloro che erano stati così afferrati dal Cristo risorto da sacrificare sé stessi per salvare gli israeliti dalla "soluzione finale" di Adolf Hitler. Chi glielo faceva fare? La fede nella risurrezione di Cristo e ciò che essa anticipa.
Per non andare troppo lontano, pensate a coloro che perdonano anche quando fare questo significa per loro apparire deboli o stupidi, a coloro che amano anche quando c'è ben poca speranza che verrà loro restituito amore, o gratitudine; a coloro che credono e sperano per un assaggio di bontà e di grazia anche quando sembra esservi nessuna ragione valida per sperare. Chi glielo faceva fare? La fede nella risurrezione di Cristo e ciò che essa anticipa.
Un segno profetico
Qual è il segno che Gesù ha stabilito affinché attraverso di esso i cristiani di ogni tempo e paese esprimessero la loro fede? Quand'è che esprimiamo di essere afferrati dal Cristo risorto e resi liberi di offrire noi stessi in sacrificio? Certamente a quello speciale "pasto di Risurrezione, "la festa di vittoria del nostro Dio", "il pregustare la festa a venire" che è la Cena del Signore, o Santa Cena. Essa è un'anticipazione del "banchetto cosmico" che il profeta Isaia aveva predetto, il giorno in cui Dio "avrà vinto per sempre la morte".
Là, significato dalla Santa Cena, il Signore risorto viene a noi dal futuro con la Sua vittoria sulla morte e sul peccato. Là il Giudice pronuncia il Suo giudizio finale su coloro che in Lui hanno riposto la loro fede: "Sei perdonato". Là il nostro Signore risorto prende ciò che noi abbiamo da offrire - un vaso incrinato, povero e sporco, neanche offerto di tutto cuore - e lo trasforma in una nuova creazione che serva il regno redentore di Dio nel mondo.
Per questo a Pasqua prepariamo il tavolo della Santa Cena con pane e vino, e che rappresentano per noi il Suo corpo e il Suo sangue, tanto che Gesù vi sia spiritualmente presente. Anzi, ogni volta che celebriamo la Cena del Signore essa è una cena pasquale, ed ogni volta essa diventa il segno di chi pregusta la festa della vittoria, un assaggio del futuro che ci è stato promesso. Avete mai inteso a fondo tutta la pregnanza di significato che sussiste nella partecipazione alla Santa Cena?
I nostri antenati nella fede erano stati afferrati dal Cristo risorto ed Egli aveva loro insegnato ad essere audaci di fronte alla potenza della morte e del peccato. Lo siamo anche noi? È la nostra una testimonianza di vita, oppure di morte? Fa una differenza nello svolgimento della storia del nostro mondo? Lo può essere quando è totalmente presa dalla buona notizia che proclama: "Cristo è risorto!".
In Cristo noi leggiamo l'ultimo capitolo della storia, e questo cambia per ogni cosa. Per questo "Cristo è risorto dai morti" è ancora una notizia, non importa quanti secoli siano passati. Riciclo così il quotidiano di ieri. È roba vecchia. Sono sempre le solite storie, è così da sempre: violenza, morte, sopraffazione, ipocrisia, indifferenza, follia. Nulla di nuovo sotto il sole. La risurrezione di Gesù, però, è ancora qualcosa di nuovo per il tipo di avvenimento che era, e rimane, e da questo avvenimento mi voglio lasciare totalmente condizionare per testimoniare al mondo una realtà del tutto diversa che gli è sconosciuta.
(Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, edizioni La Buona Novella, Brindisi, 1991.
Ó Paolo Castellina, sabato 3 aprile 1999).Testi biblici supplementari
Inizio culto: Salmo 145:1-14 Prima lettura: Matteo 27:46-56 - Fatti strani avvengono alla morte di Gesù. Alcuni fra i presenti si rendono conto che non si tratta di una morte come le altre, anche se purtroppo allora comune nella sua crudeltà. Si tratta di fatti che anticipano la portata cosmica dell'opera che Gesù ha compiuto nella Sua vita e nella Sua morte, e che saranno confermati nella Sua risurrezione. Seconda lettura: Matteo 28:1-8.
Documenti di "E' sempre ...Tempo di Riforma" - E-Mail paolo@castellina.org