Un episodio da non prendere per scontato...
Prendere le cose per scontate
Ci possono essere tante cose che prendiamo per scontate, ma che però faremmo bene a prestarvi maggiore attenzione.
Può essere pericoloso viaggiare su una strada che percorriamo ogni giorno, avanti e indietro per andare al lavoro. E pericoloso perché non facciamo più l'attenzione che dovremmo avere. Prendiamo le cose per scontate, immaginiamo di poter fare quella strada ad occhi chiusi. Se qualcosa di diverso dal solito accade su quella strada, magari nemmeno ce ne accorgiamo... almeno finché non sia troppo tardi!
Un marito può prendere per scontate le cose che fa sua moglie. Di fatto può essere così abituato a tutto ciò a cui lei provvede (cucinare i pasti, portar via la spazzatura, lavare i panni, fare l'orto, prendersi cura dei bambini), che dopo un po' nemmeno ci rendiamo più conto della persona che fa tutte queste cose. Allora, prima che ce ne rendiamo conto crediamo di essere gli unici che contribuiscono al nostro rapporto, e possono insorgere molti problemi di coppia.
Un genitore può abituarsi così tanto ad avere un figlio che riempie la sua vita di gioia, tanto da non apprezzarlo abbastanza ...finché, ormai indipendente, non se ne va da casa.
Lo stesso può essere vero del vivere in piccolo centro, o in una piccola valle. A volte ce ne lamentiamo. Questo non va bene, quell'altra cosa non funziona... Desideriamo magari abitare in un altro luogo, ma poi, quando siamo andati via, poi rimpiangiamo le cose che prima avevamo.
E' lo stesso rischio di quando entriamo nel tempo di Pasqua, un pericolo che corre anche chi come me potrebbe pensare di sapere già tutto al riguardo. A Natale come a Pasqua si sentono in chiesa le stesse letture bibliche e si parla degli stessi fatti, ormai a noi familiari. Nella cosiddetta Domenica delle Palme si parla dell'ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme, la Sua sofferenza e morte in croce, la Sua risurrezione. Cose ormai scontate davanti alle quali rimaniamo ora indifferenti come se non fossero nulla, come se non avessero più nulla da dirci, eppure... Per me - come deve essere per ciascuno di noi - la sfida è quella di leggere questi episodi ogni volta con occhi nuovi. Quindi oggi considereremo l'ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme la Domenica delle Palme con occhi nuovi cercando magari di vedervi ciò che non avevamo mai visto.
Leggiamo intanto il testo biblico, come contenuto nel vangelo secondo Giovanni al capitolo 12:
Il giorno seguente, una grande folla che era venuta alla festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui, gridando: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d'Israele!». E Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra come sta scritto: «Non temere, o figlia di Sion; ecco, il tuo re viene, cavalcando un puledro d'asina». Or i suoi discepoli non compresero sul momento queste cose, ma quando Gesù fu glorificato, allora si ricordarono che queste cose erano state scritte di lui e che avevano fatte queste cose a lui. La folla dunque, che era con lui quando aveva chiamato Lazzaro fuori dal sepolcro e l'aveva risuscitato dai morti, gli rendeva testimonianza. Perciò la folla gli andò incontro, perché aveva udito che egli aveva fatto questo segno. I farisei allora dissero tra di loro: «Vedete che non guadagnate nulla; ecco, il mondo gli va dietro» (Gv. 12:12-19).
Vediamo una forte dichiarazione di amore
1. Questo avvenimento non rientrava nel carattere di Gesù
Prima di allora Gesù aveva sempre cercato di non mettersi troppo in evidenza. In Giovanni 2 Sua madre gli aveva chiesto se avesse aiutato gli amici di famiglia per unimbarazzante mancanza di vino. Gesù aveva risposto: Lora mia non è ancora venuta (Gv. 2:4). Gesù non voleva dare spettacolo.
In Giovanni 6 vediamo un'occasione in cui Gesù sentiva che la gente l'avrebbe preso per farlo diventare per forza loro re. Piuttosto che godere dell'acclamazione pubblica Gesù lascia la città. E' un fatto che ogni qual volta il ministero di Gesù sembrava raggiungere il punto di aver successo in un certo luogo, Gesù si trasferiva in un altro.
In diverse occasioni Gesù diceva a quelli che risanava: Non lo dite a nessuno. Gesù non cercava dimostrazioni pubbliche in suo favore. Non voleva che i riflettori fossero puntati su di lui... Fino ad oggi.
Notate inoltre come nel passato, sebbene Gesù non avesse mai compromesso la verità, generalmente Egli cercasse di non essere coinvolto in situazioni di conflitto.
2. Era stata organizzata da Gesù stesso
Nell'Evangelo secondo Luca, ci vien detto che era stato Gesù a disporre l'uso di un asinello per quell'ingresso a Gerusalemme. Aveva detto ai Suoi discepoli di andare in città e di cercare un asinello legato al di fuori di una casa. Se avessero loro chiesto il perché prendessero l'asinello, assi avrebbero dovuto rispondere: Il Maestro ne ha bisogno. Molto probabilmente era stato Gesù stesso a disporre così. Gesù stesso aveva avuto in mente già prima di fare questa parata.
Non si trattava quindi di una dimostrazione spontanea... Gesù aveva voluto che essa così avvenisse. La domanda che dobbiamo farci è perché?. Perché Gesù orchestra questa grande dimostrazione? Certamente non perché Gesù volesse far organizzare una festa in Suo onore. Poco prima, nell'approssimarsi alla città di Gerusalemme e guardandola da lontano, Egli non assaporava il momento del suo ingresso trionfale... aveva anzi pianto.
Questa non era una dimostrazione frivola... Gesù aveva inteso che essa avvenisse. Non era stata provocata dalla Sua vanità, ma da compassione ed amore.
Perché?
In primo luogo, questa era la prima volta. Era tempo per Gesù di fare ciò che era venuto a compiere. Al vers. 23 vediamo che l'ora è venuta. E' Dio che determina il momento più appropriato per fare una qualsiasi cosa, ...non l'uomo.
I capi del popolo avevano prima deciso che non fosse saggio intervenire contro Gesù durante le celebrazioni pasquali. Il fatto avrebbe suscitato troppi tumulti. Così essi avrebbero aspettato che le cose si fossero un po' calmate. Tutto cambierà dopo questa parata.
Perché era così importante per Gesù che questi uomini Lo arrestassero durante la Pasqua? Non solo perché vi sarebbe stata in città molta gente... ma perché era nei piani di Dio che Gesù morisse contemporaneamente agli altri agnelli sacrificali. Per comprendere il significato di tutto questo è necessario che voi comprendiate che cosa significavano le celebrazioni pasquali.
La Pasqua era una celebrazione annuale che commemorava la liberazione del popolo israelita dalla schiavitù in Egitto. Nella notte chiamata Pasqua, Dio aveva colpito tutti i primogeniti degli egiziani. Questa devastante moria aveva condotto alla liberazione degli Israeliti dalla schiavitù.
Dio aveva detto agli Israeliti di macellare un agnello e di prenderne il sangue per applicarlo agli stipiti delle loro case. Questo sangue dell'agnello sarebbe stato riconosciuto dall'Angelo della morte come protezione del primogenito che viveva in quella casa. Doveva servire come immagine per indirizzare l'attenzione del popolo di Dio ad un altro Agnello che sarebbe morto al nostro posto per liberarci da una schiavitù ben maggiore, la schiavitù al peccato ed alla morte.
E' verosimile che nello stesso tempo in cui Gesù stava morendo sulla croce... si stessero pure macellando gli agnelli per la festa di Pasqua. Egli era l'Agnello di Dio che prendeva su di Sé i peccati del mondo.
In secondo luogo, Gesù voleva mettere in chiaro come il Suo fosse un atto volontario. Egli avrebbe ben potuto mantenere un basso profilo, avrebbe potuto essere più conciliatorio, avrebbe potuto semplicemente andarsene come aveva fatto altre volte.
Leggiamo attraverso il Nuovo Testamento di alcune volte in cui alcuni lo avrebbero voluto assassinare, ma Egli ne era sfuggito. Non avevano alcun potere su di Lui. Non Lo avrebbero preso fintanto che Egli non glielo avesse permesso.
Sapendo che cosa Lo aspettava: il tradimento, l'umiliazione, la sofferenza, la morte violenta, Gesù aveva scelto di venire a Gerusalemme. E' una magnifica dimostrazione di amore da parte del nostro Salvatore. Gesù non era vittima suo malgrado di una macchinazione d'uomini malvagi... Egli era il sacrificio volontario per tutti coloro che a Lui si sarebbero affidati per il perdono dei loro peccati.
Intendete così quanto pratico sia questo messaggio? Qualcuno fra voi si potrebbe domandare in che modo Dio possa mai amarlo.
Forse avete deluso le Sue aspettative. Vi vergognate tanto di voi stessi che vi sembra persino impossibile immaginare come possa mai Dio interessarsi di voi. Vorrei però esortarvi a guardare in modo nuovo quella parata a Gerusalemme. Gesù non è affatto sorpreso dei nostri fallimenti. Egli era andato a Gerusalemme con l'esplicito proposito di liberarci da queste cose. Egli conosce quel che avete fatto e vuole purificarvi e rendervi liberi. Il Suo invito è semplice: Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati, ed io vi darò riposo (Mt. 11:28). Lo avete fatto? Oppure continuate a nascondervi da Colui che vi ama più di quanto mai siete stati amati prima? Forse è tempo di smettere di nascondervi e di cominciare a credere.
Forse in questo stesso momento voi sentite sulle vostre spalle il grave fardello della vostra vita. Forse pensate che sia Dio ad avervi caricati di tutto questo. Forse nella vostra vita le cose sono così dolorose da mettere in questione se Dio veramente vi ami. Se questo è il caso, guardate ancora a quella parata a Gerusalemme. Rendetevi conto di come vi ami quel Salvatore che ha dato per voi tutta la Sua vita, come vi ami di un amore al di là di ogni possibilità di descrizione. Guardatelo mentre si avvia per voi alla croce. Rendetevi conto che il Suo amore è così grande che potete star certi che Egli non permetterebbe ad alcuna inutile sofferenza cadesse su di voi nella vostra vita. Le prove di cui ora soffrite hanno uno scopo e sono state destinate a condurvi a qualcosa di buono.
Forse trovate che la vita sia caratterizzata da solitudine e dal sentimento che siete stati dimenticati. Magari, mentre altri celebrano la Pasqua in famiglia, la vostra tavola è preparata solo per uno. E' possibile che voi giriate per la casa domandandovi se qualcuno sentirebbe la vostra mancanza se ve ne andaste. Guardate allora a quella parata e vedetela con occhi nuovi! Comprendete che quando Gesù stava marciando in Gerusalemme, voi eravate nella Sua mente. La morte di cui Egli ha sofferto era un sacrificio disposto proprio perché voi poteste far parte della Sua famiglia. Potreste sentirvi soli, abbandonati, non importanti... ma voi siete abbastanza significativi per il Salvatore da andare sulla croce proprio per voi. Egli vi conosce e vi ama.
E' facile per noi parlare dell'amore di Dio; ma è difficile per noi accettarlo... Comprendete che Egli andò volontariamente quel giorno a Gerusalemme per voi, e per me?
J. I. Packer scrive: Se io comprendo l'amore di Dio, potrei mai andare in briciole e mostrare scontento e risentimento per le circostanze in cui Dio mi ha posto? Mi sorprendo forse privo di fiducia, di timore, oppure depresso? Come potrei permettere di diventare freddo e formale verso un Dio che tanto mi ha amato e servirlo di malavoglia?Come potrei mai dividere il mio cuore con qualcun altro tanto da non darglielo tutto?.
Packer si pone qui delle buone domande.
Troviamo un forte motivo di speranza
Qui troviamo pure un forte motivo di speranza.
Giovanni scrive: «Non temere, o figlia di Sion; ecco, il tuo re viene, cavalcando un puledro d'asina».
Questa è una citazione dal libro del profeta Zaccaria, nell'Antico Testamento. In Zaccaria 9:9 troviamo la predizione di un Re che avrebbe un giorno cavalcato in Gerusalemme sul dorso di un asino. Questa dichiarazione era stata fatta 550 anni prima che Gesù entrasse cavalcando a Gerusalemme. A quel tempo gli Israeliti non avevano alcun re. Essi erano appena tornati in Israele dopo il loro esilio e prigionia in Babilonia.
Uno scrittore (J. C. Ryle) ci presenta come avrebbe potuto suonare questa profezia alle loro orecchie: Non temere, non essere abbattuta, depressa, o figlia di Sion, o abitante di Gerusalemme. Per quanto umile e depressa possa essere ora la tua condizione, verrà il giorno in cui avrai di nuovo un Re. Verrà uno che sorgerà da un certo luogo pubblico ed entrerà nelle tue porte, un Re seduto su un puledro d'asina, non un Guerriero, con una spada in mano, ma un Principe di pace, un Re giusto e santo, persino migliore di Davide, Salomone, Ezechia e Giosia, bruciante di salvezza per le anime. Non pensare, quindi d'essere abbandonata, perché ora sei povera e priva di re. Guarda in avanti al tuo Re che viene.
E allora? Che cosa può significare per noi tutto questo? E' una semplice ma vitale verità per la vita quotidiana:
Dio ha un piano
Vi sono persino maggiori evidenze profetiche. Un commentatore scrive: Nel libro di Daniele, capitolo 9, leggiamo una profezia a proposito di '70 settimane'. Di solito si pensa che questa profezia parli di 490 speciali anni della storia israelita che iniziano dal tempo in cui è stato comandato di ricostruire le mura di Gerusalemme, dopo l'esilio di Babilonia. Quando 483 di quegli anni saranno trascorsi, Daniele predice, il Messia, il principe, si presenterà al Suo popolo. Si calcola che 483 anni esatti siano trascorsi dall'inizio della ricostruzione delle mura di Gerusalemme fino al giorno in cui Gesù entrò trionfalmente in quella città.
Va bene, e allora? mi direste voi. Abbiate pazienza, seguite il ragionamento: Dio ha un piano, un progetto! Il piano di Dio non e terminato con la venuta di Cristo. Il mondo in cui noi viviamo non sta correndo fuori controllo. Dio non è affatto sorpreso di che cosa stia avvenendo oggi nella nostra società. Dio non si compiace di che cosa sta avvenendo, ma non ne è preso alla sprovvista.
La Bibbia è chiara sul fatto che vi sarà il tempo in cui Gesù tornerà e questa volta non più come un umile servo, ma come il Re dei re ed il Signore dei signori. La decadenza del nostro mondo non lo stupisce. Aveva predetto che tutto questo sarebbe successo (vedi 2 Ti. 3:1). Dio non è preoccupato perché non sa più che cosa fare.... Egli rimane in controllo di ogni cosa.
Molto praticamente, comprendete che anche le cose nella vostra vita non sono fuori controllo? Comprendete che Dio ha un piano anche per la vostra vita? Io so per esperienza personale che ci sono volte quando guardo che cosa sta accadendo nella mia vita ed intorno ad essa e mi sto chiedendo che cosa Dio stia cercando di fare. Rammentatevi però del nostro testo. Al vers. 16 leggiamo: Or i suoi discepoli non compresero sul momento queste cose, ma quando Gesù fu glorificato, allora si ricordarono che queste cose erano state scritte di lui e che avevano fatte queste cose a lui.
Quel giorno, quando Gesù stava dirigendosi verso Gerusalemme, i discepoli non erano consapevoli di quello che Dio stesse facendo. Essi non comprendevano il significato di quel giorno. Questo può essere vero anche per la vostra vita.
Il fatto che voi non comprendiate che cosa stia avvenendo nella vostra vita non significa che Dio non ne sia all'opera. Egli ha promesso che Egli avrebbe condotti chiunque credesse in Lui in ciò che è il bene ultimo. La nostra promessa è che Dio sa quello che sta facendo. Forse non lo comprendete, ma potete fidarvi di Lui. Di fatto Dio non esige che voi comprendiate... Egli vi chiede solo di aver fiducia in Lui. Sete disposti a farlo?
In conclusione. . . .
La vostra vita spirituale procede come a motore spento? Avete preso per scontate le cose di Dio? Udite forse la Parola di Dio senza veramente ascoltare? Forse è tempo per voi di rileggere con occhi nuovi il racconto cardinale di come Dio rivela a noi il Suo amore. Forse è tempo che ci destiamo al fatto che Dio è sul trono della vita. Forse è tempo che noi ci inchiniamo di fronte al Suo trono e Gli diamo l'onore e la gloria che Egli desidera e merita.
Gesù ci ama. Egli ha affrontato per noi la folla. Ha sopportato per noi la tortura. Per noi è andato sulla croce. Vi è andato affinché noi fossimo liberi... liberi dalla dipendenza al peccato, liberi da una vita futile e vuota, liberi di vivere.
Avete risposto voi al Suo invito di appartenergli in modo speciale?
Magari ammirate Gesù ...ma siete disposti a confidare in Lui?
Siete disposti a seguirlo... non solo in Chiesa, ma ogni giorno della vostra vita? Siete disposti ad affidare a Lui la vostra vita anche quando il futuro ci confonde, credendo che Dio abbia un piano anche per noi? Siete disposti a servirlo, fino al giorno in cui i Suoi piani per questo mondo saranno completati?
Queste sono le domande che ci pone la Domenica delle Palme. Guardate con occhi nuovi a questo avvenimento familiare. Sarete sorpresi di quello che vi vedrete. Vi potrebbe cambiare per sempre.
(Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla Versione Nuova Diodati, ediz. La Buona Novella, Brindisi, 1991. Paolo Castellina, sabato 27 marzo, 1999).
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