Quando vorrebbero che noi avessimo
"la mente più aperta"…
Introduzione
Oggi noi viviamo in un mondo dove convivono sempre di più a stretto contatto di gomito gente di ogni razza, lingua, usanze, costumi, stili di vita, filosofie e religioni. Si sta creando una tale "Babilonia" da disorientare del tutto i più che vedono mettere così in crisi tutto quello che gli era stato insegnato e la propria cultura tradizionale. A tutto questo molti reagiscono con forza, ma è chiaro che non si può più tornare indietro. Di fronte ad una società sempre più multi-culturale i politici saggi che vogliono mantenere pace ed ordine nella società, promuovono la tolleranza e la cooperazione, l’uguale diritto all’esistenza di ogni stile di vita, filosofia e religione, una sorta di sano "ecumenismo". Ciascuno sceglie la sua via e rispetta quella degli altri dando spazio a ciascuno di esprimersi. Fin qui tutto bene, la cosa è ragionevole.
Molti, però, vorrebbero farci fare un passo in più: "Dovete convincervi", ci dicono, "che tutti gli stili di vita, tutte le filosofie, tutte le religioni, sono ugualmente vere e giuste. Siamo tutti alla ricerca di una verità che ancora nessuno di noi ha raggiunto veramente. Nessuno possiede la verità, anzi, la verità la potremo raggiungere solo mescolando e distillando tutte le filosofie e tutte le religioni in un unico calderone, rifiutando ogni assolutismo. Il dio che dobbiamo adorare ha molte facce, come multiformi sono i suoi comandamenti. Dovete avere la mente aperta!". Questo è ciò che oggi si propaganda ad ogni livello e che ha indubbiamente, per molti, un suo fascino. Eppure no, questo non lo possiamo accettare, se vogliamo essere coerenti e fedeli alla sostanza della fede cristiana, i cui termini immutabili ci sono stati chiaramente rivelati. L’ecumenismo interreligioso è una menzogna inaccettabile. L’ecumenismo interreligioso è di per sé una nuova religione che non ha nulla a che fare con quanto il Signore Gesù, insieme a tutta la Bibbia, ci ha insegnato. Il cristiano che voglia essere fedele al deposito inalterabile della sua fede non accetterà mai di piegarsi ad adorare l’idolo dell’ecumenismo interreligioso, non dissimile dagli idoli del mondo antico.
Una cosa è la legittima libertà religiosa, altra è essere costretti ad ammettere che tutto, indiscriminatamente sia giusto e vero, il che, per altro, è pure irrazionale. Non rinunceremo mai alla nostra facoltà critica. Nessuna cultura sarebbe meglio di un’altra, non importa quanto strane, stupide, e distruttive siano le idee che sostiene? Se poi dici qualcosa di diverso da questo, oggi ti etichettano come fanatico e "fondamentalista", ti emarginano, ti tolgono la libertà di parola, ti perseguitano. Strana "tolleranza" e "pluralismo"! Sei libero fintanto che fai il loro gioco, ti pieghi al loro "ecumenismo", ma quando osi contraddire la loro filosofia, quando rifiuti di adorare il loro "dio ecumenico", quando contesti il loro sistema sulla base dei principi che la Bibbia insegna, allora non hai più "la mente aperta", devi tacere!
Nella Roma del primo secolo, si permetteva che chiunque credesse ed adorasse quel che voleva, proprio come oggi, fintanto che prima, però, non si bruciasse un pizzico di incenso in nome di Cesare e si pronunciassero le parole: "Cesare è il Signore". In una società sempre più relativistica, non importava quello in cui uno credeva. Uno storico scrisse: "Nella società romana per la gente tutte le religioni erano ugualmente vere, per i filosofi ugualmente false, e per i politici al governo, ugualmente utili".
Noi siamo tornati a quel punto. Molti oggi credono che tutte le religioni siano vere. Dicono: "Non importa ciò in cui credi, basta essere sinceri". Non importano le loro contraddizioni. I filosofi atei mostrano un comune disprezzo per la religione. I politici, poi, devono controllare e tenere assieme quella massa di culture, religioni e filosofie diverse ed eventualmente unificare il tutto. Certo, oggi non si dice più "Cesare è Dio": siamo troppo smaliziati per poter accettare che i nostri governanti siano considerati divini… La nostra società, però, ha messo sul trono un’idea dominante: fintanto che riconosci che tutte le religioni e le culture sono ugualmente giuste, allora hai la libertà di adorare tutto ciò che vuoi…
Quando i primi cristiani dovettero affrontare questo problema, la loro fede in un solo Dio, vero e vivente, li portò a rendersi conto come non potessero dire che tutte le religioni fossero ugualmente giuste. Questo li mise in rotta di collisione con il governo. Il risultato fu la persecuzione e i cristiani massacrati e gettati in pasto ai leoni per il pubblico divertimento. Come sarebbe se anche noi dovessimo affrontare le stesse conseguenze? Se il "dio" dell’ecumenismo interreligioso continuasse ad essere elevato agli altari per la pubblica adorazione fino a diventare così socialmente accettabile da non potersi tollerare nulla di diverso, i cristiani gli si inchinerebbero e gli darebbero il loro timbro di approvazione accettando l’idea che l’unica menzogna rimasta sia solo la loro fede in un Dio che afferma la sua unicità e precisa identità, come pure peccaminosi determinati comportamenti?
Io non so se accadrà qualcosa di simile, ma dobbiamo esserne pronti. Dobbiamo comprendere chiaramente che non possiamo inchinarci al Dio di cui la Bibbia testimonia come pure al moderno dio del pluralismo indifferentista e pluralista. Certo, tutte le religioni e stili di vita hanno libertà di esistere, ma nessuno ha il diritto di imporci di credere che tutte le religioni e gli stili di vita siano ugualmente giusti e validi, perché è una menzogna. Siamo pronti ad accettare il "cristianesimo" riveduto e corretto, funzionale all’ideologia dell’ecumenismo interreligioso, oppure a difendere, costi quel che costi, la fede "una volta per sempre tramandata ai santi"?
La lezione di Daniele 3
Allora, in che modo un cristiano potrà resistere di fronte ad un mondo che sempre di più si oppone alle verità assolute? In che modo potrà impedire di essere sopraffatto? Risponde a queste domande il terzo capitolo del libro di Daniele.
Lì incontriamo tre giovani coraggiosi che adorano il Dio del cielo. I loro nomi erano Shadrak, Meshak e Abednego. Per la provvidenza di Dio erano divenuti consiglieri speciali del re di Babilonia. Vivevano in una cultura che riconosceva molti dei. Un giorno il re fa erigere un dio che tutti i suoi sudditi dovevano adorare. Li raccoglie tutti in una pianura, fa suonare tutti i suoi musicisti e tutto il popolo deve piegarsi ad adorarlo. Quei tre giovani, però, si rifiutano di farlo. Il re li fa così sbattere in una fornace ardente, poi accade qualcosa di inaspettato.
Continuiamo così la nostra serie di predicazioni sui primi sei capitoli del libro di Daniele. Fin ora abbiamo visto: "Quando il mondo vuole che noi facciamo compromessi", "Quando il mondo ci chiede aiuto?", ed ora vedremo: "Quando ti chiedono di avere la mente aperta".
(Leggere Daniele 3)
Che possiamo imparare dall’esperienza di questi tre uomini che ci possa essere utile per uscire dall’attuale confusione dell’ecumenismo interreligioso? Vorrei mettere in evidenza cinque qualità che essi possedevano e che pure noi dovremmo sviluppare. La prima è:
1. La chiarezza
Questi uomini sapevano ciò in cui credevano. Non c’era confusione nel loro pensiero. Quando il re aveva annunziato che avrebbero dovuto inchinarsi religiosamente di fronte a quell’immagine, essi sapevano immediatamente che non lo avrebbero potuto fare.
Una delle ragioni per cui fin troppi cristiani sono così ingenui e si identificano con le idee che oggi vanno per la maggiore è perché in loro stessi non vi è chiarezza su ciò in cui credono. Non si rendono conto di come molte idee che vengono oggi pubblicizzate siano in contraddizione con la fede che essi professano. Sorprende che abbiano allora le idee confuse? L’apostolo Paolo scrisse un giorno: "Le cose inanimate stesse che emettono un suono, come il flauto e la cetra, se non danno suoni distinti, come si riconoscerà ciò che si suona con il flauto o con la cetra? Se infatti la tromba dà un suono sconosciuto, chi si preparerà alla battaglia?" (1 Co. 14:7,8).
Pensiamo bene a ciò che in quei giorni succedeva nella pianura di Dura. Potremmo pensare che quando tutti questi musicisti si riunivano, essi suonassero la stessa cosa, forse: "Sia lode al nostro capo!" o qualcosa di simile. In realtà non è così. Guardiamo ancora a come Daniele descrive la musica prima che la gente si inchinasse alla statua. Il versetto 7 dice: "Così, non appena tutti i popoli udirono il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del salterio e di ogni genere di strumenti, tutti i popoli, nazioni e lingue si prostrarono e adorarono l'immagine d'oro, che il re Nebukadnetsar aveva fatto erigere". Era possibile che essi non stessero suonando la stessa canzone o almeno che essi non suonassero allo stesso modo.
Se fosse successo oggi, immaginate come potrebbe essere. Improvvisamente voi udite il suono di corni, trombe, cornamuse, violini, chitarre classiche, fischietti, armoniche a bocca, ocarine, tamburi, pianoforti, organi, maracas, ed ogni altro immaginabile tipo di strumento musicale, che non suonino però la stessa cosa, ma davvero "ogni tipo di musica" allo stesso tempo. Alcuni suonano musica rock, altri musica classica, altri musica folcloristica, altri jazz, altri ancora musica alternativa, altri ritmi africani… La musica preferita di ciascuno potrebbe qui essere rappresentata, tutte allo stesso tempo: sarebbe veramente un suono orribile, un fracasso infernale. Vi sorprendete che molti avessero acconsentito ad inchinarsi di fronte all’immagine basta che tutto ciò cessasse!
Tutto questo è un’immagine sorprendente dell’ecumenismo interreligioso oggi imperante! Ecco che cosa succede quando si considerano uguali tutte le filosofie e tutte le religioni e non vi è permesso di esaminarle criticamente nel libero mercato delle idee!
In un tale clima ciò in cui noi crediamo deve essere sostenuto con chiarezza cristallina, in caso contrario saremmo solo sopraffatti da un tale caos che non si capirebbe più nulla. Questo è proprio ciò che molti oggi dicono di sentire. Dobbiamo sapere ciò in cui crediamo e perché lo crediamo, Inoltre, dobbiamo sapere con altrettanta chiarezza ciò che debbono essere considerati degli assoluti indiscutibili, e ciò che non lo sono.
Avete notato come oggi nel nostro clima politico e religioso quelli che affermano di avere le idee chiare su ciò che è da considerarsi nero e ciò che è da considerarsi bianco, venga messo in ridicolo e considerato come un "sorpassato", un "fanatico", un "fondamentalista"? Ci dicono: "Non si possono vedere le cose o bianche o nere… il nostro è un mondo grigio!". Si, appunto. O se solo tutti coloro che si professano cristiani potessero uscire da questa confusione e ritornare a sostenere con forza i criteri che Dio ha stabilito! Lo dovrebbero!
Abramo Lincoln un giorno chiese ai suoi avversari politici: "Quante gambe avrebbe una pecora se voi chiamaste ‘gamba’ la sua coda?". Naturalmente essi risposero: "Cinque!". "Sbagliato!" rispose Lincoln, "La pecora continuerebbe ad avere quattro gambe. Chiamare qualcosa col nome di ‘gamba’ non la rende una gamba!". Dire che qualcosa è musica, non per questo la rende musica. Dire che qualcosa è giusto, non lo rende di per sé stesso giusto! Una normale pecora ha solo quattro gambe. Contatele: una, due, tre, quattro... Potete chiamare ‘gamba’ qualsiasi parte del suo corpo, e questo non la renderebbe tale. Eppure capita che il mondo oggi dice che una pecora abbia una, dieci, cento gambe… Se scegliete di crederlo, questo sarebbe verità, verità per voi, anche se ancora non ne contate che quattro!
"Shadrak, Meshak e Abed-nego! Venite avanti! Quanti dei ci sono al mondo?". "Non ve n’è che uno!". "Beh, noi vogliamo che voi vi inchiniate di fronte a un dio differente da quell’Uno". "Noi non possiamo farlo". "Allora dovrete essere messi al rogo, perché non ci piace che voi ci diciate che siamo in errore!". Questi giovani sapevano che cosa fosse la verità, e sapevano descriverla. Anche noi lo dovremmo fare. In secondo luogo essi avevano:
2. La costanza
Non era la prima volta che questi ragazzi avevano opposto resistenza a chi avrebbe voluto che essi facessero dei compromessi sulla loro fede. Li abbiamo visti nel primo capitolo, quando si erano rifiutati di mangiare i cibi che mangiava quel re pagano. Ricordate?
Fin troppi cristiani, oggi, mancano di costanza. Un po’ sono accesi, un po’ sono spenti, un po’ sono caldi, un po’ sono freddi. Qualche volta sono su, qualche volta sono giù. Qualche volta sono dentro, qualche volta sono fuori. Qualche volte dribblano del tutto la verità, come nel gioco del calcio. Dice la Parola del Signore: "Perciò, fratelli miei carissimi, state saldi, irremovibili, abbondando del continuo nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore" (1 Co. 15:58).
Quanto ne avremmo bisogno noi oggi! Si tratti del cibo scelto del re o di inchinarsi di fronte ad una statua nel mezzo di una cacofonia di suoni, sia in un’assemblea scolastica per levare la nostra voce contro la distribuzione di preservativi nelle scuole, o nel rispondere a programmi televisivi o ad articoli che propugnano menzogne, dobbiamo essere là, presenti, sempre.
In terzo luogo questi giovani avevano:
3. La persuasione
Il vocabolario, a proposito di "persuasione", dice: "lo stato d’animo di chi è intimamente convinto, persuaso, di qualcosa". Una persona "convinta" è una che è ben salda nelle sue opinioni". "Convincere" significa "indurre qualcuno ad ammettere la verità di un fatto, la giustezza di un ragionamento". L’accusa convince i giudici della colpevolezza dell’imputato. La difesa convince i giudici dell’innocenza dell’imputato. Quando voi o io abbiamo una persuasione su qualcosa, significa che l’abbiamo soppesata e misurata al punto di esserci convinti che sia vera oltre ad ogni ragionevole dubbio, e che tutto ciò che la contraddice è falso. Non è più qualcosa che consideriamo nell’ambito delle possibilità. Abbiamo trovato come essa sia una verità che valga la pena di difendere.
Avendo questo in mente, vorrei chiedervi: quali sono le vostre persuasioni religiose? Non vi sto chiedendo quali siano le mie persuasioni di predicatore. E’ un’altra cosa. E’ un fatto bene accertato che molti, durante un sermone, la domenica mattina, pensino a tutt’altro o dormano, e poi stringano la mano al pastore all’uscita, e che non gli passi neanche per la testa di dovere cambiare il loro modo di pensare in dipendenza da quello che hanno udito dal pulpito. No, non vi sto chiedendo quali siano le mie convinzioni. Vi sto chiedendo quali siano le vostre. Quali sono i principi che sono così stabiliti nella vostra mente tanto da diventare dei fatti che non possano essere negati, e che devono essere difesi? Se ora io vi chiedessi di prendere un foglio di carta e di scrivervi alcune delle vostre intime persuasioni, lo potreste fare?
Una delle ragioni per cui una filosofia come l’ecumenismo interreligioso è oggi tanto ampiamente abbracciato, è che non ci vogliono tante convinzioni per sostenerlo. Non dovete sapere nulla. E’ una scelta comoda da farsi senza pensare tanto, scelta da gente paurosa e vigliacca. Non dovrete mai dare la vostra vita per difenderla. Non dovrete mai considerare il fatto che sia illogica e contraddittoria. E’ così popolare, e potete così persino congratulare voi stessi di poter essere contati fra tanta gente importante. Superficialmente, se non passate molto tempo a pensarci, potrete considerare voi stessi come gente tollerante e con la mente aperta, ma come disse un giorno qualcuno: "Potreste diventare gente così aperta che il cervello stesso potrebbe scivolarvi fuori dalla testa". Il relativismo è il signore dei pigri. E’ la divinità di quelli che non pensano. E’ l’essere supremo di coloro che mettono la convenienza immediata e le sensazioni prima dei fatti. E’ il culto degli apatici. Sono queste parole offensive? Ebbene lo siano pure, però dovreste bene considerare ciò a cui vi inchinate così facilmente.
Gesù disse: "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Gv. 14:6). "Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde" (Mt. 12:30). Il Signore Iddio dice: "Non avrai altri dei davanti a me" (Es. 20:3). Com’è possibile dire di essere discepoli di Gesù di Nazareth e nel contempo dire che "Ogni idea è buona", "Tutte le religioni sono uguali", "La verità è un concetto relativo"? Come si può dire che c’è un solo Dio, che non c’è che una via, e poi annuire dicendo di essere d’accordo che vi siano molti dei e molte vie, che ognuna di esse dovrebbe essere considerata ugualmente vera? Lo si può fare solo spogliando Cristo e la Bibbia della loro autorità ultima, ed elevando qualcos’altro al loro posto! In quarto luogo, questi uomini avevano:
4. La fiducia
Non ho molto tempo per sviluppare questo punto. Permettete solo che vi faccia degli esempi.
"Ecco, il nostro Dio, che serviamo, è in grado di liberarci dalla fornace di fuoco ardente e ci libererà dalla tua mano, o re. Ma anche se non lo facesse, sappi o re, che non serviremo i tuoi dei e non adoreremo l'immagine d'oro che tu hai fatto erigere" (Da. 3:17,18). Questi ragazzi credevano che Dio potesse salvarli, se Egli avesse scelto di farlo, anche se la fornace fosse stata così calda da bruciare anche i suoi spettatori. Anche se Dio non li avesse liberati, essi non avrebbero mai acconsentito ad inchinarsi a quell’idolo. Anche se Dio non li avesse salvati, essi avrebbero accettato la loro morte come utile.
Per resistere contro l’idolo dell’ecumenismo interreligioso che oggi hanno eretto non meno che quella statua allora, è necessario avere molta fede. L’unico modo che possiamo avere quella certezza è stare dalla parte di Dio. Non aspettatevi che Dio venga dalla vostra parte. Andate sulla sua base! L’unico modo in cui lo potrete fare è di procurarvi il Suo libro e imparare quale sia la parte di Dio! Essi, infine, avevano:
5. Il coraggio
Dire che voi credete a qualcosa o che avete una certa convinzione è una cosa, essere pronti a tutto pur di non rinunciarvi è un’altra. Pensate forse che questi giovani non avessero paura? Certo, avevano paura come ce l’avremmo avuta noi.
Durante la Seconda Guerra mondiale, un governatore militare era andato incontro al generale Patton in Sicilia per lodarlo per il suo coraggio e valore, ormai proverbiali. Il generale aveva risposto: "Vede, io non sono un uomo coraggioso… La verità è che io sono un totale e pusillanime codardo. Non sono mai stato sotto le pallottole che fischiavano sopra la mia testa o nei pressi di una battaglia che non fossi del tutto terrorizzato e che le mie mani non sudassero". Anni più tardi, nella sua autobiografia, il generale Patton aveva significativamente scritto: "Ho dovuto presto imparare nella mia vita a accettare mai consigli dalle mie paure".
Su questo argomento Gesù disse: "E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella Geenna" (Mt. 10:28). Volete padroneggiare la paura? Allora dovete imparare a temere Dio più di quanto possiate temere l’uomo.
Chiarezza, costanza, persuasione, fiducia e coraggio. Tutte queste sono qualità che dovrebbero divenire molto importanti per voi tanto da svilupparle nella vostra vita. Esse ci aiuteranno, quando la confusione della "musica" diventa più forte e più altisonante, a resistere all’appello che ci viene fatto di inchinarci all’idolo dell’ecumenismo interreligioso.
Conclusione
Quando vorrebbero che noi avessimo "la mente più aperta" come potremmo rispondere? Vorrei concludere con un breve testo chiamato: "Il giuramento dei senza vergogna". Forse potreste trovarvi in queste parole.
"Io appartengo alla società dei senza vergogna. Io ho la potenza
dello Spirito Santo. Il dato è stato tratto. Ho attraversato il confine. La
decisione è stata presa. Sono un Suo discepolo. Non mi tirerò più indietro, non
mi volterò più indietro, non rallenterò la marcia, né starò più zitto. Il mio
passato è stato redento, il mio presente ha un senso, il mio futuro è sicuro.
Ho messo la parola fine ad una vita di basso profilo, ad andare sempre e solo
"sul sicuro", a progetti di breve termine, a mani e piedi privi di
calli, a sogni insipidi, a visioni addomesticate, ai discorsi mondani, a scelte
comode, e ad obiettivi insignificanti! Non ho più bisogno di sentirmi
superiore, della prosperità, dello status sociale, delle promozioni, degli applausi,
o della popolarità. Non ho più bisogno di stare con la maggioranza "che ha
ragione", di primeggiare di essere riconosciuto, lodato, considerato, o
premiato. Vivo ora con la coscienza della presenza di Dio, imparo per fede, amo
con pazienza, vivo con la preghiera, ed opero con potenza. Il mio viso è
rivolto risolutamente in avanti, il mio passo è veloce, il mio obiettivo è il
cielo, la mia via è stretta, la mia via è aspra, i miei compagni sono pochi, la
mia guida degna di fiducia, la mia missione chiara. Non mi potranno più
comprare, far fare compromessi, deviare, attirare lontano, voltarmi indietro,
diluirmi, o ritardarmi. Non mi tirerò indietro di fronte al sacrificio, non
esiterò in presenza dell’avversità, non negozierò più al tavolo del nemico, non
considererò più il richiamo della popolarità, né vagabonderò più senza meta nel
labirinto della mediocrità. Non mi rassegnerò mai, non mi chiuderò più in me
stesso, né rallenterò il mio passo fintanto che non avrò predicato l’intero
consiglio di Dio, pregato quanto è necessario, pagato quello che ho da pagare,
e resistito in piedi per la causa di Cristo. Io sono un discepolo di Gesù. Io
devo così proseguire finché Egli non ritornerà, io devo donare finché avrò
forza, devo operare finché non sarà Lui a porre fine alla mia opera. E quando
Egli tornerà per prendersi coloro che Gli appartengono, Egli non avrà problemi
nel riconoscere me come tale. I miei colori saranno chiari".
Accertatevi che anche i vostri colori siano chiari!
(tratto da un sermone di Dave Redick, Pulpit
Minister della Hwy 20 Church of Christ in Sweet Home, Oregon. Paolo Castellina,
venerdì 23 ottobre 1998. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente
indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, ediz. La Buona Novella,
Brindisi, 1991).
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