Un invitato di riguardo Chi invitare? Fra le tante cose che i fidanzati e le loro famiglie devono fare per preparare le nozze, è rispondere alla domanda: "chi dobbiamo invitare alle nozze?". E' spesso una questione difficile ed imbarazzante. Genitori, fratelli, nonni, cugini, amici, compagni di scuola e di lavoro, vicini di casa, quanti e con chi Si vorrebbe onorare tutti e non offendere nessuno, dimenticandolo od escludendolo. E poi è anche una questione di costi, soprattutto oggi che la celebrazione di un matrimonio tende a costare sempre di più. In un famoso episodio del vangelo secondo Giovanni, in occasione di una festa di nozze che aveva luogo nella cittadina di Cana di Galilea, troviamo scritto: "Ora, anche Gesù fu invitato alle nozze con i suoi discepoli" (Gv. 2:2). Perché anche Gesù? Perché anche Gesù - al quale noi ci sottomettiamo come nostro Signore e Salvatore - era stato invitato a quella festa di nozze? Non risulta fosse stato un parente o un amico degli sposi, e nemmeno che quegli sposi o la loro famiglia fosse della comunità dei Suoi discepoli, o simpatizzanti. Non era della città di Cana ma di Nazareth: insomma, non aveva a che fare con quella gente. Gesù di Nazareth era solo da poco, allora, comparso in pubblico per portare avanti la Sua missione e la Sua grandezza si stava mettendo in evidenza. Non era "un prete", né un esperto di religione. Non aveva frequentato scuole di rilievo: aveva ricevuto l'insegnamento elementare dei figli del popolo di Israele. Era il figlio del falegname di Nazareth e da Suo padre aveva appreso il mestiere in bottega. Ad un tratto, però, per questo giovane del tutto comune, le cose cambiano completamente. Un giorno anche Gesù va ad udire, presso il fiume Giordano, un grande predicatore e profeta, Giovanni, il battezzatore. Egli annuncia con forza la prossima venuta del Regno di Dio e la necessità di prepararsene, confessando a Dio i propri peccati e cambiando il proprio stile di vita. Anche Gesù prende sul serio questo suo appello, ma quando giunge accanto a questo grande predicatore, succede l'imprevedibile: Giovanni indica la persona di Gesù e gridando dice: "Ecco l'Agnello di Dio che toglie i peccati dal mondo!" (Gv. 1:29), "Ecco il Salvatore che io vi preannunciavo, il Salvatore che solo può salvare il mondo dal peccato! Io vedo in Lui la pienezza e la potenza dello Spirito di Dio. Ecco l'unigenito Figlio di Dio!". Ma che cosa dice questo profeta? Che sia del tutto impazzito? Chi? Gesù di Nazareth, il figlio del falegname, il Salvatore del mondo? E' assurdo! La cosa non sorprende però Gesù, Lui non lo nega. Anzi, Egli sa di essere quello che nessuno avrebbe mai sospettato che Lui fosse, salvo qualche anima illuminata. Quel momento diventa così l'inizio della Sua manifestazione pubblica. Comincia allora a raccogliere dietro di Sé seguaci che, sulla base della testimonianza di Giovanni Battista e della propria esperienza diretta, credono in Lui e affidano a Lui completamente la loro esistenza, come in una scommessa. Fra questi primi discepoli di Gesù c'è un certo Natanaele, di Cana in Galilea (Gv. 21:2). Anche per Natanaele non aveva avuto senso alcuno, quando per primo gliel'avevano detto, che quel Gesù di Nazareth fosse il Salvatore tanto atteso! "Può venire forse qualcosa di buono da Nazareth?" (Gv. 1:46), affermava. Nazareth, un paesaccio qualunque e poi, il figlio di un falegname! L'amico Filippo gliene aveva parlato, dicendo: "Abbiamo trovato colui, del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti: Gesù da Nazareth, il figlio di Giuseppe" (Gv. 1:45), e poi: "Vieni, e vedi!" (2:46). Così Natanaele va a "toccare con mano" chi sia questo Gesù. Rinuncia ai suoi pregiudizi, e con diligenza vuole verificare. Natanaele scopre che - pur non conoscendolo direttamente - Gesù sa già tutto di lui, Natanaele è stupefatto, non potrà altro che affermare, incontrando Gesù di persona: "Maestro, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele" (Gv. 1:49), promettendogli che lui, Natanaele, assisterà ben presto a molto più ancora: "Tu vedrai cose maggiori di queste!" (Gv. 1:50). La cittadina di Cana non è grande. Natanaele sparge in paese la voce su Gesù. Gesù, con i Suoi discepoli, sta per arrivare da quelle parti. "Perché non invitiamo alle nozze anche questo Gesù?", dicono in famiglia. " se fosse veramente quello che dicono di Lui? Pensate che onore averlo in casa! Pensate che benedizione!". Invitano così Gesù con i Suoi discepoli, insieme con la madre di Gesù. Non ne saranno delusi! Proprio in quell'occasione Gesù sarà per loro fonte di grande benedizione, manifesterà loro, attraverso un segno miracoloso, chi Lui sia veramente. Invitare Gesù Questi sposi di Cana in Galilea invitano Gesù alle loro nozze. Non si rendono forse ancora ben conto di chi Egli sia. Intuiscono qualcosa. Lo conoscono per fama. Invitarlo alle loro nozze, averlo alla loro tavola, potrebbe essere una buona occasione per ascoltarlo da vicino, per diventarne l'uditorio privilegiato. Si accorgeranno ben presto di aver fatto la cosa migliore che potessero fare, per loro stessi e per il loro stesso matrimonio. Gesù si rivelerà l'ospite più importante che mai avrebbero potuto avere. Oggi si vive spesso come più ci aggrada senza darsi più il benché minimo pensiero di Dio e delle cose spirituali. Si nasce, si vive, ci si sposa, si muore e Dio è del tutto assente da quelle vite. Talvolta persino il riconoscimento formale davanti a Dio di un momento importante della vita come una nascita o un matrimonio, viene del tutto trascurato. Certo, è meglio nulla che la somma ipocrisia di entrare in una chiesa e poi "fregarsene altamente" di tutto ciò che essa rappresenta e di ciò per cui esiste, ma, almeno a livello di semplice "tentativo", invitare Gesù nella propria vita per "verificare" se sia fondato ciò che di Lui si dice, può essere estremamente prezioso. L'entusiasmo e la festa in occasione di nozze potrebbe infatti farci dimenticare una verità preziosa che spesso noi trascuriamo o di cui non ci avvediamo: nella nostra vita, senza l'intervento del Signore e Salvatore Gesù, manca qualcosa, anzi, manca l'essenziale!
Quando manca l'essenziale Il testo biblico ci dice: "Essendo venuto a mancare il vino " (Gv. 2:3). "Non hanno più vino", esclama allarmata la madre di Gesù. Se manca il vino alle nozze, almeno nella nostra cultura, è come se mancasse l'essenziale! L'amore è un meraviglioso dono che i fidanzati e i giovani sposi vivono con particolare intensità. Verrà ben presto, però, il tempo, in cui l'entusiasmo iniziale passa e subentra la noia, l'abitudine, le frustrazioni ed i fallimenti La nostra natura umana, corrotta com'essa è, riesce a rovinare ogni cosa bella che vi sia nella nostra vita, matrimonio compreso. Chi ci potrà liberare dall'egoismo, dai nostri vizi, dalla durezza del nostro cuore, dalla concupiscenza, dalla miseria morale e spirituale che vi regna? Quanti matrimoni falliti vi sono oggi! Sapete perché? Perché nella vita di quegli uomini e di quelle donne manca, o non è operante, qualcosa di essenziale, perché nella loro vita manca il Signore e Salvatore Gesù Cristo. Egli è "l'agnello di Dio che toglie i peccati dal mondo". "Guarda," osserva tristemente il cuore di una madre, "in quel matrimonio è venuta a mancare l'amore, la gioia, la pace, la pazienza, la gentilezza, la bontà, la fede, la mansuetudine, l'autocontrollo". Perché sono venute a mancare queste cose? Perché queste cose non sono il frutto naturale del cuore umano, ma sono "il frutto dello Spirito" (Ga. 5:22). Queste cose sono il frutto, il dono, di una particolare presenza nel cuore di quelle persone, la presenza del Salvatore Gesù Cristo! Il vino, tradizionalmente, nella Bibbia è simbolo della gioia e dello Spirito di Dio. Nella vita spesso non rimane altro che acqua (si, importante, ma acqua piatta e senza sapore, acqua che ha perduto la qualità dell'essere "frizzante"). Che cos'è necessario affinché quell'"acqua" si trasformi in buon vino? Il consiglio che dà la madre di Gesù è prezioso anche per tutti noi e specialmente per voi, sposi: "Fate tutto quello che egli, Gesù, vi dirà". Fate tutto quello che Gesù vi dirà! Ecco così che, accolta l'esortazione della madre di Gesù, sebbene indubbiamente perplessi, come perplesso magari rimane qualcuno qui oggi che, in occasione di un matrimonio, sente unicamente qui parlare di Gesù, avviene la sorpresa: "Ogni uomo presenta all'inizio il vino migliore e, dopo che gli invitati hanno copiosamente bevuto, il meno buono; tu, invece, hai conservato il buon vino fino ad ora" (Gv. 2:10). Ecco del "buon vino" che torna a "tirare su di tono" la situazione, dopo una grande delusione e frustrazione. L'importanza di un invito Capite allora perché è importante "invitare Gesù alle nozze", stabilire un rapporto con Lui, ascoltarlo con attenzione, lasciarlo operare nella nostra vita? Perché solo Gesù è Colui che può salvarci dal peccato che guasta e rovina ogni cosa in noi, anche le cose migliori! Egli solo può, comunicandoci il Suo Santo Spirito, ripulirci dentro da tutto ciò che ci sporca e, ammorbidendo il nostro duro cuore, insegnarci ad amare, ad amare davvero. Il matrimonio è la festa dell'amore, e noi vorremmo che questo amore continuasse per tutta la vita, aumentando, consolidandosi, traboccando in ogni cosa buona. Questo è il nostro ardente desiderio, non è vero? Perché, però, tutto ad un certo punto viene tragicamente a mancare? Perché in quel matrimonio, in quelle vite, manca la presenza vivificante del Salvatore e maestro Gesù Cristo. Non ci credete? Non credete che Gesù sia quello che la testimonianza biblica dice di essere e di poter fare? Non posso certo costringervi a crederlo. Posso solo, però, invitarvi a fare come quegli sposi, quelle famiglie di Cana. Non erano "parenti" di Gesù, non facevano parte della comunità dei suoi discepoli né erano simpatizzanti del Suo movimento. Sembra anche che, dopo l'osservazione della madre di Gesù a proposito che era venuto a finire il vino, Gesù avesse detto: "E allora? Che c'entro io?" (Gv. 2:4). Posso solo esortarvi ad "invitare" Gesù a entrare nella vostra vita come un ospite di riguardo e di "metterlo alla prova" con fiducia. Non ne resterete mai delusi, ve lo assicuro. "Gesù fece questo inizio dei segni in Cana di Galilea e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui" (Gv. 2:11). Gesù manifesta la Sua gloria dopo essere stato invitato a quel matrimonio. Darete voi l'opportunità a Gesù di manifestare la Sua gloria anche nel vostro matrimonio? Non sappiamo quanti, in quella compagnia di nozze, diventarono quel giorno seguaci di Gesù. In ogni caso la fede in Lui dei discepoli da Lui eletti crebbe e si rafforzò. Io prego implorando il Signore Iddio che Egli spinga voi tutti ad invitare Gesù, Salvatore, Maestro, Signore, nella vostra vita, diventandone fedeli seguaci. La Sua gloria, la Sua potenza, la Sua virtù, rimane oggi inalterata come lo era allora! [Paolo Castellina, venerdì 19 giugno 1998. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione "Nuova Diodati", edizioni La Buona Novella, Brindisi, 1991]. |