Che cosa c'è dietro ad un nome
Nota. Questa predicazione ha l'obiettivo di includere bambini e ragazzi presenti al culto, e di attirare la loro attenzione interpellandoli personalmente ed avvalendomi di sussidi visivi (frasi in evidenza, stampate o sulla lavagna luminosa, disegni, simboli). Viene qui indicato quando questo debba essere fatto. Viene lasciato alla discrezione del predicatore citare o non citare tutti i versetti biblici indicati.
(sussidi) Chiedere Carta di identità 1. NOME 2. NUMERO
3. CRISTIANO
4. VERITA'
5. CRISTIANO
6. Immagini di chiese
7. immagine di Gesù
8. GESU', IL CRISTO
9. AMO GESU'
10. AMORE
11. GESU' RISANA
12. Gesù mi ha chiamato, Gesù mi ha scelto
13. Appartengo a Gesù
14. DISCEPOLO
15. FRATELLO
16. Chiamati ad essere santi
17. CREDENTE
18. AMICO
19. Immagine di Gesù che dice "Chi osserva ". |
1. La tua carta di identità Chi sei? Come ti chiami? Dimmi il tuo nome e cognome. Fammi vedere la tua carta di identità! Perché ti chiami così? Perché il tuo nome piaceva ai tuoi genitori perché il tuo cognome indica la famiglia alla quale appartieni. La scelta del nome spesso è casuale, anche se ogni nome ha un particolare significato. "Paolo", per esempio, vuol dire "piccolo di statura". Dietro il tuo cognome, però, c'è tutta una lunga storia, che a molti piace investigare. Per questo molti fanno ricerche genealogiche e storiche. Vogliono sapere chi sono, da dove vengono. Sei fiero di portare il nome ed il cognome che porti? Dipende. C'è gente che non ama udire il proprio nome, perché odia sé stessa. Non deve però essere così. E' importante portare un nome, sapere chi siamo, che contiamo qualcosa, che abbiamo un valore, un'identità. Spesso nelle prigioni, ai carcerati, viene tolto il nome e viene assegnato loro solo più un numero. Ti piacerebbe essere conosciuto solo per un numero? "Essere solo un numero"? Ehi, 1431, vieni qui! Vuol dire essere uno qualunque, uno fra tanti? Quando un regime dittatoriale dà un numero ai suoi prigionieri, vuol dire che essi non contano più nulla. 2. Molto più che un nome Il mio nome è Paolo Castellina. Definisce la mia identità. Ne sono fiero? Si, certo, perché no? Questi nomi non li ho scelti io, ma amo i miei genitori che me li hanno trasmessi. Stimo la gente che porta il mio cognome. Sono anche fiero della nazione a cui appartengo, sia l'Italia che la Svizzera, e di essere cittadino europeo. C'è però un nome che porto, che per me è più importante ancora di questi. Io sono un cristiano. Perché sono un cristiano? Perché sono nato e vissuto in una famiglia e in un popolo che professa la fede cristiana. Certo. Per molti essere cristiani non significa molto. "E' solo una tradizione", dicono, e per loro basta così. Vi sono tanti oggi che dicono pure: "Non voglio più essere un cristiano perché non credo che la fede cristiana sia la verità. Si costruiscono così la loro identità secondo altri criteri, politici o religiosi che siano. Sebbene sia vero che io abbia ereditato la mia identità cristiana, io l'ho esaminata attentamente ed ho scelto di continuare ad essere cristiano. Ho capito che cosa significa, sono stato persuaso che la fede cristiana è verità, ho accettato il suo modo di vedere le cose, lo stile di vita che esso insegna, ho compreso la sua importanza e seguo coscientemente e, il più possibile coerentemente, questa via. A differenza però della mia tradizione famigliare, ho scelto, fra i diversi modi di essere cristiano, quello che mi pare migliore: sono cristiano, evangelico, riformato. In ogni caso è l'aggettivo "cristiano" che definisce esattamente chi sono e che cosa voglio essere, la mia identità. Nel Nuovo Testamento, è vero, chi seguiva questa fede è stato chiamato, da amici o da nemici, in modi diversi. "Cristiano" è la prima "etichetta", ma sono state usati altri aggettivi, come: discepoli, fratelli, santi, credenti, seguaci della Via, amici, nazareni, figli di Dio, servi di Dio, soldati di Dio, eredi di Dio, eletti, fedeli. Nel corso della storia anche con altri nomi: gnostici (quelli che conoscono le cose di Dio), teofori (quelli che portano Dio), cristofori (quelli che portano cristo), ma anche impostori, galilei, maghi, sofisti, atei (uomini che non adorano gli dei), sarmentiti (uomini indifferenti alla morte!) parabolani (uomini che vivono solo per morire), ecc. ecc. 3. Cristiano Che cosa significa fondamentalmente portare il nome di "cristiano", che cosa c'è dietro questo aggettivo? Dietro all'aggettivo "cristiano" certamente c'è un'organizzazione molto antica ed una storia. La storia del popolo cristiano è eroica ed appassionante. In questa storia vi sono, è vero, tante cose non belle di cui non è possibile andarne fieri. Molti oggi non vogliono più essere cristiani perché non vogliono avere a che fare con i lati negativi di questa storia. A me, però, questo non importa. Io sono cristiano perché "dietro" a questo aggettivo "si nasconde" - ed è quello che più importa - il nome di una persona meravigliosa, Gesù di Nazareth, detto il Cristo. Io sono cristiano perché coscientemente io voglio pensare, parlare, ed agire secondo l'insegnamento di Gesù di Nazareth, detto il Cristo, come presentato autorevolmente dalla Bibbia. Non a caso ho detto che Gesù di Nazareth è "una persona meravigliosa" perché da quando ho scoperto e conosciuto Gesù di Nazareth, io amo profondamente tutto quello che Egli è, tutto quello che Lui ha detto, tutto quello che Lui ha fatto. Non solo, io amo Gesù per ciò che Lui ha fatto per la mia vita e nella mia vita, come pure per ciò che farà con la mia vita! Se amiamo qualcosa o qualcuno è perché in esso c'è qualcosa di amabile, e non c'è forse grande eccellenza in Cristo, "lo splendore della gloria del Padre"? Riportando le parole di un credente, la Scrittura dice: "Come sei bello, mio diletto, e anche amabile!" (Ca. 1:16). "Lodate l'Eterno, perché l'Eterno è buono; cantate lodi al suo nome, perché è amabile" (Sl. 135:3). Fin da bambino, prima mia mamma e poi coloro che davvero mi volevano bene, desideravano che io conoscessi Gesù. L'ho conosciuto attraverso le pagine dei Vangeli e ho visto come il suo stile di vita fosse l'amore, amore totale e incondizionato. " come Dio abbia unto di Spirito Santo e di potenza Gesù di Nazareth, il quale andò attorno facendo del bene e sanando tutti coloro che erano oppressi dal diavolo, perché Dio era con lui" (At. 10:38). Ho visto come questo Suo amore fosse stato potente per cancellare dalla vita della gente che Lo incontrava ogni cattiveria, egoismo e tutto ciò che ci sporca e di guasta. Attraverso di Gesù ho conosciuto Dio. Ho conosciuto come Egli non solo sia il nostro amico, ma il più gentile e il più generoso: "Da questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la sua vita per noi anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli" (1 Gv. 3:16). "Egli ha dato la sua vita come prezzo del riscatto di tutti noi. A questo modo, nel tempo stabilito, egli ha dato la prova che Dio vuol salvare tutti gli uomini" (1 Ti. 2.6). Non ho però conosciuto Gesù solo come si può conoscere un qualsiasi personaggio della storia. Sono giunto a percepire e a capire come Gesù sia vivo oggi e per sempre, e come Gesù continui oggi a operare. Ho conosciuto Gesù che tocca il mio cuore e risana me, ho conosciuto Gesù che ha preso tutti i miei peccati e la mia miseria per inchiodarli, distruggerli su quella croce, e quindi riconciliare me oggi con Dio. Infine ho udito la voce di Gesù che mi chiamava a seguirlo e a servirlo in questo mondo, affinché io potessi partecipare all'opera di salvezza che Egli continua a portare avanti in questo mondo. "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi; e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto sia duraturo, affinché qualunque cosa chiediate al Padre nel mio nome, egli ve la dia" (Gv. 15:16). Nella città di Antiochia per la prima volta, coloro che avevano affidato la loro vita a Cristo, da Lui imparavano e Lui seguivano erano stati chiamati CRISTIANI (At.11:26), ed ecco perché io voglio portare il nome CRISTIANO, perché amo Gesù, voglio imparare a vivere come Lui ci ha insegnato e voglio far conoscere a tutti che Gesù Cristo è il Salvatore del mondo. Non aveva certo vergogna l'apostolo Paolo non solo di portare il nome di cristiano, anzi, di farlo conoscere a tutti, persino ai re della terra. Il re Agrippa, davanti a cui Paolo viene portato, esclama: "Ancora un po' e mi persuadi a diventare cristiano" (At. 26:28). E non avevano vergogna i seguaci di Gesù persino a soffrire a causa di questo impegno nella loro vita. Pietro diceva: "se uno soffre come cristiano, non si vergogni, anzi glorifichi Dio a questo riguardo" (1 Pi. 4:16). Sono cristiano perché APPARTENGO a Cristo, sono di Cristo (Mr. 9:41). Gli apostoli scrivono le loro lettere contenute nella Bibbia proprio a persone come me, che hanno investito in Gesù la loro vita. Ad esempio: " alla chiesa di Dio che è in Corinto ai santificati in Gesù Cristo, chiamati ad essere santi, insieme a tutti quelli che in qualunque luogo invocano il nome di Gesù Cristo, loro Signore e nostro" (1 Co. 1:2). 4. Altri nomi Cristiano è dunque la definizione più importante che caratterizza chi segue la persona e l'opera di Gesù di Nazareth. La Bibbia però usa altri nomi che definiscono chi sia il cristiano. Passiamone in rassegna alcuni. Discepolo I cristiani sono stati chiamati "discepoli", i "discepoli" di Gesù. Discepolo significa "scolaro, studente", lo scolaro che va alla scuola dove Gesù è il Maestro. Il discepolo di Gesù segue Gesù e impara a vivere come Gesù. La Scrittura dice: "Nessun discepolo è da più del suo maestro, anzi ogni discepolo ben addestrato sarà come il suo maestro" (Lu. 6:40). Andare alla scuola dove Gesù è maestro può costare molto. Sentite che cosa dice la Scrittura: "Or grandi folle andavano a lui, ed egli si rivolse loro e disse: "Se uno viene a me e non odia suo padre e sua madre, moglie e figli fratelli e sorelle e perfino la sua propria vita, non può essere mio discepolo. E chiunque non porta la sua croce e mi segue, non può essere mio discepolo. Chi di voi infatti, volendo edificare una torre, non si siede prima a calcolarne il costo, per vedere se ha abbastanza per portarla a termine? Che talora, avendo posto il fondamento e non potendola finire, tutti coloro che la vedono non comincino a beffarsi di lui, dicendo: "Quest'uomo ha cominciato a costruire e non è stato capace di terminare". Ovvero quale re, andando a far guerra contro un altro re, non si siede prima a determinare se può con diecimila affrontare colui che gli viene contro con ventimila? Se no, mentre quello è ancora lontano, gli manda un'ambasciata per trattare la pace. Così dunque, ognuno di voi che non rinunzia a tutto ciò che ha, non può essere mio discepolo" (Lu. 14:25-33). Fratello Un altro termine con cui venivano chiamati i cristiani è fratello. Diventare cristiani significa essere fatti figli adottivi di Dio, e questo vuol dire essere messi in una comunità laddove ci si scopre fratelli e sorelle. La Scrittura dice: "Ma voi non fatevi chiamare maestro, perché uno solo è il vostro maestro: Il Cristo, e voi siete tutti fratelli" (Mt. 23:8). In questo senso anche Gesù diventa nostro "fratello maggiore". Nella Bibbia troviamo quest'espressione: "Infatti colui che santifica e quelli che sono santificati provengono tutti da uno per questo motivo egli (Gesù) non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo: Farò conoscere il tuo nome ai miei fratelli, io ti celebrerò in mezzo all'assemblea" (Eb. 2:11,12), e ancora: "Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del suo Figlio affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli" (Ro. 8:29). Essere fratelli nella comunità cristiana non è solo un nome che si porta, ma è qualcosa di impegnativo. Iddio così ci esorta nella Sua Parola: "Nell'amore fraterno, amatevi teneramente gli uni gli altri nell'onore usate riguardo gli uni verso gli altri" (Ro. 12:10). "Infine siate tutti di una sola mente, compassionevoli, pieni di amor fraterno, misericordiosi e benevoli" (1 Pi. 3:8). Santo a proposito di cose impegnative, un altro nome che caratterizza i cristiani è quello di "santi". I cristiani sono chiamati ad essere santi prima di tutto perché sono stati tolti dal mondo per appartenere in modo speciale a Dio, e poi perché il loro stile di vita deve tendere ad assomigliare a com'era Cristo sulla terra, a Dio stesso. La Scrittura così dice del popolo che appartiene a Dio: "Temete l'Eterno, voi suoi santi, poiché nulla manca a quelli che lo temono" (Sl. 34:9). "Poiché tu sei un popolo consacrato all'Eterno, il tuo DIO; l'Eterno, il tuo DIO ti ha scelto per essere il suo tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra" (De. 7:6). "L'Eterno parlò ancora a Mosè, dicendo: "Parla a tutta l'assemblea dei figli d'Israele e di' loro: Siate santi, perché io, l'Eterno, il vostro DIO, sono santo. E sarete santi per me, poiché io l'Eterno, sono santo, e vi ho separati dagli altri popoli perché foste miei" (Le. 19:1, 2; 20:26). "Voi dunque non siete più forestieri né ospiti, ma concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio, edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Gesù Cristo stesso la pietra angolare, su cui tutto l'edificio ben collegato cresce per essere un tempio santo nel Signore, nel quale anche voi siete insieme edificati per essere una dimora di Dio nello Spirito" (Ef. 2:19-22). "Vestitevi dunque come eletti di Dio santi e diletti, di viscere di misericordia, di benignità, di umiltà, di mansuetudine e di pazienza" (Cl. 3:12). "Ma come si conviene ai santi, né fornicazione, né impurità alcuna, né avarizia siano neppure nominate fra di voi" (Ef. 5:3). "Ma noi siamo obbligati a rendere del continuo grazie per voi a Dio, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha eletti fin dal principio per salvarvi, mediante la santificazione dello Spirito e la fede nella verità" (2 Ts. 2:13). Credente Un'altra parola per definire il cristiano è CREDENTE. Credente significa soprattutto che il cristiano crede senza discussione che Gesù, tutto quello che lui ha detto , ha fatto, e che di Lui la Scrittura afferma è vero, santo e buono. Credere però vuol dire affidarsi di tutto cuore a Gesù come nostro Salvatore e Signore, e confessare apertamente e senza vergogna questa nostra fede. Dire: "Io credo in Cristo, ho affidato a Lui tutta la mia vita". Abramo "credette all'Eterno, che glielo mise in conto di giustizia" (Ge. 15:6). La stessa Bibbia è stata scritta per condurci ad essere credent: "Ma queste cose sono state scritte affinché voi crediate che Gesù è il Cristo il Figlio di Dio e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome" (Gv. 20:31). Sentite com'è bello questo versetto biblico: "Per questo infatti ci affatichiamo e siamo vituperati, poiché abbiamo sperato nel Dio vivente, il quale è il Salvatore di tutti gli uomini e principalmente dei credenti.... Nessuno disprezzi la tua giovinezza, ma divieni esempio ai fedeli nella parola, nella condotta, nell'amore, nello Spirito, nella fede e nella castità" (1 Ti. 4:10,12). Amico Un'altra bellissima definizione del cristiano è quella di AMICO. Il cristiano è amico di Cristo, amico di Dio, amico di tutto ciò che quindi è bello, buono, vero, santo e giusto. Di conseguenza il cristiano vuole essere amico anche di tutti. Dell'antico Abramo è scritto: "Così si adempì la Scrittura, che dice: "Or Abrahamo credette a Dio, e ciò gli fu imputato a giustizia"; e fu chiamato amico di Dio" (Gm. 2:23). Pensate che cosa magnifica essere chiamati amici di Dio. E' soprattutto Gesù che disse: "Nessuno ha amore più grande di questo: dare la propria vita per i suoi amici. Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa ciò che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udito dal Padre mio!" (Gv. 15:13-15). 5. L'ubbidienza Altri sarebbero i titoli, i nomi, che porta chi segue la via indicata da Cristo Gesù al Suo seguito, ma ci fermiamo qui. Credo però che in tutto questo discorso la cosa più importante sia proprio quello che Gesù ha detto prima: . Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. L'UBBIDIENZA è infatti il segno che caratterizza il vero cristiano. Gesù disse altresì "Chi ha i miei comandamenti e li osserva, è uno che mi ama, e chi mi ama sarà amato dal Padre mio; e io lo amerò e mi manifesterò a lui!" (Gv. 14:21). Sarebbe assurdo dire "io sono un cristiano" e poi disubbidire a ciò che Gesù ha insegnato chiaramente, trascurare i Suoi comandamenti, trovare scuse per non seguirli. Io amo Gesù, ho dato tutta la mia vita a Lui. In questo mondo non c'è nulla di meglio. Io lo voglio seguire fedelmente. Vorrei esortarvi a conoscere quanto sia meraviglioso Gesù e a seguirlo con fiducia ed ubbidienza per tutta la vostra vita. Lasciatemi però, alla fine, che io vi racconti questa parabola. C'era una volta, nei tempi antichi, un re che aveva fatto delle sagge leggi per il suo popolo, e la maggior parte della gente lo amava e lo rispettava come un padre, ma non tutti. Alcuni che affermavano di volergli bene non erano disposti ad ubbidirgli, Alcuni si lamentavano che le sue leggi erano troppo severe e, ogni qual volta lo potevano fare senza timore di essere puniti, le infrangevano. Ora, il re aveva un paese lontano dove erano sorti problemi e tumulti, ed il governatore di quel paese aveva scritto al re di andare a far visita a quella gente scontenta, e vedere se la sua presenza gli avrebbe persuasi ad ubbidirgli e ad amarlo. Il re promise di andare; prima però di partire, egli diede ad ogni famiglia una copia delle sue leggi. Stette via per molto tempo, e al suo ritorno vi fu molta festa. Quando però entrò nella sala del consiglio, alcuni gli raccontarono tristi storie di ribellione e di disubbidienza, non solo fra i poveri, ma fra i nobili, proprio quelli che erano stati più zelanti nelle loro espressioni d'amore e nei loro canti di benvenuto. Quando il re, avendo scoperto i trasgressori, chiese una copia delle leggi, e uno che doveva leggerla ai ribelli, essi erano rimasti confusi e silenziosi. Alcuni avevano perduto le carte che erano state loro affidate; alcuni le avevano bruciate apposta ed avevano dichiarato che non avrebbero più ubbidito. Molti avevano infranto una o più di quelle leggi. Era un re gentile, ma fermo e giusto; così raccolse insieme i suoi sudditi disubbidienti e guardandoli tristemente, chiese solennemente a ciascuno. "Amate voi il vostro sovrano?". Essi risposero "Si!". Il re così sollevò in alto una copia della legge, ed essi non poterono che abbassare la testa con vergogna. "Chi ha i miei comandamenti e li osserva, è uno che mi ama", disse. Lo stesso è con Cristo. Che possa essere così per ciascuno di voi. |
[Paolo Castellina, sabato 13 giugno 1998. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione "Nuova Diodati", edizioni La Buona Novella, Brindisi, 1991].