Quando una chiesa morta è auspicabile
Una chiesa morta
Nel libro dell'Apocalisse troviamo speciali messaggi che il Signore manda a sette diverse comunità cristiane dell'Asia minore di quel tempo. Quei messaggi sono stati conservati per noi perché, in realtà, quelle comunità cristiane sono tipiche di come può essere o diventare una chiesa in ogni tempo e paese, e quindi anche la nostra.
Alla quinta chiesa, la chiesa della città di Sardi, il Signore si rivolge in questi termini: "Io conosco le tue opere; tu hai la reputazione di vivere, ma sei morto" (Ap. 3:1 ND). Altre versioni della Bibbia così traducono questo versetto: "Io vi conosco bene. Tutti vi credono una chiesa vivente, ma in realtà siete morti" (TILC), "tu hai nome di vivere e sei morto" (R).
Già, non c'è niente di peggio di una chiesa che funzioni solo in apparenza, ma che in realtà sia quasi del tutto priva di vita spirituale, di impegno, di entusiasmo, di fede autentica, operante fede. Possono essere in vita strutture burocratiche, ci si può riunire formalmente "secondo la legge", gestire fondi e fabbricati, mentre la stragrande maggioranza dei suoi membri e perfino dei suoi conduttori, non ha la benché minima idea di che cosa significhi un fecondo personale rapporto con il Signore Gesù Cristo e della potenza vitale dello Spirito Santo che scorre nelle loro vene! Magari è anche presuntuosa, pensa di essere chissà che cosa di fronte al mondo, ma il Signore sta per "cancellare il suo nome dal libro della vita". Ha nome di vivere, ma è morta, non è altro che uno "zombie".
Un altro tipo di morte
Chi vorrebbe stare in una chiesa morta che ha nome di vivere? Meglio fuggirne e starne il più lontano possibile! Puzza in modo insopportabile! Non la raccomando a nessuno. Eppure in un solo caso è auspicabile, desiderabile, una chiesa "morta" e dei cristiani "morti", in un altro senso. Si tratta di quanto la Parola di Dio stessa afferma attraverso le parole dell'apostolo Paolo nella lettera ai Galati, che dicono: "Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato sé stesso per me" (Ga. 2:20).
Fin qui ho parlato della deprecabile situazione dell'essere morti rispetto alla fede, alla speranza, all'amore, morti rispetto ad un fecondo rapporto con Dio il Padre, con Dio il Figlio, con Dio lo Spirito Santo. Questo non è certo desiderabile. Desiderabile, auspicabile, è invece è essere morti rispetto al peccato, rispetto al mondo, e rispetto alla vecchia vita. Che cosa vuol dire?
I. Desidero una chiesa che sia morta al peccato
L'apostolo Paolo afferma descrivendo la condizione del cristiano: "Una cosa sappiamo di certo: quel che eravamo prima ora è stato crocifisso con Cristo, per distruggere la nostra natura peccaminosa e liberarci dal peccato" (Ro. 6:6 TILC).
Quando la Bibbia parla di peccato, al singolare, come del nostro problema fondamentale, usa la lettera maiuscola, è "il Peccato", cioè la nostra natura peccaminosa, natura peccaminosa che deve essere uccisa, distrutta. E' quella natura che ci spinge a mettere noi stessi sul trono sul quale solo Dio ha diritto di sedersi, il maledetto egocentrismo umano che è causa di tutti i nostri problemi, mettere noi stessi sopra tutto il resto. "Non vogliamo che costui regni su di noi", dicono, nella parabola di Gesù, quei dipendenti che vogliono spodestare il loro legittimo signore per mettere sé stessi al suo posto.
Si può dire di essere cristiani e chiamare Gesù "nostro Signore", mentre in realtà l'unico signore che conosciamo è la nostra propria volontà al posto di quella del legittimo Signore. Un cristiano, una chiesa, che non si sottomette all'autorità della Parola di Dio è un cristiano, una chiesa, solo apparente, di nome, morta, priva di quella vita spirituale che solo Cristo potrebbe dargli. Per questo quel cristiano, quella chiesa, che vuol vivere veramente, deve "ammazzare", "crocifiggere", distruggere la propria natura peccaminosa.
Se vogliamo vivere veramente, dobbiamo chiedere al Signore la grazia di crescere spiritualmente in quelle che potremmo definire le cinque fasi della vita cristiana all'insegna del principio biblico che dice: "Bisogna che egli cresca e che io diminuisca" (Gv. 3:30). Prima fare (quello che all'inizio diciamo tutti): "Io e soltanto io conto. Non voglio nessun Dio fra i piedi". Seconda fase: "Molto di me, un poco di te, o Dio". Terza fase: "Qualcosa di me, e qualcosa di te, o Dio". Quarta fase: "Un poco di me, e molto di te, o Dio". Quinta fase: "Nulla di me, e tutto di te, o Dio". E' quella che raggiunse l'apostolo Paolo quando disse: "Non son più io che vivo: è Cristo che vive in me. La vita che ora vivo in questo mondo la vivo per la fede nel Figlio di Dio che mi ha amato e volle morire per me" (Ga. 2:20 TILC).
Stiamo noi ammazzando la nostra natura peccaminosa? Solo così potremmo vivere e vivere veramente!
2. Desidero una chiesa che sia morta al mondo
L'apostolo Paolo dice: "Io invece voglio vantarmi soltanto di questo: della croce del nostro Signore Gesù Cristo: poiché egli è morto in croce, il mondo è morto per me e io sono morto per il mondo" (Ga. 6:14 TILC).
Una chiesa o un cristiano è morto spiritualmente quando non c'è alcuna differenza fra sé stesso e il mondo circostante che non fa professione di fede in Cristo. In che cosa noi, come cristiani, siamo diversi dal mondo che ci circonda? Dobbiamo essere qualitativamente diversi dal mondo. Una chiesa o un cristiano morto spiritualmente, invece, "va a braccetto con il mondo". Il cristiano autentico deve essere diverso dal mondo, deve, per usare un'espressione biblica, "morire al mondo".
La Parola di Dio auspica un cristiano o una chiesa che viva nel mondo, ma che non sia "del mondo", che non segua il suo modo di pensare, di parlare e di agire, che non si conformi agli usi e costumi del mondo, ma che si conformi a Cristo. Iddio ci dice: "E non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio" (Ro. 12:2).
E' come essere in una barca sull'acqua. Vuoi che la barca stia sull'acqua, ma non vuoi che l'acqua stia nella barca! Allo stesso modo come cristiani dobbiamo vivere nel mondo, ma non dobbiamo avere il mondo nella nostra vita. Il Signore Gesù, pregando per i suoi discepoli, disse: "Io non ti prego di toglierli dal mondo, ma di proteggerli dal Maligno. Essi non appartengono al mondo, come io non appartengo al mondo. Fa' che appartengano a te mediante la verità: la tua parola è verità. Tu mi hai mandato nel mondo: così anch'io li ho mandati nel mondo" (Gv. 17:15-18 TILC).
Paolo era un ministro di Dio, viveva una vita totalmente consacrata a Dio, ogni cosa girava intorno a Dio nella sua vita. "Ma lui era un ministro di Dio ...e noi siamo persone normali!" direste voi. E' vero che Paolo avesse un servizio particolare da svolgere, ma la Parola di Dio si aspetta che ogni cristiano degno di questo nome sia altrettanto consacrato a Dio nella sua particolare condizione.
Ogni tanto si vede in giro in qualche negozio il cartello: "Chiudiamo, svendiamo tutto a buon prezzo!". Quando la vendita è finita, il negozio è vuoto, non c'è più nulla da vendere. Il cristiano, per quanto riguarda il mondo, ha svenduto tutto, ha chiuso bottega, ha cambiato genere "di commercio". Non vende più "casse da morto", ma "articoli per neonati"!
3. Desidero una chiesa che sia morta alla vecchia vita
E' auspicabile, infine, anzi, obbligatorio, che una chiesa (o un cristiano) sia morta alla vecchia vita. L'apostolo dice: "Allora sapete cosa dovete fare: la vostra vecchia vita, rovinata e ingannata dalle passioni, dovete abbandonarla, così come si mette via un vestito vecchio"(Ef. 4:22 TILC).
La nostra natura umana, così come essa si manifesta oggi, è contaminata e rovinata dal peccato e dall'azione dell'avversario di Dio, Satana.
La Bibbia parla, con il suo linguaggio particolare, di una distinzione di base fra gli esseri umani. Ascoltate: "Così si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: se uno non fa la volontà di Dio e non ama suo fratello, dimostra di non appartenere a Dio" (1 Gv. 3:10).
Quando una persona, dopo essersi affidata a Cristo, diventa figlio di Dio, il suo vecchio modo di vivere è dichiarato legalmente "crocifisso", morto. Siamo legalmente morti rispetto al vecchio modo di vivere. Legalmente il vecchio modo di vivere non ha più diritti su di noi. Questo non significa che il vecchio nostro modo di pensare, di parlare, e di agire, non sorga più in noi. Significa che quando tutto questo rispunta è del tutto illegale che si presenti nella nostra vita. Ad esempio, è illegale superare i limiti di velocità, eppure talvolta li superiamo, e ne subiamo naturalmente le conseguenze. La legge deve essere fatta applicare!
Qual è la differenza fra morte legale e morte reale? Immaginiamo che tre uomini partecipino ad un esercitazione militare di guerra simulata. Vengono così colpiti dai loro avversari da pallottole finte che sporcano la loro divisa di vernice rossa. Essi, sebbene non siano stati feriti, secondo le regole della guerra simulata, sono legalmente morti, e non viene loro più permesso di parteciparvi. Ecco però che la jeep del comandante si blocca impantanata nel fango di una pozzanghera, ed il comandante, vedendo quei tre militari, ordina loro di venirlo ad aiutare a spingere la jeep fuori dal fango. Essi però dicono: "Non possiamo. Siamo morti". Il comandante dice al suo autista: "Vada a prendere quei corpi morti laggiù e li metta sotto queste ruote per poterci muovere di qua!". Così quei soldati "morti" si alzano ed aiutano il comandante ad uscire dal fango! Legalmente erano morti, e non potevano essere costretti ad aiutare il loro comandante, ma decidono di andarlo ad aiutare lo stesso
Legalmente noi siamo morti al peccato, e non dobbiamo più sottomettersi a ciò che il peccato ci comanda di fare! Io desidero una chiesa che sia morta a ciò che Dio considera peccato, perché solo allora sarà davvero vivente!
Conclusione
La Scrittura afferma: "Cristo invece è morto per noi, quando eravamo ancora peccatori: questa è la prova che Dio ci ama" (Ro. 5:8 TILC).
Si racconta che un giudice avesse un vecchio amico che si era reso colpevole di avere commesso un crimine. Il giudice si rendeva conto che il suo amico non ce l'avrebbe fatta se fosse stato mandato in prigione. Egli sapeva pure che il suo amico non avrebbe potuto pagare la pesante ammenda che gli era stata inflitta e che gli avrebbe fatto risparmiare il carcere. Indossando la toga della giustizia sapeva che era costretto a condannare quel suo amico. Dopo aver però pronunciato la sentenza di condanna sul suo amico, il giudice si tolse la toga e, nei suoi vestiti di tutti i giorni, il giudice discese dal suo banco di giudice per andare accanto al suo amico nel luogo della misericordia. Così il giudice prese il proprio portafoglio, e pagò l'ammenda in favore del suo amico. Poi il giudice riprese la sua toga di giustizia e mandò libero quel suo amico. Ecco che cosa Cristo ha fatto per te!
L'apostolo Paolo afferma: "Non son più io che vivo: è Cristo che vive in me. La vita che ora vivo in questo mondo la vivo per la fede nel Figlio di Dio che mi ha amato e volle morire per me" (Ga. 2:20 TILC). Il nostro giudice ha pagato per noi il prezzo della morte. Noi non gli dobbiamo più la morte. Siamo stati crocifissi con Cristo.
E' pure scritto: " mariti, amate le vostre mogli come Cristo ha amato la Chiesa, fino a sacrificare la sua vita per lei" (Ef. 5:25). Dato che Cristo è morto per la Chiesa, la Chiesa è legalmente morta. Legalmente la Chiesa è morta al Peccato. Legalmente la Chiesa è morta al Mondo. Legalmente la Chiesa è morta alla vecchia vita. Queste cose non devono aver più dominio su di noi quando accogliamo Cristo nella nostra vita. Siamo stati liberati per poter camminare in santità e novità di vita.
Questo è l'unico modo in cui io mi auspico che una chiesa sia morta: di questa Chiesa io sono fiero di farne parte. Di una chiesa spiritualmente morta, anche se ha fama di vivere, io non ne voglio aver nulla a che fare, salvo che noi si implori con insistenza il Signore a che la risusciti e non la cancelli dal libro della vita!
In ogni caso il Signore dice alla chiesa di Sardi, e pure a noi: "Sii vigilante e rafferma il resto delle cose che stanno per morire, perché non ho trovato le tue opere compiute davanti al mio Dio. Ricordati dunque quanto hai ricevuto e udito; serbalo e ravvediti. Se tu non vegli, io verrò su di te come un ladro, e non saprai a quale ora verrò su di te. Tuttavia hai alcune persone in Sardi che non hanno contaminato le loro vesti; esse cammineranno con me in vesti bianche, perché ne sono degne. Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese" (Ap. 3:2-6).
(Paolo Castellina, venerdì 24 aprile 1998. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, Ediz. La Buona Novella, Brindisi, 1991).