Riposo, ricompensa, risurrezione
Il testo biblico
Dall'ultimo libro della Bibbia, l'Apocalisse, leggiamo queste parole che Dio ha ispirato all'Apostolo Giovanni e che sono verace Parola di Dio: " udii una voce dal cielo che diceva: "Scrivi: beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, essi si riposano dalle loro fatiche perché le loro opere li seguono"" (Ap. 14:13).
Introduzione
La Bibbia insegna che la vita della creatura umana non termina alla tomba. Essa ci insegna che noi siamo speciali creature di Dio che portano in sé stesse una somiglianza con l'Eterno Iddio, un'identità personale che non può essere distrutta con la morte del corpo. Le parole della Scrittura che abbiamo or ora letto, comportano proprio questo chiaro presupposto.
Si tratta ovviamente di un punto di vista diverso da quello prevalente oggi, in cui il materialismo toglie alla nostra generazione ogni speranza ed ogni prospettiva per la nostra esistenza personale, ma anche diverso da quello di chi immagina un aldilà solo fatto di fantasmi
Dal nostro punto di vista la morte appare spaventosa, evidenza della sconfitta della vita e della devastazione di quanto abbiamo di più caro. Dal punto di vista di Dio, però, le cose appaiono del tutto diverse.
C'è una categoria di persone che, quando muoiono, sono chiamate da Dio "beate". Il testo dice: "beati i morti che "! Possibile? L'aggettivo "beato" letteralmente significa "felici", persone con le quali congratularsi, fortunate! Lungi dall'essere commiserati, Dio dice che vi è una circostanza in cui una persona che muore possa essere invidiata! Il testo afferma: "beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore".
Un poeta aveva in mente proprio questo quando descriveva la morte come "la chiave d'oro che apre il palazzo dell'eternità", considerandola, per la grazia di Dio, come l'accesso ad una ben migliore condizione. Ed è vero: proprio perché essa è l'entrata in una diversa dimensione della realtà, segnata dall'eternità, essa diventa per il popolo di Dio, un esperienza dolorosa, ma pur sempre benedetta,. Può essere simile all'esperienza del parto: in sé un travaglio, ma che diventa ben presto una grande gioia.
Questo testo ci parla di tre doni meravigliosi che Dio ci vuole fare in Cristo. Iniziano tutti con la lettera R. Sono: riposo, ricompensa, e risurrezione. Vediamo un po' meglio.
1. L'accesso al riposo
Il nostro testo dice che la morte è, prima di tutto, l'accesso al "riposo dalle nostre fatiche". La parola "fatica" descrive qui la stanchezza ed il logorio causato da un duro lavoro, da un compito difficile. Questo suggerisce come la vita possa essere davvero dura, piena di difficoltà, di delusioni, di malattia.
Nell'opera teatrale: "Morte di un commesso viaggiatore", il commediografo Arthur Miller fa dire ad uno dei suoi personaggi: "La vita è una giungla. Willy, sii duro e resistente. Alcuni si addentrano nella giungla e vi scoprono diamanti. Altri vengono azzannati dalle tigri. La vita è una giungla, Willy, sii duro e resistente!".
Noi tutti incontriamo quei momenti in cui la vita è come una giungla - piena di spaventi, di lotte, di malattia e dolore. E' facile diventare stanchi ed esauriti per tutto questo ed aneliamo al riposo ed al sollievo. Per il popolo di Dio la morte è la porta che ci fa entrare in quel riposo.
La morte, in effetti, può diventare anche qualcosa per cui ringraziare il Signore. Vi sono circostanze in cui un infermo ha bisogno della morte come colui che è stanco ha bisogno del sonno. Viene il tempo in cui è necessario deporre il nostro fardello per riposarci.
La parola "riposo" che qui appare, è una parola molto bella. Significa trovare la tranquillità del corpo e della mente, essere ristorati. Suggerisce il termine delle sofferenze e delle tribolazioni della vita. Questo è proprio ciò che Gesù promise ai Suoi discepoli quando disse: "Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero"" (Mt. 11:28-30). In questo mondo di tribolazioni, possiamo trovare riposo. Vi sarà però un riposo più grande e completo per noi quando andremo a dimorare con il Signore, nel riposo della dimensione celeste alla presenza stessa di Dio.
Si, coloro che hanno deposto il loro fardello ai piedi di Cristo e sono entrati in quel riposo possono veramente ricevere molte congratulazioni, perché sono davvero felici.
La morte non è solo la porta che ci fa entrare nel riposo di Cristo, ma pure essa è:
2. Accesso alla ricompensa
Qui l'apostolo dice in Apocalisse 14: "le loro opere li seguono".
La Bibbia ci parla di un registro, una "banca dati", che accompagna ciascuno di noi e che registra meticolosamente la nostra vita. Ci accompagna durante la nostra vita terrena e ci seguirà nell'eternità. Ciascuno di noi, dal modo in cui vive, dalle parole che dice, da quello che compie, accumula, per usare un'espressione di Gesù, "le sue ricchezze in cielo" (Mt. 6:20). Gesù dice: "Chi darà anche solo un bicchiere d'acqua fresca, a uno di questi piccoli perché è mio discepolo, vi assicuro che riceverà la sua ricompensa" (Mt. 10:42). Nella Bibbia pure è scritto: "Dio non è ingiusto. Non dimentica quel che avete fatto, e l'amore che avete mostrato verso di lui, aiutando i vostri fratelli nella fede" (Eb. 6:10). Tutte queste cose sono parte di una registrazione permanente che porteremo nell'eternità.
Per la morte di un amico che aveva dimostrato sempre grande generosità durante la sua vita, uno disse: "Non puoi piangere per delle persone che hanno lasciato nella vita più di quanto ne abbiano portato via". Noi tutti lasciamo qualcosa in questa vita. La nostra influenza o testimonianza, buona o cattiva che sia, rimane a lungo dopo che ce ne saremo andati.
Lasciamo indietro qualcosa, ma anche portiamo con noi di tutto questo una registrazione. Le nostre opere ci seguiranno, ci accompagneranno fino al giorno del giudizio.
Non fraintendete però questo giudizio. Lo scopo del giudizio di Dio non sarà quello di determinare il nostro destino ultimo. Determina il nostro destino ultimo il modo in cui ci rapportiamo in questa vita al Signore e Salvatore Gesù Cristo. E' solo sulla base se avremo affidato a Lui tutta la nostra vita che avremo vita eterna e che dimoreremo con Lui nella sfera celeste. Per questo è di estrema importanza, in questa vita, vivere molto seriamente come fedeli discepoli di Cristo, perché è così che potremo per sempre dimorare con Lui.
Scopo del giudizio non è quello di determinare il nostro destino ultimo, ma di determinare quale sarà, in quel destino, la nostra ricompensa. Noi possiamo essere salvati solo per grazia, ma riceveremo la nostra ricompensa per opere. Se avremo vissuto fedelmente e servito il Signore Gesù con amore, allora la morte diventerà la porta che ci farà accedere alla nostra ricompensa finale. E quelli che sono avviati a ricevere una buona ricompensa possono veramente ricevere congratulazioni!
La morte non è solo la porta che ci fa entrare nel riposo e nella ricompensa, ma è pure, infine, un:
3. Accesso alla risurrezione
La risurrezione non è menzionata in questo versetto, ma è affermata in un altro luogo della Scrittura che dice: "Ma Cristo è veramente risuscitato dai morti, primizia di risurrezione per quelli che sono morti. Infatti, per mezzo di un uomo è venuta la morte, e per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione. Come tutti gli uomini muoiono per la loro unione con Adamo, così tutti risusciteranno per la loro unione a Cristo" (1 Co. 15:20-22).
La Bibbia insegna molto di più che l'immortalità o la sopravvivenza dello spirito umano. Essa pure insegna la risurrezione del corpo. Coloro che muoiono in comunione con Cristo vanno immediatamente con il Signore, e quando Cristo ritornerà, il loro corpo che è morto tornerà a vivere. Sarà un corpo nuovo e di risurrezione, simile al corpo risorto di Cristo. Allo stesso modo in cui il Suo corpo era riconoscibile, così potremo riconoscere i nostri amici e coloro che amiamo. Come il Suo corpo trascendeva i limiti dello spazio e del tempo, così pure il nostro corpo non sarà soggetto alle limitazioni di questa vita. Come il Suo corpo non era più soggetto alla malattia ed al decadimento, così il nostro corpo sarà immortale. Vivrà per sempre.
E' Gesù stesso a condividere questi pensieri alla Sua amica Marta, afflitta per la scomparsa del fratello Lazzaro. Gesù le disse "Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà" (Gv. 11:25). Gesù dichiara ancora "Fra poco il mondo non mi vedrà più, ma voi mi vedrete, perché io ho la vita e anche voi vivrete" (Gv. 14:19).
Conclusione
Questa è la morte dal punto di vista di Dio. Questa risurrezione, però, è bene notarlo con chiarezza, non apparterrà a tutti. E' solo una promessa che viene fatta a coloro che sono in comunione con Cristo, "i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore". E' solo quando affidiamo consapevolmente la nostra vita a Gesù Cristo e Lo seguiamo come Signore e Salvatore, che la morte potrà essere per noi una esperienza benedetta.
Riposo, ricompensa e risurrezione sono il dono che Dio ci fa in Gesù Cristo. Non cerchiamole altrove ed in modi diversi da quelli che Dio ha sovranamente stabilito nella Sua Parola: non le troveremo.
Preghiera
Preghiamo: Padre nostro celeste: Tu sei Colui che infrange le catene del peccato e della morte. Tu sei Colui che ci dà quella pace che è eterna, oltre la morte e che questo mondo non può né darci né portare via. Tu sei Colui che trasforma la nostra afflizione in festa, la nostra tristezza in gioia, la nostra perdita in fiducia. Noi Ti ringraziamo e Ti diamo ogni lode, onore e gloria. Ti ringraziamo, Dio nostro Padre, che ci dai la vittoria, quella vita che è abbondante ed eterna, per Gesù Cristo, il nostro Signore crocifisso, risorto e vivente, ora e per sempre. Amen.
Soli Deo Gloria