Ogni speranza è perduta? 


"Fammi giustizia, o Dio, difendi la mia causa contro gente malvagia; liberami dall'uomo falso e malvagio. Tu sei il Dio che mi dà forza; perché mi hai abbandonato? Perché devo andare vestito a lutto per l'oppressione del nemico? Manda la tua luce e la tua verità, perché mi guidino, mi conducano al tuo santo monte e alle tue dimore. Allora mi avvicinerò all'altare di Dio, al Dio della mia gioia e della mia esultanza; e ti celebrerò con la cetra, o Dio, Dio mio! Perché ti abbatti, anima mia? Perché ti agiti in me? Spera in Dio, perché lo celebrerò ancora; egli è il mio salvatore e il mio Dio" (Sl. 43).

La sua difficile situazione

Il salmista, forse il giovane Davide si trova in una difficile situazione personale. Sa che Dio lo ha scelto per diventare re di Israele, ma tutto sembra andargli male. Il re Saul lo perseguita e lui è un fuggiasco che, per di più, deve lottare contro i Filistei nemici di Israele. Sente tutto il peso di gente malvagia che calpesta i suoi diritti. Sono gente cattiva ed abile nell'arte della menzogna e della calunnia. Uno spirito cattivo, infatti, spinge Saul a dare il peggio di sé stesso contro la volontà di Dio. E' diventato per lui un ingiusto nemico che semina morte.

Che dire poi dei Filistei? Si tratta di persone empie, prive di principi religiosi determinanti, non hanno scrupoli a ferire quando così possono gratificare le loro passioni o promuovere i loro interessi. Sono ingannevoli perché assumono la posa d'essere amici per conquistarsi fiducia e stima, per poi colpire alle spalle colpendo proprietà, reputazione, pace. Sono oppressori perché profittano della debolezza e dipendenza calpestando la giustizia e l'umanità, esigendo servizi irragionevoli, imponendo pesanti fardelli, ingiurie e privazioni.

Tutta questa situazione lo abbatte, lo deprime, agita il suo spirito, le menzogne dei suoi avversari lo confondono. Si chiede il perché di tutto questo e si sente abbandonato da Dio stesso. Dio lo ha abbandonato forse? Ha fatto qualcosa che merita la Sua riprensione?

Davide ha perso di vista chi lui sia davanti a Dio, credente salvato per grazia, scelto da Dio per un compito che verrà infallibilmente adempiuto (Dio lo ha decretato) come pure egli sembra dimenticare le promesse che Dio gli ha fatto e che manterrà. Davide sembra aver perso la speranza.

E' la situazione di Gesù che, sulla croce, fra terribili sofferenze, grida: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?".

La situazione qui descritta è simile a quella di credenti che, in ogni tempo e paese, sono sopraffatti dalle difficoltà che incontrano sul loro cammino di cristiani. Sembra che Dio li abbia dimenticati, abbandonati. Sembrano aver perso ogni speranza.

La sua confessione di fede

La voce di questo credente, così, si leva forte verso Dio in preghiera. Egli grida a che Dio lo soccorra e che non lo abbandoni. Si sente respinto da Dio perché afflitto e non è sorto subito in suo soccorso. Questo però lo fa rientrare in sé stesso. Dio non respinge alcuno di coloro a cui ha concesso grazia e che ora Gli appartengono. Essi permangono nel Suo amore, sono legati da un patto, sono nelle mani di Cristo. Sono sempre sotto il suo sguardo.

Questo credente, così, rammenta a sé stesso e a noi, confessando così la sua fede, tutto ciò che Dio è e che ha promesso di essere. La fede che Dio possa prendersi cura del suo caso ritorna alla sua coscienza. Egli ha libero accesso a Dio da cui trarre luce e verità. Non c'è motivo di abbattersi. Egli crede e spera nella fedeltà di Dio alle Sue promesse. Ribadisce così tutto ciò che Dio per lui rappresenta:

(1) Dio è il mio giudice, al quale posso con fiducia sottoporre il mio caso: "Fammi giustizia, o Dio". Egli sa che Dio giudica sempre con giustizia.

"Non sia mai che tu faccia una cosa simile! Far morire il giusto con l'empio, in modo che il giusto sia trattato come l'empio! Non sia mai! Il giudice di tutta la terra non farà forse giustizia?" (Ge. 18:25). "Tu infatti hai sostenuto il mio diritto e la mia causa; ti sei assiso sul trono come giusto giudice" (Sl. 9:4). "Poiché il SIGNORE è il nostro giudice, il SIGNORE è il nostro legislatore, il SIGNORE è il nostro re, egli è colui che ci salva" (Is. 33:22). "…Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione" (2 Ti. 4:8).

(2) Dio, il mio difensore: "difendi la mia causa contro gente malvagia". La persona che ha affidato la Sua vita al Signore Gesù Cristo sa che ora possiede "il migliore fra gli avvocati", che perorerà con successo la sua causa presso Dio, nonostante tutte le sue mancanze. Dice l'apostolo Giovanni: "Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto" (1 Gv. 2:1).

(3) Dio, il mio liberatore: "liberami dall'uomo falso e malvagio". Il popolo di Dio ha sempre fatto, nel corso della sua storia, esperienza di Dio come di Colui che libera, a livello individuale come collettivo. Rinnegherà forse ora Sé stesso nel nostro caso? "I figli d'Israele gridarono al SIGNORE ed egli fece sorgere per loro un liberatore" (Gd. 3:15). "Il SIGNORE è la mia rocca, la mia fortezza, il mio liberatore; il mio Dio, la mia rupe, in cui mi rifugio, il mio scudo, il mio potente salvatore, il mio alto rifugio" (Sl. 18:2); "egli è il mio benefattore e la mia fortezza, il mio alto riparo e il mio liberatore, il mio scudo, colui nel quale mi rifugio, che mi rende soggetto il mio popolo" (Sl. 144:2).

(4) Dio, Colui che mi dà forza: "Tu sei il Dio che mi dà forza". Il Signore Iddio si è sempre rivelato Colui che può dare forza "allo stanco" per l'opera deleteria del peccato e di tutto ciò che attenta al nostro benessere fisico e spirituale. Egli è fonte di forza per tutti coloro che confidano in Lui.

(5) Dio, il mio Salvatore. "Egli è il mio Salvatore". Colui che non ha risparmiato il Suo unico Figlio per la nostra salvezza, non giungerà forse in nostro soccorso per sovvenire a situazioni certo inferiori alle temibili conseguenze del peccato sulla nostra persona?

(6) Dio, il Dio della gioia e della esultanza. "Dio della mia gioia e della mia esultanza". Iddio è Colui che può ispirare serenità e gioia anche nelle peggiori fra le circostanze. E' esperienza del popolo di Dio di ogni tempo e paese.

(7) Yahweh è il mio Dio. "Egli è il mio Dio". Il credente può veramente dire che Iddio è "il mio Dio", non un Dio astratto e lontano, non un'idea senza alcuna rilevanza sulla realtà, come qualcuno vorrebbe far intendere. Per il cristiano Dio è una presenza viva che ti sta vicino, ti conosce per nome e "ti tiene per mano".

Le sue richieste

Sulla base di tutto questo il credente può chiedere: "Fammi giustizia, difendimi, liberami, dammi forza, manda la tua luce e la tua verità affinché mi guidino, affinché mi conducano più vicino a Te" in questi momenti difficili.

Il credente chiede che il Signore gli faccia avere viva coscienza della presenza accanto a lui del sole di giustizia, luce del mondo, il Messia; l'autore della luce naturale, spirituale ed eterna. Che egli possa fare rinnovata esperienza dello Spirito Santo che illumina (sia nella conversione che dopo).

Che la verità di Cristo stesso, l'Evangelo si imponga nella sua mente e metta a tacere ogni parola menzognera che ode dal mondo nei suoi confronti.

Le difficoltà della vita e le menzogne degli avversari, gli avevano fatto "mollare la presa" e cadere. Lui però prende coscienza dei privilegi che gli competono come figlio di Dio. Ripensa a ciò che Dio è ed ha operato nella sua vita. Tutto questo gli deve essere, per così dire, rammentato. Ripresa coscienza di rutto questo, il Salmista torna e celebrare Dio e a vedere in Lui solo la fonte delle sue risorse spirituali che gli permetteranno di resistere all'avversario e a vincere. Una grande gioia è il retaggio del popolo di Dio. E' così che rinasce in lui la speranza, quella speranza che gli permette di affrontare ogni situazione. Magari non verrà liberato subito dalle sue difficoltà, ma "terrà duro", con la forza che Dio concede, sicuro che esse termineranno e daranno adito alla vittoria di Dio sul male.

(Paolo Castellina, sabato 28 marzo 1998. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Riveduta, Società Biblica di Ginevra, 1993).


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