Resistere e vincere le tentazioni è possibile!


"Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno" (Eb. 4:14-16).

I. Introduzione: La triste realtà

Uno di questi giorni passati, recandomi ha scuola, ho ritrovato abbandonato e stracciato in un angolo di un'aula, uno dei volantini che avevo preparato per invitare bambini e ragazzi ad uno speciale culto domenicale a loro destinato. L'ho raccolto e, dopo aver cercato di tornare ad appiattirlo sanando, se possibile, il risultato di uno stropicciamento direi quasi rabbioso da parte di uno degli scolari, vi ho visto delle scritte. Con una scrittura infantile delle prime classi, sotto la frase stampata che diceva: "Partecipate numerosi!" c'era scritto a matita: "Non sono mica scemo!" o qualcosa di simile, insieme a delle frasi volgari.

Nonostante gli sforzi per rendere il più possibile appetibile per i bambini ed i ragazzi il culto che al Signore Iddio è dovuto, nonostante la migliore volontà per rendere loro una testimonianza positiva nella fede cristiana, per qualche bambino, sia pure battezzato e appartenente formalmente ad una comunità cristiana, onorare Dio la domenica nel culto "è da scemi" …alla faccia della nostra conclamata "chiesa di popolo", come pure di tutta l'"istruzione religiosa" che qualcuno insiste si debba dare nelle scuole!

Benché sia molto triste per chi ami sinceramente il Signore e desideri fare la Sua volontà, non fa meraviglia che il cuore umano, sin dall'infanzia, sia così ostile a Dio ed avverso a conformarsi alla Sua Legge rivelata, e questo anche indipendentemente dal clima anticristiano che si respira oggi nella nostra società. Forze di potenza inaudita, infatti, fanno tutto quanto è in loro potere per attirare la gente lontano da ogni contatto con il Dio vero e vivente, per convincerla, promettendo ingannevolmente libertà, che di Dio "si sta meglio senza" e per tenercela! E' l'ineguagliata efficacia della tentazione satanica che, da Adamo ed Eva in poi, continua a mietere le sue vittime.

II. Un'ostilità innata

E' vero: la Scrittura stessa afferma che l'uomo naturale, fin dalla sua infanzia, è estraneo e nemico di Dio "nella sua mente" (Cl. 1:21 Riv.). Estraneo alla vita di Dio, a motivo dell'ignoranza che è in lui e dell'indurimento del suo cuore, egli ha l'intelligenza ottenebrata (Ef. 4:18). Le forze spirituali della malvagità hanno ottenuto un notevole risultato davvero sulla più nobile delle creature di Dio! Così, per quanto la si possa informare, la sua mente umana ora si erge orgogliosa della presunta libertà. In realtà essa è ineluttabilmente costretta, dalla sua natura corrotta, ad agire contro Dio e contro la Sua legge.

La situazione umana è indubbiamente tale da scoraggiare qualsiasi umano tentativo, per quanto bene intenzionato, di riconciliare uomini, donne e bambini a Dio. Al massimo l'uomo riesce a creare religioni adattate ai suoi comodi o che costringono - senza molto costrutto - la gente a compiere gesti religiosi dal valore oggettivamente molto dubbio.

III. La risposta: in Cristo e con Cristo

Quel che però l'uomo non può realizzare, Dio, quando fu giunto il tempo stabilito, mandò suo Figlio, Gesù Cristo. Egli nacque da una donna e, umano fra umani, venne per liberarci da quelle forze negative che ci controllano, da quella schiavitù che ci disumanizza e che ci fa credere di poter trovare lontano da Dio la migliore realizzazione di noi stessi e la libertà (Ga. 4:4,5).

Gesù aveva tutti gli elementi essenziali della natura umana e che lo rendevano simile a noi, cioè un corpo ed un'anima. Come noi era sottoposto a tutte le leggi ordinarie della crescita umana, sentimenti, necessità, sofferenze... Una caratteristica, però, lo distingueva da ogni altro essere umano: Gesù era del tutto libero dal peccato. La rivelazione biblica, infatti, presenta la Persona di Gesù come l'immagine della creatura umana in perfetta armonia con tutto ciò che Dio aveva disposto fin dall'inizio dovesse essere. Egli amava Dio Padre con tutto il suo cuore, con tutta l'anima sua, con tutta la forza sua, con tutta la mente sua, e il Suo prossimo come Sé stesso. Gesù amava la Legge di Dio e la Sua gioia più grande era quella di osservarla. Anche per questo la Sua personalità, la sua capacità di fare il bene e la sua forza contro il male era così potente.

Mentre nella natura umana, decaduta com'è, c'è sempre una notevole riluttanza ad ubbidire a Dio, e talvolta un risentimento di palese avversione verso tutto ciò che Dio esige da noi, mentre tutti i nostri desideri sono in rivolta contro Dio, non si sottomettono alla Sua legge e neppure lo potrebbero (Ro. 8:7), la natura morale di Gesù era diversa. Essa non era degenerata come quella di noi tutti, era simile piuttosto a quella che aveva avuto Adamo prima di peccare. In Gesù non c'era alcuna inclinazione che potesse essere sfruttata da Satana per sfidare Dio ed opporsi alla Sua Persona e volontà.

IV. Il solo Salvatore

E' proprio per questo che Lui solo poteva e può essere il nostro Salvatore.

§ Egli solo, ripieno del santo Spirito di Dio, aveva ed ha la forza morale e spirituale di chiamare a Sé uomini e donne come Suoi discepoli e di rigenerare il loro spirito affinché, rinnovata la loro mente e trasformato il loro cuore, volessero e potessero essere come Dio vuole ed in questo trovare l'autentica loro libertà. § Gesù solo adempì la volontà di Dio tanto da poter far accreditare questa Sua giustizia a quei peccatori che Gli sono affidati. Cristo, infatti, ubbidì in loro favore i comandamenti morali che si applicano a tutta l'umanità. La Sua perfetta ubbidienza Lo qualifica come un Salvatore pienamente sufficiente § Gesù solo, del tutto libero dal peccato, è stato come un agnello "senza difetto né macchia" in grado di offrire per noi il Suo prezioso sangue (1 Pi. 1:19) e pagare Egli stesso, in nostra vece, il nostro peccato. § Gesù solo, sconfiggendo la morte, fine e risultato ultimo dell'opera di Satana, può essere forza efficace affinché anche noi se ne risulti vincitori!

V. Tirati da due parti

Il temibile nemico di Dio, però, non si rassegna a vedersi strappare dal suo controllo quelle persone che si sono affidate a Cristo per la loro salvezza. Se da una parte, come credenti, siamo irresistibilmente attratti a volere e ad operare ciò che è gradito a Dio, in comunione con Cristo, dall'altra siamo tirati dalla nostra carne, dal mondo e da Satana a tornare, se possibile, sulle "antiche vie" del peccato.

Le tentazioni non sono "acqua passata" per il credente. L'avversario di Dio ancora cercherà di far cadere il credente nelle sue trappole. § Sono tentazioni a pensare, a dire ed a fare ciò che a Dio dispiace, § tentazioni ad indulgere a nostro danno ai nostri desideri naturali, § ad evadere le questioni morali e spirituali, § a smussare gli angoli della moralità, § a trovare facili scappatoie, § ad essere meno che amorevoli e solidali verso gli altri, § ad essere egocentrici e a perderci nell'autocommiserazione. Sono tentazioni che mirano, se possibile a far riprendere nel credente quella stessa opera che già porta avanti nei figli di questo mondo per causare la loro rovina. Satana, il mondo, la propria carnalità si coalizzano per far cadere il figliolo di Dio. Questo aveva spinto l'apostolo Giacomo a scrivere: "Nessuno, quand'è tentato, dica: "Sono tentato da Dio"; perché Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno; invece ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce. Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte" (Gm. 1:13-15).

VI. A partecipare alla nostra situazione è Gesù!

E' un'aspra guerra quella che il credente sente in sé stesso. Forse però che il credente viene lasciato a sé stesso, privo di risorse, a lottare contro le tentazioni che lo affliggono? No. Quello stesso Gesù che seguiamo come discepoli, che ci rigenera e ci salva, può simpatizzare con noi in queste nostre debolezze e venire in nostro soccorso.

Perché Gesù ci può comprendere perfettamente nelle tentazioni che dobbiamo affrontare? Il nostro testo biblico di base risponde a questa domanda: "…non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato". Pensate, Gesù tentato in ogni cosa come noi! Si, come ciascuno di noi Gesù aveva fatto esperienza dei violenti attacchi che Satana ed il mondo sferrano contro le creature morali affinché deviino dalla retta via tracciata per loro da Dio.

Nel deserto. Esemplari per noi sono le tentazioni che Gesù dovette soffrire prima di iniziare il suo ministero pubblico. Quaranta giorni e quaranta notti nel deserto, tentato da Satana, di cui la vicenda del popolo di Israele durante l'Esodo nel deserto del Sinai è prefigurazione. Per Gesù si tratta di tentazioni che fanno appello a motivazioni comuni: bisogni fisici, orgoglio, il desiderio dei beni di questo mondo... Ciascuna però è particolarmente mirata a Gesù nei termini dei Suoi diritti divini: "Se tu sei il Figlio di Dio…" (Mt. 4:3,6). La terza tentazione offre a Gesù una via per essere Re che eviti la croce. A queste tentazioni Gesù risponde con la Sua determinazione a seguire esclusivamente la buona e santa volontà di Dio, per quanto dura e difficile possa essere. Nessuna ingannevole scorciatoia!

Causa di sofferenza per Gesù. Satana tenta Gesù non attizzando in lui il fuoco del peccato, perché non ce l'aveva, né mettendo in lui il germe del peccato, il che non sarebbe stato possibile. Satana non avrebbe potuto trarre alcun vantaggio da Gesù. Invano egli cerca di sollecitare in un modo o in un altro comportamenti devianti dalla volontà di Dio Padre. Le tentazioni di Gesù, forti, fastidiose e spiacevoli, fanno piuttosto parte delle grandi sofferenze che Gesù dovette affrontare in questo mondo per la salvezza dei Suoi. Gesù soffrì la povertà e l'altrui meschinità, il disprezzo e l'indifferenza dei propri parenti, l'avversione ed il rimprovero della società. Venne tentato dai Giudei con domande tese a farlo cadere in trappola; fu abbandonato dai Suoi seguaci e persino da Dio Padre. Grandi prove e sofferenze queste, come pure grandi dolori fisici, sofferenza nella mente e l'esperienza stessa della morte: senza dubbio enormi tentazioni.

Senza mai cedere. Come noi Gesù deve affrontare, dunque, molte tentazioni. Nel deserto, nel Getsemani e sulla croce Gesù combatte contro le tentazioni e resistette al peccato fino alla morte. Con una differenza però, "senza commettere peccato", cioè senza mai cedere ad esse. Per questo Gesù veramente non solo può comprendere e simpatizzare con la nostra condizione, ma può pure venire in nostro soccorso al momento opportuno. Dice infatti la lettera agli Ebrei: "…infatti, poiché egli stesso ha sofferto la tentazione, può venire in aiuto di quelli che sono tentati" (Eb. 2:18), e ancora: "…considerate perciò colui che ha sopportato una simile ostilità contro la sua persona … affinché non vi stanchiate perdendovi d'animo. Voi non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato" (Eb. 12:3,4).

VII. Il Suo soccorso

Fissare in Lui lo sguardo. Liberati dal potere e dalle conseguenze del peccato, coloro che si affidano a Cristo trovano in Lui un compagno che non solo li capisce, ma che può ogni giorno venire il loro soccorso con la Sua grazia e la Sua potenza. Attraverso le tentazioni possiamo trovare in Cristo, invocato e seguito fedelmente, il nostro soccorso.

Quando qualcosa o qualcuno vorrebbe distrarci da Dio e dalle nostre responsabilità, noi, fissando caparbiamente il nostro sguardo su Cristo e la Sua croce possiamo resistere. Egli ci comprende ed è in grado di soccorrerci. Egli solo può sgridare il tentatore e liberarci da esso. E' in grado di soccorrerci perché è Gesù è Dio, ed il fatto che abbia sconfitto Satana è evidenza convincente che lo possa fare.

Inoltre nessuna prova che ci sopraggiunga va al di là della nostra capacità di resistenza o comunque che non possa essere affrontata con le risorse che Dio offre ai Suoi figli. Ascoltate: "Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi" (Gm. 4:7). "Nessuna tentazione vi ha colti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscirne, affinché la possiate sopportare." (1 Co. 10:13).

Un lato positivo… Sebbene Dio stesso non tenti alcuno, le tentazioni per noi sono incluse nei Suoi propositi sovrani per il nostro bene. Se le sconfiggiamo, ne usciremo fortificati; se soccombiamo ad esse, riconosciamo più chiaramente l'ulteriore bisogno che abbiamo di santificazione e di grazia. E' la santificazione per diventare sempre meglio come Lui, per renderci più sobri, per provare la nostra fede, per suscitare in noi la preghiera e la vigilanza, per farci coscientemente sempre dipendere dalla potenza e dalla grazia di Dio.

Conclusione

Tentazioni dunque… Soltanto chi è spiritualmente cieco può negare che l'umanità, ciascuno di noi, non debba lottare contro forze spirituali della malvagità che allettano uomini, donne e bambini, con l'illusione della libertà, tentando di trascinarli, rendendoli schiavi, il più lontano possibile da Dio e dalla verità. La Scrittura dice: "il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti" (Ef. 6:12). Gesù stesso testimonia nella sua vita come questo combattimento sia aspro. Egli però è venuto per renderci possibile la vittoria su di esse: dapprima liberandoci dalla nostra schiavitù e poi dandoci gli strumenti per combattere e vincere le tentazioni. Il Signore Gesù, però, in entrambi i casi, rimane assolutamente essenziale per poter vincere sul male.

Ad una bambina un giorno fu chiesto che cosa lei faceva quand'era tentata. Lei rispose: "Beh, quando odo Satana che bussa alla porta del mio cuore, io dico al Signore Gesù, che vive nel mio cuore: 'Signore Gesù, potresti andare tu alla porta per vedere chi bussa?'. E poi quando il Signore Gesù apre la porta, Satana si allontana in fretta dicendo: 'O, scusatemi, ho fatto uno sbaglio'". Dio ha dato Sé stesso e vuole dimorare nel nostro cuore. La Parola vivente vi può risiedere con pieni poteri. Quando lasciamo che Lui affronti le tentazioni in nostra vece, noi conosceremo la gioia di una chiara vittoria. Siamo fortunati per il fatto che una vittoria non ci aiuti a vincerne un'altra, perché così questo non ci permetterà di adagiarci spingendoci sempre a cercare l'aiuto del vivente Signore Gesù Cristo.

"Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno" Il fiducioso accesso a Dio è un privilegio sacerdotale riservato a coloro che sono stati purificati dalla contaminazione e dalla schiavitù del peccato dal sacrificio di Gesù.

(Paolo Castellina, sabato 28 febbraio 1998. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Riveduta, 1993).


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