La vita è fondamentalmente futile e vana? Attività prive di senso Nel suo racconto: "Memorie da una casa di morti", lo scrittore russo Fyodor Dostojevskij scriveva che se volete distruggere completamente un uomo dovete fargli fare un lavoro completamente privo di significato. "Se dovesse muovere un cumulo di terra da un posto all'altro e poi indietro dov'era prima, e questo sempre di nuovo, io credo che il condannato si impiccherebbe... che preferirebbe morire piuttosto che sopportare tale umiliazione, vergogna e tortura". Dante Alighieri, nella sua Divina Commedia aveva posto fra le pene dell'inferno essere costretti a fare attività prive di senso. Alcuni condannati dovevano infatti spingere enormi massi su un monte per poi vederseli rotolare di nuovo in basso e questo per l'eternità: un'immagine da incubo, non è vero? Se questa però è una fantasia, non era fantasia ciò che dovevano fare gli internati dei campi di concentramento nazisti. Spesso al freddo, affamati e senza forze, molti erano costretti a spostare della terra da una parte all'altra del campo, senza alcun motivo. Molti di questi impazzivano, altri per por fine a questa tortura, facevano finta di fuggire solo per venire colpiti da una scarica di mitraglia, o si gettavano sui fili spinati su cui passava alta tensione, per togliersi la vita. Gli esseri umani nascono con un insopprimibile bisogno di dare un senso ed un significato alla propria vita. Ci aggrappiamo alla vita con ferma risoluzione quando il lavoro che facciamo è significativo, anche se sostiene ciò che odiamo. La mancanza di senso e di significato, però, distrugge la mente e rovina la vita. Lo specialista di salute mentale Viktor Frankl ha risposto: "Lo sforzo per trovare un significato nella vita è la principale forza motivazionale dell'uomo. . . . Non c'è nulla al mondo, oserei dire, che possa aiutare una persona a superare bene anche le peggiori condizioni quanto il sapere che la propria vita ha un senso". La futilità della nostra ricerca I crimini commessi nei campi di concentramento sono un'immane tragedia, ma che tragedia è pure la frustrazione umana di non riuscire a trovare un senso alla vita nelle cose di questo mondo! Elia Wiesel, sopravvissuto ai campi di sterminio, fece questa osservazione: "'Perché esistiamo?' è la domanda più importante a cui un essere umano deve dare risposta. . . . Io credo che la vita abbia un senso anche se ho visto l'assurdità della morte". Ma non ha saputo dire quale fosse il senso della vita. 1. La vita in sé stessa non offre una risposta. La vita in sé stessa fornisce una risposta? No. L'erudito confuciano Tu Wei-Ming disse: "Il significato basilare della vita sta nella nostra esistenza di tutti i giorni". Secondo questo pensiero, gli uomini sarebbero condannati a nascere, lottare per l'esistenza e morire. Un tale punto di vista non offre molte speranze, ma è poi vero che sia tutto qui? Uno scienziato evoluzionista altresì disse: "Per quanto possiamo desiderare una risposta 'più elevata', non ne esiste nessuna". Per gli evoluzionisti la vita è una lotta per la sopravvivenza del più adatto, e la morte pone fine a tutto. Neppure questo punto di vista offre speranze. Molti oggi concorderebbero con questo. 2. La conferma della natura. In effetti, il concetto pare confermato dall'osservazione della natura stessa. Considerazioni ecologiche suggeriscono come gli esseri umani, in effetti non abbiano in questo mondo né senso né significato. L'ambiente in cui viviamo, infatti, mostra come ogni specie vivente, eccetto gli esseri umani, giochi un ruolo vitale per la salute dell'ambiente. Le api, per esempio, sono essenziali al ciclo vitale di più di 20.000 piante differenti, impollinandole per poterle fare riprodurre. L'inquinamento oggi ha reso quasi impossibile la sopravvivenza delle api selvatiche, eppure esse sono decisive nella produzione di 200 diversi prodotti agricoli da cui dipendiamo per il cibo. Dai microrganismi fino agli zucchini ogni essere vivente gioca un ruolo importante nell'ambiente. Il resto della natura soffre quando una sola di queste specie si estingue. C'è però una sola eccezione: gli esseri umani. Voi e io. Se si eliminasse l'umanità dalla faccia della terra, il resto del mondo naturale potrebbe andare avanti benissimo: pare infatti essere più di danno che di vantaggio. Questo naturalmente non prova nulla, ma suggerisce che lo scopo dell'umanità non risieda nell'ordinamento "naturale" del mondo. 3. Le frenetiche attività umane. Le frenetiche attività umane sia quelle produttive che puramente di divertimento, possono dare un senso alla vita? Forse per breve tempo. Le attività professionali, culturali o "del tempo libero" non possono diventare il senso ultimo della vita, e sappiamo benissimo che questo è vero. C'è un senso di incombente futilità che spesso mascheriamo, ma è sempre presente. Sono tutte cose che possono alleviare temporaneamente il dolore, come gli analgesici o gli psicofarmaci, ma ci lasciano spossati e con un profondo senso di insoddisfazione. In realtà non c'è nulla in questo mondo che possa soddisfare il nostro bisogno profondo di senso e di significato. 4. L'esperienza di Salomone. L'esperienza dell'antico re Salomone è "classica" a questo. Era uno dei più saggi e ricchi uomini mai vissuti. Era molto istruito nelle arti e nelle scienze del suo tempo. Scrisse un libro che è sopravvissuto fino ad oggi: l'Ecclesiaste. Esso ci parla della sua ricerca di un significato da darsi alla vita in questo mondo. Il primo capitolo riassume ciò che aveva scoperto. Al riguardo del tentativo dell'umanità di trovare significato in questo mondo, un significato senza riferimento alcuno a Dio, Salomone conclude dicendo: ""Vanità delle vanità", dice il Predicatore, "Vanità delle vanità; tutto è vanità", Che vantaggio ha l'uomo da tutta la sua fatica in cui si affatica sotto il sole?... Io, il Predicatore, sono stato re d'Israele, in Gerusalemme, e ho applicato il mio cuore a cercare e a investigare con sapienza tutto ciò che si fa sotto il cielo; questa è un'occupazione penosa, che DIO ha dato ai figli degli uomini perché vi si affatichino. Io ho visto tutte le cose che si fanno sotto il sole, ed ecco tutto è vanità e un cercare di afferrare il vento" (Ec. 1:2,3,12-14). Salomone così conferma che, neanche la vita stessa, può soddisfare il bisogno di senso e di significato. 5. I beni di questo mondo. Può soddisfare il senso della vita il godimento dei beni di questo mondo? Anche questo è "un classico" delle riflessioni filosofiche. La risposta è sempre stata "no", eppure molti continuano ad illudersi che sia così. Uno scrittore afferma: "Uno sconcertante numero di ricchi insistono sul fatto che non sono felici". Ha poi aggiunto: "Le indagini fanno pensare che un terribile pessimismo abbia contagiato la nostra civiltà . . . Lì c'è qualcuno che sia felice? Se sì, qual è il segreto?". L'ex presidente americano Jimmy Carter dichiarò: "Abbiamo scoperto che il possesso e il consumo di beni non soddisfano il nostro desiderio di trovare un senso nella vita Accumulare beni materiali non può riempire una vita vuota e priva di sicurezza o di uno scopo". Un altro uomo politico ha detto: "Da parecchi anni sono occupato nell'intensa ricerca di determinate verità circa me stesso e la vita; conosco molti altri che fanno la stessa cosa. Più persone che in qualsiasi altro tempo si chiedono: 'Chi siamo? Che scopo abbiamo?'". Nel Vangelo secondo Marco un uomo ricco era disperatamente affamato di una vita significativa e sensata. Era una persona di una certa moralità e religiosità. Presso Gesù cercava "quel qualcosa che gli mancava". Era ad un passo dall'averlo finalmente trovato, eppure, avendo udito le parole di Gesù se ne va via rattristato, perché, sebbene non lo avevano soddisfatto, non vuole staccare il suo cuore dai suoi molti beni. Una soddisfazione parziale Si, tutti noi nasciamo con questo desiderio intenso di senso e di significato nella vita. Però, né la vita stessa, né le cose di questo mondo possono soddisfare questo bisogno. Alcuni hanno riconosciuto questo fatto e rivolto altrove la loro attenzione. Si sono impegnati in sforzi ammirevoli di solidarietà sociale. Sta in questo il senso della vita? 1. L'importanza dell'impegno sociale. In effetti l'impegno per la solidarietà sociale è importante e non lo si sottolineerà mai abbastanza. Nel mondo ci sono più di un miliardo di persone gravemente malate o denutrite, e nella sola Africa muoiono in tal modo circa dieci milioni di bambini all'anno. La popolazione della terra - quasi 6 miliardi di persone - continua a crescere di oltre 90 milioni di unità all'anno, e più del 90 per cento della crescita si verifica nei paesi in via di sviluppo. Questo costante incremento demografico fa aumentare il fabbisogno di viveri, alloggi e industrie; come conseguenza il suolo, le acque e l'aria sono ulteriormente danneggiati da inquinanti di origine industriale e di altro genere. In questo mondo c'è moltissimo da fare ed è criminale stare a guardare come se nulla fosse. 2. Il volontariato. Oggi cresce nei nostri paesi la pratica del volontariato. Sempre più persone, nel tempo libero, si occupano di innumerevoli attività quali la croce rossa, l'assistenza agli anziani, agli handicappati, ai malati di mente, ai tossicodipendenti. Commentando questo fenomeno, un sindacalista scrive: "Le attività no-profit pur potendo essere tra loro molto diverse, hanno in comune il fatto che l'individuo che vi si applica riceve una ricompensa che è più che economica. nel rapporto che si instaura tra i soggetti coinvolti nell'azione di volontariato. Il rapporto tra le persone è fondamentale per vivere. Provate ad esempio a ricordare quanto bene vi siete sentiti quella volta che avete offerto spontaneamente il vostro aiuto ad una persona in difficoltà e capirete cosa intendo dire. Attraverso lo sviluppo delle attività no-profit e' quindi possibile ricostruire un nuovo modello sociale basato su comportamenti etici all'interno del quale ognuno di noi possa realizzarsi pienamente rendendosi utile agli altri, riacquistando e trasmettendo fiducia in se stessi, nella vita e nel futuro". 3. Ancora non basta. Tutto questo è essenziale, ma è questo il senso ultimo della vita? Questo è in grado di occupare moltissimo la nostra vita e darci grandi soddisfazioni, ma se ci pensiamo bene, tutto questo non può che adempiere solo in parte questo bisogno di senso nella vita. Quand'anche tutti avessero abbastanza da mangiare, da vestire, il lavoro, la salute, l'istruzione, il tempo libero ancora non avremmo trovato il senso della vita, il nostro cuore rimarrebbe comunque affamato ed assetato di qualcosa di più. Rimane comunque un circolo vizioso. Il beneficio del nostro servizio continua dopo che noi non ci saremo più. Quando però muoiono coloro che abbiamo servito, così muore anche il significato ed il valore del nostro servizio. In Cristo una soddisfazione piena La soddisfazione ultima del nostro bruciante bisogno si trova nella persona di Gesù Cristo, e non smetterò mai di battere e di ribattere su questo punto, perché Iddio, il nostro Creatore, ha nascosto in Lui, in Cristo tutto ciò di cui abbiamo bisogno per trovare il senso ultimo della nostra esistenza. La Scrittura dice: Egli "è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione" (1 Co. 1:30). In Lui: "abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia" (Ef. 1:7). Egli "è la garanzia della nostra eredità, in vista della piena redenzione dell'acquistata proprietà a lode della sua gloria" (Ef. 1:14). Il proposito ultimo della nostra vita è quello di conoscere Lui, depositario di tutto ciò che la vita è e può dare, comprenderlo, seguendolo, servendolo, collegando a Lui il senso ed il proposito della vita. Quando, infatti, noi colleghiamo il senso ed il proposito della vita a Gesù, noi lo colleghiamo al Dio eterno ed immutabile, fonte della vita, noi lo colleghiamo ai propositi di Dio per l'intera creazione. La nostra vita, infatti, sarà sempre futile e vuota se non corrisponde agli eterni propositi del Suo Creatore, ed essi ci sono stati rivelati proprio in Cristo Gesù. Avendo scoperto e vivendo tutto questo, a noi viene dato il compito di operare affinché uomini, donne e bambini facciano altrettanto, diventando discepoli di Gesù. Potremmo così dire: "Vuoi trovare il senso della tua vita? Cercalo in Gesù Cristo". "Vuoi aiutare gli altri a trovare il senso della loro vita? Accompagnali a diventare discepoli del Signore e Salvatore Gesù Cristo!". Allora troveremo che la vita non è più futile come appare. 1. Un piano da realizzare. Dio ha un piano da realizzare. La storia umana si muove secondo un piano scritto dall'Iddio onnipotente ed onnisciente. Questo piano viene descritto nella Bibbia. Il piano di Dio è quello di ristabilire il Suo Regno sulla terra per mezzo della Sua Parola e del Suo Spirito, secondo l'Alleanza che Egli ha stipulato e le Sue promesse. La nostra parte in questo piano è quella di aiutare gli altri a diventare discepoli del solo che possa dare significato alla vita: Gesù. 2. Noi, coinvolti attivamente. Il Suo piano per noi è quello di fare in modo che sorgano sempre più discepoli di Cristo. Quest'era della storia che noi chiamiamo l'era della Chiesa, è parte del progetto complessivo di Dio. Egli desidera che la comunità cristiana si allarghi in numero e qualità, producendo gente che segua ed obbedisca a Gesù. Il Suo piano per noi è descritto in Matteo 28:18-20: "Poi Gesù si avvicinò e parlò loro dicendo: "Ogni potestà mi è stata data in cielo e sulla terra. Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato. Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell'età presente. Amen"". Il Vangelo secondo Matteo si chiude con il comando di Gesù di "fate discepoli di tutti i popoli". L'importanza di questo comando nei propositi di Dio diventa più chiaro quando ci rammentiamo che la vocazione dei primi Suoi discepoli era: "Seguitemi e io vi farò pescatori di uomini". (Mt. 4:19). Le Sue prime e le Sue ultime parole hanno a che fare con la necessità di aumentare il numero e la qualità dei Suoi discepoli. Molti dei suoi insegnamenti fra di queste spiegano come si possa portare avanti tutto questo. 3. Una preoccupante carenza. Il piano di Dio fa appello a che noi si produca devoti seguaci di Gesù Cristo. Quando invece guardiamo alla vita di molti cristiani, il ministero di molte chiese e le masse della nostra società, è evidente che: a. C'è ancora molto da fare in Europa. Le chiese consolidate in Europa stanno passando un momento di grave crisi. Questo non è più un mistero per nessuno. Le chiese europee negli ultimi decenni hanno fallito pesantemente nel produrre discepoli di Cristo. Considerate questi fatti: le statistiche dimostrano che non vi è quasi più nessuna crescita nel numero e nella qualità dei cristiani. Una certa percentuale di cristiani si trasferisce semplicemente dalle chiese storiche a quelle libere oppure a gruppi non-ortodossi. Il 95% della popolazione dice di credere a qualche sorta di Dio. Solo 2 su 3 definiscono Dio come "Il Creatore onnisciente ed onnipotente che ancora oggi governa l'universo". Tre su 4 affermano che non esistano verità assolute. I cristiani evangelici non sono molto diversi dal resto della popolazione quando si tratta di etica e di stile di vita. La percentuale di coloro che partecipa al culto domenicale è molto bassa, ancora di più quelli che partecipano a studi biblici. Come rispondono i cristiani a questa decadenza generalizzata? Piuttosto che riconoscere come il piano eterno di Dio chiami la Chiesa ad essere un fortino missionario su una frontiera ostile, da cui i cristiani conducono missioni di salvataggio ed incursioni nel territorio nemico, abbiamo reso le chiese solo come un museo, oppure qualcuno ha pensato di adattarle allineandosi alle mode contemporanee nella vana speranza di rendersi "più interessante" al vasto mondo... b. Quale causa è più grande di questa? La vocazione che Dio ci rivolge ci chiama a produrre gente che sia devota seguace di Gesù Cristo. Potete forse pensare ad una causa più grande, ad un più nobile proposito nella vita che servire il Dio vivente? L'adempimento ultimo del vostro bisogno di senso e di proposito nella vita è quello di partecipare ad aiutare la comunità cristiana a formare discepoli di Cristo. Produrre discepoli a cristo è un ordine di marcia prioritario a cui tutti i cristiani sono chiamati. Il discepolato è un approccio onnicomprensivo a Dio, alla vita ed al mondo. Molti cristiani sottovalutano l'importanza che singolarmente possono avere nel grande piano di Dio. Pensano di non esserne all'altezza, ma anche eventualmente quel poco potrebbe contribuire. parlare esplicitamente ai nostri famigliari vicini che è in Cristo che possono trovare il senso della nostra vita diffondere trattati, riviste cristiane fedeli alla Bibbia e calendari cristiani è uno dei mezzi disponibili per far avvicinare sempre di più la gente alla fonte della vita. Di che cosa abbiamo paura quando non lo facciamo? Da principio ci potrebbero eventualmente criticare per questo, ma poi, giungendo a conoscere seriamente Cristo, ci saranno riconoscenti per tutta la vita e ci diranno: "Grazie che mi hai parlato di Cristo, grazie che mi hai passato quell'opuscolo, grazie che mi hai dato quel calendario. Finalmente ho trovato ciò che veramente riempie la mia vita di senso e di significato! Le testimonianze in questo senso sono innumerevoli! Conclusione Cristiano, la tua vita è troppo importante per investirla in cose di inferiore importanza che il progetto del Creatore di redimere il cosmo, e questo progetto passa attraverso la Persona e l'opera di Gesù Cristo! Il messaggio di Gesù che ci è stato affidato è troppo importante per tenerlo segreto e sconosciuto a coloro che senza di esso sarebbero perduti. Non credi che sia così? Ti sfido a fornirmi la prova che esistano cause più importanti e più nobili di queste! Dimostrami con tutte le religioni, le filosofie e le politiche di questo mondo che non sia così! Ti sfido a dimostrarmelo. Non ce la farai mai, perché alla fin fine solo in Cristo la vita trova significato durevole. Solo in Cristo Gesù si trova l'unica causa che possa soddisfare il tuo bisogno di significato e che sia degna della tua vita. Non è forse tempo per passare all'azione se non l'hai già fatto? [Paolo Castellina, venerdì 2 gennaio 1998. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla Versione Nuova Diodati, ediz. La Buona Novella, Brindisi, 1991]. |