Una "questione personale" di grande effetto!

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È una questione personale?

"È una questione personale!": quante volte abbiamo detto questa frase quando qualcuno ci chiedeva cose che volevamo conservare private o che comunque non dovevano interessare gli estranei. Abbiamo detto: "Non voglio essere scortese, ma questa cosa è privata: riguarda solo me e coloro che mi sono più vicini: mia madre, mia moglie… Sono magari quelle cose che riguardano noi e il nostro medico di fiducia: sono private come una cartella clinica. Sono quelle cose che riguardano ciò che possiedo o il mio stipendio, e che riguardano semmai solo la banca di fiducia o le imposte... Sono quelle cose che riguardano il rapporto con mia moglie, che nessun altro dovrebbe conoscere. Ci sono, è vero, uomini e donne che non esitano a mettere in piazza particolari della loro vita privata ed intima. Subito ne siamo incuriositi e divertiti quando li udiamo, ma sappiamo bene che sbagliano a farlo.

Quando nascondersi nel privato non è sano

Molti oggi dicono altresì: "È una questione personale" la mia religione, ciò che riguarda il mio rapporto con Dio …e di questo non se ne parla, non se ne discute... Un tempo era un tabù parlare di sesso, oggi è cosa sconveniente in pubblico "parlare della propria religione". Il problema è che dicendo: "è questione privata" spesso chiudiamo una porta dietro la quale ci nascondiamo perché il nostro rapporto con Dio è "questione scottante", cosa che, in realtà, non va affatto bene e che non è quello che dovrebbe essere, e lo sappiamo! Non ne vogliamo parlare perché è come "girare il coltello nella piaga", "toccare il dente che duole": essere infatti messi in questione, dovere mettere le cose a posto, è doloroso e ci disturba. …e così non vogliamo pensarci né parlarne, non dico in pubblico, ma nemmeno con il medico dell'anima. Tutto questo non è saggio, perché il problema non sparirà, anzi, peggiorerà, facendo finta di niente, non parlandone. Come per qualunque problema fisico e psicologico, è saggio parlarne, certo con la persona competente e di fiducia, ma guai a illudersi che tutto si risolverà prima o poi da solo!

La necessità di un rapporto personale

È vero, però, in un cero senso, che il rapporto con Dio sia una questione personale. Esso deve essere una questione personale nel senso che Dio, il nostro Creatore vuole instaurare con ciascuno di noi un rapporto del tutto personale. Il Dio vero e vivente, il Dio di Abrahamo, di Isacco, di Giacobbe, il Dio di Gesù Cristo, non è un'idea astratta, è una Persona da conoscere e con la quale avere rapporto. Dio si può conoscere, e da vicino. Dio vuole avere con ciascuno di noi un rapporto del tutto personale, vivo, autentico. La fede cristiana verace, infatti, non è una serie di principi morali da mettere in pratica o dei rituali religiosi da eseguire, ma soprattutto un rapporto vivo con Dio. Questo non è facoltativo: la qualità, la salute, la realizzazione piena del nostro essere uomini e donne dipende da questo.

La Parola di Dio, la Bibbia, non parla di Dio in astratto, ma è la registrazione di ciò che Dio ha comunicato a uomini e donne da Lui scelti affinché questo messaggio arrivasse a ciascuno di noi. Prendiamo, per esempio, l'introduzione della prima epistola dell'apostolo Giovanni. Parla di un'esperienza da Lui avuta affinché pure potesse essere la nostra:

L'apostolo Giovanni dice: "Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della Parola della vita (e la vita è stata manifestata e noi l'abbiamo vista e ne rendiamo testimonianza, e vi annunziamo la vita eterna che era presso il Padre e che è stata manifestata a noi), quello che abbiamo visto e udito, noi ve lo annunziamo, affinché anche voi abbiate comunione con noi, e la nostra comunione è col Padre e col suo Figlio, Gesù Cristo, E vi scriviamo queste cose affinché la vostra gioia sia completa" (1 Gv. 1:1-4).

Notate questa "gioia completa", la completa e vera gioia del vivere, la vita vera e significativa la si ottiene attraverso un rapporto vero e significativo con Dio, il nostro Creatore e Signore.

I fatti sul nostro rapporto con Dio

È difficile avere questo rapporto autentico con Dio? È forse riservato a persone speciali e tu pensi di non essere fra queste? In realtà stabilire un rapporto vivo con Dio non è difficile.

1. Creati per un avere un rapporto con Dio. Il primo passo da fare è comprendere che tu come persona sei importante ed hai un grande valore. Dio vuole che la tua vita conti. Non sei una creatura qualsiasi capitata qui per caso, una rotella più o meno utile di un infinito universo. Sei speciale: tu porti in te stesso una somiglianza con Dio. Dio ti ama e ti ha creato proprio perché tu avessi un rapporto vivo con Lui. Nel Salmo 139:13-14 la Bibbia dice: "Sì, tu hai formato le mie interiora, tu mi hai intessuto nel grembo di mia madre. Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo; le tue opere, sono meravigliose, e io lo so molto bene". Dio ti ama e lo ha dimostrato nel fatto che ha persino mandato il Suo unico Figlio Gesù Cristo in questo mondo per salvati da ciò che guasta e deturpa la tua umanità. La Scrittura dice: "Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna" (Gv. 3:16). Dato che Egli ti ha creato e ti ama, è solo logico che Egli desideri che tu lo conosca (Egli già conosce noi) e viva: "Or questa è la vita eterna, che conoscano te, il solo vero Dio, e Gesù Cristo che tu hai mandato" (Gv. 17:3).

2. La nostra condizione di peccato. Dietro alla scusa che la religione è "faccenda privata" si nasconde spesso il triste fatto che molti non conoscono Dio e non hanno alcun vero rapporto con Lui. Perché accade questo? Perché c'è qualcosa che si frappone fra noi e Dio come un muro invalicabile. La Bibbia lo chiama peccato.

Che cos'è il peccato? "Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato" (Gm. 4:17). Dio è santo e perfetto …e noi non lo siamo. Peccato non solo significa fare ciò che è sbagliato o mancare di fare ciò che Dio vuole. Peccato è anche e soprattutto il nostro atteggiamento quando ignoriamo o respingiamo Dio. Proprio perché Dio è santo Egli non può accettare come se niente fosse il nostro peccato.

Chi ha peccato? Tutti senza eccezione. Tutto ciò che viene meno ai criteri di giustizia che Dio autorevolmente ha stabilito è in condizione di peccato: "tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" (Ro. 3:23).

Che cosa accade a chi è in condizione di peccato: "le vostre iniquità hanno prodotto una separazione fra voi e il vostro DIO e i vostri peccati hanno fatto nascondere la sua faccia da voi, per non darvi ascolto" (Is. 59:2). "il salario del peccato è la morte" (Ro. 6:23). È il peccato a causare un fossato tra noi e Dio. Morte qui significa eterna separazione da Dio: questa è la conseguenza o "salario" del peccato, ciò che esso merita.

Vedete così che c'è un problema che sta sviluppandosi. Dio vorrebbe che noi fossimo in comunione con Lui, ma proprio perché noi siamo in condizione di peccato, questo lo rende impossibile.

3. La soluzione che Dio provvede

Qual è la soluzione della nostra separazione da Dio? La Bibbia afferma che solo attraverso la mediazione di Gesù Cristo, la Sua opera per noi e in noi, è possibile stabilire un rapporto personale con Dio.

Perché Gesù Cristo? In Giovanni 14:6 Gesù dice: "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me". Lo dichiara autorevolmente e senza possibilità di equivoco la Parola di Dio. È solo attraverso l'opera di Gesù Cristo che noi possiamo avere un rapporto vivo con Lui.

Perché Gesù Cristo ha dovuto morire? "Cristo ha sofferto una volta per i peccati, il giusto per gl'ingiusti, per condurci a Dio" (1 Pi. 3:18). Gesù morì per pagare Lui il prezzo dei nostri peccati, affinché di essi fossimo perdonati.

Perché Gesù risorse dai morti? Gesù Cristo risorse dai morti per provare che Egli poteva darci vita eterna: "Infatti vi ho prima di tutto trasmesso ciò che ho anch'io ricevuto, e cioè che Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, che fu sepolto e risuscitò a il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e poi ai dodici" (1 Co. 15:3-6). Questi, così, sono i fatti che la Bibbia presenta!

Come iniziare un rapporto personale con Dio

Come si può allora iniziare un rapporto personale con Dio? In primo luogo devi rispondere ai fatti che la Bibbia presenta affidando la tua vita a Gesù Cristo come Signore e Salvatore.

1. La fiducia in Cristo. Devi aver fiducia che Gesù è il dono che Dio ti fa per poter stabilire un vivo rapporto con Lui e rinunciare a qualsiasi altra pretesa. "Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio, non per opere, perché nessuno si glori" (Ef. 2:8,9).

2. L'abbandono del peccato. Devi voltare le spalle a tutto ciò che Dio considera peccato e rinunciare ad esso per camminare decisamente sulla strada che Dio indica. Il suo messaggio è: "Ravvedetevi dunque e convertitevi, affinché i vostri peccati siano cancellati, e perché vengano dei tempi di refrigerio dalla presenza del Signore" (At. 3:19).

3. Accogliere Cristo. Devi accogliere Cristo nella tua vita. Dice infatti la Scrittura: "a tutti coloro che lo hanno ricevuto, egli ha dato l'autorità di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome" (Gv. 1:12).

Ricevere così Cristo significa: (1) Rinunciare a vivere come ci pare e piace abbracciando il modo di vivere che Dio ci indica (questo è il ravvedimento); (2) Invitare Cristo ad entrare nella tua vita confidando che Egli può fare in modo che i tuoi peccati siano perdonati; (3) Permettere a Dio di dirigere la tua vita. Ricevere Gesù Cristo non è solo un'esperienza emotiva, né significa solo essere d'accordo che Gesù sia il Figlio di Dio ed il Salvatore. Significa fiducia totale, un atto della tua volontà.

Una precisa scelta

Non si può, dopo aver udito questi fatti, far finta di niente. Bisogna scegliere chiaramente: o accogliere Cristo oppure respingerlo. Iniziare un rapporto personale con Dio significa accogliere Gesù Cristo per fede, e senz'altro il primo passo da fare è dirglielo in preghiera, con espressioni dette di tutto cuore simili a queste: "Signore Iddio, io mi rendo conto ora più che mai, sulla base della Tua parola, che è il mio peccato a tenermi lontano da Te, fonte di ogni bene. Ho compreso e credo altresì che per salvarmi dal peccato, Tu hai mandato il Tuo Figlio Gesù Cristo per vivere in mio favore una vita di giustizia a Te perfettamente gradita, e per pagare, morendo su una croce, il prezzo del mio peccato: lo accetto con riconoscenza e rinuncio a qualsiasi altro titolo di merito che potrei pensare di avere. Perdonami dunque, per amore di Cristo e vieni nella mia vita. Desidero da ora in poi che essa sia condotta dalla Tua Parola soltanto. Grazie di potere così io stabilire un rapporto vitale con te. Nel nome di Gesù. Amen".

Gli impegni di Dio

Puoi dire questo ed intenderlo veramente? Se si, secondo la promessa di Dio nelle Scritture, i tuoi peccati ti vengono perdonati e Cristo entra nella Tua vita per purificarla e guidarla. La tua fiducia in Cristo ti permetterà di avere un rapporto vitale con Dio per tutta la tua vita. Dio stesso si impegna con te.

(1) Dio ti assicura che Cristo è entrato nella tua vita. In Giovanni 14:20 Gesù dice: " In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e che voi siete in me ed Io in voi". (2) Dio non ti abbandonerà mai. "Io non ti lascerò e non ti abbandonerò" (Eb. 13:5). (3) Dio perdona completamente i tuoi peccati. " Dio ha annientato il documento fatto di ordinamenti, che era contro di noi e che ci era nemico, e l'ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce" (Cl. 2:13,14). (4) Dio ti assicura che hai vita eterna. " Ho scritto queste cose a voi che credete nel nome del Figlio di Dio, affinché sappiate che avete la vita eterna e affinché continuiate a credere nel nome del Figlio di Dio" (1 Gv. 5:13). (5) Dio ti dona il Suo Spirito Santo per metterti in grado di vivere una vita veramente cristiana. " Se viviamo per lo Spirito, camminiamo altresì per lo Spirito" (Ga. 5:25). (6) In Colossesi 2:6,7, Iddio dice: " Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù, il Signore, così camminate in lui, essendo radicati ed edificati in lui, e confermati nella fede come vi è stato insegnato, abbondando in essa con ringraziamento" (Cl. 2:6,7).

Non importa cosa tu senta dentro, Dio rimane impegnato con te. Le promesse nella Parola di Dio, la Bibbia, sono la tua autorità. È come essere seduto su una sedia. La tua fede nel fatto che la sedia ti sostenga fa si che tu agisca senza paura. Senti il conforto che ti da la forza della sedia. Anche se su di essa non ti senti rilassato, essa continua a sostenerti. Allo stesso modo devi confidare nel fatto delle promesse di Dio, e non tanto su quello che senti. I sentimenti possono andare e venire, ma il fatto dell'amore di dio per te ed il Suo perdono rimane costante.

Crescere nel rapporto

Stabilire formalmente un rapporto con una persona non basta, devi frequentare regolarmente quella persona, coltivare il rapporto, conoscerla meglio, stabilire con essa uno scambio costante, crescere qualitativamente in questo rapporto. La Bibbia stessa indica diversi modi in cui si deve coltivare questo rapporto stabilito con Dio.

(1) Frequentando regolarmente la famiglia della fede, una comunità cristiana fedele ed impegnata; (2) incontrare Dio ogni giorno nella preghiera privata (Fl. 4:6,7); leggere e studiare regolarmente la Parola di Dio (2 ti. 3:14-17); ubbidire a Dio momento dopo momento (Lu. 6:46-48); parlare agli altri delle verità che hai scoperto affinché essi si incamminino sulla strada che per tutti Dio indica (1 Pi. 3:15,16); operare alla gloria di Dio tutto ciò che Dio ci comanda. Dice infatti la Scrittura: "Noi infatti siamo opera sua, creati in Cristo Gesù per le buone opere che Dio ha precedentemente preparato, perché le compiamo" (Ef. 2:10).

Conclusione

È dunque una questione del tutto personale il nostro rapporto con Dio. Deve essere personale e non è possibile delegarla ad altri. Da esso dipende la qualità ultima della stessa nostra vita. Questa è la genuina fede cristiana di cui ci parla la Parola di Dio. Non significa però che tutto questo debba rimanere un segreto ben custodito! Ci sono cose che devono essere certo riservate al nostro colloquio personale con Dio e con il medico dell'anima. Un autentico rapporto personale con Dio, però, non potrà, neanche volendolo, rimanere segreto! Come esso, infatti, rende la nostra vita veramente degna di essere vissuta, dando pace, gioia e soddisfazione, e producendo abbondanti frutti a gloria di Dio, sarebbe ben strano che nessuno si accorgesse di tutto questo! La Bibbia dice che un autentico rapporto personale con Dio è come portare un buon profumo che si diffonde intorno a noi, rallegra gli altri e fa del bene. Che così possa essere per voi che con gioia e disponibilità accogliete questo messaggio!

[Paolo Castellina, lunedì 29 dicembre 1997. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla Versione Nuova Diodati, ediz. La Buona Novella, Brindisi, 1991].

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