Speranza per chi è disorientato e confuso

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Disorientamento

La nostra generazione è disorientata e confusa. La nostra gente è disorientata e confusa. La cultura che ci è stata inculcata ha messo in questione e criticato radicalmente, ridicolizzandole, tutte le certezze che avevano sostenuto la vita delle passate generazioni. Essa però non ha saputo offrirci nulla su cui noi avessimo potuto veramente "poggiare i piedi" con sicurezza. Le promesse di pace, di tolleranza, di progresso morale e civile, di ecumenismo, che ci proponevano le nuove fedi, le nuove religioni, le nuove filosofie, si stanno rivelando fallimentari. I più, infatti, non sembrano avere alcuna intenzione di essere pacifici, tolleranti ed ecumenici, compresi quelli che si vantano di esserlo... Sono promesse fallaci che non sanno e non possono mantenere perché basate su presupposti falsi e nemmeno realistici. Ed eccoci così delusi, cinici, vuoti, privi di speranze e di ideali.

Qualcuno si attacca ancora, in modo del tutto patetico, a forme e tradizioni di un passato che non c'è più, ed anche queste si sgretolano come un edificio ecclesiastico in rovina che nessuno bada più a ricostruire: i più, infatti, non hanno scrupolo alcuno ad abbandonarle. Delusa, disorientata e confusa, la nostra generazione cade così in una patologia di apatia o di comportamenti autodistruttivi.

Non è ineluttabile!

Tutto questo però non è scritto che debba essere così, perché una base sicura su cui "poggiare i piedi" esiste e sfida imperturbabile mode, filosofie, religioni e politiche. Essa è sempre stata anticonformista rispetto all'andazzo di questo mondo ed esige personalità forti che abbiano il coraggio di andare controcorrente. L'hanno criticata e derisa, ma non se n'è lasciata turbare più di quel tanto. Ha perseverato ed attraversato i secoli, non importa se circondata solo da pochi fedeli. Che cos'è? È la Parola immutabile, verace ed inerrante di Dio compresa nella Bibbia, è la Persona e l'opera del Signore e Salvatore Gesù Cristo, di cui è scritto: "Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno" (Eb. 13:8).

Questo testo: "Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno" (Eb. 13:8) proviene dalla lettera agli Ebrei contenuta nel Nuovo Testamento. È stato pronunciato per esortare uomini e donne a non riporre la propria fede in fallaci e mutevoli tradizioni ed istituzioni, non in deludenti umane promesse ed autorità. È stato pronunciato per esortare uomini e donne a radicarsi nella Parola, Persona ed opera di Gesù Cristo. Naturalmente parlo del Gesù autentico di cui la Bibbia, sfidando i secoli, autorevolmente annuncia, non quello visto con gli occhi deformanti dei liberali e dei moderni critici che, nella loro presunzione, vendono solo fumo e disperazione!

"Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno" (Eb. 13:8). Ecco una speranza concreta e fondata, una buona notizia per la nostra generazione disorientata e confusa! C'è qualcosa di stabile, duraturo, di eternamente valido: il Signore Gesù, che rimane lo stesso per sempre, speranza sicura per chi ha il coraggio di investire in Lui la propria vita!

L'immutabilità di Cristo

Essere inamovibili, immutabili, immortali, è il più grande fine al cui gli umani possano pensare. È il sogno supremo della vanità mondana. In questo mondo nulla rimane a lungo. Gli umani vengono portati qui e là dal flusso e riflusso delle onde. Le stesse molecole del nostro corpo si trasformano con una velocità che sfida ogni potere di calcolo. Generazioni vanno e generazioni vengono come le foglie degli alberi che si rinnovano ogni anno, ed è proprio questa mutevolezza, questa fragilità, che l'uomo maggiormente risente.

Ci fu forse mai un uomo, per quanto istruito, che non desiderò appassionatamente lasciare un nome che gli sopravvivesse? C'è il sogno delle ambizioni letterarie. C'è il sogno della gloria militare. Di tutti coloro che però si sono lasciati prendere dall'ambizione della gloria eterna, chi l'ha mai conquistata? Molti sono stati i chiamati, ma quanti sono stati gli eletti? Quanto è piccolo, dopo tutto, il numero delle persone che hanno lasciato dietro di sé memoria indistruttibile o una fama che nessuno mette in questione! Alcuni hanno servito fedelmente il loro paese tanto da meritare menzione nei libri di storia, statue e nomi delle vie. Altri hanno aperto alla civiltà nuovi territori, ed hanno acquisito una fama più pura di quella delle armi, oppure hanno guidato le coscienze diventando "maestri dell'umanità". Nelle casse dei tesori della storia certo vi sono reputazioni imperiture che il tempo ed i cambiamenti di questa vita mortale sono impotenti a corrodere.

Il Signore Gesù Cristo di cui è scritto essere lo stesso ieri, oggi e in eterno è forse fra questi? Voglio forse dire che, fra tutti i figli degli uomini, nessuno abbia lasciato più di Lui, sulla terra, traccia più profonda o fama più indistruttibile? Questa già sarebbe una gloria imperitura.

Il nostro testo, però, dice molto più che questo. Esso vi parla di una verità creduta in ogni tempo e cultura da chi ha voluto investire in Lui la sua vita e non è stato deluso: che Cristo è vivente e che Egli regna per sempre. Cristo è l'eternamente presente al di là di tutto ciò che nasce per scomparire e rimanere solo forse nei ricordi.

Altri, con le loro opere, hanno acquisito una sorta di immortalità, limitata però dalla possibilità che sorga qualcosa di più durevole, più vero, più utile, un possibile rivale. Gesù Cristo, però, vanta innumerevoli imitazioni, ma nessuno è mai riuscito a superarlo e, credetemi, nessuno mai lo supererà. La Sua opera è insuperabile. Qualcuno potrebbe pensare che il nome di Maometto sia eterno. Eppure vi sono mussulmani che rinnegano Maometto perché hanno trovato in Gesù ciò che né lui né altri poteva dare loro!

Per comprendere così meglio questa Sua immutabilità, consideriamo per esempio:

L'immutabilità del Suo insegnamento

Egli stesso disse che sarebbe stato così. Stando un giorno in vista del grande tempio di Gerusalemme del quale i Suoi discepoli vantavano l'antichità e la solidità, Gesù disse: "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" (Mt. 24:35). È interessante osservare che quando furono pronunciate queste parole, nessuna di esse venne messa per iscritto. Furono affidate alla memoria di pochi uomini poveri ed ignoranti che a mala pena le comprendevano. Nei santuari dell'antichità il pensiero religioso di milioni di adoratori era stato impresso su marmo e su metallo, nel desiderio di tramandare alle future generazioni i nomi e le imprese dei loro dei. Che n'è stato di tutto questo? Le memorie delle orgogliose religioni dei maestri di questo mondo ed i ricordi che si supponeva potessero essere imperituri, sono svaniti nelle profondità oscure dell'oceano dell'oblio, ma le parole di Cristo, preservate in quattro piccoli libri sono diventate il retaggio ed il tesoro di gente di ogni tempo, lingua, razza, e cultura.

Mi potreste forse dire che in questa durata perpetua dell'insegnamento di Gesù Cristo, non vi sia nulla di così straordinario e peculiare. Mi potreste parlare di molti poeti e pensatori dai tempi di Platone e di Omero, le cui opere sono diventate proprietà dell'umanità. Nell'insegnamento di Gesù, però, c'è un'altra caratteristica. È immutabile, non solo per la sua durata, ma anche nella natura dell'autorità che possiede. Ecco un Evangelo che, in ogni età ed in ogni clima, soggioga e prende prigioniera la coscienza umana. Centinaia di milioni di anime vivono e muoiono sotto lo stesso potere affascinante che, nei giorni del Signore, conquistava discepoli quando per la prima volta Lo ascoltavano. Chiedetevi perché sia così. Obiettivo della vera religione è quello di stabilire e rafforzare il legame doppio esistente fra Dio e uomo, e fra persona e persona. Che cosa se non questo è la radice di tutta la nostra conoscenza di Gesù Cristo? Il legame che ci collegava con Dio è stato spezzato dal peccato. Esso può essere ristabilito dalla Sua opera di riconciliazione e di risanamento, un'opera che produce giustizia ed amore. Ecco la sostanza di tutto l'insegnamento di Cristo.

Facciamo un altro passo. L'insegnamento di Cristo è notevole non solo per quello che disse, ma pure per quello che non disse. La straordinaria sobrietà di pensiero e di linguaggio è la prova migliore che il suo non fosse l'estremo sforzo dell'anima dell'uomo che aspira all'infinito. È la rivelazione di Dio all'uomo che gli dice quanto è necessario e nulla di più. Questa sobrietà è la prova più straordinaria della sua immutabilità. Supponiamo che, come qualsiasi altro leader religioso, Egli avesse toccato questioni politiche e sociali, che Egli si fosse pronunciato su questioni scientifiche, se noi trovassimo nelle pagine dell'Evangelo un sistema di caste come nel bramanesimo, o un codice legale come nell'Islam, o anche solo una filosofia religiosa come nello scolasticismo. Gesù si sarebbe esposto ad attacchi non necessari da parte del pensiero progressista. Nel Suo insegnamento non vi sono i semi della decadenza, del transitorio e del relativo. Che cosa vi troviamo invece? Troviamo quella meravigliosa, universale ed indefinibile cosa che chiamiamo vita. Si trova sempre la vita nelle parole di Cristo, immutabile nella sua essenza, infinitamente diversa nelle sue applicazioni. Sono parole che non potranno mai invecchiare. Sono immutabili come la giustizia, fruttuose come l'amore, eterne come la verità.

L'immutabilità della Sua Persona

Gesù Cristo non è solo un Maestro, un Rivelatore, ma è pure Rivelazione. Egli non disse semplicemente "Ascoltatemi!" come se fosse un semplice mezzo di comunicazione, disse anche "Guardatemi!". Non disse solo "Credete alle mie parole", ma disse: "Credete in me". Nella Persona di Gesù Cristo vi sono due esseri in unità, il Figlio di Dio e il Figlio dell'uomo, l'immagine visibile dell'invisibile Iddio, e il tipo ideale di umanità. In Cristo Gesù vedo l'ideale di perfezione morale, e non sono solo parole, ma fatti, vita vissuta! "Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno". Pensateci bene: un ideale immutabile ed inattaccabile! Il filosofo Nietsche lo disprezzava e proponeva il mito di un "super uomo". Nietsche è morto suicida, il suo pensiero un totale fallimento e ricordato solo da ricercatori e storici. Cristo Gesù è rimasto!

Non c'è qualcosa di audace e di persino presuntuoso in quella frase su Gesù? Eppure niente, nella storia dell'umana immaginazione è così difficile da creare che un ideale di perfezione durevole. I geni più grandi hanno fallito in questo sforzo. Dante Alighieri era riuscito in modo straordinario a descrivere l'inferno, ma fallì totalmente a dipingere l'armonia del cielo. Romanzieri sono stati in grado di dipingere le amare verità dell'angoscia del rimorso, e le torture che consumano della colpevole passione, ma non sono mai riusciti a creare un eroe ideale, eppoi ogni popolo ha i suoi eroi. Nella Persona di Gesù, però, vedo uno strano fatto. Ecco un uomo venuto dall'Oriente, un semita, un ebreo, quindi un rappresentante di una nazione particolare, in cui gente di ogni nazione e cultura trova ed adora l'assoluto Ideale morale. Egli ha piegato di fronte al Suo trono i greci, amanti dell'arte, scoprendo nella Sua vergognosa croce una bellezza che nessuno dei loro più valenti artisti mai poté imitare. Davanti al Suo scettro si sono inchinati i capi ed i soldati della Roma imperiale, e quando nelle rovine di quell'impero sono sciamati i barbari, quegli stessi popoli si sono inchinati nella polvere di fronte ad una Maestà semplice e pura come mai avevano visto. Egli riuscì a salvare l'Europa dalla decadenza del Medioevo e a far stare con i piedi per terra i pensatori umanisti del Rinascimento. Egli prese possesso di forti anime come Lutero e Calvino i quali riuscirono, nonostante la loro debolezza, a mettere in questione un'intera civiltà. Così fu nel 17° secolo, il secolo del positivismo scientifico, il tempo in cui maestri come Copernico, Eulero, Newton, Pascal, grandi anime la cui gloria era stata quella di consacrarsi, con tutto il loro genio, al servizio dell'umanità. Lo stesso è oggi. Dopo le più spietate critiche, gli scrutini più rigidi, dopo che tutti i Suoi atti, le Sue opere, la Sua vita è stata sezionata, quella sublime figura rimane più santa che mai, ben al di sopra ogni umana idea di grandezza, al di sopra degli idoli e delle follie umane.

L'immutabilità della Sua opera

Gesù è pure immutabile nella Sua opera. Egli operò sulla terra per soli tre anni. Mediante il Suo Spirito, però, Egli continua ad operare per tutti questi secoli. Sempre vedrete nella Sua opera tre caratteristiche:

1. Egli salva. Per questo è venuto. Egli non sarebbe nulla se non fosse il Redentore, capace ieri come oggi di dare senso e prospettiva ad ogni vita, salvandola dalla miseria morale e spirituale.

2. Egli santifica. Attraverso i secoli Egli ha dato nuova vita, trasformato cuori, cambiato volontà e vite, operando nei cuori umani un'opera analoga a quella in cui, quand'era quaggiù, fece quando curò la lebbra, liberò da demoni, risorse persone che erano state afferrate dalla morte.

Qualcuno mi potrebbe però dire: dov'era quando governanti cosiddetti cristiani si macchiarono di ogni infamia? Dov'è in molte delle nostre chiese moderne che sono divenute mondane ed insipide come sale che ha perduto del suo sapore? Era là. Giaceva misterioso e nascosto nelle anime di gente umile ma fedele, nonostante tutto, anche nel mezzo di chiese corrotte. Questa gente umile preservò fino al loro ultimo respiro i Tesori della Fede e dell'eterna Speranza. Era là nelle prigioni dei perseguitati a causa della Fede, uomini e donne umili che non avevano voluto piegare il ginocchio di fronte agli idoli del momento. È per questo che la vera Chiesa è sopravvissuta. Ecco perché ancora vive, salvata dal loro divino Capo, che vigila su di essa e la preserva.

3. Egli consola. È qui che gli uomini possono vedere, se vogliono, la natura immutabile della Sua opera. È attestata oltre ogni dubbio, non dal più felice degli uomini, ma dal più afflitto. Egli ci ha mostrato un uomo afflitto e inchiodato ad una croce che pure può consolare. Egli illumina la morte con un'eterna speranza. Egli ci parla di una profonda simpatia, immensa, infinita. Questa non è un'ipotesi. È una realtà di cui possiamo fare esperienza sempre! Solo chi è spiritualmente cieco può negare che questa consolazione esista.

Conclusione

Cristo è immutabile: ecco una grande e concreta speranza per una generazione come la nostra, disorientata e confusa; una grande forza per la nostra fede; una grande consolazione per il nostro cuore; un grande incoraggiamento per un cristianesimo attivo e militante; una base sicura su cui appoggiare per sempre i nostri piedi! "Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno". Egli era così ieri e lo sarà domani, per sempre. Era qui ieri e sarà qui domani. La Sua ricchezza di tenerezza e simpatia è sempre la stessa. Egli sarà qui in ogni possibile afflizione. Egli sarà qui negli ultimi momenti di debolezza, nell'ultimo respiro dell'agonia. Egli sarà con noi fino alla fine. La persona che affida tutta sé stessa al Cristo della Bibbia può dire con ragion di causa di essere sotto la protezione del Suo potere immutabile. Noi serviamo Qualcuno che non cambia e non cambierà mai. Dice la Scrittura: "Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato. Sulle sue spalle riposerà l'impero, e sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno. Principe della pace" (Is. 9:5). Le sue spalle non si spezzeranno mai. In questa speranza, in questa fede, in questo riposo, possiamo cantare: "Tu sei il Re di gloria, o Cristo!".

[Paolo Castellina, sabato 20 dicembre 1997. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla Versione Nuova Diodati, ediz. La Buona Novella, Brindisi, 1991].

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