Il privilegio di essere i Noè d'oggi…

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Il testo biblico

Il testo biblico di oggi è ciò che disse il Salvatore Gesù Cristo a proposito del Suo personale ritorno e degli ultimi tempi del mondo come noi lo conosciamo:

"Ma come fu ai giorni di Noè, cosí sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio, le persone mangiavano, bevevano, si sposavano ed erano date in moglie, fino a quando Noè entrò nell'arca; e non si avvidero di nulla, finché venne il diluvio e li portò via tutti; cosí sarà pure alla venuta del Figlio dell'uomo" (Mt. 24:37-39).

I. Il compito dei genitori

Il compito dell'essere genitori in modo responsabile non è facile. Forse non lo è mai stato, ma senza dubbio oggi è molto difficile e molti guardano con preoccupazione il mondo in cui dobbiamo far vivere i nostri figli, una volta usciti dall'ambito famigliare.

Alcuni vorrebbero evitare del tutto questa responsabilità …non facendo più nascere figli (si sentono oggi anche questi discorsi), ma come cristiani sappiamo che formare e sviluppare una famiglia è un mandato che Dio ci ha affidato, che rimane inalterato e che va portato avanti, sia pure in modo giudizioso. Altri, nell'educazione dei figli, fanno il minimo indispensabile, e poi, dicono, "…che vada come deve andare", ma questo è da incoscienti, come pure è da irresponsabili delegare il compito ad altri.

Vorremmo evitarci, ed è comprensibile, il dolore di "vedere andar male le cose" come a volte sentiamo di amorevoli genitori che, nonostante tutti i tentativi per ricondurlo alla ragione, debbano assistere impotenti all'ineluttabile rovina di un figlio irriconoscente e ribelle. Lo vedono scivolare sempre più in basso nel più totale disprezzo non solo della loro persona, ma di tutti quei principi etici, morali e religiosi che gli avevano impartito con il loro esempio e la loro parola. Vediamo così genitori "dal cuore spezzato" dal dolore e magari ci immaginiamo come potrebbe essere stare nei loro panni, e tutto questo certo non ci incoraggia.

II. Dio ben comprende

Vi assicuro che il Signore Iddio comprende molto bene questi sentimenti, perché li ha vissuti e li vive ogni giorno, più di chiunque altro. Certo, Iddio, il Padre per eccellenza.

Guardate per esempio al dolore di Dio nel vedere il comportamento degradante di un'umanità come la nostra che potenzialmente potrebbe raggiungere grandi altezze morali e spirituali. Guardate il dolore di Dio costretto a castigare severamente le Sue creature sviate come accadde ai tempi del Diluvio universale. Nel libro della Genesi, al capitolo 6 è scritto: "Ora l'Eterno vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che tutti i disegni dei pensieri del loro cuore non erano altro che male in ogni tempo. E l'Eterno si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo" (Ge. 6:5,6). E' il preludio del primo terribile giudizio di condanna pronunciato da Dio sull'umanità ribelle e corrotta. "Così l'Eterno disse: 'lo sterminerò dalla faccia della terra l'uomo che ho creato" (Ge. 6:7).

Questo è un quadro davvero triste e desolante, simile a quello che ogni giorno sta sotto i nostri occhi: derisione e disprezzo di ciò che è santo, buono e giusto, immoralità, decadenza, apostasia, violenza …insomma: la solita storia.

III. Solo un quadro desolante?

Dio deve dunque dichiararsi sconfitto come se l'umanità fosse un vaso andato a male che debba essere gettato via per poi eventualmente rifarne un altro con nuova terra? E noi, sia come membri di questa umanità che come genitori, dobbiamo piombare nel più cupo pessimismo, privi di speranza? No, dobbiamo essere realisti, ma non siamo privi di speranza.

Ritorniamo al racconto sul Diluvio universale. Il giudizio fu davvero universale perché coprì ogni angolo del mondo, ma qualcuno riuscì a scampare. Chi? Noè e la sua famiglia. Perché? Lo troviamo scritto chiaramente nella Bibbia stessa.

Il libro della Genesi dice: "Ma Noè trovò grazia agli occhi dell'Eterno... Noè fu uomo giusto e irreprensibile tra i suoi contemporanei. Noè camminò con DIO" (6:8).

IV. Una famiglia diversa!

Che espressioni meravigliose, e che magnifica speranza per noi e le nostre famiglie. Noè "camminò con Dio" e così aveva insegnato ai suoi tre figli, Sem, Cam e Jafet. Essi pure vissero, con le loro famiglie, secondo quegli stessi principi, tutti con il coraggio di essere anticonformisti rispetto alla loro generazione, …e furono salvi!

Il quadro era indubbiamente drammatico. Ribadisce la Scrittura: "Ora la terra era corrotta davanti a DIO. E la terra era ripiena di violenza. Ora DIO guardò sulla terra ed ecco, era corrotta. Perché ogni carne sulla terra aveva corrotto la sua condotta. DIO disse a Noè: 'Ho deciso di por fine ad ogni carne, perché la terra a motivo degli uomini è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme alla terra... '" (6:11-14).

In questo quadro drammatico c'è però un "ma…" Ma tu… "Fatti un'arca di legno", un'arca di salvezza e scamperai. Non vi sfugga la concreta speranza che vi è in queste parole per noi e le nostre famiglie!

Dio diede istruzioni precise a Noè ed alla sua famiglia su come costruirsi quest'arca, ed essi la eseguirono fedelmente, come ci si sarebbe potuti aspettare da loro. Non si lasciarono intimidire da chi di loro avrebbe riso, da chi avrebbe considerati solo dei pazzi. La loro famiglia era unita e determinata ad ubbidire fiduciosamente a Dio, come avevano sempre fatto, anche nel mezzo di una società incredula, immorale, sfrenata, piena di empietà e violenza. …ma c'è di più.

Noè non solo aveva preparato, su indicazione di Dio, un'arca di salvezza, egli era pure attivamente diventato, come si esprime la Scrittura stessa, "un predicatore di giustizia". Lo possiamo infatti immaginare intento a cercare di persuadere i suoi contemporanei al ravvedimento indicando loro la via della salvezza (2 Pi. 2:5).

Un uomo con la sua famiglia indubbiamente coraggioso e determinato, un segno di speranza egli stesso non solo per la sua generazione, ma anche per noi!

V. Preziose indicazioni

Come ai tempi di Noè anche il nostro mondo è sull'orlo della catastrofe, e molti nemmeno se ne accorgono. Magari qualcuno pure se ne accorge e si illude che alla fine tutto gli andrà bene "in un modo o in un altro". Gesù però dice: "se non vi ravvedete, perirete tutti allo stesso modo" (Lu. 13:3). Come ai tempi di Noè Dio ha provveduto una via di salvezza. Non la costruzione di un'arca di legno, ma la fiduciosa ubbidienza al messaggio dell'Evangelo di Gesù Cristo, una vita da vivere, singolarmente e come famiglia, secondo i principi di Dio. …e per noi pure ci sarà salvezza.

1. Il mondo. Noi oggi viviamo in un mondo non troppo diverso dai giorni di Noè. E' un mondo corrotto, sta degenerando rapidamente, ed i principi che Dio ha stabilito e che tengono insieme ogni cosa vengono fatti a pezzi l'uno dopo l'altro. Anche nel nostro paese persino quelli che si ritengono paladini della giustizia e della libertà non fanno che distruggere, in nome di questi valori, tutti i presidi che garantiscono la libertà e la giustizia stessa: l'autorevolezza della Bibbia e dell'etica che essa esprime, la libertà dall'aborto, dalla droga e da tutto ciò che attenta alla salute della persona, dagli abusi in campo sessuale, dalla dissoluzione della famiglia, il ruolo dell'uomo e della donna nella società e nella famiglia… Liberiamoci, dicono, da ogni vincolo: libertà di aborto, di drogarsi, dai ruoli imposti ai sessi, di praticare come si vuole la sessualità… liberiamoci di Dio e delle sue leggi… Tutto questo, però, non andrà avanti indefinitamente senza le sue pesanti conseguenze.

2. I fedeli. Nel contempo però vi sono coloro che "trovano grazia agli occhi dell'Eterno", coloro che vogliono essere giusti ed irreprensibili rispetto a ciò che Dio ha stabilito, coloro che intendono "camminare con Dio" proprio quando i più decidono di vivere contro Dio e la Sua volontà rivelata.

a) Giusti davanti a Dio. Essi intendono essere "giusti davanti a Dio", Creatore e Padre. Che magnifica aspirazione questa: essere e fare ogni cosa "davanti a Dio", alla Sua gloria, secondo la Sua volontà, per farGli piacere. Essere retti davanti a Dio e rimanerci senza essere da Lui svergognati! Questo lo si ottiene affidando tutta la nostra vita al Salvatore Gesù Cristo. Pensate, poter dire come Paolo: "Fratelli, fino a questo giorno, io mi sono comportato davanti a Dio in perfetta buona coscienza… io mi sforzo di avere continuamente una coscienza irreprensibile davanti a Dio e davanti agli uomini" (At. 23:1; 24:16). Egli diceva pure: "Noi non falsifichiamo infatti la parola di Dio come molti altri, ma parliamo in sincerità come da parte di Dio davanti a Dio in Cristo… Anzi abbiamo rinunziato ai sotterfugi della vergogna, non camminando con astuzia, né falsificando la parola di Dio, ma mediante la manifestazione della verità, raccomandando noi stessi alla coscienza di ogni uomo davanti a Dio" (2 Co. 2:17; 4:2). Dei cristiani di Tessalonica l'Apostolo scriveva: "....ricordando continuamente la vostra opera di fede, la fatica del vostro amore e la costanza della speranza che voi avete nel Signore nostro Gesú Cristo davanti a Dio, nostro Padre... per rendere fermi i vostri cuori, affinché siano irreprensibili nella santità davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signor nostro Gesú Cristo con tutti i suoi santi. Amen" (1 Ts. 1:3; 3:13).

b) Ubbidienti. Essi intendono ubbidire fiduciosamente a quanto Dio ha stabilito e tramandato attraverso la Bibbia. Intendono vivere coerentemente, riaffermandoli e testimoniandoli con forza, valori come: la fiducia nella Bibbia come Parola di Dio, regola autorevole della nostra fede e di tutta la nostra condotta, la difesa della vita, della famiglia, della Chiesa come comunità di salvezza.

c) Edificare la Chiesa. Interessante quest'ultimo punto: mentre il mondo che ambisce alla sua presunta libertà, "esce" sempre di più dalle chiese, i fedeli Noè dei giorni nostri, insieme alle loro famiglie, quelli che vogliono trovare grazia agli occhi dell'Eterno, "entrano" nelle chiese! Essi edificano e non demoliscono comunità cristiane, che, se costruite secondo le indicazioni del Signore, diventano efficaci "comunità terapeutiche", di lavoro e di impegno, vere e proprie arche di salvezza. Certo, non è la Chiesa in sé stessa che salva, ma il Signore. La comunità cristiana è però uno strumento che il Signore si compiace di usare affinché noi troviamo rifugio e salvezza, per "navigare" verso la vera giustizia e la vera libertà. Noè con la sua famiglia, determinati a ubbidire fiduciosamente alla Parola del Signore, uomini, donne e bambini, insieme si danno da fare e costruiscono la "Chiesa" che servirà loro di rifugio. Non è forse questa una magnifica illustrazione di quella comunità cristiana che è fiera di essere tale e che insieme costruisce ciò che potrà essere utile alla loro salvezza.

d) L'impegno nella testimonianza. Certo la Chiesa non dovrà essere un ghetto o un club privato, ma una proposta aperta e da farsi alla nostra generazione affinché attraverso il ravvedimento e la fede in Gesù Cristo molti altri possano giungere alla salvezza. Noè infatti lavorava duramente alla costruzione dell'arca, ma pure si prendeva tempo per predicare il ravvedimento e la fede al suo mondo, senza curarsi delle critiche e delle risa dei suoi avversari. Anche l'Apostolo Paolo diceva: "Mi sono fatto tutto a tutti, per poterne salvare in qualche modo alcuni" (1 Co. 9:22), e ancora: "Questo infatti è buono ed accettevole davanti a Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati, e che vengano alla conoscenza della verità. Vi è infatti un solo Dio, ed anche un solo mediatore tra Dio e gli uomini: Cristo Gesú uomo, il quale ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti, secondo la testimonianza resa nei tempi stabiliti, di cui io sono stato costituito banditore e apostolo (dico la verità in Cristo e non mento), dottore dei gentili nella fede e nella verità" (1 Ti. 2:3-6)

Conclusione

Questi sono gli ultimi giorni. Gesù sta presto per venire. Noi abbiamo un'arca da costruire. Il nostro compito non è quello di riunirci in piccoli gruppi per condannare semplicemente la società o i suoi mali. Dio disse che sarebbe stato così. Quella che ci rivolge il Signore non è una vocazione a lamentarci, ma una vocazione ad agire, a lottare con coraggio, e determinazione, senza vergogna, vivendo, lottando, testimoniando con la nostra vita intera ciò che è giusto.

Russel Kelfer, scrittore cristiano, disse: "Non scoraggiamoci, dunque. Di fatto i nostri sono tempi meravigliosi per essere vivi. Noi abbiamo il privilegio di essere i Noè dei giorni nostri. Noi abbiamo i piani dell'arca, incisi nei rotoli eterni della Parola di Dio. Abbiamo a disposizione la potenza dello Spirito Santo per confortarci e guidarci. Abbiamo l'esempio del mondo di Noè e di Lot per ammonirci. Tutto ciò che dobbiamo fare è prostrarci davanti al nostro prezioso Iddio e renderci totalmente disponibili. Proprio come fece Noè. Non c'è tempo da sprecare. Dio aveva bisogno di un Noè allora. Disperatamente Egli ha bisogno di Noè oggi. Oh Signore, che noi si diventi i Noè di cui Tu hai bisogno!".

[Paolo Castellina, sabato, 11. ottobre 1997. Tutte le citazioni, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, ediz. La Buona Novella, Brindisi, 1991].

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