Nulla avviene per caso


Introduzione

I recentissimi tragici avvenimenti, la morte di "Lady D", i continui annunci della stampa su stragi di vario tipo, miseria e disgrazie varie, suscitano anche negli stessi mass-media eterne domande esistenziali del tipo: "Dove sta Dio in tutto questo?". L'intenzione di queste domande è spesso polemica e nasconde il tentativo di discreditare ulteriormente la fede in Dio. Esse però testimoniano che dell'idea stessa di Dio è impossibile liberarsene, anche se molti ci provano in tutti i modi...

In ogni caso tutto questo è un ottimo spunto per riflettere su qualcosa di cui facilmente ci dimentichiamo, vale a dire la dottrina biblica e riformata che Dio è sempre attivo ed in controllo d'ogni cosa, anche quando ci sembra il contrario; che ogni cosa avviene per preciso ed insindacabile decreto di Dio; che Dio sostiene, preserva e governa ogni cosa. La teologia biblica e riformata chiama questo fatto: la divina Provvidenza. E' il tema sul quale le stesse letture bibliche d'oggi ci chiamano a ponderare. Non è un tema facile: è cosa che certamente pone alla nostra mente problemi intellettuali e con il qual è anche arduo convivere. Essa, però, rimane una verità molto pratica con la quale è molto utile, di tanto in tanto, confrontarci.

1. Concezioni distorte

In generale non è difficile credere che Dio sia il Creatore, ma è difficile per molti accettare che la volontà di Dio si manifesti in tutto ciò che accade e che Egli sia presente in tutto ciò che ha fatto e che in esso si muove.

a. Non solo Creatore. Generalmente riteniamo che, dopo aver creato ogni cosa, Dio abbia lasciato l'universo "camminare con le sue gambe", "secondo le sue leggi"; che le cose avvengano o "per caso" o secondo il principio di "causa ed effetto"; che Dio, in una parola, si sia "ritirato" dalla realtà. Tendiamo cioè a considerare gli eventi indipendentemente da Dio. Eppure la rivelazione biblica ci parla di Dio come sempre attivo ed operante, agente ultimo d'ogni avvenimento. "Poiché da lui, per mezzo di lui e in vista di lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen" (Ro. 11:36), dice la Scrittura.

b. Ogni avvenimento. Di solito pensiamo alla Provvidenza come "quell'avvenimento favorevole che viene inaspettato in momenti di particolare bisogno". La Provvidenza, però, è molto di più. Essa è il governo di Dio sulla realtà, e include anche gli avvenimenti che noi riteniamo non buoni o non favorevoli. Per ogni cosa c'è in Dio un senso, e un senso santo, saggio e buono, anche se esso ci sfugge o non lo riteniamo tale. Provvidenza non vuole dire solo che Dio ci fornisce cibo e ci protegge dal male, ma Provvidenza è anche quando sentiamo fame o andiamo incontro ad un incidente. Ogni cosa avviene "secondo il beneplacito della sua volontà", dice la Bibbia.

c. Dio mantiene. Provvidenza è Dio che sostiene e mantiene in vita con il Suo potere. Nulla potrebbe esistere senza l'azione del potere di Dio. Ogni cosa esiste perché Dio la conserva in esistenza. Dice il Salmista: "Non rigettarmi dalla tua presenza e non togliermi il tuo santo Spirito" (Sl. 51:11). Se Dio lasciasse andare qualcosa, questo sarebbe subito annichilito. Dio non dà solo l'essere, ma mantiene in essere. Se Dio si ritirasse, nulla potrebbe più sussistere. Non ci avete mai pensato? Io e voi esistiamo solo perché momento dopo momento Dio ci sostiene. Solleviamo una mano, pensiamo, parliamo, solo perché il potere di Dio ci permette di farlo, per la Sua Provvidenza.

d. Dio governa. Dio non solo sostiene e mantiene ogni cosa, ma governa ogni cosa. Egli dirige ogni cosa verso uno scopo ben definito. Non vi può essere pioggia se Dio non lo ordina. Non vi può essere né pace né guerra senza la Sua volontà. Nessuno può nascere né morire se questa non è la Sua volontà. Nessuno può proporsi alcunché od eseguire il proprio proposito senza la direzione di Dio. La Scrittura dice: "poiché Dio è colui che opera in voi il volere e l'operare, per il suo beneplacito" (Fl. 2:13).

2. Gli strumenti del volere divino

a. Dio, però, non consegue i Suoi propositi senza la strumentalità d'agenti o cause subordinate. Trattenendo la pioggia Egli fa si che la vegetazione, gli animali, l'uomo, muoiano. Dio usa l'attività delle Sue creature come strumenti. Gli uccelli e le bestie devono cacciare ciò che necessitano per la vita. L'uomo deve lavorare per conseguire il suo pane quotidiano. Padri e madri devono provvedere per i loro figli. Dobbiamo in molti modi prenderci cura di noi stessi. Tutte queste sono cause strumentali che Dio ha incluso nelle operazioni della Sua Provvidenza. Strumenti di Dio sono la ragione dell'uomo e i suoi sentimenti.

b. La Provvidenza non si limita al "naturale", ma include anche il morale e lo spirituale. Dio opera in noi attraverso la nostra coscienza, l'esercizio, l'istruzione, e pure attraverso il nostro zelo. Egli opera in noi stabilendo un rapporto fra noi e le cose spirituali, cose spirituali che sono fra i maggiori doni della divina Provvidenza. Quest'opera di Dio attraverso degli strumenti è davvero meravigliosa. Catastrofi naturali ci minacciano? Esse pure sono incluse nella divina Provvidenza. E' lo stesso Dio, però, che c'insegna ad inventare contro d'esse misure preventive. Quando cadiamo malati, questo rientra nella Provvidenza di Dio. Nella stessa Provvidenza, però, Dio ci dà pure medici e medicine.

3. Il problema del peccato

a. Che possiamo dire, però, del peccato? E' pure incluso il peccato nella Provvidenza? E' vero che tutto ciò che l'uomo fa lo fa con il potere ricevuto da Dio. Non potremmo pensare senza quel potere. Nessuno potrebbe progettare il male e neppure compierlo senza quel potere. Dio, però, non opera il male. E' l'uomo stesso a farlo: egli n'è responsabile. Dio creò gli uomini e li governa in modo tale che essi agiscano senza costrizione. L'uomo è stato creato con la possibilità di peccare, e quando egli commette un peccato, non lo fa al di fuori della divina Provvidenza. Quando l'uomo pecca, egli abusa dei doni di Dio, i quali si volgono a suo giudizio. Anche in questo è attiva la Provvidenza di Dio: eseguendo una sentenza sul colpevole. Però è l'uomo e non Dio ad essere responsabile del male che fa, ed è l'uomo che sarà per esso giudicato.

b. Eppure l'uomo non può spingersi a fare il male più di quanto Dio non permetta. Ogni cosa è sottoposta al governo di Dio, e in tal modo che il peccato non possa mai disturbare o pregiudicare i propositi di Dio, o il fine ultimo d'ogni cosa. Ciononostante l'uomo è e rimane responsabile per il peccato. Tutti dovremo rendere conto a Dio di quel che facciamo.

c. La divina Provvidenza lascia dunque spazio alla responsabilità umana: è proposito di Dio che noi l'avessimo. Dio ci comanda di lavorare diligentemente. Ci comanda di prevenire le malattie e perseguire la salute. Egli ci comanda di aiutare i bisognosi. Dobbiamo fare tutto il possibile per tenere sotto controllo i malvagi. C'è una stretta relazione fra la divina Provvidenza e la nostra responsabilità. Quando un cristiano è malato, egli prega Dio affinché lo guarisca, se è la Sua volontà. Se deve morire pure quello è bene così. La persona malata deve a Dio di fare tutto ciò che può per rimanere in vita, eppure in ogni tempo essa deve prepararsi alla morte. Essa deve sottomettersi al governo di Dio e deve ubbidire ai Suoi comandi.

Ci sottomettiamo a Dio in ogni cosa? Crediamo che Egli compia ogni cosa secondo il Suo beneplacito? Crediamo che davvero Egli è Re? Crediamo che Egli governi ogni cosa? Viviamo ogni giorno in questa fede?

4. Affronti a Dio trasformati

a. Bravi a dare "spiegazioni". Lo spirito di questa nostra epoca non è quello della fede. Pensiamo di conoscere "le cause scientifiche" per cui avvengono le cose, ma non ci rendiamo conto che queste sono solo cause seconde, non la causa prima, la quale risiede in Dio. Pensiamo d'essere gli unici artefici del nostro destino o che "il caso" guidi le cose: queste sono però menzogne che offendono la gloria della sovranità di Dio, chiaramente rivelata dalla Scrittura. In tutto ciò che esiste ed avviene il cristiano fedele vede la mano di Dio, alla quale si sottomette, sia quel che sia.

b. Giobbe. Il giusto Giobbe è afflitto tremendamente in ogni modo, ma non accusa Dio d'ingiustizia alcuna. "Allora sua moglie gli disse: Rimani ancora fermo nella tua integrità? Maledici DIO e muori! Ma egli disse a lei: Tu parli come parlerebbe una donna insensata. Se da DIO accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare anche il male? In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra" (Gb. 2: 9,10). Si, anche i peccati e le cose abominevoli che gli uomini fanno non succederebbero se Dio non sostenesse gli uomini e non desse loro ragioni e potere di perseguire i mezzi per fare il male. Il libro di Giobbe lo dimostra portandoci nel retroscena spirituale degli avvenimenti.

c. I soli responsabili. Anche l'iniquità è inclusa nel governo di Dio, anche se si oppone a Lui. Dio permette che gli uomini cerchino e trovino il male. Egli però si oppone al male. Egli si oppone al male nella nostra coscienza, nella Sua Parola, nella Sua opera della grazia speciale. Anche il diavolo esiste mediante il potere che ottiene da Dio. Il diavolo però non è diavolo attraverso il potere di Dio. Egli lo è per proprio desiderio e volontà. Egli fa il male con il potere che riceve da Dio. Ciononostante egli è responsabile per il suo malvagio desiderio ed il suo malvagio uso del potere che da Dio riceve.

c. La crocifissione di Cristo. Il più grande evento che avvenne sotto la provvidenza di Dio era la crocifissione di Gesù. Il significato di quest'avvenimento è centrale per la storia della Chiesa e di ogni singolo credente: in essa si compie l'espiazione vicaria dei nostri peccati. Abbiamo però mai compreso la croce di Cristo? Fu il più gran male mai commesso sotto la Provvidenza di Dio. Eppure, quest'abominazione delle abominazione non è avvenuta per caso. Era la realizzazione di un piano di Dio. Nella Sua sofferenza e morte Gesù sarebbe diventato il Salvatore del mondo. La Scrittura dice: "egli, secondo il determinato consiglio e prescienza di Dio, vi fu dato nelle mani e voi lo prendeste, e per mani di iniqui lo inchiodaste alla croce e lo uccideste" (At. 2:23). Dal più orribile fra i peccati la crocifissione di Cristo è l'avvenimento più glorioso che vi sia. Anche nella nostra vita personale, alcuni possono avere cattive intenzioni nei nostri riguardi eppure Dio lo trasforma alla fine per il bene.

5. Non temiamo più il futuro

a. Un nuovo atteggiamento. In questo modo la mano di Dio è in ogni cosa. Nulla avviene per caso. Tutte le cose ci pervengono dalla mano del Padre. Non dobbiamo quindi temere il futuro. Non dobbiamo temere che tutto vada male. Dio regna. Egli permette agli uomini che facciano quel che fanno. Egli permette alle cose di avvenire come avvengano.

b. Non negligenti. Questa dottrina, però, non ci deve far trascurare i nostri doveri. Il fatto che Dio governi ogni cosa non ci solleva dalle nostre responsabilità. Quando Dio ci manda delle benedizioni, Gli dobbiamo la nostra gratitudine. Quando ci manda dei giudizi, essi devono farci svegliare per renderci conto dei nostri peccati. Ci dovrebbero far cadere in ginocchio. E' terribile quando la gente manca di lodare Dio per le Sue benedizioni, ma è anche terribile quando Dio castiga il Suo popolo ed essi non ne provano dolore e non imparano la lezione.

c. Non indifferenti. La conoscenza che Dio governa ogni cosa non dovrebbe renderci indifferenti. Non ci dovrebbe mai condurre a dire: "…allora non c'è nulla che io possa fare". No, la Provvidenza ci insegna in primo luogo che abbiamo delle responsabilità. C'insegna che tutti i nostri doni e talenti ci sono stati dati da Dio e che tutto ciò che possediamo c'è dato per grazia e che ci perviene senza che noi lo si abbia meritato. Ecco perché siamo responsabili. Abbiamo una santa chiamata che proviene dall'alto, in Cristo. E' vero, e pure questo è Provvidenza, che il volere e l'operare c'è dato secondo il Suo beneplacito. Questo però è proprio il motivo per cui dobbiamo compiere la nostra salvezza con timore e tremore. Tutto ciò che la nostra mano trova da fare lo dobbiamo fare con tutta la nostra forza. Colui che c'esorta a farlo ci ha riscattato. Noi siamo Suoi. Lui dobbiamo servire. Apparteniamo a Cristo. Nulla ci potrà strappare dal Suo amore.

d. Il rischio dell'idolatria. Nulla avviene per caso, ed è quindi sbagliato lasciare Dio fuori dai nostri pensieri e addebitare le cose al caso. Confidare nel caso o nel destino significa negare la sovranità di Dio, e quindi è idolatria. Se noi, anche nella parte più piccola della nostra vita, manchiamo di riconoscere il governo e la volontà di Dio, noi serviamo due dei. Non c'è spazio per assolutamente nulla fuori dalla Provvidenza di Dio.

6. Il valore pratico di questa dottrina

a. Una gran differenza. Credere nella sovranità e nella Provvidenza di Dio o non crederci fa una gran differenza nella nostra vita. Se riconosciamo Dio in ogni cosa, allora comprendiamo che tutte le cose cooperano per il bene di quelli che amano Dio, per coloro che sono chiamati secondo i Suoi propositi. Allora saremo pazienti nelle avversità, riconoscenti nella prosperità. Se noi poniamo la nostra più ferma fiducia nel nostro fedele Iddio e Padre, sappiamo che nulla potrà separarci dal Suo amore e ce ne rallegreremo. Il futuro per noi potrà anche essere incerto, ma non sarà mai incerto per il nostro Padre celeste.

b. Un gran vantaggio. C'è un gran vantaggio nel sapere che Dio ha creato e che per la Sua Provvidenza Egli tiene insieme tutte le cose. Talora dobbiamo attraversare delle tempeste. I nostri idoli cadono. Le nostre preghiere sembrano non ricevere risposta. Sulle nostre spalle grava un pesante giogo, gli empi prosperano. Allora serve credere nella Provvidenza, anche se può essere molto difficile. C'è grande vantaggio sapere che Dio è buono e giusto e che la nostra vita vien mossa da un amore paterno. Senza la Provvidenza non abbiamo conforto alcuno. Senza la Provvidenza la fede è vana. Senza la Provvidenza non vi può essere autentica religione. Senza la Provvidenza non c'è speranza, né amore, né fiducia. Se siamo davvero cristiani non possiamo vivere un giorno solo senza la Provvidenza.

c. Come viviamo, dunque? Il pensiero della provvidenza governa la nostra vita? Crediamo e facciamo l'esperienza che la mano che dirige e controlla ogni cosa è quella del Padre celeste? Crediamo che è dalla Sua mano che riceviamo anche le cose più piccole? Crediamo che da Lui viene l'erba e il fieno, la pioggia e la siccità, gli anni grassi e gli anni magri, cibo e bevanda, salute e malattia, ricchezza e povertà? Spesso noi parliamo ed agiamo come se la mano di Dio non fosse in ogni cosa e ci vergogniamo persino di dirlo! Ravvediamoci dal nostro peccato e riconosciamolo quando lavoriamo e quando riposiamo, nelle nostre gioie e nei nostri dolori, in casa ed al lavoro. Riconosciamo che Dio sa quello che sta facendo e lo fa bene anche se non lo comprendiamo. Se crediamo nella Provvidenza e viviamo in questa fede, sappiamo cosa fare nei momenti e questa conoscenza ci dà pace e gioia.

d. Abbiamo questa conoscenza? Viviamo in questa certezza? E' facile farlo quando tutto va bene, ma quando ci va male e ci vediamo tolte le cose o le persone che più amiamo? Vivere in questa consapevolezza significa vivere in comunione con Dio e riconoscerlo nella nostra vita quotidiana. Allora la nostra religione sarà un modo di vivere fruttuoso e giusto. Giorno per giorno scopriremo la Sua bontà in ogni briciola di pane che mangiamo, in ogni sorso d'acqua, in ogni battito del nostro cuore, in ogni nostro respiro. La dottrina della Provvidenza è fonte di gran conforto. Non abbiamo più paura del futuro. Tutto è nelle mani del Padre, e nulla ci potrà separare dal Suo amore. In lui troviamo una pace che supera ogni comprensione. Non sappiamo ciò che ci riserverà il futuro: ci basta sapere che Iddio lo sa, ed Egli sarà con noi se siamo riconciliati con Lui in Cristo.

La vera felicità dipende dal fatto di appartenere a Cristo e che viviamo quotidianamente in comunione con Lui. Saremo magari tristi di fronte alle tragedie che avvengono, ma mai disperati. Che così possa essere per ciascuno di noi.

[Paolo Castellina, sabato, 6. settembre 1997. Tutte le citazioni, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, ediz. La Buona Novella, Brindisi, 1991].


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