Una bella esperienza. Camminare su un sentiero di alta montagna in una bella giornata di sole è un'esperienza magnifica: si è come immersi nella luce, più vicini alla sua sorgente. L'esperienza è ancora più forte d'inverno, sulla neve: abbiamo bisogno di occhiali scuri e di olio solare per proteggerci occhi e pelle. Non siamo abituati alla forte luce del sole come gli abitanti del deserto. La maggior parte di noi è sedentaria abitatrice dell'ombra e di luoghi chiusi, delle città coperte dallo smog... Vi sono pure molte persone nelle nostre città che vengono chiamate "il popolo della notte".
Simbolo di una condizione spirituale. Vivere di giorno... vivere di notte... luminosi o oscuri... solari o tenebrosi... camminare sotto la luce... camminare al buio: non si tratta soltanto di situazioni contingenti - queste - in cui ci possiamo trovare. Camminare nella luce o camminare nelle tenebre può anche essere simbolo della nostra personale condizione spirituale e morale.
Nella nostra cultura la luce è simbolo di tutto ciò che è bello, buono, giusto, onesto, pulito e sano. Il buio, invece, o tenebre, è simbolo di tutto ciò che è brutto, cattivo, ingiusto, disonesto, sporco e malsano. Chi fa le cose "alla luce del sole" non ha nulla da nascondere o di cui vergognarsi; chi fa le cose nell'ombra o nelle tenebre sa di fare ciò che non è buono. "Chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano scoperte" (Gv. 3:20). Possiamo magari anche essere attratti da quelle cose che si fanno nell'ombra, ma alla fin fine danni a noi stessi ed agli altri (spesso irreparabili) ne sono l'unica conseguenza. Questo in fondo al nostro cuore lo sappiamo. Sappiamo di vivere nelle tenebre: esse, da una parte, ci attirano con molte lusinghe, ma una volta che ci hanno presi, esse diventano come delle sabbie mobili che ci sporcano con il loro fango e ci tirano sempre più in basso e dalle quali non riusciamo più a liberarci.
Il quadro dipinto dal testo. E' proprio in un quadro di questo genere che il testo della Parola di Dio che oggi ci viene rivolta dice: "Camminate dunque come figli di luce, poiché il frutto dello Spirito consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità" (Ef. 5:8,9).
E' come se Dio, con queste parole ci dicesse: "...camminate, comportatevi, vivete 'come in pieno giorno' come membra del popolo della luce perché alla fin fine è l'unica cosa che davvero vi convenga, che faccia veramente i vostri interessi!
Vivete nella luce, uscite dalle tenebre: che cosa vuol dire questo? Per capirlo possiamo ripercorrere alcune espressioni della lettera ai cristiani di Efeso, da cui è tratto questo testo. Vivere nelle tenebre significa:
1. Andare in giro come gente dalla testa vuota, "nella vanità della loro mente" (17) o "avere per la mente pensieri che non valgono nulla" (TILC).
2. Essere "ottenebrati nell'intelletto" (18a), cioè fare "ragionamenti sballati" che ci rendono in questo mondo come ciechi totalmente inconsapevoli del danno che stiamo facendo a noi stessi ed agli altri, oltre che ciechi sul giudizio di condanna da parte di Dio che pende sulla nostra testa.
3. Essere "estranei alla vita di Dio" (18b), cioè totalmente ignoranti e pieni di pregiudizi su quello che potrebbe significare per noi conoscere il vero volto di Dio ed essere in comunione con Lui. ...e più ci allontaniamo da Dio e più il nostro cuore si indurisce rispetto a ciò che vale moralmente e spiritualmente.
4. Questa insensibilità morale e spirituale fa si che ci abbandoniamo "alla dissolutezza" (19a), ad una vita sempre più corrotta ed impura, senza scrupoli né remore di carattere morale. Vediamo infatti oggi come si oltrepassi sempre di più i limiti della decenza per commettere "impurità con insaziabile bramosia" (19b), senza cioè esserne mai contenti.
5. Il regno delle tenebre, sempre secondo il nostro testo biblico, è il regno della menzogna (25), della violenza (26), del furto (28), delle parole malvagie (29), un mondo "pieno di urla, di maldicenza e di cattiverie di ogni genere" (31, TILC).
6. Dovremmo già esserne disgustati di tutto questo, ma il testo procede proprio per suscitare in noi il massimo disgusto possibile per questo stile di vita. Il regno delle tenebre è fatto di "impurità, vizi ed immoralità di ogni genere" (5:3), di "tutto ciò che è sciocco, volgare ed equivoco" (4, TILC).
Tutte queste ed altre, dice la Parola di Dio, "sono le opere infruttuose delle tenebre" (11), opere da denunciare con forza e senza paura dire chiaramente: "Sappiate infatti questo: nessun fornicatore o immondo, o avaro, il quale è un idolatra, avrà eredità alcuna nel regno di Cristo e di Dio" (5:5).
Ecco perché la Parola di Dio ci esorta oggi e ci dice: "Camminate dunque come figli di luce, poiché il frutto dello Spirito consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità" (Ef. 5:8,9).
Già, più facile a dirsi che a farsi, non è vero? Eppure originalmente questo testo biblico non era un'esortazione che lascia il tempo che trova, un invito astratto che nessuno ha la capacità a mettere davvero in pratica e che magari "entra da un orecchio ed esce dall'altro". No, questo testo si rivolgeva a gente che di fatto era passata "dalle tenebre alla luce", mediante l'azione potente ed efficace nella loro vita, del Signore e Salvatore Gesù Cristo. Dice infatti il testo: "Un tempo infatti eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore; camminate dunque come figli di luce" (5:8).
Com'è potuto succedere che gente che camminava come noi tutti "nella valle dell'ombra della morte" (Sl. 23:4), che come noi faceva parte del "popolo delle tenebre" ora sia diventata "luce nel Signore"? E' possibile perché hanno incontrato un uomo che ha trasformato radicalmente la loro vita: il Salvatore Gesù Cristo, Colui che disse: "Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre ma avrà la luce della vita" (Gv. 8:12). "Mentre sono nel mondo, io sono la luce del mondo" (Gv. 9:5). "La luce è con voi ancora per un po'; camminate mentre avete la luce, affinché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la luce, credete nella luce, affinché diventiate figli di luce" (Gv. 12:35,36).
Si, questi uomini, queste donne, questi bambini della città di Efeso hanno incontrato Gesù, la vera luce, lo hanno conosciuto da vicino, hanno creduto in Lui affidandoGli tutta la loro vita, ed Egli, operando in loro, li ha trasformati in "figli di luce". Essi si sono come "spogliati, per quando riguarda la condotta di prima, dell'uomo vecchio che si corrompe per mezzo delle concupiscenze della seduzione" (4:22), "per essere rivestiti dell'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e santità della verità" (4:24). Essi sono stati "rinnovati nello spirito della loro mente" (4:23) e sono divenuti "imitatori di Dio" che è luce per essere luce essi stessi in questo mondo.
Quest'esperienza la possiamo fare anche ciascuno di noi. Come? Avvicinandoci con disponibilità al Signore e Salvatore Gesù Cristo: Egli solo può operare il miracolo di tirarci fuori dal fango e dalle tenebre in cui viviamo e operare in noi quella trasformazione che noi tutti, nel fondo del nostro cuore, aneliamo.
Anche loro erano persone che avevano per la mente sempre pensieri che non valgono nulla. Conoscendo Cristo, però, sapienza di Dio, hanno potuto rinnovare lo spirito della loro mente assumendo il modo di ragionare di Dio ed i Suoi pensieri veraci e costruttivi.
Anche loro erano "ottenebrati nell'intelletto, estranei alla vita di Dio, per l'ignoranza che è in loro e per l'indurimento del loro cuore". Conoscendo Cristo, però, Colui che ha la mente chiara, bene informata e scattante, uomo in viva e costante comunione con Dio, sono diventati sempre più simili a Lui.
Anche loro erano insensibili, dissoluti, impuri, mai sazi dei cosiddetti piaceri di questo mondo. Conoscendo Cristo, uomo sensibile, capace a governare sé stesso in ogni giustizia, puro e con la capacità di discernere il vero dal falso, il sano dal malsano, l'utile dal disutile, che conosceva la gioia vera e duratura che si trova solo in Dio, sono diventati sempre più simili a Lui.
In Gesù hanno conosciuto la forza e la bellezza costruttiva della verità, la pazienza e la grazia, Colui che sa sacrificare sé stesso per il bene altrui ed hanno cominciato ad imparare quale maggiore vantaggio vi sia per tutti camminando nella luce.
In Gesù hanno conosciuto chi sempre diceva parole costruttive per il bene di chi ascolta, e, grazie a Lui hanno rimosso dalla loro vita amarezza, ira, cruccio, tumulto, maldicenza e malizia.
Conoscendo Gesù essi avevano altresì cominciato ad imparare a camminare "nell'amore, come anche Cristo ci ha amati e ha dato sé stesso per noi, in offerta e sacrificio a Dio come un profumo di odore soave" (5:2).
Conoscendo Gesù, uomo privo di qualsiasi disonestà, di parlare sciocco e volgare, hanno ricevuto anch'essi lo Spirito Santo il cui frutto "consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità" (5:9), ispirando in loro il sentimento di esaminare sempre il loro comportamento per discernere e praticare ciò che è accettevole al Signore.
Con Gesù essi non partecipano più alle opere infruttuose delle tenebre, ma, al contrario essi le riprendono e le denunciano (5:11). Con Gesù essi camminano con diligenza non da stolti, ma da saggi (5:15). Con Gesù essi hanno smesso di offuscare il loro cervello con sostanze intossicanti che solo portano alla dissolutezza e a rovinare sé stessi, ma sono stati riempiti di Spirito Santo, il meraviglioso Agente di rinnovamento che il Signore Gesù dona a tutti coloro che Lo seguono.
Camminare alla luce del sole di montagna in quel meraviglioso ambiente è esperienza che sanno fare molti estimatori della natura, e la loro salute generale ne trae giovamento. Vi sono altri, invece, che sono inconsapevoli di queste benedizioni e che preferiscono dormire o magari rovinarsi la loro salute al buio di una discoteca, con i miasmi del fumo, sostanze intossicanti di ogni genere e ad eccitare i loro sensi con passioni malsane che sporcano ed alienano la loro vita.
Per questi ed altri ancora, allora, è quanto mai pertinente l'appello che pure il nostro testo ci fa e che dice: "Risvegliati, o tu che dormi, risorgi dai morti, e Cristo risplenderà su di te!" (Ef. 5:14).
Che il Signore dia a tutti voi la grazia del ravvedimento e della fede per camminare fiduciosi alla luce di Cristo.
[Paolo Castellina, sabato, 19. luglio 1997. Tutte le citazioni, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, ediz. La Buona Novella, Brindisi, 1991].