Una barca nella tempesta


Il giorno della paura

Paura, timore, ansia, angoscia, affanno, apprensione, terrore... ecco esperienze umane molto comuni che ci colgono in molte circostanze della nostra vita e che in alcuni sono persino patologiche, eccessive. Di diversi bambini si dice che "hanno paura di tutto" e crescono complessati. Anche però molti adulti sono pavidi, indecisi, timorosi, spaventati da molte circostanze.

Ci sono però momenti particolari che, per usare un'espressione della Bibbia, potremmo chiamare "il giorno della paura". Forse il più grande "giorno della paura" è quello che viviamo quando siamo nei pressi della morte, di altri, o nostra. Di questo "giorno" non vorremmo mai parlarne, ma anche i migliori psicologi ci dicono che dobbiamo affrontare di petto le nostre paure per poterle superare. C'è gente che "di queste cose non ne parla mai": questo è un gravissimo errore.

Molti personaggi di cui la Bibbia parla vivono, come noi tutti "giorni di paura", ma essi imparano a vincerla non "facendosi coraggio", perché se uno non ha coraggio non se lo può dare... ma accogliendo accanto a sé, per ogni giorno della loro vita, una persona che vuole accompagnarli, stare al loro fianco e provvedere per loro: il Signore Iddio, il quale vuole stare al nostro fianco facendoci diventare seguaci di Cristo e ponendo nel nostro cuore il Suo Spirito Santo.

In una situazione di grave pericolo Davide esclama: "Nel giorno della paura io confido in te. In Dio, di cui lodo la parola, in Dio confido, e non temerò; che mi può fare il mortale?" (Sl 56:3).

Anche però di fronte a quello che è stato chiamato "il re degli spaventi", la morte, noi possiamo avere al nostro fianco il Signore Gesù. Egli ha partecipato completamente alla nostra umana condizione ed ha realizzato, fra i molti obiettivi, uno di grande importanza. Ascoltate: "egli pure vi ha similmente partecipato, per distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo, e liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita. Infatti, egli non viene in aiuto ad angeli, ma viene in aiuto alla discendenza di Abraamo" (Eb. 2:14-16). ...e i figli di Abramo sono tutti coloro che in Lui ripongono la loro fiducia.

Un particolare "giorno di paura"

Vorrei oggi attirare la vostra attenzione su un particolare "giorno di paura" che ebbe come protagonisti i dodici discepoli di Gesù, capitati un giorno in mare, su una barca, durante una tempesta.


Gesù salì sulla barca e i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco si sollevò in mare una così gran burrasca, che la barca era coperta dalle onde; ma Gesù dormiva. E i suoi discepoli, avvicinatisi, lo svegliarono dicendo: "Signore, salvaci, siamo perduti!" Ed egli disse loro: "Perché avete paura, o gente di poca fede?" Allora, alzatosi, sgridò i venti e il mare, e si fece gran bonaccia. E quegli uomini si meravigliarono e dicevano: "Che uomo è mai questo che anche i venti e il mare gli ubbidiscono?" (Mt. 8:23-27).


Gli elementi del racconto

Vediamo quali sono gli elementi di questo racconto ed in che modo essi possono parlare alla nostra situazione.

1. "Gesù salì sulla barca e i suoi discepoli lo seguirono" (23).

Lasciate le folle, Gesù e i Suoi discepoli proseguono il loro giro missionario. Gesù intende attraversare il lago. Non vuole nessun altro con loro sulla barca. Desidera così mettere alla prova la loro fede.

E' facile dire di "avere fede", ma alla prova dei fatti, che cosa significa questo? La vera fede determina tutto il nostro modo di essere, il nostro modo di vivere ed anche il nostro modo di morire a questo mondo. E' soprattutto, infatti, come reagiamo nelle difficoltà che comprova la realtà della nostra professione di fede.

2. "Ed ecco si sollevò in mare una così gran burrasca, che la barca era coperta dalle onde; ma Gesù dormiva" (24).

Sulla barca s'imbattono in una tempesta che li sballotta fortemente tanto da mettere in pericolo la loro stessa vita. La barca rischia di riempirsi d'acqua e di affondare ed i suoi occupanti di annegare. Luca: "un turbine di vento", Marco: "una gran bufera di vento", lett. "un conflitto di molti venti", un uragano.

Non per caso. Il testo non dice sia sorto per caso, né per azione di Satana, ma perché era voluto dalla divina provvidenza. Gesù intendeva che la fede dei suoi discepoli fosse messa in quella situazione alla prova, per dargli un'opportunità di mostrare la sua divinità attraverso la Sua podestà sul mare (realtà che allora molto intimidiva), come aveva dato prova di controllare gli eventi sulla terra.

Dalla terra. Il vento viene dalla terra. La comunità dei credenti non è immune dai "venti" che soffiano in questo mondo: venti di dottrine, filosofie aliene, persecuzioni, azioni ostili tese ad intimidire e scoraggiare. La barca della comunità cristiana nello svolgimento della sua missione è boicottata ed ostacolata. Quante difficoltà deve pure affrontare il singolo credente quando vuole essere coerente ed attivo, come pure di fronte ai casi che la vita ci riserva.

Tenere duro. E' necessario però che i cristiani "tengano duro" e perseverino, manifestando fede nelle promesse e nella potenza di Cristo che sta con loro. Così pure quando dovremo affrontare il termine di questa vita ed il nostro passaggio alla dimensione celeste di essa.

Inaspettata? La bufera che incontrano è del tutto inaspettata. Non sospettavano di nulla prima. Tutto era calmo, finché non ne vengono colti di sorpresa. A volte noi viviamo la vita cristiana in modo ingenuo, senza renderci conto di ciò che significhi in termini pratici essere cristiani. Oppure viviamo "facendo finta di niente", rimuovendo dalla nostra coscienza ogni pensiero ansiogeno. Questo non è sano.

Gesù dorme? Notate però come Gesù "dorme" nella parte anteriore della navicella, dove sta chi la guida. Dorme profondamente. I discepoli devono scuotere Gesù. La sua fatica? Come uomo è del tutto comprensibile. Certo è che è una situazione ordinata dalla provvidenza di Dio. Come uomo Gesù dorme, ma come Dio è come dice il Salmo: "Egli non permetterà che il tuo piede vacilli; colui che ti protegge non sonnecchierà. Ecco, colui che protegge Israele non sonnecchierà né dormirà. Il SIGNORE è colui che ti protegge; il SIGNORE è la tua ombra; egli sta alla tua destra" (Sl. 121:3-5).

Ci dimentichiamo delle promesse. A volte le difficoltà ci spaventano al punto da farci dimenticare le precise promesse del Signore. Per questo dovremmo spesso "ripassare la lezione" ed immergerci nella lettura quotidiana e meditazione della Parola di Dio.

3. "E i suoi discepoli, avvicinatisi, lo svegliarono dicendo: 'Signore, salvaci, siamo perduti!'" (25).

Nessuna via d'uscita. I discepoli risvegliano Gesù con forti grida e ripetuti richiami. Luca: "Signore, Signore!" esprimendo la loro angoscia, importunità, fretta, apprensione. Non vedevano modo naturale e razionale per sfuggire da questa situazione. Per questo fanno appello a Cristo pur credendo che fosse in grado di salvarli. Avevano molte ragioni per concludere che ne fosse capace, da ciò che già avevano visto Lui fare.

Preghiera si, ma... E' il comprensibile grido della preghiera. Essa ci è pur autorizzata, ma talvolta la preghiera non è una preghiera di fede. E' ispirata dall'apprensione e dall'insicurezza, non dalla fiducia. Non è necessario "svegliare" Dio, né "scuoterlo", ma solo semmai manifestargli fiduciosamente il problema.

4. Difatti: "Ed egli disse loro: 'Perché avete paura, o gente di poca fede?'. Allora, alzatosi, sgridò i venti e il mare, e si fece gran bonaccia" (26).

Sebbene avessero una certa fede in Lui, avevano pure molta paura ed incredulità, per questo Gesù li rimprovera. In Luca la frase è: "Dov'è la vostra fede?", che ne è successo? L'avevate professata, ma ora dov'è finita? Marco dice: "com'è che non avete fede?".

Una fede poco consistente. Alla prova dei fatti la loro fede era poca che non poteva neanche essere percepita. Non avevano fede che Gesù, pure dormendo, potesse intervenire. Ritenevano di dover loro sollecitare Gesù, quasi che la situazione non Gli importasse o non se ne rendesse conto. L'eterno Iddio avrebbe potuto in ogni caso salvarli.

L'intervento di Gesù. Gesù si alza e con voce piena di maestà e di autorità sembra aver risentimento con il vento come se il vento avesse esagerato il suo compito: troppo e troppo a lungo. Lo "rimprovera" e gli dice: "pace", "calmati", "sta zitto", "chiudi la bocca", "mettiti un bavaglio", "non minacciare più la vita". Il vento così cessa, torna la calma, la barca procede.

5. "E quegli uomini si meravigliarono e dicevano: 'Che uomo è mai questo che anche i venti e il mare gli ubbidiscono?'" (27).

Un'altra paura? Marco dice che i discepoli furono colti da spavento", Luca "da timorosa stupefazione": stupore, paura, riverenza da tale dimostrazione di forza divina. Si, non appena vinta la paura della tempesta, ecco sorgere in noi un'altra paura: paura di colui che ha calmato la tempesta! Siamo proprio inguaribili! "Con la testa" sappiamo quanto il Signore sia potente, ma poi ci sorprendiamo sempre quando Dio opera.

Più di un uomo. Qui la parola "uomo" non è nel testo originale. Dicono: "Di quali qualità, perfezioni e poteri è dotato costui? Certamente dev'essere più che un uomo: Egli non può essere altro che l'Onnipotente Iddio. Non si era mai udito, infatti, che una semplice creatura avesse un simile potere.

Si, ecco perché è così importante accompagnarci nella nostra vita a Colui che vuole essere con noi e del quale non possiamo fare a meno. Solo Dio in Cristo può essere per noi colui che, facendoci vincere ogni paura, può proiettarci in dimensioni impensabili dell'esistenza, quelle a cui eravamo destinati se fossimo rimasti in comunione con Lui.

Conclusione

La paura è dunque una realtà costante della nostra vita. La paura può essere salutare perché ci tiene lontani dai pericoli. Quando però nei pericoli ci siamo dentro fino al collo, a che serve? A nulla se non a distruggere la nostra salute psicofisica. Questa paura non è necessaria, e possiamo combatterla e vincerla chiamando costantemente al nostro fianco il Signore e Salvatore Gesù Cristo, il quale è venuto anche per adempiere a questa preziosa funzione nella nostra vita. Con Lui accanto, chi o che cosa mai potremo temere?

"Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Com'è scritto: 'Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello'. Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore" (Ro. 8:35-39).

(Paolo Castellina, domenica 26 gennaio 1997. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione La Nuova Riveduta, Società Biblica di Ginevra, 1994).


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